01/07/2022
TU PER ME
Spesso, all’interno delle relazioni in cui ci mettiamo in gioco, ci aspettiamo che l’altro sia esattamente come noi vogliamo che sia. Speriamo che l’altro diventi “a nostra immagine”. E questo, quasi sempre, ci rende delusi. Perché non ci confrontiamo con l’unicità di chi ci è fianco. Ma ne pretendiamo l’adeguatezza alle nostre aspettative. “Se non sei come dico io, allora non mi interessi”. Incontrare davvero l’altro è invece un’operazione completamente differente. Comporta accoglierlo nella relazione, così per come è. Non per quello che noi vogliamo che sia. Questo non significa che la relazione poi non ci renda capaci di trasformarci reciprocamente, nell’incontro con l’altro. Ma questa trasformazione avviene “durante” la relazione, solo se siamo stati capaci di stare con l’altro senza pretendere di averlo “a nostra immagine”, rispondente alle nostre aspettative.
Ogni relazione è un “percorso” impegnativo. Richiede libertà e disponibilità. Desiderio e impegno. Ma è nella relazione che si costruisce un “noi” che poi dà senso a tutto. Nel mio romanzo “La vita accade” (Mondadori ed.) l’incontro tra Paolo e Chiara si sviluppa proprio su questa premessa. Entrambi cercano l’altro per quello che è. Non per come desiderano che sia. E così facendo, costruiscono insieme una magnifica storia d’amore, proprio in quel territorio della loro vita dove mai avrebbero immaginato di poterlo fare.
La vita accade.
Questo messaggio è per tutti coloro che troppo spesso rinunciano all’incontro con “l’altro da sé”, convinti che non ne valga la pena. Vale sempre la pena di permettere alla vita di accadere.