14/04/2023
e
per alunni ADHD. Parte prima.
Nella mia esperienza clinica quando gli devono redarre un PDP (Piano Didattico Personalizzato) per bambini con diagnosi di ADHD, si trovano spesso ad inserire misure compensative e dispensative utilizzate per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, ma non specifiche per l’ADHD. A volte in effetti, un bambino con ADHD potrebbe avere anche un DSA, ma altre volte no. Ciò è indicativo di come poco ancora sia conosciuto questo disturbo e come interferisce con i processi di apprendimento.
Dedicherò un post ad ogni caratteristica del processo di apprendimento dello studente con ADHD e di come può essere gestita in classe:
- deficit di pianificazione e organizzazione.
Significa che lo studente non sempre riesce ad organizzare il suo materiale scolastico o il diario; significa anche non sapere organizzare efficacemente il proprio pensiero e ciò può tradursi a livello verbale in difficoltà a dare coerenza ad un discorso parlato (lo studente durante una interrogazione potrebbe passare da una cosa all’altra in maniera confusa o disorganizzata; potrebbe avere difficoltà a trovare le parole giuste, ecc). Il linguaggio riflette infatti il pensiero e se questo è veloce, organizzato in maniera molto personale e frammentato magari a causa di “finestre” che aprono altri pensieri, anche il linguaggio apparirà in questo modo.
Cosa può fare l’insegnante?
- L’utilizzo di , schemi, diagrammi di flusso e prompt (aiuti/suggerimenti) visivi o tramite parole chiave, possono certamente aiutare lo studente a seguire il percorso e non dispendersi.
- l’insegnate può costruire griglie o tabelle con domande guida che possano accompagnare lo studente in un percorso guidato, riducendo il rischio di perdersi per strada.
- tali strumenti possono essere usati sia per l’esposizione orale ma anche per la produzione di un testo scritto, riducendo la probabilità di andare “fuori tema”!
- creare routine, passaggi e abitudini che favoriscono il metodo di studio, anche attraverso strategie metacognitive di consapevolezza e controllo su ciò che si sta studiando (cosa devo fare; come lo posso fare, come lo sto facendo, e infine, questo metodo ha funzionato?)
-a seconda dell’età dello studente lo si può aiutare a prendere consapevolezza del suo “deragliamento” di pensiero, per organizzasi meglio e controllare tale tendenza
E voi insegnanti, cosa suggerite?
Se volete commentate qui sotto e condividete per creare buone pratiche comuni.
Al prossimo post