YOGA PER TUTTI

YOGA PER TUTTI pagina dedicata alle pratiche yogiche e alla meditazione Seguiamo il metodo rajadhiraja proposto dal maestro e filosofo Shrii Shrii Ananadamurti.

{Questa pagina Facebook, non rappresenta una testata giornalistica, in quanto, viene aggiornata senza nessuna periodicità, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7/3/2001. Alcune immagini pubblicate sono tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio: qualora il loro utilizzo violasse diritti d’autore, lo si comunichi agli amministratori che provvederanno alla loro pronta rimozione. I contenuti offerti da questo Diario Pubblico sono gratuiti e redatti con cura e diligenza.}
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YOGA PER TUTTI è un gruppo di appassionati e praticanti yoga. Il nostro intento è quello di promuovere questo metodo yoga e di diffondere il messaggio della fratellanza universale così come proposto dal nostro maestro.

10/09/2024

𝐎𝐍𝐃𝐀 𝐝𝐢 𝐊𝐈𝐑𝐓𝐀𝐍 𝟐𝟎𝟐𝟒
𝐀 𝐓𝐫𝐚𝐧𝐢 𝐥𝐚 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚 𝐏𝐮𝐠𝐥𝐢𝐞𝐬𝐞

YOGA PER TUTTI in collaborazione con 𝐇𝐔𝐁 𝐏𝐨𝐫𝐭𝐚𝐍𝐨𝐯𝐚 vi invita a partecipare all’Onda di Kirtan, evento annuale itinerante dell’ 𝐀𝐧𝐚𝐧𝐝𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐠𝐚 , un flusso di meditazione yoga, che attraversa tutta l’Italia.

Il Kirtan è un canto melodico che viene eseguito su mantra𝐁𝐀𝐁𝐀 𝐍𝐀𝐌 𝐊𝐄𝐕𝐀𝐋𝐀𝐌 (“𝐓𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐞̀ 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐨”). Il mantra ha un impatto molto positivo sulla mente e sull’umore delle persone: la sua continua ripetizione, verbale oppure mentale, ha un effetto reale tangibile sulla condizione psichica dell’individuo.

Programma della giornata:
ore 15.00 𝐊𝐈𝐑𝐓𝐀𝐍 𝐬𝐮 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐁𝐀𝐁𝐀 𝐍𝐀𝐌 𝐊𝐄𝐕𝐀𝐋𝐀𝐌 e meditazione

ore 19.30 𝐂𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐃𝐚𝐝𝐚 𝐓𝐢𝐢𝐫𝐭𝐚𝐝𝐞𝐯𝐚𝐧𝐚𝐧𝐝𝐚 sui temi dei benefici individuali e collettivi della meditazione yogica, l’alimentazione senziente vegetariana, le asana dello yoga, il servizio sociale e altri temi sociali attuali.

Mostra Foto Reportage: 𝐅𝐨𝐭𝐨 𝐑𝐞𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐠𝐞: “𝐕𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐅𝐚𝐫𝐦 𝐝𝐞𝐥 𝐑𝐚𝐣𝐚𝐬𝐭𝐡𝐚𝐧” di Claudio Ladisa

* su richiesta possibilità di pernottamento nel’Ostello di Hub PortaNova

Per contatti : Vincenzo 3475351860 - Massimo 3476534544

L’Ananda Marga (Il Sentiero della Gioia) è un’associazione per l’insegnamento gratuito della meditazione e della filosofia yogica, per un cambiamento profondo di ognuno di noi che va dall’alimentazione vegetariana con il rispetto di tutti esseri viventi e della natura, fino agli aspetti psicologici e spirituali profondi dell’essere umano comprensivi del servizio sociale

PortaNova: Ostello e Hub d’innovazione sociale, di sperimentazione di nuovi modi di produzione e fruizione di prodotti culturali, spazio ibrido di costruzione di comunità, di incontro e attivazione sociale

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Vi aspettiamo 🙏🏻🧘🏻‍♀️
05/09/2024

Vi aspettiamo 🙏🏻🧘🏻‍♀️

ONDA DI KIRTAN 🎶🥁🙏🏻
Ci vediamo il 24 Settembre a Trani presso HUBPortaNova
Vi aspettiamo 🧘🏻‍♀️

ONDA DI KIRTAN 🎶🥁🙏🏻Ci vediamo il 24 Settembre a Trani presso HUBPortaNovaVi aspettiamo 🧘🏻‍♀️
05/09/2024

ONDA DI KIRTAN 🎶🥁🙏🏻
Ci vediamo il 24 Settembre a Trani presso HUBPortaNova
Vi aspettiamo 🧘🏻‍♀️

Namaskar 🙏🏻 grazie a tutti per aver portato nuova energia con l’Onda di kiirtan  🌀 Babanam kevalam  🎶 Ringraziamo  Bosco...
01/06/2022

Namaskar 🙏🏻 grazie a tutti per aver portato nuova energia con l’Onda di kiirtan 🌀 Babanam kevalam 🎶

Ringraziamo Bosco Sacro Castel Del Monte Puglia per l’ospitalità 🌲🎋

02/08/2021

Cari fratelli e sorelle namaskar!

Ritornando alle riflessioni mattutine sul tema del sadhana, si può parlare dello stato di consapevolezza in cui si è finalmente accettato quel Sé Supremo come il proprio oggetto di ideazione, e di cosa succede se il Supremo non vuole recepire tale apertura. Già, perché potrebbe non volersi far raggiungere a causa dei nostri tanti errori compiuti nella vita, e in quel caso non ci sarebbe altro ricorso che inseguirlo mentalmente.

L'obiettivo finale di uno spiritualista, infatti, è diventare uno con il Supremo, non solo di unirsi ma di unificarsi, proprio come avviene se si mescola lo zucchero con l’acqua per creare un’unica sostanza e identità.

Baba spiega che per raggiungere tale unificazione è necessario togliersi da sopra la testa l’ombrello della vanità, e che se lo sforzo per questa completa fusione inizia con la titubanza dell’amore fondato sul timore, esso finisce con l'amore dell’abbandono. Il sadhana, quindi, è il metodo per attivare questo processo di trasformazione, che riguarda tutti poiché tutto in questo universo ha paura del Supremo.

Baba fa l’esempio di un ragazzo ‘ultramoderno’ che dice “Oh, io non ho fede in Dio” mentre quando sarà solo e in difficoltà dirà: "O Dio, salvami, lo sai che sono tuo discepolo, lo sai che ti amo, salvami, dovevo in qualche modo mantenere il mio prestigio nella società dei miei amici, e solo per questo ti ho disconosciuto”.

L’amore è dunque sempre e comunque presente, ma si trasforma con l’aiuto del sadhana, ed è quell’ingrediente universale che garantisce l’invisibile collegamento karmico fra tutte le entità, e che funziona attraverso il fenomeno naturale dell’attrazione, anche quando si manifesta in forma negativa, per questo è possibile dire che la repulsione è un’attrazione negativa mentre non si può dire che l'attrazione è una repulsione negativa.

Quando questa attrazione non è per qualcosa di transitorio come il denaro, la terra, la famiglia, ma invece diretta verso il Supremo, si chiama devozione. Le relazioni che abbiamo con tutto ciò che è transitorio tendono ad essere transazionali, del tipo ti do qualcosa a condizione che tu mi dai indietro qualcos’altro, e questo avviene anche negli affetti più intimi, mentre nel caso della relazione con il Supremo lo spirito dev’essere di dare tutto se stessi senza aspettarsi di ricevere nulla in cambio.

Per avere successo nella sublimazione dell’amore bisogna essere forti interiormente, una forza che si risveglia e aumenta gradualmente grazie a un impegno costante nel prendere come esempio l’umiltà del filo d’erba, che pur essendo sottoposto al calpestio, possiede un'enorme resilienza e forza vitale.

Ecco come la tolleranza, che è madre della stamina esistenziale, è molto necessaria nel sadhana, poiché bisogna saper controllare sia i forti venti degli impulsi interiori che esprimono il proprio debito karmico, e sia le illusioni di Maya, che possono presentarsi in qualsiasi forma e momento, spesso quando e come meno le si aspettano.

L’entità di questi test è spesso direttamente proporzionale alla consapevolezza e progresso spirituale raggiunti, per cui paradossalmente più problemi s’incontrano sul sentiero verso la meta, più si può essere certi di essere sulla buona strada, per cui perché mai arrabbiarsi oltremodo con chi pur facendoci male, a sua insaputa rappresenta tale messaggio di conferma?

Questo non vuol dire che non bisogna contenere chi si approfitta della nostra bontà e tolleranza, perché gli spiritualisti non sono certo dei bonaccioni che si fanno sfruttare, tutt'altro, ma prima di reagire appropriatamente vogliono vedere quanta tolleranza hanno e aumentare così la propria capacità di sopportare.

È importante dimostrare a se stessi quanto si è capaci di resistere perché ciò aumenta la propria autostima e coraggio di condividere la propria ispirazione, il fondamento della dedizione al benessere collettivo, senza la quale, come sappiamo, il successo nel sadhana è impossibile.

Nel Suo Amore,
Dada Ganadevananda

31/07/2021

Cari fratelli e sorelle namaskar!

Continuando le riflessioni sul sadhana, si può dire che nella vita non avviene niente per caso, e così anche quando s’incontra un maestro spirituale e s’impara il processo del sadhana, tale opportunità dipende o è l’effetto delle azioni buone e virtuose che si sono compiute in varie vite passate. Ciò deve essere un potente stimolo ad adeguatamente utilizzare il presente per qualificare il futuro.

Ai fini del progresso spirituale non importa il tipo di circostanze in cui ci si ritrova a causa delle scelte compiute in passato, perché tutti e tutto, perfino la materia grezza è una manifestazione della Coscienza Suprema, e dovremmo comportarci appropriatamente con essa, altrimenti vivere diventa impossibile, e così anche fare sadhana.

La materia non può essere l'unico scopo degli esseri umani poiché la meta è di raggiungere il Supremo, ma per ottenerlo bisogna adattarsi a tale onnipresente ingrediente.

L’energia senziente che deriviamo dal sadhana ci aiuta in tale adattamento, quindi uno spiritualista ne ha bisogno e la utilizza nel suo percorso di crescita e realizzazione, senza dimenticare che sebbene essa si ottenga attraverso il pensiero del Supremo, Egli non è raggiungibile attraverso il pensiero dell’energia e delle sue innumerevoli applicazioni e trasformazioni. Per questo l’ideazione del sadhana è la dimensione infinita della coscienza, e non la materia, che invece deriva dall’azione trasformatrice del Suo principio operativo e della natura.

Eppure ben poco del nostro pensiero rimane concentrato sul Supremo, e quindi è comune, se non inevitabile, temere di un severo giudizio supremo in merito alla nostra scarsa memoria, e al nostro passato così pieno di errori d’ogni ordine e grado.

La bella notizia però è che come ideatore e generatore di ogni vita, per Lui non c'è differenza tra peccatori e virtuosi, anzi per certi versi il debole tende a ottenere una maggiore attenzione di chi è forte, perché è indifeso e senza riparo dalla legge di causa ed effetto.

Questo aspetto del Supremo è materno poiché Egli estende prima le sue braccia verso chi ha più bisogno, proprio come farebbe una madre nei confronti del suo bambino più debole, dandogli aiuto e rifugio, e questo è il vero segno della grandezza che ogni essere umano, e specialmente ogni spiritualista può e deve emulare.

Nel sadhana non c'è bisogno di fiori o altre espressioni esterne, per progredire verso la meta esistenziale è necessario l'amare gli altri come se stessi, ma non solo a parole, poiché senza lo sforzo necessario a trasformarle in azioni, non ci sarà alcun progresso.

Baba indica così come aumentare la memoria del Supremo: “Un'esperienza tattile che ha avuto luogo nella mente nel corso del sadhana, o la beatitudine goduta durante il kiirtana. La memoria dovrebbe essere così. Anche la memoria dovrebbe essere incentrata su di Lui, per non sprecare tempo ed energia. Cosa fanno invece le persone in genere? Generalmente ricordano storie passate di dolore e felicità, storie dolci di persone vicine e care.“

Il sadhana sul Supremo dev’essere fatto scrupolosamente, altrimenti nel momento della nostra ultima ora rimpiangeremo l'inutilità della nostra vita con l'ultima goccia delle nostre lacrime. Già, perché alla fine nessuno potrà far niente per noi, non i nostri amici, non i nostri parenti, e rimarremo soli a testimoniare l’enorme opportunità in larga parte sprecata di accelerare il nostro progresso e quello dell’intera umanità.

Questa fine non è inevitabile, basta solo non perdere tempo e darsi da fare, adesso.

Nel Suo Amore,
Dada Ganadevananda

27/07/2021
26/07/2021

Cari fratelli e sorelle namaskar!

Continuando le riflessioni sugli ostacoli alle pratiche spirituali, si arriva al celibato o alla castità, che sono state a lungo scelte di vita falsamente indicate come un prerequisito per lo sviluppo e la realizzazione spirituale.

Esiste infatti una fuorviata e fuorviante credenza popolare che le persone di famiglia non sarebbero in grado di praticare con successo la meditazione, o se non altro non allo stello livello e con gli stessi risultati dei monaci. Per superare tale storica disinformazione è necessario conoscere il significato corretto del termine ‘Brahmacarya’ che almeno nella tradizione yogica è la fonte di questo dannosissimo malinteso.

Brahmacarya significa semplicemente introvertere le tendenze estroverse della mente e dedicarle completamente al Supremo o Brahma, operazione non esattamente semplice ma che ben poco ha a che fare con il controllo dei propri istinti sessuali, o comunque non più di tanti altri fattori comportamentali sia fisici che psichici.

Baba spiega come la Coscienza Cosmica sotto l’influenza del suo stesso principio operativo che racchiude l’insieme delle leggi naturali dell’universo, si manifesti in un vasto arco di oggetti ed entità con vari gradi di materialità e consapevolezza della propria coscienza.

L’aspetto materiale della creazione è il mondo che si sperimenta attraverso gli organi sensoriali e motori, mentre la mente ne è la parte sottile, ed è proprio quest’ultima che viene gradualmente convertita da sottile a estroversa e materialista quando rimane troppo assorbita in pensieri e desideri di natura grezza o materiale.

L’emancipazione spirituale non è altro che liberare la mente dall'influenza della materia, dirigendola verso ciò che è infinitamente sottile, quella stessa Coscienza Cosmica che è la fonte di ogni esistenza. Il problema è che la mente non può essere assorbita dalla materia e allo stesso tempo dalla coscienza, per cui se si vuole sviluppare la devozione per il Supremo bisogna scegliere fra l’estroversione e l’introversione, ma tale scelta è largamente intima e interiore, e non ha niente a che fare con il condurre o meno una vita in famiglia o ascetica.

Un vero Brahmacárii è dunque una persona la cui mente è devota e assorbita nel pensiero, nella memoria e nella presenza del Supremo e questo stato davvero beato è raggiungibile attraverso la pratica intuitiva della meditazione. È solo grazie al costante sforzo ideativo e meditativo, infatti, che la mente può essere liberata dall'influenza degli istinti naturali e dall’illusione di Maya.

Il semplice superamento dell'impulso sessuale attraverso il celibato e la castità risolve solo uno dei sei nemici e delle otto schiavitù che incoraggiano le tendenze estroverse della mente, e il dominio di tali tendenze è così forte che non è possibile affrontarlo e superarlo se non abbracciando con sincerità uno stile di vita senziente, come quello sviluppato e testato nei millenni dagli yogi e yogini.

Non è necessario rinunciare alla propria vita coniugale per progredire nella pratica intuitiva perché sarà l’ideazione e meditazione sul Supremo che di per sé distoglierà gradualmente la mente dalla prospettiva materialista, riducendo la potenza e l’influenza delle tendenze estroverse, fino a diventarne interiormente indifferenti. La questione di rinunciare a farsi una famiglia per perseguire lo sviluppo spirituale quindi davvero non si pone.

Quello che si pone è cosa c’è dietro tale limitazione di prospettiva e di sviluppo spirituale imposta da sempre alla stragrande maggioranza del genere umano. Già perché alla fine c’è chi ci guadagna dall’ignobilmente alimentare e perpetuare questo infondato senso di colpa e inferiorità, per motivi che di spirituale non hanno proprio niente.

Sono i membri della classe intellettuale e clericale, infatti, che ne hanno da sempre beneficiato in termini di controllo psicologico e in ultima analisi di benefici molto terreni, sfruttando il lavoro degli altri per condurre una vita agiata grazie al rispetto sociale e alle risorse materiali e al potere che da esso ne derivano.

Nel Suo Amore,
Dada Ganadevananda

25/07/2021

Cari fratelli e sorelle namaskar!

Continuando sul tema del sadhana, si potrebbe dire che è una pratica legata doppio filo con il senso più sottile e profondo dell’esistenza, e che dunque è un dovere fondamentale di tutti. Eppure pochissime persone ne sono consapevoli, e perfino quando lo sono spesso scelgono comunque di non impegnarsi in tal senso a causa di una sorta d’irrazionale paura.

Un’aspetto di tale ‘paralisi’ è la convinzione che sia necessario l'abbandono della vita mondana, poiché prevale l’idea che il sadhana non possa essere conciliato con uno stile di vita ordinario, il che renderebbe la meta spirituale un privilegio riservato agli asceti.

La vita ascetica, infatti, porterebbe con se il vantaggio della solitudine, rimuovendo il contatto immediato con le tentazioni e i problemi del mondo, in altre parole limitare l’influenza dell’illusione cosmica.

Questa è una visione davvero semplicistica e superficiale del ruolo di Maya, poiché essa è una forza che agisce dall’interno, attraverso le propensioni mentali, e quindi i suoi ostacoli seguiranno e disturberanno la persona anche nella più inaccessibile delle foreste, per esempio, attraverso l’atavica paura degli animali feroci o pericolosi.

In realtà gli esseri umani hanno una spiccata capacità ad adattarsi alle più disparate condizioni e circostanze ambientali e sociali ed è dunque possibile ‘imparare’ a praticare la meditazione in un ambiente molto rumoroso, in altre parole, non è necessario isolarsi in una giungla per liberare la propria mente.

Le tentazioni mondane sono attivate attraverso le nostre limitanti propensioni interiori, che possono essere controllate e superate solo grazie alla pratica intuitiva della meditazione, e non isolandosi. È molto probabile, infatti, che sebbene l’allontanamento fisico dalla controparte esterna delle tentazioni interiori, sia una sospensione temporanea e che la tentazione artificialmente soppressa si rifaccia viva anche più forte una volta che si ritorni in contatto con il mondo.

Questo avviene perché quando ci si costringe a rinunciare a qualcosa, si crea una sorta di agitazione mentale direttamente proporzionale all’entità e alla durata della costrizione, che può diventare insopportabile e persino somatizzarsi in una malattia mentale e fisica.

La soluzione ideale risiede nello sviluppare forza di carattere e fermezza d'animo, coraggiosamente affrontando e superando le tentazioni, non evitandole. In questo senso il sadhana del ta**ra è una sorta di guerra interiore contro l’ignoranza, che ha poco a che fare con ciò che ci circonda esternamente.

Si sa che vivere nella società è spesso problematico a causa delle tante e pressanti responsabilità sociali e familiari, e ciò può creare il desiderio di fuggire tutti questi obblighi, ma ciò non aiuta affatto la ricerca della liberazione spirituale perché in fondo è un atteggiamento egoista che provoca conseguenze negative per se stessi e per gli altri.

Inoltre, fuggire fisicamente dalle proprie responsabilità e preoccupazioni non equivale a dimenticarle, poiché certamente continueranno a occupare la mente, e ciò la riporterà sotto l'influenza dell’attrazione di Maya, disturbando le pratiche meditative.

Vivere nella società o nella giungla non fa differenza se si cerca di distaccare la mente, ed è questo il giusto atteggiamento dello spiritualista, che trova persino conveniente condurre una vita mondana e anche praticare sadhana, poiché la vita in famiglia offre comodità e vantaggi inaccessibili a un asceta che rinuncia al mondo.

Gli spiritualisti ricercano l'opportunità di servire l'umanità, un aspetto così importante della pratica intuitiva, che è negato a chi vive nella giungla, in una cava o nel deserto.

L’importante dunque è praticare ovunque e comunque la meditazione con fede e devozione per superare l’influenza di Maya, non concentrarsi sulle qualità negative di un luogo piuttosto che un altro, perché sono tutti la residenza del Supremo e la meditazione non si basa sulla considerazione del bene e del male, poiché ciò non permette di sviluppare il sentimento di unità con il resto della creazione, impedendo l’amare gli altri come se stessi.

Nel Suo Amore,
Dada Ganadevananda

24/07/2021

Namaskar, martedì prossimo ultima lezione di yoga al mare con Danilo, vi aspettiamo.

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YOGA PER TUTTI è un gruppo di appassionati e praticanti yoga. Seguiamo il metodo rajadhiraja proposto dal maestro e filosofo Shrii Shrii Ananadamurti. Il nostro intento è quello di promuovere questo metodo yoga e di diffondere il messaggio della fratellanza universale così come proposto dal nostro maestro. Questo tipo di yoga si presta ad essere personalizzato per ogni esigenza a prescindere dall’età, sesso, estrazione sociale, razza e e credo religioso. Organizziamo anche corsi di yoga per bambini, gruppi di anziani, comunità terapeutiche, carceri, ecc. Siamo, inoltre, disponibili ad ogni altro eventuale progetto ritenuto idoneo. Il sabato e la domenica sono dedicate ad approfondimenti pratici, teorici e giornate dedicate al benessere psicofisico-mentale. Tra i nostri eventi ci sono giornate dedicate alle pratiche olistiche, giornate di arte terapia, danze meditative emozionali come il kiirtan il kaoshiiki, escursioni in parchi naturali tra natura e meditazione, seminari sullo yoga e meditazione collettiva con Didi e Dada, cene vegetariane, feste interetniche a tema con musiche, danza, poesia e piatti tipici e tanto altro... TUFFATI NELL'UNIVERSO INTERIORE.

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