Annarita Bavaro Psicoterapeuta Funzionale, EMDR e Milleriana

Annarita Bavaro Psicoterapeuta Funzionale, EMDR e Milleriana Terapia online 🌍
EMDR II livello 🖥📲👐
Bambino interiore🧒👧
Psicoterapia a orientamento Funzionale e MILLERIANO
🇮🇹
annaritabavaro84@gmail.com

Per informazioni o per prenotare un percorso di terapia puoi inviarmi una mail: annaritabavaro84@gmail.com indicando nell'oggetto il tuo nome e cognome. Telegram: https://t.me/AnnaritaBavaro

10/11/2025

Per la serie "non ci lasciamo per il bene dei figli" una.storia di coraggio e rinascita. Grazie per la testimonianza 😘❣️

Volevo essere già grande sin da piccolo, per difendere mamma dalle botte di papà... lui tornava a casa ubriaco e per bicchiere fuori posto la picchiava... e spesso per difenderla le prendevo anche io. Spesso.la picchiava in auto e io ero pietrificata....

Mamma piangeva e diceva che papà era solo stanco....per questo si arrabbiava...

Mi hanno fatto vivere l'inferno.
Ogni notte temevo che mia madre morisse.... e l'idea di crescere con mio padre mi terrorizzava.

Da adulta ho trovato un compagno che beveva, ma ero talmente dissociata che ho impiegato anni a collegare le similitudini con mio padre...

Se solo mia madre mi avesse detto la verità su mio padre, io sono cresciuta con l'idea che lui fosse stanco, non si nominava mai l'alcolismo.

Quando ho capito che il mio compagno aveva anche lui seri problemi con l'alcol mi è crollato il mondo addosso, per oltre 1 anno non ho voluto accettare la realtà.

Poi non so come ho trovato la forza per lasciarlo e per fortuna ha rispettala mia scelta, tentando per qualche mese di ritornare con me.
Lasciarci è servito a entrambi, io sono rinata e lui ha capito di avere un problema e si è fatto aiutare.

Con l'EMDR ho elaborato i ricordi peggiori della mia infanzia e finalmente vedo i miei genitori come co dipendenti affettivi estremamente immaturi, tanto da stare ancora insieme. Ma io sono fuori dal tunnel.

Grazie Annarita, il percorso con te mi ha salvata. Hai creduto in me mentre io mi ero arresa e volevo soll farla finita.

Non so come sia potuto accadere....ho salvato me e la mia bambina interiore, che prima di incontrare te non sapevo nemmeno esistesse. Grazie!!!

10/11/2025

❣️ FRASI DI ALICE MILLER ❣️

La persona grandiosa non è mai veramente libera; primo perché è eccessivamente dipendente dall'ammirazione degli altri, e secondo, perché il rispetto di sé dipende da qualità, funzioni e risultati che possono improvvisamente fallire "

The grandiose person is never really free; first because he is excessively dependent on admiration from others, and second, because his self-respect is dependent on qualities, functions, and achievements that can suddenly fail.“

10/11/2025

⛔️Una DERIVA della Terapia Milleriana introdotta dai male-informati.

Il Bambino Interiore non deve smettere di esistere, ma deve "crescere" nel senso di essere integrato, permettendo alla Parte Adulta di assumere un ruolo genitoriale verso di esso.

Sembra un concetto scontato, ma non lo e'.

Io vedo una deriva che riguarda molte narrazioni sul Bambino Interiore e anche la stessa Verita' Milleriana.

Nonostante si "debbano" completamente legittimare tutti gli stati emotivi del Bambino Interiore e mantenerlo attivo come Parte viva e con voce in capitolo sopratutto riconoscendo sentimenti come rabbia e odio nei confronti dei genitori abusanti, non e' funzionale restare a mollo nel livore troppo a lungo e avallare, in eterno, la legittimazione della Sofferenza.

Alice Miller parla di "Riprendersi la Vita", diventare Individui Responsabili della propria sofferenza e di iniziare a crescere facendo "passi", uno dopo l'altro.
Ma ....facendoli.

Io vedo che molte persone parlano di questi passi, ne scrivono, ma, di fatto, non ne compiono.

Come ho asserito nel post precedente, le motivazioni sono infinite.
In questo post non le nominero', piuttosto voglio focalizzare l'attenzione su un'altra dinamica che va capita una volta per tutte:

la terapia Milleriana mira a far si' che quel Bambino sviluppi competenze e "si faccia avanti", agisca, si muova, e tenda a crescere.

Di fatto, nella Realta', tutti i bambini vogliono FARE ed essere sempre piu' indipendenti, curiosando e lanciandosi in "manovre" che servono a sentirsi piu' forti.

Un Terapeuta Milleriano che comunica la Verita' (quella scomoda) ha il dovere di approfondire non soltanto circa le ingiustizie patite, ma anche sulle motivazioni che trattengono il Bambino Interiore nella fase di resa e crogiolamento.

Anche quest'ultima Verita' e' scomoda, ma, in questo caso, lo e' per il paziente.

A tempo debito e con compassione, il Terapeuta Milleriano deve mostrare al paziente quella (eventuale) Parte Infantile che non agisce se stessa.

Possono emergere accuse da parte del paziente come "non mi stai legittimando!".

Ovviamente comprensibili.

Ma non vorrei proprio che il riconoscimento del Bambino Interiore in campo Milleriano venga preso come "alibi" per rimanere passivi nel dolore.
E' questa la deriva.

La Parte-Adulta deve prendersi cura delle ferite e dei bisogni passati, portando gentilezza e rassicurazione a quella parte di sé-bambina, mentre integra le capacità adulte di gestione delle emozioni e responsabilità.

In questo modo, il Bambino Interiore potrà continuare a contribuire con creatività e spontaneità, senza più sabotare la vita adulta con reazioni infantili.

P. S.

➡️Non disquisite sulle tempistiche per favore, perche' un psicoterapeuta sa quando parlarne.

➡️Non disquisite sull'impossibilita' di crescere della Parte Bambina (a causa dei traumi) PERCHE' ne ho gia' parlato nel post precedente, ed uno psicoterapeuta sa quando fermarsi.

➡️ Questo e' solo un post, non posso includere tutto il pensiero.

Grazie.

09/11/2025

" E chi non ha la fortuna di avere un padre presente, una mamma amorevole..."

La fortuna ce la costruiamo noi, lavorando su noi stessi.

Ad un certo punto bisogna "bruciare la barca" in modo da non poter più tornare indietro ma procedere solo avanti ...

Da adulti elaborate le ferite infantili, il rapporto con i genitori...poi bisogna andare avanti.

Da un certo punto in poi è solo nostra responsabilità cosa vogliamo fare della nostra storia...

Leggo commenti in cui si parla di anni di terapia e poi si narra la propria storia ancora tramite la prospettiva dei traumi, ingiustizie, colpa sua, colpa mia...

Se non di cambia anche narrativa, restiamo agganciati al passato.

I miei pazienti lo sanno quanto rompo le scatole su come si parla a sé stessi ... il mondo fuori si crea dai nostri pensieri e parole...

Annarita Bavaro.

09/11/2025
09/11/2025

Buona domenica a tutti! Come state?

Dopo una settimana trascorsa prevalentemente al PC, oggi ho dedicato spazio al contatto con la natura e con alla mia stagione preferita: l'autunno.

09/11/2025

"Rendersi conto che chi ha cura di te non sa vedere la tua realtà, che non sa capire quello che senti e che sta andando avanti semplicemente di testa sua È IL PIÙ TERRIFICANTE DEI SENTIMENTI."

R. Laing ( L'Io-diviso)

09/11/2025

A volte mollare è l'azione più coraggiosa che possiamo compiere per il nostro bene.

Mollare un lavoro estenuante
Mollare il partner che non ci ama
Mollare qualsiasi situazione che ci ferisce...

Ma per riuscire a lasciare andare realmente...
Bisogna lavorare sulla propria
FERITA DELL' ABBANDONO, finché non sarà guarita potremo avere tutta la consapevolezza di questo mondo, restando immobili con una sensazione di impotenza.

È fondamentale riprendere in mano il timone della propria vita e direzionarla seguendo i nostri desideri e non le paure.

Se ho paura di essere abbandonata, non potrò lasciare andare nulla per quanto doloroso possa essere.
Il vuoto può inizialmente generare sensazioni di disagio più o meno intense... Ma solo dal vuoto può iniziare la nostra rigenerazione.
Un vuoto che non resterà tale ma sarà riempito da ciò che realmente ci nutre e ci fa sentire amate e capaci di amare.

Annarita Bavaro

Illustrazione di Burabacio
08/11/2025

Illustrazione di Burabacio

Un onore immenso ❣️
07/11/2025

Un onore immenso ❣️

Un appuntamento...

Le care dott.sse psicoterapeute che mi hanno invitato mi hanno chiesto di condividere la loro locandina.

Eccola qua.

Mi sembra una data lontanissima e avrei aspettato per condividerla ma ok, obbedisco e la prendo come augurio che tra due mesi sarò ancora vivo.

Grazie per l'appellativo "amatissimo" che mi hanno assegnato e della foto di molti anni fa (ora sono più vicchiariello!).
Io avrei scritto "medico pediatra che cerca di farsi voler bene" ma sono comunque lusingato!

Di che si parlerà? Non ho idea. Sarà tutto improvvisato sullo stile "divano morbido dove rilassarsi e incontrasi" come cerco di fare in questa mia pagina.

Parteciperò gratuitamente come ospite, "amico di famiglia lontano".

Non so come funzionerà per collegarsi ma immagino si debbano contattare le organizzatrici alla mail della loro locandina.

Fine.

"Dottoresse Bavaro e Petrucci... Ho fatto "il bravo"? Vi piace?

07/11/2025

La contrattura è una promessa che il corpo fa a se stesso, non ti lascio andare.
È la fedeltà cieca della materia a un’intenzione ormai trascorsa, un giuramento che si dimentica di sciogliersi.

Ogni muscolo è un atto di volontà incarnato un desiderio che si fa fibra, tensione, movimento.
Eppure, ciò che lo rende vivo non è la forza, ma l’alternanza, tendere e poi lasciare, affermare e poi cedere.
Nel rilascio abita la libertà.

Quando però la mente stringe troppo, insiste nel trattenere un ruolo, un dovere, un ideale di sé, il corpo obbedisce.
Resta in allerta, irrigidito in un gesto che non sa più concludersi.
Così nasce la contrattura, un pensiero che non riesce più a smettere di pensarsi, un atto che non ha conosciuto la fine.

Ogni fibra contratta è memoria.
Ricorda la volta in cui abbiamo dovuto essere forti, quando non potevamo cedere, quando la resa sembrava una colpa.
È un archivio silenzioso di tutte le volte in cui abbiamo detto “ce la farò” e il corpo ha risposto: obbedisco.

Ma la fedeltà al passato diventa prigione se non incontra il perdono del presente.
Il corpo, allora, si fa custode del non-detto, del peso che la coscienza non vuole nominare.
E noi continuiamo a chiamarlo dolore, come se fosse un errore meccanico, mentre è piuttosto una confessione taciuta.

Per sciogliere una contrattura non basta l’intervento esterno la mano che preme, il calore che distende.
Serve un gesto più profondo, la sospensione del controllo.
Lasciare andare il bisogno di mantenere tutto, di tenere insieme ciò che forse deve separarsi.

Solo nel momento in cui ci de-responsabilizziamo non per fuga, ma per fiducia il corpo ritrova la sua saggezza originaria.
Il muscolo ricorda come respirare, come oscillare tra il sì e il no, tra il fare e il lasciar essere.
Il rilascio non è debolezza, è un atto di fede nel movimento stesso della vita.

Inspirare, espirare.
Dire a se stessi: Ho fatto il possibile, e basta così.
In quel respiro, il patto muto si scioglie.
Il corpo torna tempo, non più promessa.

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