Antonino Varisco - Psicologo

Antonino Varisco - Psicologo Contenuti di psicologia con un linguaggio divulgativo

“Non avevo capito che stavo respirando mentre lei smetteva di farlo.Quel giorno non era un giorno qualsiasi: era la fine...
01/12/2025

“Non avevo capito che stavo respirando mentre lei smetteva di farlo.
Quel giorno non era un giorno qualsiasi: era la fine travestita da normalità.

Sara non sapeva che la sua vita stava per spezzarsi. Io non lo sapevo. Per me era solo mia figlia. La mia Picci. Il mio pezzo di mondo. Così la chiamavo: Picci, come si chiamano le cose più preziose.

Quella mattina l’avevo sentita felice, piena di futuro. Aveva parlato della tesi, dei suoi sogni, come se il tempo le appartenesse. Mi aveva chiamato ancora.
Il mio telefono era in macchina.
Non ho risposto.
Non l’ho più richiamata.

E senza saperlo, quello è stato l’ultimo istante in cui la voce di mia figlia mi ha raggiunto viva.

Poi la chiamata.
Non un avviso. Non una spiegazione.
Una condanna.

I carabinieri. Una voce che tremava, incapace di incastrare le parole nel posto giusto:
«Venga subito.»
Solo questo.

Io mi aggrappo all’unica logica possibile per una madre: Sara è viva, mi aspetta, ha bisogno di qualcosa.
Dico che devo prendere le sue cose, il pigiama, le pantofole…
Il mio cervello difende l’illusione. La protegge. Io proteggo lei, come ho sempre fatto.

Ma dall’altra parte, quella voce cambia.
Non è più un carabiniere.
È un uomo. È un padre.
Uno che sta per pronunciare una frase che non dovrebbe esistere.

«Signora… io sono un papà. Io non riesco a dirglielo.»

E lì cade tutto.

Poi, come un colpo sparato nel cuore:

«Non prenda nulla per Sara.»
«Sara non c’è più.»

Il mondo si spegne.
Le gambe cedono.
Il cervello urla “no” mentre la realtà non chiede permesso.

Poche ore prima rideva. Respirava. Progettava la vita.
Poche ore prima era qui.
E adesso non c’è.

L’ha uccisa un compagno di corso. Uno che la osservava, la inseguiva, che scambiava un sorriso per possesso.
Il sorriso di Sara era gentilezza.
Lui l’ha interpretata come proprietà.

Non voleva amore.
Voleva controllo.
E quando ha capito che mia figlia non poteva essere sua, ha deciso che non doveva più vivere.

Non era follia. Era lucidità. Chi porta un’arma, chi attende, chi prepara… sa cosa sta scegliendo.
Se non fosse stato quel giorno, sarebbe stato un altro.
Il suo obiettivo era uno solo: cancellare Sara.

Non ho avuto il tempo di salvarla.

Esiste un modo specifico di superare i problemi che non è basato sulla risoluzione logica diretta, ma su un cambiamento ...
26/11/2025

Esiste un modo specifico di superare i problemi che non è basato sulla risoluzione logica diretta, ma su un cambiamento di prospettiva e un ampliamento della coscienza.


​🧐 Ampliamento-Innalzamento

​Il concetto centrale è che la vera soluzione a un problema non sempre avviene attraverso il "superamento-soluzione" (cioè risolverlo direttamente con la logica o l'azione), ma tramite l'"ampliamento-innalzamento" del proprio punto di vista.

• ​Ampliamento: Significa che l'individuo acquisisce un "ulteriore interesse più elevato e più ampio". La sua visuale si espande, includendo nuovi e più forti orientamenti per la sua esistenza.

• ​Innalzamento (del livello della coscienza): È l'elevazione del punto da cui si osserva il problema. Il problema non viene rimosso, ma "appare semplicemente sotto un’altra luce".

​⛰️ Come Agisce sul Problema

​Quando si verifica questo ampliamento/innalzamento, il problema:

• ​Perde Urgenza: Diventa meno pressante e non più "insolubile" perché è inquadrato in un contesto più grande.

• ​Non è Risolto Logicamente: Non si applica una formula o una strategia diretta per smantellarlo, ma esso "sbiadisce" o "diventa così realmente diverso".

• ​Non è Rimosso: La sua realtà non viene negata ("Non si toglie alla bufera nulla della sua realtà"), ma la persona non è più emotivamente intrappolata in esso.

​Dunque, nel TROVARCI, nel capire cosa davvero ci coinvolge, ci appassiona, ci fa sentire vivi, troviamo l'enorme opportunità di non identificarci con i problemi, proprio perché siamo catturati da altro (non semplicemente distratti, ma davvero smaniosi e affascinati da altri pezzetti di vita).

Viceversa, se ci conosciamo poco, se non sappiamo cosa ci travolge con entusiasmo, saremo più soggetti ad un sopravvivere, dunque con un focus maggiore verso i vuoti e le difficoltà, come una quotidianità senza scopo, senza stimolo, creando terreno fertile per una mente in trappola.

"Non so se arrivo a Natale!Avevi ragione anche in questo, anche se lo avevi previsto con l'anticipo di un anno.Ornella, ...
22/11/2025

"Non so se arrivo a Natale!

Avevi ragione anche in questo, anche se lo avevi previsto con l'anticipo di un anno.

Ornella, non eri solo un'artista.

Eri molto, molto di più.

Un modo di stare al mondo.

Un'ironia sottile.

Una fragilità esposta senza vergogna.

Eri in contatto con le tue paure, le tue leggerezze, i tuoi tormenti.

Eleganza, verità, un filo di malinconia che diventava poesia.

Quella sincerità che ti rendeva unica. Totalmente strafottente dei giudizi.

Ci hai fatto sorridere, ci hai fatto riflettere, ci ha fatto commuovere, e adesso ci fai piangere come si piange una persona di famiglia.

Le Persone come Te sono capaci di attraversare l'Altro, lasciando un qualcosa di prezioso.

Mancherai ❤️

La perversione della gratitudine Esiste una forma malsana della gratitudine, che non ha nulla a che vedere con il genuin...
21/11/2025

La perversione della gratitudine

Esiste una forma malsana della gratitudine, che non ha nulla a che vedere con il genuino esserci per l'Altro.

"Ti dono qualcosa, o ti aiuto, non perché autenticamente sono interessato al tuo benessere, bensì perché in tal modo creo un'asimmetria tra noi in cui Tu mi sei debitore".

E in quanto tale, la persona debitrice si sentirà spinta a farsi andare bene anche azioni sgradevoli, incassando colpi bassi, sperimentando anche una sorta di alienazione, distanza dalla spontaneità e disagio.

12/11/2025
Se un genitore, per via del suo narcisismo, non sopporta l'idea di essere rifiutato e scambia l'autonomia del figlio per...
12/11/2025

Se un genitore, per via del suo narcisismo, non sopporta l'idea di essere rifiutato e scambia l'autonomia del figlio per un affronto personale, si crea un enorme blocco.

È praticamente impossibile per il figlio emanciparsi emotivamente quando i suoi passi verso l'indipendenza affettiva, o la sua esplorazione, vengono letti come un tradimento o un rifiuto del genitore.

10/11/2025

Il valore del tempo.

Ogni istante che fugge è un frammento irripetibile della sostanza stessa della vita, una tela preziosa che non può essere ridipinta, e il suo valore inestimabile risiede nella consapevolezza che solo utilizzandolo per creare, amare e crescere si può sfuggire all'amaro rimpianto di aver lasciato scorrere l'unica vera ricchezza che ci è data.

Scegliamo con cura chi vogliamo essere e cosa fare del nostro viaggio...

Un passato ancora attuale e condizionante.Da piccola aveva sofferto la depressione della madre. Ma non aveva avuto altro...
04/11/2025

Un passato ancora attuale e condizionante.

Da piccola aveva sofferto la depressione della madre. Ma non aveva avuto altro modo di gestirla che quello di identificarsi con lei e con le sue sofferenze.

Da grande faticava a capire dove finisse quel modo di stare al mondo, che aveva forzatamente appreso dalla madre, e dove iniziasse lei stessa, una lei che le era per lo più ancora sconosciuta.

21/10/2025

Questi video mi fanno scordare momentaneamente tutti i problemi.

Tenerezza, protezione, istinti, co-esistenza...

Figlio 1:"La mia mamma e il mio papà si prendono cura di me. Sono meravigliosi."Figlio 2:"La mia mamma e il mio papà si ...
21/10/2025

Figlio 1:"La mia mamma e il mio papà si prendono cura di me. Sono meravigliosi."

Figlio 2:"La mia mamma e il mio papà si prendono cura di me. Sono meraviglioso."

Chissà cosa potrebbe pensare/provare il figlio 3?!

I fatti di cronaca non rimangono all'esterno.Tutte queste morti assurde per mano di gente mediocre, tutta questa soffere...
16/10/2025

I fatti di cronaca non rimangono all'esterno.

Tutte queste morti assurde per mano di gente mediocre, tutta questa sofferenza di chi resta, in primis familiari, partner, amici. Come si fa a procedere?!

Dai grandi numeri al singolo omicidio.

Ci si impegna tanto ad essere corretti, disponibili, buoni, attenti, gentili, edificanti, per poi accorgersi, costantemente, dello schifo che ci circonda.

E allora ti poni delle domande, ma non cognitivamente orientate, ma proprio nel profondo, spontaneamente, sul significato di tutto, mettendo in discussione il senso della vita stessa.

Qualcosa si spezza, un equilibrio e un senso di speranza che si affievoliscono.

Valori come i legàmi e il tempo vacillano, perché senti che c'è un cancro con metastasi diffuse in questa società.

Anche l'ansia si ripresenta, come una vecchia amica con cui i contatti sono rimasti, seppur più spalmati nel tempo.

Anche la progettualità perde terreno, perché senti che talmente il clima di incertezza ci divora, che si annichiliscono il costruire e il co-costruire.

Chi si occupa di salute mentale non è affatto più "bravo" a gestire tutto ciò, semmai ne è ancora più in contatto, poiché è attraversato dalle risonanze degli altri (pazienti e persone della vita privata), anche involontariamente.

Un altro aspetto che violenta la mente è la consapevolezza di quante persone facciano fatica a distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che costruisce da ciò che distrugge.

Basta gironzolare tra i social per leggere innumerevoli commenti aggressivi.

Siamo talmente abituati alle dinamiche di potere, di supremazia, di "asfaltare", che non abbiamo più filtri su cosa è lecito.

L'asse PENSARE-DIRE-AGIRE si mischia, si confonde, senza corrette impalcature che ne delineano i confini e i filtri per fermarci in tempo.

Un'inibizione degli impulsi che farebbe la DIFFERENZA.

Le conseguenze? Cosa sono le conseguenze?

E non mi riferisco a quelle legali, ma sul piano etico.

La differenza la fa "il perché".
(Un po' come chi non getta immondizia dal finestrino della propria auto perché sa che è sbagliato inquinare, e non solo per evitare la multa).

Ci stiamo abituando a leggere ogni giorno di un n

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Psicologia della vita quotidiana

Benvenuta/o in questa pagina.

Mi chiamo Antonino Varisco e sono affascinato da sempre dalla psiche e dai suoi misteriosi meccanismi.

Da bambino i miei giochi consistevano perlopiù nell'osservare furtivamente gli altri o immaginare ipotetici scenari/conversazioni, e passavo parecchio tempo a tempestare di domande sul comportamento umano chiunque mi capitasse a tiro, ma le risposte ottenute non mi convincevano quasi mai (chiedo scusa, soprattutto a mia madre, donna con un’inesauribile pazienza).

Negli anni ne ho fatto oggetto di studio, aggiungendo alla passione il rigore metodologico e scientifico, fino a farne la mia professione.