23/11/2025
BAMBINI FELICI sará vero? 😳 In questi giorni si sta facendo molta ideologia sul fatto di cronaca relativo alla storia di 3 bambini tolti dalla casa familiare e messi nella sicurezza di una casa famiglia in compagnia della madre. La famiglia felice che vive nel bosco, a contatto con la natura, secondo quanto idealizzato dagli slogan sui social, a cui si sono immediatamente associate le posizioni politiche assunte dal governo nazionale fino a quello regionale contro un provvedimento emesso dal
Tribunale dei Minori nell’interesse esclusivo dei minori. Non ho avuto modo di leggere gli atti del suddetto provvedimento ma l’esperienza professionale mi permette di dire che il caso sia molto più complesso di quanto appaia sui social e richieda una visione completa dei fatti. Per quanto è dato sapere i bambini non sono stati allontanati definitivamente o tolti alla famiglia, ma sono stati posti in protezione con la madre. Probabilmente i genitori dovranno essere valutati, come accade in molti casi simili. Nei Consultori Familiari arrivano attualmente all’attenzione degli psicologi e dei servizi sociali dai Tribunali molte richieste di valutazione delle capacità genitoriali al fine di garantire ai minori il giusto sostegno genitoriale.
I genitori non sono “la famiglia” sono adulti che hanno la libertà di realizzare una famiglia in cui possono scegliere lo stile educativo, ma sempre nel rispetto dei diritti dei minori. I bambini hanno dei loro bisogni particolari che vanno compresi e soddisfatti affinché si permetta loro una crescita dignitosa e uno sviluppo psicofisico sano. I bambini vivono una condizione di realismo oggettivo condizionato necessariamente dalle loro sensazioni corporee, il freddo o il caldo non è esattamente percepito come lo fa un adulto, e condizionato dalle loro emozioni, cosí, la paura o l’ansia che vivono non sempre riescono a trasmetterla ai genitori che pure fanno il meglio dal loro punto di vista per accudirli! Ecco perchè certe condizioni di benessere fisico vanno garantite ai bambini. Questo è un dato culturale acquisito, ormai patrimonio condiviso nella società attuale dai tempi della nascita della psicoanalisi. Il benessere non è una condizione di mancata libertà al contrario è la sola condizione che permette di praticare la consapevolezza e la coscienza dei propri diritti.
Fare paralleli sulla condizione di benessere o malessere di altre situazioni puó essere semplicistico perché se è vero che lo Stato non è sempre in grado di tutelare i diritti dei minori intervenendo a volte incoerentemente è vero anche che solo lo Stato può mettere in atto le garanzie di protezione per chi non può tutelarsi autonomamente. È il principio di solidarietà che è alla base della nostra democrazia. Dunque questa famiglia va compresa per quello che è e non va giudicata in base ai nostri ideali o ai nostri bisogni non soddisfatti. La storia di questa famiglia è una storia di tutela minorile e va guardata affinché a questi bambini, almeno a loro, venga restituita la dignità di persone che hanno il
diritto di crescere nel benessere e i genitori devono dimostrare di poterlo garantire se vogliono chiamarsi genitori.
La storia pare sia iniziata da un episodio sanitario, un intossicazione da funghi. I bambini arrivati in ospedale a seguito dell’intossicazione dovuta all’ingestione di funghi raccolti senza nessun controllo pare che abbiano mostrato durante i controlli medici reazioni non in linea con la loro età, tali da preoccupare gli operatori sanitari. L’emersione delle criticità sulla gestione da parte dei genitori dell’emergenza sanitaria dei minori ha
evidentemente indotto i sanitari ad attivare le opportune verifiche sociali del caso, i cui risultati hanno portato i servizi sociali ad informare il Tribunale dei Minori, organo deputato ad agire nel loro esclusivo interesse.
Sembrerebbe che le verifiche istituzionali abbiano descritto le condizioni abitative eccessivamente carenti, tipo mancanza di acqua, luce e riscaldamento, da non permettere l’igiene quotidiana adeguata. Il rifiuto dei controlli sanitari da parte dei genitori, l’irregolarità sul piano educativo, infatti, in Italia l’istruzione parentale è possibile solo con l’obbligo di sostenere gli esami di idoneità successiva a regolare comunicazioni alle istituzioni scolastiche.
Pare, tuttavia, che i controlli pediatrici siano risultati regolari. A quanto sembra, molto
importante è risultato il fatto, che i genitori abbiano preteso 50mila euro, per ciascun figlio, al fine di acconsentire alle visite neuropsichiatriche infantili dovute per la valutazione dei bambini che vivevano una situazione di totale isolamento. I Minori infatti pare vivessero una totale privazione relazionale necessaria allo sviluppo psicofisico degli stessi non praticando alcuna attività, educativa, sportiva,sociale e non frequentando coetanei.