Studio Fisioterapico Dr. Davide BONANNO

Studio Fisioterapico Dr. Davide BONANNO Riabilitazione Ortopedica e Neurologica, fisioterapia strumentale e manuale. Siamo sempre un passo avanti
per dare il meglio ai nostri pazienti...

L'obiettivo dello Studio Fisioterapico

del Dr. Davide BONANNO, è quello di fornire la più alta qualità riabilitativa al servizio dei propri pazienti. Sin dal prima visita, il paziente diventa parte integrante del nostro progetto che vede come figura centrale la cura e la salute della persona. Agevolare il reinserimento nella pratica delle attività quotidiane, innalzando cosi lo standard della qualità di vita del paziente, attraverso programmi individualizzati, è la nostra mission. L’elevata qualità della fisioterapia e della riabilitazione per il trattamento del dolore, il miglioramento della mobilità articolare e il ripristino della fisiologia dell’individuo sono garantiti dalla nostra professionalità. Le terapie sono svolte dopo la valutazione da personale fisioterapico costantemente aggiornato e qualificato, grazie al conseguimento dei titoli Accademici Universitari abilitanti all'esercizio della professione medica secondo la normativa vigente. Aspetto che riteniamo fondamentale per garantire un elevato standard qualitativo, la trasparenza necessaria e soprattutto la tutela della salute del paziente, spesso esposta ai seri rischi derivanti dalla pratica sempre più frequente dell’abusivismo in medicina e soprattutto in fisioterapia. Il paziente non può ricevere alcun trattamento senza avere la piena consapevolezza delle garanzie derivanti dalla qualifica dell’operatore sanitario e dai requisiti offerti dalla nostra struttura. Il lavoro di équipe e il confronto costante tra le varie figure professionali sanitarie, anche esterne alla nostra struttura, ci consentono di formulare una corretta e rapida diagnosi che rappresenta la base della riabilitazione. Spesso, infatti, un sintomo che per localizzazione e caratteristiche viene collegato ad una patologia ortopedica, nasconde una genesi o concausa di altra natura che, se non individuata, porta non solo al totale fallimento del percorso fisioterapico, ma espone il paziente al rischio derivante dalla natura (a volte grave) della patologia non riconosciuta.

12/11/2025

Buongiorno,
lo Studio Fisioterapico del Dr. Davide Bonanno è lieto di annunciare una nuova collaborazione con il Dr. Eugenio Bartoleschi.

Per visite con il
Dr. Bartoleschi
(specialista in chirurgia ortopedica e medicina rigenerativa)
Ci si può recare presso il Centro Medico Flaminio
Via Gianbattista Vico 1
Roma (garage convenzionato)

Contattare il 3460865400

Svolge l’attività chirurgica presso le seguenti strutture convenzionate con il servizio sanitario nazionale :
Karol Wojtyla Hospital
in via Africa 32
(Roma Eur)

San Giuseppe Hospital,
Via A. Fleming
Arezzo

Inoltre è attiva una convenzione con lo
STUDIO FISIOTERAPICO
DR. Davide Bonanno
Che permette di avere sconti su visite e trattamenti da valutare di volta in volta.

31/10/2025
Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di “Patologie Spiritose, dove affrontiamo i ma...
04/10/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di “Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni.. tra curiosità e leggerezza!”

Oggi parliamo di una condizione che sa di “usura antica”, ma che colpisce sempre più anche i meno anziani: la spondilodiscoartrosi! Un nome lunghissimo per dire che la schiena inizia a scricchiolare un po’ troppo.. e non solo dopo i 70 anni!

Cos’è e dov’è?

La spondilodiscoartrosi è una forma avanzata di artrosi della colonna vertebrale, che coinvolge contemporaneamente i corpi vertebrali (spondilo–), dischi intervertebrali (–disco–) e le articolazioni posteriori (faccette articolari –artrosi).

Insomma, è un processo degenerativo globale, che colpisce l’intero “giunto” vertebrale, provocando rigidità, dolore e perdita di mobilità. 😬

Curiosità divertente

La spondilodiscoartrosi è un po’ come un condominio vecchio: il pavimento (disco) è consumato, i muri portanti (vertebre) hanno crepe, e le cerniere delle porte (faccette articolari) cigolano. Eppure.. l’edificio sta ancora in piedi!

Come si sviluppa?

Si sviluppa gradualmente, nel corso degli anni, a causa di invecchiamento fisiologico, sovraccarichi ripetuti o prolungati (lavori pesanti, posture scorrette), inattività o sedentarietà, microtraumi cronici e predisposizione genetica.

I dischi si disidratano, si riduce l’altezza tra le vertebre, e si formano osteofiti (beccucci ossei). Il risultato? Meno spazio, più attrito, più dolore.

Nella vita quotidiana

Dolore lombare o cervicale, spesso mattutino e rigido, con difficoltà a rimanere seduti a lungo o a chinarsi. Fastidio nel passare dalla posizione seduta a quella eretta e possibili irradiazioni nervose se ci sono compressioni dei forami.

Molti la descrivono come “una schiena che si blocca appena mi muovo troppo.. o troppo poco!”.

Parole complicate, spiegate semplici

Spondilo: riguarda le vertebre.

Disco: coinvolge il disco intervertebrale, che fa da cuscinetto.

Artrosi: un’usura delle articolazioni.

Osteofiti: piccole escrescenze ossee che il corpo forma per cercare di stabilizzare le vertebre (ma peggiorano il quadro).

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia è fondamentale per mantenere la mobilità articolare, rinforzare la muscolatura paravertebrale e addominale (core), migliorare la postura e la distribuzione dei carichi, ridurre il dolore con tecniche manuali e terapie fisiche strumentali.

È necessario insegnare esercizi personalizzati di autogestione.

Attenzione: l’artrosi non si “guarisce”, ma si può vivere bene anche con lei, se si muove il corpo nel modo giusto!

Curiosità scientifica

In molti casi, le radiografie mostrano artrosi avanzata anche in persone senza dolore, mentre altri con sintomi forti hanno solo alterazioni minime.

La morale? L’immagine non basta, conta la clinica!

Conclusione

La spondilodiscoartrosi non è una condanna, ma un campanello d’allarme.
Non chiede miracoli, solo un po’ più di movimento, attenzione e rispetto.
E Fisioterapia periodica!

Ad maiora semper

Abbiamo un “Secondo Cuore”  Il sistema cardiovascolare umano è un sofisticato meccanismo composto da cuore, vasi sanguig...
26/09/2025

Abbiamo un “Secondo Cuore”

Il sistema cardiovascolare umano è un sofisticato meccanismo composto da cuore, vasi sanguigni e sangue. Il cuore ha il compito primario di p***are il sangue ossigenato verso i tessuti periferici e di raccogliere quello ricco di anidride carbonica per inviarlo ai polmoni. Tuttavia, il ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore rappresenta una sfida fisiologica significativa, soprattutto a causa della forza di gravità. È in questo contesto che si parla del *polpaccio come “secondo cuore”*, per il suo ruolo determinante nel facilitare il ritorno venoso.

Struttura e funzione del muscolo del polpaccio

Il polpaccio è composto principalmente da due muscoli: il *gastrocnemio* e il *soleo*, che insieme formano il *tricipite surale*. Questi muscoli avvolgono le vene profonde della gamba e, durante la contrazione muscolare, comprimono i vasi sanguigni, *spingendo il sangue verso l’alto*, in direzione del cuore.

Questo meccanismo prende il nome di *p***a muscolare del polpaccio*. Esso è facilitato da un sistema di *valvole unidirezionali* presenti nelle vene, che impediscono al sangue di rifluire verso il basso durante le pause tra una contrazione e l’altra. Durante l’attività fisica, ogni contrazione del muscolo del polpaccio agisce come una spinta propulsiva per il sangue venoso, supportando attivamente il lavoro del cuore.

Il ruolo fisiologico nel ritorno venoso

Il ritorno venoso dagli arti inferiori è fondamentale per mantenere l’equilibrio emodinamico e prevenire fenomeni patologici. In condizioni normali, circa *2/3 del volume sanguigno* totale si trova nel compartimento venoso, e una porzione significativa è localizzata negli arti inferiori. In posizione eretta prolungata o durante l’immobilità, il sangue tende a ristagnare nelle vene delle gambe, aumentando la pressione venosa e favorendo l’insorgenza di edemi.

Quando la funzione della p***a muscolare del polpaccio è compromessa (ad esempio, per inattività, età avanzata, obesità o insufficienza venosa cronica), si può verificare un *deficit nel ritorno venoso*, con conseguente stasi ematica, gonfiore, dolore, e, nei casi più gravi, lo sviluppo di *ulcere venose*.

Implicazioni cliniche e prevenzione

Nel contesto clinico, il rafforzamento della funzione del “secondo cuore” è parte integrante della prevenzione e trattamento di patologie come:
- *Insufficienza venosa cronica*
- *Trombosi venosa profonda*
- *Edemi periferici*
- *Ulcere venose croniche*

Interventi preventivi o riabilitativi comprendono:
- *Esercizi specifici* di contrazione e rilassamento dei muscoli del polpaccio (es. sollevamenti sulle punte dei piedi)
- *Camminate regolari*
- *Uso di calze a compressione graduata*
- *Fisioterapia e linfodrenaggio*

In ambito ospedaliero, nei pazienti allettati o con mobilità ridotta, si utilizzano dispositivi meccanici (come pompe pneumatiche intermittenti) per simulare la contrazione muscolare e prevenire la trombosi venosa.

Conclusioni

Il polpaccio merita l’appellativo di “secondo cuore” per la sua funzione fondamentale nella dinamica circolatoria. Agendo in sinergia con il cuore, i muscoli del polpaccio garantiscono un efficace ritorno del sangue venoso al torace, contribuendo a mantenere la pressione venosa entro limiti fisiologici e prevenendo numerose patologie vascolari.

Promuovere l’attività muscolare del polpaccio non è solo utile per la salute delle gambe, ma rappresenta una strategia preventiva essenziale per la salute cardiovascolare generale...

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di “Patologie Spiritose, dove affrontiamo i ma...
13/09/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di “Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni (fortunatamente mi chiamo BONANNO 😁😁😁😅🤣) .. tra curiosità e leggerezza!”

Oggi parliamo di una condizione che arriva di solito di notte.. e resta tutto il giorno: il torcicollo!
Ti alzi, provi a guardare a destra.. e il collo ti risponde con una f***a e un’espressione offesa. Sì, il tuo trapezio ha deciso di prendersi una pausa.. da te!

Cos’è e dov’è?

Il torcicollo è una condizione acuta in cui i muscoli del collo (soprattutto sternocleidomastoideo e trapezio) si contraggono in modo involontario e doloroso.

Il risultato? Testa inclinata e ruotata, difficoltà nei movimenti, dolore laterale o posteriore del collo. A volte è irradiato verso spalla e scapola. In pratica: sei bloccato.. e pure storto! 🫢

Curiosità

Il nome “torcicollo” viene dal latino torquere collum, cioè “torcere il collo”. È una delle poche condizioni in cui anche gli altri notano subito che hai qualcosa, perché cammini con la testa inclinata, lo sguardo fisso e l’aria da chi sta maledicendo il cuscino. 🤭

Come si sviluppa?

Il torcicollo può comparire per postura scorretta durante il sonno, movimenti bruschi o colpi di freddo, tensione muscolare da stress, traumi lievi e infiammazioni articolari o del disco cervicale.

Il muscolo si contrae in difesa e non si rilassa più, come un freno tirato durante una curva.

Nella vita quotidiana

Con il torcicollo girare la testa per attraversare la strada è un’impresa, il parcheggio in retromarcia è missione impossibile. Anche allacciarsi il casco o sollevare una tazza diventa doloroso.

E il collo ti manda chiari segnali tipo: “Risolvi tu, io oggi non ci sono!”

Parole complicate, spiegate semplici

Contrattura muscolare: un muscolo che si è irrigidito e non riesce a rilassarsi da solo.

Sternocleidomastoideo: il muscolo davanti al collo che fa ruotare e inclinare la testa.

Cervicalgia acuta: dolore cervicale intenso e improvviso, anche dovuto al torcicollo.

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia è molto efficace e include tecniche manuali per ridurre il tono muscolare (massaggio, mobilizzazione dolce), esercizi attivi di movimento guidato in assenza di dolore. Stretching cervicale controllato e applicazione di calore se indicato possono migliorare la vascolarizzazione.

Tecniche respiratorie e posturali da insegnare soprattutto in soggetti tesi o ansiosi. E se il torcicollo è ricorrente, si lavora su cause posturali e stile di vita.

Curiosità scientifica

Sapevi che esiste anche il torcicollo congenito nei neonati, causato da un accorciamento dello sternocleidomastoideo? Oppure il torcicollo spasmodico (o distonia cervicale), una forma cronica legata a disfunzione neurologica?

Nel torcicollo “comune”, invece, il dolore si risolve spesso in 3-5 giorni con il giusto approccio conservativo.

Conclusione

Il torcicollo può sembrare banale, ma può davvero bloccare la giornata (e l’umore). Con un po’ di pazienza, qualche esercizio giusto e mani esperte, tornerai a girare la testa come prima.. e a dormire senza paura del cuscino assassino...

Buongiorno a tutti voi! Oggi parleremo del piede piatto, una condizione che porta con sé dubbi, visite ortopediche e pla...
30/08/2025

Buongiorno a tutti voi!
Oggi parleremo del piede piatto, una condizione che porta con sé dubbi, visite ortopediche e plantari che spuntano come funghi e spesso fatti a "membro di segugio".....
Ma il piede piatto è sempre un problema?

Il piede piatto si verifica quando l’arco plantare interno (quello che va dal tallone alla base dell’alluce) è più basso del normale o assente.
In alcuni casi il piede poggia completamente a terra, dando un’impronta.. a “pancake”

Esistono due grandi famiglie: flessibile (il più comune, si alza da seduto o sulle punte) e rigido (più raro, spesso associato a patologie strutturali)

Curiosità divertente
Sai che quasi tutti i bambini piccoli hanno il piede piatto?
Il loro arco plantare si sviluppa intorno ai 6-8 anni. Quindi, se il tuo bimbo cammina come Paperino.. non allarmarti subito! Anzi, è fisiologico.

Come si sviluppa?

Il piede piatto può essere congenito (dalla nascita)
o acquisito, soprattutto in età adulta per l’indebolimento del muscolo tibiale posteriore, sovraccarico e obesità, traumi o artrosi del piede

Il piede perde progressivamente l’arco e tende a “collassare” verso l’interno, portando con sé possibili dolori alla caviglia, al ginocchio o anche alla schiena.

Nella vita quotidiana

Il piede piatto non è sempre sintomatico, ma può causare dolore sotto la pianta del piede, affaticamento precoce nella camminata, dolori in zona malleolare o interna del piede, alterazioni della postura globale (ginocchia valghe, bacino sbilanciato) e scarso rendimento sportivo nei bambini o adolescenti.

Ma attenzione: non tutti i piedi piatti vanno corretti!

Parole complicate,
ma spiegate semplici

Arco plantare mediale: la parte interna del piede che normalmente è “sollevata” da terra.

Pronazione: il movimento in cui il piede si appoggia verso l’interno (può essere accentuato nel piede piatto).

Tibiale posteriore: muscolo fondamentale per sostenere l’arco plantare.

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia è utile soprattutto nei casi sintomatici o in fase evolutiva, e può includere esercizi di rinforzo del tibiale posteriore, rieducazione propriocettiva e controllo del carico, allungamento del tricipite surale e della fascia plantare, e nei pazienti obesi utile dieta ipocalorica per ridurre il carico ponderale.

Si effettuano anche analisi e rieducazione del passo, associate a una valutazione posturale globale.

Nei bambini, si lavora anche attraverso il gioco motorio e l’educazione al movimento.
Nei casi selezionati può essere utile il plantare su misura, ma non è la prima opzione per tutti.

Curiosità scientifica

Secondo le linee guida attuali, il piede piatto flessibile nei bambini non richiede trattamento se non ci sono dolori o limitazioni funzionali.
Studi recenti mostrano che molti piedi piatti infantili evolvono spontaneamente in archi plantari normali durante la crescita.

Quindi, meno allarmismi e più attenzione alla funzionalità!

Conclusione

Il piede piatto è spesso solo una variante della normalità, non una condanna ortopedica!
Ma se il dolore o la fatica diventano compagni di camminata.. allora sì, è il momento giusto per un’analisi attenta e un percorso personalizzato.

Se vuoi puoi prenotare la tua visita GRATUITA al 3398681661
Via Anguillarese, 78

12/08/2025

Si portano a conoscenza i signori pazienti che l'ambulatorio riapre
LUNEDI 18 Agosto.
Per prenotazioni e visite
3398681661

26/07/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni.. tra curiosità e leggerezza!"

Oggi parliamo di un disturbo che arriva senza invito e si piazza lì a farti compagnia: la contrattura muscolare. Se dopo uno sforzo senti un dolore fisso e duro come un sasso.. beh, il tuo muscolo ha deciso di fermare i giochi!

Cos’è e dov’è?

La contrattura muscolare è una contrazione involontaria, persistente e dolorosa di un muscolo o di una parte di esso. Diversamente da uno strappo, non c’è una lesione delle fibre, ma solo un irrigidimento e un accumulo di metaboliti che bloccano il rilassamento.

È il modo che il muscolo ha per dirti: “Ehi, rallenta un attimo!”

Curiosità divertente

In molti la confondono con il crampo o lo stiramento, ma la contrattura è più paziente: non ti prende di sorpresa come un crampo, né si lacera come uno stiramento. Si limita a rimanere lì, rigida e dolente, finché non decidi di prendertene cura. Un po’ come un ospite invadente! 🫠

Come si sviluppa?

Può comparire per uno sforzo eccessivo o prolungato (ad esempio un allenamento intenso), movimenti ripetitivi senza pause, postura scorretta mantenuta a lungo, freddo muscolare (esercizio senza riscaldamento).

Il muscolo si irrigidisce per autoproteggersi e ridurre il rischio di danni. Ma nel frattempo.. fa male!

Nella vita quotidiana

La contrattura si manifesta con dolore localizzato e costante, rigidità evidente alla palpazione (il famoso “cordone duro” del "nervo accavallato" 😝) e difficoltà nei movimenti.

I punti più colpiti? Schiena, collo, polpacci e cosce.

Parole complicate, spiegate semplici

Contrattura: una contrazione involontaria e persistente di un muscolo.

Metaboliti: sostanze di scarto che si accumulano nel muscolo quando lavora troppo.

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia aiuta a rilassare il muscolo con tecniche manuali, massaggio decontratturante e stretching dolce, favorisce il riassorbimento dei metaboliti, migliora la circolazione locale (anche con terapie fisiche strumentali) e ripristina la mobilità, prevenendo recidive con esercizi mirati.

Un consiglio: mai forzare l’allungamento quando il dolore è intenso!

Curiosità scientifica

Sapevi che le contratture possono anche comparire dopo uno stress emotivo intenso? Le tensioni psicologiche si riflettono sui muscoli, soprattutto cervicali e lombari. Ecco perché un periodo di ansia può trasformarsi in mal di schiena cronico.

Conclusione

La contrattura muscolare è un messaggio chiaro: il tuo corpo ti chiede un po’ di tregua e attenzione. Con un trattamento mirato, un po’ di riposo attivo e tanta pazienza, tornerai a muoverti senza dolori...

BUONE VACANZE
CON IL CUORE
A TUTTI VOI! ❤️

18/07/2025

Avanti tutta!!!
Pochissimi giorni post intervento di protesi totale di ginocchio...
☺️☺️☺️

Indirizzo

Via Anguillarese, 78
Anguillara Sabazia
00061

Orario di apertura

Lunedì 15:00 - 19:00
Mercoledì 15:00 - 19:00
Venerdì 15:00 - 19:00

Telefono

+393398681661

Sito Web

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