04/11/2020
Nuovo Dpcm 3 novembre, Conte cede su parrucchieri ed estetisti
TUTTI I SERVIZI ALLA PERSONA SONO STATI CONFERMATI NEL NUOVO DPCM 3 NOVEMBRE CHE IL PREMIER CONTE HA FIRMATO NELLA NOTTE
No, parrucchieri ed estetisti non chiuderanno questa volta. Un lungo tira e molla con il Governo, con in campo tutte le associazione del settore che chiedevano a gran voce di essere risparmiate da questo secondo lockdown, seppur “light” com’è stato ribattezzato. E ce l’hanno fatta.
COSA DICE IL DPCM 3 NOVEMBRE
Tutti i servizi alla persona sono stati confermati nel nuovo Dpcm 3 novembre che il premier Conte ha firmato nella notte. Da giovedì 5 novembre a giovedì 3 dicembre restano aperti dunque tutti i negozi di parrucchieri, barbieri ed estetisti.
Anche nelle cosiddette zone rosse, dove dal 5 novembre scatteranno misure decisamente più restrittive, ma soltanto per due settimane. Nella bozza del decreto circolata inizialmente invece negozi di parrucchieri e centri estetici venivano indicati come chiusi, sempre (qui abbiamo riassunto come viene divisa l’Italia e quali Regioni sono gialle, arancioni o rosse).
Nel far cambiare idea a Conte molto ha fatto nel confronto con il Governo il pressing delle associazioni di categoria, che hanno continuato a difendere la sicurezza dei propri luoghi di lavoro definendoli tra i meno a rischio per il contagio Covid.
CONTROLLI E SICUREZZA IGIENICO-SANITARIA
Nei negozi di parrucchieri regolari i controlli sono serratissimi e le misure igieniche e di sicurezza elevatissime. Idem nei centri estetici.
“I centri estetici sono tra le attività più sicure, in quanto si avvalgono di un protocollo rigidissimo paragonabile a quello di una sala operatoria” ha continuato ad insistere Confestetica, associazione maggiormente rappresentativa con 21mila centri estetici iscritti, su un totale di 35mila presenti in Italia.
Le estetiste infatti lavorano solo su appuntamento, utilizzano guanti, mascherine FFP2, visiere, camici, rilevano la temperatura, sanificano le cabine al termine di ogni trattamento, redigono un registro di sanificazione, tracciano ogni cliente con nome, cognome, data, ora dell’appuntamento e numero di telefono e tantissime altre precauzioni molto restrittive al fine di garantire la massima sicurezza anti-contagio.
IL PROBLEMA DEGLI ABUSIVI
La categoria dei centri estetici ricomprende oggi circa 80mila estetiste regolarmente occupate, autorizzate dalla legge e adeguatamente formate a rispettare tutte le regole.
Ma questa categoria vanta un triste primato: l’osservatorio di Confestetica ha stimato che oltre 120mila abusivi “sine titulo” svolgono servizi di cura alla persona sia presso il proprio domicilio che in quello del cliente: il numero degli abusivi supera quello delle estetiste regolari di oltre un terzo.
I centri estetici regolari sono stati peraltro i primi a chiudere già l’8 di marzo, ancor prima dell’obbligo nazionale. E questa volta, ancora di più di quanto già accaduto nel primo lockdown, se estetisti e parrucchieri fossero stati chiusi il rischio sarebbe stato che migliaia di italiani si sarebbero riversati nelle case di questi pseudo esercenti, o nei negozi chiusi, aggirando le regole, con un elevatissimo rischio di contagio.
Gli abusivi nel primo lockdown hanno svolto una media di quattro trattamenti al giorno: se anche questa volta fossero stati chiusi i centri estetici regolari, Confestetica ha calcolato che i falsi estetisti sarebbero potuti entrare in contatto con quasi un milione di persone al giorno, ovvero 30 milioni di persone al mese, con tutte le inevitabili conseguenze