11/07/2025
Nuovi orizzonti
Infiammazione e disturbi neuropsichiatrici: una nuova chiave di lettura per la diagnosi e l’intervento
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha tracciato una linea sempre più netta tra biologia dell’infiammazione e disturbi neuropsichiatrici. Un tempo considerate condizioni esclusivamente di natura psicologica o neurologica, molte diagnosi oggi vengono ripensate alla luce del coinvolgimento diretto del sistema immunitario e dei processi infiammatori cronici o acuti.
In che modo l’infiammazione può influenzare il cervello?
L’ipotesi emergente è che in una parte dei pazienti – specialmente in età evolutiva – l’infiammazione sistemica o neuroinfiammatoria possa essere parte integrante del quadro clinico, non solo una conseguenza o un epifenomeno. Questo vale per una gamma di condizioni che includono:
• Disturbi dello spettro autistico (ASD)
• Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
• ADHD
• Disturbi dell’umore
• Sindromi neuroinfiammatorie autoimmuni (come la PANS/PANDAS)
🧬 I criteri diagnostici ICD-11 e il ruolo dell’encefalite
Nel contesto dell’autismo, ad esempio, la nuova classificazione ICD-11 dell’OMS riconosce che le caratteristiche autistiche possono manifestarsi anche in relazione a condizioni mediche acquisite, come l’encefalite. Questo dato non è secondario: “encefalite” significa letteralmente infiammazione del cervello, e apre alla possibilità che alcune forme di neurodivergenza siano post-infettive o immuno-mediate.
🔍 Ricerca: quali sono le priorità?
Come sottolinea Paul Whiteley, la sfida odierna della ricerca è duplice:
1. Identificare i soggetti per cui i processi immunitari sono effettivamente coinvolti nello sviluppo del disturbo, attraverso screening mirati e biomarcatori;
2. Costruire percorsi di intervento personalizzati, integrando approcci psicologici, comportamentali e, dove indicato, anche terapie immuno-modulanti o antinfiammatorie.
🧪 Funzioni immunitarie e comportamento: un legame ormai evidente
Le funzioni infiammatorie e il comportamento sembrano legati da meccanismi biologici complessi che la scienza sta cominciando a svelare. Studi recenti mostrano come alterazioni nel profilo citochinico, nella barriera ematoencefalica o nella reattività immunitaria possano influenzare:
• l’autoregolazione emotiva;
• le abilità sociali;
• i pattern cognitivi.
In altre parole, ciò che accade nel sistema immunitario può riflettersi in modo tangibile sul funzionamento psichico e comportamentale di bambini e adulti.
🔚 Conclusioni
È sempre più difficile ignorare l’evidenza: i disturbi neuropsichiatrici non possono più essere interpretati solo come alterazioni “del cervello” in senso stretto. In molti casi, sono la manifestazione visibile di un’interazione complessa tra cervello, sistema immunitario, infezioni, genetica e ambiente.
Le implicazioni sono enormi, sia per la diagnosi precoce che per la scelta delle terapie. Serve ora un cambio di paradigma: dalla psichiatria classica alla neuroimmunologia clinica, capace di ascoltare il corpo oltre la mente.
✅ https://icd.who.int/browse/2025-01/mms/en #437815624
✅ https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/article-abstract/2836261