22/10/2025
❤️🤷🏼♀️ ”UNA STORIA SPECIALE DI UNA DENTISTA NORMALE” 🤷🏼♀️❤️
Le moto di Mario 🏍️
Oggi voglio raccontarti una storia che mi ha colpito profondamente.
È la storia di Mario, un bimbo di 10 anni affetto da autismo, che è venuto da noi ieri insieme al babbo e al nonno.
Quando sono entrata in sala d’attesa, ho cercato di attirare la sua attenzione. Aveva il cappuccio sulla testa e il viso nascosto tra le mani del nonno. Non voleva alzare gli occhi e non voleva parlarmi.
In questi casi, prima ancora di fare il dentista, devi essere un bravo psicologo per capire come entrare nel suo mondo, come farlo sentire al sicuro e trovare un interesse comune da condividere.
A un certo punto, quasi per caso, ho sentito Mario dire sottovoce una parola: “moto”.
E lì ho capito che quello poteva essere il nostro punto d’incontro.
Ho cominciato a raccontargli di mio padre, che tanti anni fa correva in pista, e di tutte le moto che aveva avuto. Gli ho mostrato sul tablet le foto, i colori, i modelli… e piano piano Mario ha iniziato ad alzare la testa, a rispondermi e a dire qualche parola.
Per dieci minuti siamo rimasti in sala d’attesa così: io che parlavo di moto, lui che di tanto in tanto mi rispondeva. Ogni tanto si staccava un po’ dalle mani del nonno e poi mi guardava. E in quel momento ho capito che stava iniziando a fidarsi.
Poi, come in una danza, ci siamo spostati piano piano verso la stanza lilla in cui lo avrei visitato — ho continuato a mostrargli immagini e video di moto mentre mi seguiva sempre più incuriosito.
Gli ho spiegato che la mascherina per la sedazione era come quella dei piloti, che serviva per respirare meglio prima della “gara”. E con calma, passo dopo passo, si è lasciato visitare.
Abbiamo provato insieme gli strumenti: l’aspiratore, il micromotore con il dentifricio, e la punta ad ultrasuoni, con la quale ho fatto una lieve igiene. Si tratta di strumenti che emettono vibrazioni che possono dare fastidio ed innervosire e che Mario invece ha accettato, ovviamente non di buon grado, ma con i suoi tempi e con le sue reazioni.
Ecco vedi, questo è proprio un esempio di come è importante l'esperienza e la sensibilità del dentista e di quanto faccia assolutamente la differenza tra avere un bambino collaborante o non collaborante. Infatti sarebbe stato molto più facile se avessi fatto una visita rapida da cinque minuti, dove però non mi sarei potuta interfacciare in questo modo con il bimbo e quasi sicuramente non avremmo ottenuto questo risultato.
Non ti nascondo che alla fine della seduta di un'ora e un quarto io ed Elisa eravamo molto molto provate, ma il nonno ci ha fatto i complimenti con le lacrime agli occhi, dicendoci una cosa che ci ha profondamente commosse: "in nessun altro studio Mario si era mai lasciato avvicinare, coccolare e guidare così nel percorso di cura."
La commozione del nonno è il segno di quanto le famiglie soffrano, e di quanto sognino di poter aiutare i loro bambini.
Mario ha moltissime carie, quasi su tutti i denti permanenti, ed è molto difficile riuscire a curarlo però abbiamo creato uno spiraglio che forse ci consentirà di intraprendere un percorso di cura e di salute.
Con questo racconto volevo condividere con te un'esperienza del nostro quotidiano e quando pensi che fare il dentista sia facile, ricordati di queste nostre avventure fatte di ascolto, sensibilità e fiducia oltre che di tecnica e professionalità di tutto il team.