09/09/2025
Il Mar Mediterraneo rischia di diventare la nuova frontiera dello sfruttamento intensivo del tonnetto rosso, con impianti di ingrasso che proliferano senza regole chiare e trasparenti. Secondo il rapporto ‘Caccia all’oro rosso’ di Greenpeace, le concessioni rilasciate in Italia spesso mancano di verifiche adeguate, esponendo l’ecosistema marino ad un rischio crescente di sovrasfruttamento e di impatti negativi sulla biodiversità. A tal proposito, a Battipaglia, in Campania, l’amministrazione comunale ha deciso di annullare la concessione demaniale rilasciata a Tuna Sud per l’installazione di un impianto di ingrasso del tonno rosso su uno specchio d’acqua di 48.900 metri, a circa sette chilometri dalla costa.
Dopo la denuncia di Greenpeace è emerso che l’area individuata dalla società ricade al di fuori delle acque territoriali di Battipaglia, contraddicendo quanto dichiarato dalla stessa azienda Tuna Sud, motivo, questo, che ha portato all’annullamento della concessione, rilasciata in precedenza.
Quanto accaduto a Battipaglia resta, comunque, un segnale evidente di come l’industria legata al tonno e le amministrazioni si muovano, in molti casi, in maniera poco trasparente. Greenpeace, inoltre, ha sottolineato come la gestione dello spazio marittimo debba essere più chiara e condivisa, in quanto il Mediterraneo è già soggetto a molteplici impatti antropici. L’acquacoltura intensiva, se non regolamentata correttamente, rischia di arricchire solo poche aziende a scapito della salute dei mari.