07/11/2024
Nonostante l'intento, per le vittime traumatizzate, di andare oltre, accade che anche molto tempo dopo la conclusione del trauma, l'esperienza traumatica possa essere riattivata al minimo accenno di pericolo, andando a mobilitare circuiti cerebrali disturbati, secernendo così enormi quantità di ormoni dello stress nel corpo.
Ciò comporta il precipitare di emozioni sgradevoli e sensazioni fisiche intense. Tali reazioni post-traumatiche possono sembrare, per chi le esperisce e per chi le osserva, incomprensibili e soverchianti.
Le vittime, sopravvissute al trauma, sentendo quindi di non avere il controllo di sé, vivono in un persistente stato di paura di essere nuovamente danneggiate nel profondo in quanto non intravedono alcuna possibilità di riscatto.
Questo accade anche nei casi di trauma psicologico, inteso come la conseguenza di un evento fortemente negativo che genera una frattura emotiva negli individui che lo vivono, tale da minare il senso di stabilità, di sicurezza, identità e di continuità fisica e psichica della persona o delle persone che si sono trovate ad affrontarlo.
È noto come le donne vittime di violenza nelle relazioni intime, rispetto ad altre donne, sono più a rischio di contrarre patologie mediche, ad esempio patologie, ginecologiche, gastroenteriche, ma anche relative alla salute mentale.
Anche questa è violenza.
Ed accade ogni giorno.
Non servono eventi fittizi, ma azioni concrete. Occorrono professionisti preparati e reti protettive. Meno ipocrisie e più consapevolezza generale.