Dott.ssa Annalisa Anselmi - Psicologa

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🧩 Dall'Oggetto alla Relazione: L'Evoluzione del Gioco nell'Autismo ​Come psicologa clinica esperta in autismo, desidero ...
04/11/2025

🧩 Dall'Oggetto alla Relazione: L'Evoluzione del Gioco nell'Autismo

​Come psicologa clinica esperta in autismo, desidero condividere un principio fondamentale nell'intervento: l'importanza di approcciare l'interazione attraverso il gioco parallelo.

​Perché questo approccio iniziale?

​Nei bambini nello Spettro Autistico, l'attenzione per l'oggetto tende ad essere inizialmente molto più elevata rispetto all'attenzione per la persona. L'altro (l'adulto o il pari) può essere percepito come intrusivo o come un elemento di disturbo che interrompe il proprio focus sensoriale o manipolativo.
- ​Fase 1: Il Gioco Parallelo come Ponte
Per questo, si inizia non con una richiesta diretta di interazione, ma con attività svolte in parallelo. Utilizziamo oggetti doppi (due macchinine identiche, due costruzioni) e riproduciamo le stesse azioni del bambino, narrandole e imitando i suoi schemi di gioco. Questo agire in sintonia, senza invadere lo spazio, crea una sensazione di sicurezza e di sintonia non verbale (risonanza).
- ​Fase 2: Introdurre la Variazione e l'Interesse
Una volta stabilita la fiducia, introduciamo una piccola variazione (es. spingere la nostra macchinina verso un ostacolo inaspettato, emettere un suono divertente). L'obiettivo è creare un effetto interessante che naturalmente catturi l'attenzione del bambino. Questa variazione agisce come un "gancio" motivazionale, spostando l'attenzione dall'oggetto all'azione condivisa con la persona.
- ​Fase 3: La Co-costruzione e l'Intersoggettività
Progressivamente, il gioco parallelo evolve verso la co-costruzione di uno schema di gioco congiunto. Si inizia a strutturare l'alternanza dei turni (dare/avere), le risposte reciproche e l'emergere di indicatori sociali come il contatto oculare congiunto e i sorrisi condivisi. Questo percorso facilita lo sviluppo dell'intersoggettività (la capacità di condividere un'esperienza emotiva e cognitiva) e getta le basi per l'interazione sociale complessa.
​L'intervento parte dal rispetto dei bisogni sensoriali e di sicurezza del bambino per poi costruire gradualmente ponti sociali solidi e motivanti.

Autismo: La Scienza della Cura Unica e Irripetibile​In qualità di psicologa clinica esperta in autismo, desidero sottoli...
03/11/2025

Autismo: La Scienza della Cura Unica e Irripetibile

​In qualità di psicologa clinica esperta in autismo, desidero sottolineare un principio cardine della mia pratica: la vera efficacia terapeutica risiede nella personalizzazione estrema dell'intervento.

​È scientificamente assodato che l’autismo sia uno spettro: questo implica che ogni profilo di funzionamento è unico e irripetibile, plasmato da una complessa interazione di storia personale, punti di forza e sfide specifiche. Per questo, la nostra missione è andare oltre la mera applicazione di protocolli standardizzati.

​Creare un percorso di cura significa disegnarlo su misura, quasi sartorialmente, sulla base del profilo neuropsicologico e della biografia della persona. Solo così le strategie adottate, pur mantenendo una rigorosa aderenza all’evidenza scientifica (Evidence-Based Practice), acquisiscono un senso profondo e un’utilità ecologica all'interno della vita reale dell'individuo.
​Non proponiamo strumenti uguali per tutti, ma costruiamo, insieme, un repertorio di abilità e compensazioni che siano significative, utili e che rispecchino i desideri e le aspirazioni autentiche della persona. L'intervento è personalizzato, ma l'evidenza resta la nostra bussola.

🧠✨ Perché molte persone nello spettro autistico percepiscono il mondo in modo più dettagliatoLe ricerche in neuroscienze...
28/10/2025

🧠✨ Perché molte persone nello spettro autistico percepiscono il mondo in modo più dettagliato

Le ricerche in neuroscienze cognitive mostrano che molte persone nello spettro autistico (ASD) tendono ad analizzare la realtà in modo più percettivo e analitico, piuttosto che globale.
Questo stile di elaborazione è spesso descritto come “processing bottom-up”, cioè un’elaborazione che parte dai dettagli sensoriali per arrivare alla comprensione dell’insieme.

Per fare un esempio semplice:
una persona neurotipica riconosce facilmente come “sedia” sia una sedia in legno con quattro gambe, sia una sedia imbottita con ruote, perché il cervello tende a generalizzare sulla base della funzione dell’oggetto.

Una persona autistica, invece, può notare più fortemente le differenze percettive:

- materiali diversi (legno vs pelle),

- forma e struttura non identiche,

- presenza o assenza di ruote.

Poiché il cervello autistico elabora in modo molto accurato questi aspetti concreti, la categorizzazione (“sono entrambe sedie”) può risultare meno immediata.
Questo fenomeno è stato descritto in diversi studi come “percezione orientata al dettaglio” o “Weak Central Coherence”, cioè una tendenza a focalizzarsi sugli elementi specifici più che sul contesto generale.

❗Non si tratta di un deficit, ma di un diverso stile cognitivo: un modo di pensare che porta spesso a una grande precisione percettiva, capacità di analisi e attenzione ai particolari — qualità che in molti ambiti rap presentano un punto di forza.

💡 In altre parole, dove molti vedono un’unica immagine, la mente autistica riconosce le sfumature che la compongono.

🧠 Apprendere non significa solo “imparare a fare”, ma saper usare ciò che si impara in tutti i contesti di vita.Quando p...
27/10/2025

🧠 Apprendere non significa solo “imparare a fare”, ma saper usare ciò che si impara in tutti i contesti di vita.

Quando parliamo di autismo, questo è un punto chiave: spesso il bambino o il ragazzo impara un’abilità in un contesto molto specifico — ad esempio in terapia, seduto a un tavolo, con la sua terapista — ma poi fa fatica a trasferirla in altri ambienti, come la scuola, la casa o il parco.

Questo accade perché le persone nello spettro autistico possono avere una minore flessibilità cognitiva e una maggiore attenzione ai dettagli specifici del contesto (luogo, voce, materiali…).
Di conseguenza, l’apprendimento rischia di rimanere “bloccato” in quella situazione e non generalizzarsi nella vita reale.

👉 Per questo motivo, è fondamentale costruire apprendimenti flessibili e significativi, cioè:

- nati in contesti reali e motivanti,

- variati nel tempo, nei luoghi e con persone diverse,

- collegati a funzioni autentiche (chiedere, salutare, aspettare, condividere, scegliere…).

Solo così l’apprendimento diventa vivo, utile e duraturo — non una semplice “abilità da tavolino”, ma una competenza che accompagna la persona in tutti i suoi ambienti di vita
💬 In definitiva, l’obiettivo non è che il bambino “faccia bene la terapia”, ma che impari a vivere meglio.
Apprendere non per “fare bene l’esercizio”, ma per partecipare, comunicare, crescere e vivere pienamente la propria quotidianità. 🌱💛

🌱 Interventi precoci e autismo: perché il coinvolgimento dei genitori fa la differenza 🌱Negli ultimi anni, numerose rice...
26/10/2025

🌱 Interventi precoci e autismo: perché il coinvolgimento dei genitori fa la differenza 🌱

Negli ultimi anni, numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato l’efficacia dell’Early Start Denver Model (ESDM) — un approccio di intervento precoce che unisce il gioco, la relazione e i principi dell’analisi comportamentale per favorire lo sviluppo sociale, comunicativo e cognitivo dei bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD).

🧩 Gli studi più importanti mostrano che i bambini che iniziano l’ESDM nei primi anni di vita possono ottenere miglioramenti significativi nel linguaggio, nelle abilità cognitive e nel funzionamento quotidiano.

💛 Un aspetto fondamentale dell’approccio è il coinvolgimento attivo dei genitori: quando mamme e papà imparano le strategie dell’intervento e le integrano nei momenti quotidiani — come il gioco, il pasto o la routine serale — il bambino riceve molte più opportunità di apprendimento e di connessione affettiva.

👩‍👩‍👧‍👦 Gli interventi “parent-mediated” non solo amplificano i benefici per il bambino, ma aiutano anche i genitori a sentirsi più competenti, riducendo lo stress e migliorando la qualità delle interazioni familiari.

✨ In sintesi: la scienza ci dice che prima si interviene, meglio è, e che la relazione genitore-bambino è il cuore del cambiamento.

Se vuoi saperne di più sull’ESDM o sui programmi di coaching genitoriale, scrivimi in privato

🌱 I bambini imparano da ciò che vedono, non solo da ciò che sentono 🌱Spesso come genitori ci concentriamo sulle regole, ...
23/10/2025

🌱 I bambini imparano da ciò che vedono, non solo da ciò che sentono 🌱

Spesso come genitori ci concentriamo sulle regole, sulle parole che pronunciamo, sui “devi fare così” o “non si fa”.
Ma la verità è che il bambino impara molto più dal modello che osserva che dalla regola che gli viene imposta.

I bambini sono osservatori finissimi: studiano il nostro modo di reagire, di parlare, di gestire le emozioni, molto prima di comprendere fino in fondo le nostre istruzioni.
👉 Se chiediamo calma ma urliamo, se chiediamo rispetto ma giudichiamo, se chiediamo coerenza ma cambiamo idea in base all’umore… il messaggio che arriva è confuso.

Questo accade perché il cervello del bambino si costruisce attraverso l’esperienza diretta e la sintonizzazione emotiva: ciò che il genitore fa diventa un riferimento interno, molto più potente di ciò che dice.

Essere coerenti non significa essere perfetti — significa sforzarsi di far combaciare le proprie azioni con i propri valori educativi.
Significa poter dire: “Anche io a volte sbaglio, ma provo a migliorarmi”, mostrando al bambino che la crescita è un processo continuo.

💬 Il miglior insegnamento è l’esempio.
E quando parole e comportamenti vanno nella stessa direzione, il bambino sente sicurezza, fiducia e stabilità.

✨ Strategia e flessibilità: il cuore delle terapie efficaci con bambini e ragazzi ✨Nel lavoro clinico e riabilitativo co...
22/10/2025

✨ Strategia e flessibilità: il cuore delle terapie efficaci con bambini e ragazzi ✨

Nel lavoro clinico e riabilitativo con bambini e adolescenti, seguire una strategia chiara e strutturata è fondamentale: gli obiettivi devono essere definiti, misurabili e coerenti con il progetto psico-educativo o comportamentale. Tuttavia, la vera efficacia nasce dall’equilibrio tra struttura e flessibilità.

👉 Le evidenze scientifiche ci dicono che l’apprendimento e il cambiamento comportamentale sono più rapidi e stabili quando il contesto terapeutico è motivante, coinvolgente e gratificante (Skinner, 1953; Koegel & Koegel, 2006).
Mantenere un alto gradiente di divertimento e rinforzo positivo non significa “giocare e basta”, ma usare il gioco e la relazione come potenti mediatori di apprendimento e regolazione emotiva.

🎯 In altre parole, la precisione clinica guida la direzione, ma la flessibilità e il piacere del processo aprono la strada al cambiamento.
Ogni sorriso, ogni piccolo successo condiviso, è già parte della terapia. 💛

🌿 Il ruolo degli “organizzatori esterni” nella vita delle persone con ADHDPer chi vive con un Disturbo da Deficit di Att...
22/10/2025

🌿 Il ruolo degli “organizzatori esterni” nella vita delle persone con ADHD

Per chi vive con un Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), la gestione della quotidianità può essere una vera sfida. Non per mancanza di volontà o intelligenza, ma perché le funzioni esecutive – quei processi cognitivi che regolano pianificazione, attenzione sostenuta, memoria di lavoro e gestione del tempo – possono funzionare in modo diverso.

In questo contesto, gli organizzatori esterni diventano strumenti fondamentali.
📅 Agende, app di promemoria, timer visivi, lavagne, to-do list, routine strutturate: non sono semplici accessori, ma estensioni del sistema di autoregolazione. Aiutano a tradurre l’intenzione in azione, riducendo il carico cognitivo e lo stress decisionale.

Diversi studi (es. Barkley, 2015; Brown, 2020) mostrano come l’uso costante di strategie esterne favorisca:

maggiore consistenza nella produttività quotidiana;

riduzione dei sentimenti di frustrazione e autosvalutazione;

miglioramento della percezione di autoefficacia e del benessere emotivo.

🧭 L’obiettivo non è “compensare un deficit”, ma creare un ambiente che lavori a favore del cervello ADHD, invece che contro di esso.
Affidarsi a supporti esterni non è un segno di debolezza, ma un atto di cura e consapevolezza di sé.

✨ A volte, l’organizzazione più efficace nasce non dentro di noi, ma intorno a noi.

Negli ultimi tempi vediamo crescere fenomeni come bullismo, baby gang, isolamento sociale.Mi capita spesso di incontrare...
18/10/2025

Negli ultimi tempi vediamo crescere fenomeni come bullismo, baby gang, isolamento sociale.
Mi capita spesso di incontrare ragazzi e famiglie travolti da un disagio che non nasce dal nulla: è il riflesso di una società che sta perdendo il contatto con la propria parte più umana.

📱 Viviamo costantemente connessi, ma sempre più soli.
La comunicazione è continua, ma superficiale.
Sui social si cerca approvazione, ma raramente si trova ascolto.
E quando non ci si sente visti o compresi, il dolore può trasformarsi in rabbia, chiusura o violenza.

🏠 Le famiglie fanno del loro meglio, ma spesso mancano tempo, energie e strumenti emotivi.
Non è mancanza d’amore: è stanchezza, sovraccarico, disorientamento.
In questo vuoto di presenza, i giovani cercano appartenenza altrove — a volte in contesti che offrono identità attraverso la trasgressione o il potere.

🧠 Nelle scuole e nei contesti educativi, lo spazio per le emozioni è ancora troppo poco.
Si parla di rendimento, di regole, di risultati… ma non di come si sta, di come si affronta la frustrazione, la paura o il senso di fallimento.
E così il disagio resta silenzioso fino a esplodere.

💬 Dietro ogni atto di bullismo o di violenza c’è quasi sempre un grido di invisibilità.
Un “guardami” che nessuno ha saputo accogliere in tempo.

🌱 Per questo credo che oggi la sfida più urgente non sia “punire”, ma ricostruire legami, educare al sentire, riscoprire la presenza.
Abbiamo bisogno di riattivare empatia, ascolto e comunità: nelle famiglie, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, ovunque ci siano persone.

👉 Il cambiamento nasce da gesti piccoli ma profondi: uno sguardo che accoglie, una parola che non giudica, un tempo dedicato davvero.
È lì che rinasce la fiducia. È lì che si ricostruisce il senso di umanità.

🧠 La società che abitiamo influenza la nostra mente 🌍Negli ultimi decenni stiamo assistendo a un fenomeno interessante: ...
06/10/2025

🧠 La società che abitiamo influenza la nostra mente 🌍

Negli ultimi decenni stiamo assistendo a un fenomeno interessante: l’aumento di disturbi come ansia, depressione, burnout, dipendenze digitali e difficoltà relazionali. Molti li leggono come “problemi individuali”, ma la ricerca psicologica e sociologica ci invita a una riflessione più ampia: quanto c’entrano i tempi e la struttura della società in cui viviamo?

📚 Diversi studi mostrano che:

Il ritmo accelerato della vita moderna, scandito da produttività e iperconnessione, porta il cervello a uno stato di iperattivazione cronica, riducendo la capacità di recupero emotivo.

Le reti sociali digitali ci tengono costantemente in contatto, ma spesso a un livello superficiale, creando solitudine “in mezzo agli altri”.

L’instabilità economica e lavorativa alimenta uno stato di incertezza continua, terreno fertile per ansia e perdita di senso.

Il declino delle comunità e dei legami di vicinanza riduce il supporto affettivo, che un tempo fungeva da “cuscinetto psicologico”.

🧩 In altre parole, molti sintomi psichici non nascono “dentro” la persona, ma nel modo in cui la persona è costretta a vivere.
La mente umana si è evoluta per la cooperazione, la lentezza e la connessione reale. Quando l’ambiente sociale si discosta troppo da questi bisogni, emergono segnali di disagio che la clinica incontra ogni giorno.

💬 Per questo, quando parliamo di salute mentale, non dovremmo chiederci solo “cosa non funziona in me?”, ma anche “cosa nella società non ci permette di stare bene?”

Prendersi cura di sé significa anche imparare a riconoscere i limiti di un sistema che ci spinge oltre misura — e cercare nuovi equilibri, più umani e sostenibili.

✨ Perché cambiare è così difficile, anche quando lo desideriamo?Molte persone, quando iniziano un percorso di crescita o...
02/10/2025

✨ Perché cambiare è così difficile, anche quando lo desideriamo?

Molte persone, quando iniziano un percorso di crescita o terapia, si stupiscono di scoprire che il cambiamento non procede in linea retta. Succede spesso: proprio quando sembra di aver imboccato la strada giusta, qualcosa ci fa fare un passo indietro.

Non è un fallimento. È un meccanismo naturale.
Il nostro cervello è programmato per mantenere stabilità e prevedibilità: preferisce ciò che conosce, anche se ci fa soffrire. Per questo i sintomi, pur dolorosi, diventano una sorta di zona di comfort: strategie che, in passato, ci hanno aiutato a sopravvivere o a gestire emozioni difficili.

Il cambiamento richiede allora di affrontare una doppia sfida:

la spinta in avanti, verso nuove possibilità;

la resistenza interna, che ci trattiene in ciò che è familiare.

Questa ambivalenza è normale e fa parte del processo. I “passi indietro” non cancellano i progressi: sono il segnale che stiamo toccando punti profondi, che qualcosa dentro di noi si sta riorganizzando.

🌱 Cambiare non significa non cadere mai, ma imparare a rialzarsi ogni volta con un pezzetto di consapevolezza in più.

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