05/11/2025
BRIVIDI DA MUSICA E PERSONALITÀ
Ti è mai capitato di ascoltare un brano e di sentire un fremito lungo la schiena o la pelle d’oca sulle braccia? Questo fenomeno è comunemente chiamato “frisson”. Dal francese brivido, indica una risposta fisiologica caratterizzata da brividi e pelle d’oca che non dipendono dal freddo, ma dall’attivazione di specifiche aree cerebrali legate alle emozioni e al sistema di ricompensa, in risposta a stimoli emotivamente intensi, come un passaggio musicale particolarmente toccante.
Negli ultimi anni, i neuroscienziati hanno studiato il frisson come esempio di “aesthetic chills” (brividi estetici), una reazione che non tutti sperimentano con la stessa facilità. La predisposizione sembra infatti dipendere da specifici tratti di personalità.
In una ricerca condotta su 100 studenti universitari, i partecipanti hanno compilato il questionario NEO-PI-R, che misura i cinque grandi fattori di personalità (Apertura all’esperienza, Estroversione, Nevroticismo, Amicalità e Coscienziosità), e hanno poi ascoltato cinque brani musicali scelti per la loro capacità di suscitare forti emozioni. I ricercatori hanno misurato il frisson sia tramite autovalutazioni sia attraverso indici fisiologici.
Il risultato? Chi aveva un punteggio alto nel tratto di personalità chiamato Apertura all’esperienza tendeva a provare frisson più spesso. In particolare, le sfaccettature legate a fantasia, sensibilità estetica, intensità emotiva, curiosità intellettuale e valori personali risultavano significativamente correlate ai brividi musicali.
In altre parole, se sei una persona aperta, curiosa e attenta ai dettagli, potresti essere tra coloro che più facilmente vengono travolti dalla magia della musica: il frisson non è soltanto un fenomeno emotivo, ma anche cognitivo, legato proprio alla capacità di prestare attenzione, attribuire significato e immergersi profondamente nell’ascolto.
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Fonte: “Getting aesthetic chills from music: The connection between openness to experience and frisson”, C. Colver, El-Alayli, Sage Journals, 2016
Credit foto: physicsgirl, Pixabay