Dott.ssa Alessia Zeppieri- Psicologa

18/10/2025

Ingresso libero e gratuito
Vi aspettiamo domani 🍀

04/04/2024

Martedì ho il piacere di parlare di violenza familiare in questo meeting annuale di cultura psichiatrica di grande prestigio e rilevanza clinica.
L’evento è accreditato ECM ed è aperto agli uditori.
🍀

03/02/2024

“Mentre lavoravo al mio albero genealogico ho capito la strana comunità di destino che mi collega ai miei avi.
Ho fortemente il sentimento di essere sotto l'influenza di cose o di problemi che furono lasciati incompiuti o senza risposta dai miei genitori, dai miei nonni e dai miei antenati.
Mi sembra che spesso ci sia in una famiglia un karma impersonale che si trasmette dai genitori ai figli.
Ho sempre pensato che anch'io dovevo rispondere a delle domande che il destino aveva già posto ai miei antenati e alle quali non si era riuscito a dare risposta.”

Carl Gustav Jung (1875-1961), Ricordi, sogni, riflessioni

11/01/2024

04/01/2024

🫂

28/12/2023

RICHIESTA AIUTO 👥

Io e i miei familiari stiamo ricostruendo l'albero genealogico della mia famiglia.
Per ora siamo sul ramo di Alatri, che abbiamo scoperto essere vastissimo, con parenti concentrati nel centro storico e altrove, di cui avevamo solo vaghe informazioni.

Abbiamo già consultato l'archivio di Stato di Frosinone..purtroppo non tutto è stato digitalizzato e molte cose sono andate perdute.
Avrei bisogno di sapere se qualcuno di voi è a conoscenza di archivi o uffici (parrocchiali, ecc..) a cui poter attingere per avere altre informazioni.

Grazie, il vostro aiuto sarebbe prezioso (anche perché stiamo scoprendo storie pazzesche e legami veramente meravigliosi)

❤️

02/12/2023

La stragrande maggioranza degli esseri umani sceglie di seguire non la propria strada ma le convenzioni, essi di conseguenza non sviluppano se stessi, bensì un metodo, e quindi una dimensione collettiva, a spese della propria interezza.

C.G.Jung

30/11/2023

Il 15 Dicembre alle ore 17.00 io e la mia collega ed amica Chiara Mignardi faremo da relatrici a questo convegno dal titolo: "L' Adolescenza oggi: Crisi ed Opportunità".

Il compito è arduo, ma la nostra responsabilità in quanto terapeute cliniche è raccontare le esperienze che ci troviamo davanti gli occhi tutti i giorni e metterle al servizio di chi ha il desiderio di ascoltarci nella speranza di arricchirvi e arricchirci a nostra volta.

Lo faremo in punta di piedi, come se camminassimo tra i cristalli, consapevoli che l'Adolescenza è proprio questo: avere il coraggio di camminare nonostante la paura di crollare.

Siete tutti invitati!

❤️

14/11/2023

Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato, oppure ne è già uscito. E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto, un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare.

Marguerite Yourcenar, Archivi del Nord.

28/10/2023

«Voglio narrarti la storia del giovane vedovo che aveva un figlio di cinque anni. Lo amava più della sua stessa vita. Un giorno dovette lasciarlo a casa e uscire per affari. Arrivarono i banditi che saccheggiarono il villaggio, lo diedero alle fiamme e rapirono il bambino. Ritornato, l’uomo trovò la casa bruciata e, lì accanto, il ca****re carbonizzato di un bambino. Credette che fosse il figlio. Pianse di dolore e cremò ciò che restava del corpo. Amava tanto il figlio che raccolse le ceneri in una borsa che portava sempre con sé. Mesi dopo, il figlio riuscì a scappare e ritornò al villaggio. Era notte fonda quando bussò alla porta. Il padre stringeva tra le braccia la borsa con le ceneri e singhiozzava. Non aprì la porta, benché il bambino dicesse di essere suo figlio. Era convinto che il figlio fosse morto e che alla porta battesse un bambino del villaggio che voleva prendersi gioco del suo dolore. Il bambino fu costretto ad andarsene, e padre e figlio si perdettero per sempre. Ora vedi, amico mio, come, se ci attacchiamo a un’idea e la riteniamo la verità assoluta, potremmo trovarci un giorno nella situazione del giovane vedovo. Pensando di possedere già la verità, non potremo aprire la mente per accoglierla, anche se la verità bussasse alla nostra porta.»

Thich Nhat Hanh
Vita di Siddharta

10/10/2023

Appartenere deriva dal latino "appertinere" che significa "riguardare".
Perciò se sento di appartenere ad un posto ciò significa che la vita di quella città mi riguarda.

Il mio senso di appartenenza alla città da cui vengo è un fatto tumultuoso che mi ha trovato frequentemente in una posizione di ambivalenza: ora ti amo e al contempo ti odio.
Questo accade spesso quando la conoscenza del proprio Sé interiore è talmente sfumata che i vissuti positivi o negativi vengono proiettati all'esterno e imputati ad una città, a una casa, ad una stanza.
Per cui può capitare di sentire minaccioso un luogo, quando in realtà è il proprio vissuto a contenere quei caratteri di minacciosita' che l'individuo fa fatica ad integrare in sé.

Ri-sanare rispetto a queste emozioni significa fare pace coi luoghi e concedersi la possibilità di ri-abitare certi spazi.

Ho visto questo scorcio del mio paese centinaia di volte e ogni volta mi sembrava uguale a quella di prima.
Invece no.
È sempre stata diversa perché la veduta dipende dallo sguardo.