Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista

Dott.ssa Silvia Petruzzelli - Biologa Nutrizionista SECONDO SCIENZA E COSCIENZA
Dieta antinfiammatoria. Nutrizione clinica per il microbiota. Ciao a Tutti e benvenuti nella mia pagina!

Nutrizione oncologica, per dislipidemia, resistenza insulinica, diabete, osteoporosi, disbiosi, steatosi epatica non acolica…
Perfezionata in genetica, epigenetica Sono Silvia Petruzzelli, nutrizionista (con approfondimenti in epigenetica e chetogenica), tecnologo alimentare. Sono autrice del libro Grani Antichi e Pasta Madre, dove si parla di salute e Consapevolezza. Coautrice de Il Cibo della Gratitudine. Ho collaborato alla stesura del libro Medicina da Mangiare di Franco Berrino, curando la parte relativa alla prevenzione e contribuendo con numerose ricette di “Cibo Medicina”. Curo io sito http://www.ilcibodellasalute.com

Gestisco il B&B il Melograno Nano, a Barga (LU). Con l'Associazione Chicco di Riso, organizzo Corsi di cucina naturale, conferenze, fornendo suggerimenti e ricette sull'alimentazione, allo scopo di sensibilizzazione e promuovere la cultura del cibo sano e della sostenibilità ambientale. Ricordando anche l'importanza di nutrire emozioni ed anima,
ritornando alla nostra umanità. Ed acquisendo maggiore consapevolezza. Per costruire un mondo migliore.

Ma tu respiri? Ne sei certo?Sai che respirare bene vuol dire alcalinizzarsi?Sai che respirare è fondamentale per ascolta...
12/11/2025

Ma tu respiri? Ne sei certo?

Sai che respirare bene vuol dire alcalinizzarsi?
Sai che respirare è fondamentale per ascoltarci?
Sai che ci aiuta a lasciar andare e a ritrovare serenità?

Oggigiorno la maggior parte delle persone è in una sorta di apnea.
Il diaframma è il muscolo che ci consente di respirare e portare in profondità il nostro respiro. Eppure, per molti è atrofizzato.

Fin dalla nascita noi respiriamo: è la prima cosa che si fa quando si viene al mondo. Non possiamo decidere di non respirare: è istintivo.

In tutte le culture, il respiro è legato al concetto di vita e l’assenza di esso corrisponde all’idea di morte.

La respirazione è ciclica: si alternano la fase di inspirazione e quella di espirazione. Lo Yin e lo Yang si susseguono e la loro trasformazione ci assicura la vita!

Inspirando, prendiamo ciò che serve, l’ossigeno, che sarà distribuito dal sangue a tutti i tessuti del corpo.
Espirando, eliminiamo ciò che non serve, l’anidride carbonica.
Il respiro ci nutre e ci rigenera.

Diversi fattori possono incidere sulla qualità del nostro respiro, anche negativamente. Ansia e stress accentuano la fase inspiratoria, determinando un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria.

Per le culture orientali (Medicina Tradizionale Cinese, Medicina Tradizionale Indiana) il respiro ha un’importanza fondamentale per il raggiungimento di un benessere olistico (corpo, mente e spirito).

Attraverso il respiro noi possiamo esprimere tutte le nostre emozioni: il riso, il pianto, il sospiro, la rabbia espressa (urlo) o trattenuta, il dolore, il piacere. La parola stessa ci è resa possibile con il respiro.

Se ci facciamo caso, possiamo emettere suoni solo in fase espiratoria … è durante l’espirazione che si realizza la nostra fase creativa… è qui che possiamo entrare in contatto con noi stessi e con il mondo esterno.

Se non si riesce ad eliminare ciò che è inutile, non si darà spazio al nuovo di entrare e sarà quindi difficile portare dentro nuove esperienze: non potrà essere realizzato lo scambio con l’esterno, fondamentale per la nostra esistenza e per la nostra “crescita”.

E’ fondamentale dunque imparare a respirare: ad inspirare (portare dentro), e, soprattutto, espirare (portare fuori, lasciare andare).

Una respirazione profonda e corretta influisce positivamente a livello sia fisico, sia psichico-emotivo: è un ottimo mezzo per affrontare e resistere a stress ed ansia e sedare le emozioni negative in genere.

Facciamo un respiro profondo… ed, espirando, ascoltiamoci…

“Eh ma nei legumi 🫘 ci sono i fitati… da paura”La paura in realtà deriva dalla scarsa conoscenza. E dal terrorismo becer...
12/11/2025

“Eh ma nei legumi 🫘 ci sono i fitati… da paura”

La paura in realtà deriva dalla scarsa conoscenza. E dal terrorismo becero di chi sta facendo di tutto per demonizzare i legumi e favorire il consumo di carne quindi allevamenti intensivi e malattia.

I legumi li abbiamo mangiati per millenni e ci hanno donato salute. Pensare aiuta a non essere manipolati dai pifferai magici.

Fitati è acido fitico: cosa sono?
L’acido fitico è molto diffuso nei semi vegetali. Quindi cereali (nella crusca), legumi, semi oleosi.

Si tratta infatti della principale forma di deposito del fosforo che le piante conservano nei semi.

All’atto della germinazione del seme, l’acido fitico viene degradato e il fosforo viene rilasciato per essere utilizzato dalla pianta.

I fautori della paleo sono particolarmente accaniti nei confronti dell’acido fitico. Ma, speppure antinutriente, in piccole quantità può avere effetti positivi. Per cui, non va demonizzato.

Perché antinutrizionali?

L’acido fitico è digeribile solo in presenza di fitasi, particolari enzimi che noi esseri umani non possediamo.

Vengono considerati fattore antinutrizionali perché una elevata presenza di acido fitico può interferire con l’assorbimento di alcuni minerali. Ha infatti proprietà chelanti, ovvero in grado di legarsi a ferro e zinco, in primo luogo, ma anche calcio e magnesio (legato ai minerali assume il nome di fitato) e può quindi limitarne l’assorbimento.

Questo è un motivo per il quale non è opportuno mangiare crusca (avulsa dal cereale!).

C’è da aver paura?

In realtà, l’acido fitico, proprio per le sue proprietà chelanti, può contribuire a ridurre l’assorbimento di metalli tossici, quali ad esempio piombo o cadmio.

Non dimentichiamo comunque che l’acido fitico ha proprietà antiossidanti; utile alleato contro radicali liberi, in particolare una specie reattiva molto aggressiva come il radicale idrossile. Se assunti in modiche quantità, possono avere un ruolo protettivo [1, 2, 3]

Possono inoltre conferire altri benefici per la salute, come la riduzione del rischio di alcuni tumori, il sostegno alla salute del cuore e la gestione dei calcoli renali [4].

Inibisce la proliferazione di cellule tumorali del colon [5].

Come fare allora per ridurlo?

Ci sono vari metodi:
👉 Ammollo. Come facciamo regolarmente per i legumi, li ammolliamo per diverse ore in acqua (rimuovendola poi a fine ammollo). La condizione ideale per la degradazione dei fitati è a pH 7.0 e 55°C.
👉 Germogliazione.
👉 Cottura.
👉 Fermentazione. Quella preferita è la fermentazione lattica, come avviene ad esempio con la lievitazione con pasta acida per la preparazione del pane.
L’azione di degradazione della fermentazione è dovuta sia all’azione di lieviti e batteri lattici, sia all’abbassamento di pH.
Ad un pH tra 4 e 5 si attivano le fitasi endogene dei semi.

Noi i legumi li mangiamo cotti.
Dubito che qualcuno possa avere la “brillante” idea di farsi saltare qualche dente cercando di masticare ceci crudi. Mentre altro possono provare a stare in ginocchio sui ceci come penitenza per le b***e che raccontano.

Approfondimenti nel mio libro 📕 “Questa non me la mangio”

Bibliografia

[1] Graf, E., & Eaton, J. W. (1990). Antioxidant functions of phytic acid. Free radical biology & medicine, 8(1), 61–69. https://doi.org/10.1016/0891-5849(90)90146-a

[2] Urbano, G., López-Jurado, M., Aranda, P., Vidal-Valverde, C., Tenorio, E., & Porres, J. (2000). The role of phytic acid in legumes: antinutrient or beneficial function?. Journal of physiology and biochemistry, 56(3), 283–294. https://doi.org/10.1007/BF03179796

[3] Schlemmer, U., Frølich, W., Prieto, R. M., & Grases, F. (2009). Phytate in foods and significance for humans: food sources, intake, processing, bioavailability, protective role and analysis. Molecular nutrition & food research, 53 Suppl 2, S330–S375. https://doi.org/10.1002/mnfr.200900099

[4] Feizollahi, E., Mirmahdi, R. S., Zoghi, A., Zijlstra, R. T., Roopesh, M. S., & Vasanthan, T. (2021). Review of the beneficial and anti-nutritional qualities of phytic acid, and procedures for removing it from food products. Food research international (Ottawa, Ont.), 143, 110284. https://doi.org/10.1016/j.foodres.2021.110284

[5] Graf, E., & Eaton, J. W. (1993). Suppression of colonic cancer by dietary phytic acid. Nutrition and cancer, 19(1), 11–19. https://doi.org/10.1080/01635589309514232

11/11/2025

Chi ha i diverticoli non può mangiare kiwi 🥝 e semi? Falso! Fake smentita già anni fa (Strate LL et al, JAMA. 2008 Aug 27;300(8):907-14)

10/11/2025

L’ignoranza sta conducendo l’essere umano al declino e alla perdita di salute

10/11/2025

“Se mangio carboidrati sto male”… 😱 i carboidrati sono anche nelle verdure e ci sono carboidrati accessibili al Microbiota alla base della salute

10/11/2025

"Lei non ha apertura mentale e onestà intellettuale perché si attiene solo alle evidenze scientifiche e non alle opinioni dei fuffa guru".

Purtroppo quando non si accetta di sapere e si preferisce vivere nell'ignoranza e nella menzogna, non resta che offendere e insultare.

𝐈𝐍 𝐂𝐀𝐒𝐎 𝐃𝐈 𝐓𝐔𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐁𝐈𝐒𝐎𝐆𝐍𝐀 𝐄𝐋𝐈𝐌𝐈𝐍𝐀𝐑𝐄 𝐈 𝐅𝐎𝐑𝐌𝐀𝐆𝐆𝐈?La realtà è che sarebbe ora di finirla con il terrorismo rivolto ai deriv...
10/11/2025

𝐈𝐍 𝐂𝐀𝐒𝐎 𝐃𝐈 𝐓𝐔𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐁𝐈𝐒𝐎𝐆𝐍𝐀 𝐄𝐋𝐈𝐌𝐈𝐍𝐀𝐑𝐄 𝐈 𝐅𝐎𝐑𝐌𝐀𝐆𝐆𝐈?

La realtà è che sarebbe ora di finirla con il terrorismo rivolto ai derivati del latte. Ricordiamo che i centenari sardi mangiano formaggi e sono longevi in salute.

"𝙄 𝙙𝙖𝙩𝙞 𝙨𝙘𝙞𝙚𝙣𝙩𝙞𝙛𝙞𝙘𝙞 𝙤𝙜𝙜𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙢𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖𝙣𝙤, 𝙞𝙣 𝙜𝙚𝙣𝙚𝙧𝙖𝙡𝙚, 𝙪𝙣 𝙡𝙚𝙜𝙖𝙢𝙚 𝙩𝙧𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙪𝙢𝙤 𝙙𝙞 𝙡𝙖𝙩𝙩𝙚 𝙚 𝙡𝙖𝙩𝙩𝙞𝙘𝙞𝙣𝙞 𝙚 𝙪𝙣 𝙖𝙪𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙘𝙖𝙣𝙘𝙧𝙤. 𝘿𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤, 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞 𝙖𝙡𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙨𝙚𝙢𝙗𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙖𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙪𝙣 𝙧𝙪𝙤𝙡𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙖𝙡𝙘𝙪𝙣𝙞 𝙩𝙞𝙥𝙞 𝙙𝙞 𝙩𝙪𝙢𝙤𝙧𝙚" (AIRC)

Quello che è importante è imparare a scegliere. E non esagerare con le quantità!

I tumori sono malattie multifattoriali. Ciò che è importante è innanzitutto liberarsi dalle paure e dalle ossessioni.

Sappiamo che elevati livelli di IGF-1 sono stati associati a un maggiore rischio di tumori, come il cancro al colon-retto, alla prostata, al seno e ai polmoni.

D’altro canto, livelli molto bassi di IGF-1 sono collegati a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e perdita di massa muscolare (sarcopenia).

Il punto non è mangiare un formaggio o meno. Non è "eliminando" i formaggi che possiamo ridurre il rischio di tumori. Ciò che è importante è curare la propria alimentazione, facendo attenzione ai livelli di insulina, all'infiammazione... all'attivazione dei pathway di proliferazione cellulare (tra cui, il pathway mTOR).

𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐟𝐚 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐈𝐆𝐅-𝟏?
L'IGF-1 è un ormone prodotto principalmente dal fegato, stimolato dall'ormone della crescita (GH), e ha un ruolo cruciale nella crescita e nello sviluppo cellulare.

Le diete con livelli aumentati di proteine ​​e di alcuni amminoacidi, tra cui la metionina, sono le più efficaci nell'aumentare la segnalazione dell'ormone della crescita (GH) e di IGF-1 [1].

Uno studio osservazionale che ha studiato le associazioni tra l'assunzione di macronutrienti e le loro fonti con le concentrazioni sieriche di IGF-1, ha osservato che le concentrazioni erano positivamente associate all'assunzione di proteine ​​totali, proteine ​​del latte e proteine ​​dello yogurt, ma non con proteine ​​del formaggio. Le concentrazioni di IGF-I1 erano anche positivamente associate all'assunzione di fibre e amido da cereali integrali e inversamente associate al consumo di alcol [2].

Peccato però che le fibre sono importanti e l'alcol è da limitare.

Va considerato che aumentano il rischio di mortalità sia livelli elevati sia bassi livelli di IGF-1. L'intervallo specifico di 120-160 ng/ml è associato alla mortalità più bassa [3].

𝐦𝐓𝐎𝐑
mTOR è una molecola chiave nella regolazione metabolica. Uno stimolo ad mTOR si traduce in una stimolazione della crescita e proliferazione cellulare.
E' attivato dagli amminoacidi (in particolare quelli a catena ramificata che troviamo prevalentemente nei cibi di origine animale), dal glucosio, dall’insulina.
ll pathway di mTOR appare sregolato in diverse patologie umane, specialmente in alcuni tipi di cancro.

𝐁𝐈𝐁𝐋𝐈𝐎𝐆𝐑𝐀𝐅𝐈𝐀
[1] Longo VD, Anderson RM. Nutrition, longevity and disease: From molecular mechanisms to interventions. Cell. 2022 Apr 28;185(9):1455-1470.

[2] Watling CZ, Kelly RK, Tong TYN, et al. Associations of circulating insulin-like growth factor-I with intake of dietary proteins and other macronutrients. Clin Nutr. 2021;40(7):4685-4693. doi:10.1016/j.clnu.2021.04.021

[3] Rahmani J, Montesanto A, Giovannucci E, et al. Association between IGF-1 levels ranges and all-cause mortality: A meta-analysis. Aging Cell. 2022;21(2):e13540. doi:10.1111/acel.13540

Immagine fonte SmartFood IEO

10/11/2025

Abbiamo vissuto per millenni, in salute, senza giramenti di elettroni e rottura di 🌰. Basta con il terrorismo su legumi, glutine, caseina, ecc

10/11/2025

"Dottoressa ma perché non si confronta con chi fa terrorismo e disinformaizone, senza alcuna evidenza scientifica?" Suvvia!

Valore biologico delle proteineIl valore biologico di una proteina dipende dalla sua composizione in aminoacidica. Gli a...
10/11/2025

Valore biologico delle proteine

Il valore biologico di una proteina dipende dalla sua composizione in aminoacidica.

Gli amminoacidi (AA) sono i mattoncini che compongono le proteine (molecole che non possiamo vedere ad occhio n**o).

Tra gli amminoacidi ci sono quelli definiti essenziali, ovvero che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare ex-novo e che è necessario assumere dal cibo.

Ci sono alimenti che contengono tutti gli amminoacidi essenziali in proporzione ottimale, come ad esempio le uova che hanno valore biologico più alto. Le proteine dell’uovo sono quelle di riferimento e hanno un perfetto equilibrio tra aminoacidi assorbiti e tra amminoacidi utilizzati, con valore biologico pari a 100.

Le proteine sono presenti anche nel mondo vegetale ovviamente. Anche in frutta e verdura, le cui proteine hanno un basso valore biologico.

I cereali integrali e legumi contengono tutti gli amminoacidi essenziali ma ci sono alcuni amminoacidi limitanti: i primi sono limitanti in lisina e i secondi in metionina. Si parla di proteine di medio valore biologico.

In nutrizione parliamo di complementazione. Ovvero unendo un cibo con amminoacidi limitanti ad un altro che riesce a colmare questa limitazione, riusciamo ad assumere tutti gli amminoacidi essenziali in proporzione ottimale.
Quindi, si uniscono cereali integrali e legumi (come ci indica il piatto sano di Harvard).

Chi segue una dieta vegana dunque non avrà carenze proteiche laddove l’alimentazione sia bilanciata e si consumino ogni giorno cereali integrali e legumi.

10/11/2025
La caseina è pro infiammatoria?È una delle bufale che si leggono in giro… e si sono inventati anche l’intolleranza alla ...
10/11/2025

La caseina è pro infiammatoria?

È una delle bufale che si leggono in giro… e si sono inventati anche l’intolleranza alla caseina che non esiste.

Se la caseina fosse “infiammatoria” i centenari della Blue Zone italiana (la regione dell’Ogliastra in Sardegna), che consumano regolarmente formaggi come pecorino (e non porceddu), dovrebbero essere tutti infiammati.

La prevalenza dei centenari in Ogliastra è maggiore tra i soggetti maschi che hanno livelli più bassi di IL-6 (un marcatore dell’infiammazione) rispetto all’altro sesso.

Il vantaggio relativo alla sopravvivenza in questi soggetti centenari, infatti, potrebbe essere legato proprio ai bassi livelli di infiammazione.

Ricordiamo che la genetica contribuisce per circa il 25% alla longevità… il restante 75% è epigenetica… una nostra scelta. Stile di vita, ambiente. È uno stato di benessere anche psico emotivo.

Torniamo alla caseina.
O, meglio, alle caseine…

Le caseine sono proteine del latte. Rappresentano circa l’80% della frazione proteica del latte (circa il 20% è rappresentato dalle siero proteine).

Tra le caseine abbiamo: α-caseina (circa 50%), β-caseina (circa 30%); κ-caseina (15%) e γ caseina (5%).

A sua volta, la β-caseina si distingue in β-caseina di tipo A1 e β-caseina di tipo A2.

Il latte di capra, pecora, bufala contiene β-caseina di tipo A2. Il latte vaccino contiene anche β-caseina di tipo A1 (la più abbondante) oltre che β-caseina di tipo A2. Anche se ci sono razze bovine che producono solo la seconda.

Le proteine β-caseina di tipo A1 e di tipo A2 differiscono solo per un singolo amminoacido in posizione 67 nella loro struttura primaria: la A1-β-caseina contiene istidina, mentre la A2-β-caseina contiene prolina in tale posizione [1].

Questa sostituzione amminoacidica è associata alla formazione di diversi prodotti di degradazione, come i peptidi beta-casomorfina (β-𝐂𝐌). Tra i β-𝐂𝐌, la β-casomorfina-7 (β-𝐂𝐌-7), composta da sette amminoacidi, è stata ampiamente studiata [1].

I possibili effetti del BCM-7 sulla salute sono un tema sempre più popolare grazie alle prove trovate in diversi studi sulla modulazione delle risposte proinfiammatorie gastrointestinali che possono scatenare sintomi digestivi, come il disagio addominale
[3].

Con l’avanzamento degli studi, è stata formulata l’ipotesi che vi sia una correlazione tra i possibili effetti del BCM-7 e l’asse microbiota-intestino-cervello. Tuttavia, alcuni studi hanno suggerito la possibilità che questi effetti avversi siano limitati a una porzione della popolazione, e 𝐥’𝐚𝐫𝐠𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 è 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐯𝐨, 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐥𝐞 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐩𝐢ù 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐢 [2].

Inoltre, non è ancora stata stabilita una soglia di esposizione al BCM-7 per chiarire il potenziale di questo peptide di innescare risposte fisiologiche a livello gastrointestinale e sistemico [2].

Studi su modelli murini (di roditori) collegano il consumo di A1 all’attivazione di una risposta infiammatoria e a un’espressione aumentata del Toll-like Receptor rispetto sia ad A2 che a controlli non lattiero-caseari. Nell’uomo, vi sono prove da un numero limitato di studi che il consumo di A1 è anche associato a un ritardo del transito intestinale (1 studio clinico) e a una consistenza fecale più liquida (2 studi clinici). Inoltre, il disagio digestivo è correlato ai marcatori infiammatori nell’uomo per A1 ma non per A2. Sono necessarie ulteriori ricerche sull’uomo per indagare gli effetti della funzione digestiva di A1 rispetto ad A2 in diverse popolazioni e contesti alimentari [3].

Il consumo di latte contenente il tipo A2 è associato a effetti benefici e una digestione migliore [1, 4, 5].
Nel latte bovino è presente anche il tipo A2 di β-caseina che sembra avere effetti protettivi contro patologie come quelle neurodegenerative, ad esempio.

Quindi?
Possiamo preferire derivati del latte di capra o pecora o bufala. Come tutto il nostro cibo, anche i formaggi li scegliamo in modo consapevole. Con latte fieno. Gli alimenti fermentati hanno effetti benefici per la salute.

Nel mentre, mangiare ogni tanto un po’ di formaggio vaccino (che contiene anche β-caseina di tipo A1), biologico, con latte fieno non conduce a esiti fatali, come vi vorrebbero far credere.

E ricordiamo che i prodotti fermentati hanno attività antinfiammatoria [6].

Certa gente dovrebbe smetterla di fare terrorismo becero (che conduce a disbiosi e permeabilità intestinale). Non se ne può più di tutte queste b***e.

Ma forse troppo bacon e ciccia. Non si spiega diversamente.

Bibliografia

[1] Cieślińska A, Fiedorowicz E, Rozmus D, Sienkiewicz-Szłapka E, Jarmołowska B, Kamiński S. Does a Little Difference Make a Big Difference? Bovine β-Casein A1 and A2 Variants and Human Health-An Update. Int J Mol Sci. 2022;23(24):15637. Published 2022 Dec 9. doi:10.3390/ijms232415637

[2] Jeong H, Park YS, Yoon SS. A2 milk consumption and its health benefits: an update. Food Sci Biotechnol. 2023;33(3):491-503. Published 2023 Oct 25. doi:10.1007/s10068-023-01428-5

[3] de Vasconcelos ML, Oliveira LMFS, Hill JP, Vidal AMC. Difficulties in Establishing the Adverse Effects of β-Casomorphin-7 Released from β-Casein Variants-A Review. Foods. 2023;12(17):3151. Published 2023 Aug 22. doi:10.3390/foods12173151

[4] Kay, S. S., Delgado, S., Mittal, J., Eshraghi, R. S., Mittal, R., & Eshraghi, A. A. (2021). Beneficial Effects of Milk Having A2 β-Casein Protein: Myth or Reality?. The Journal of nutrition, 151(5), 1061–1072. https://doi.org/10.1093/jn/nxaa454

[5] Brooke-Taylor, S., Dwyer, K., Woodford, K., & Kost, N. (2017). Systematic Review of the Gastrointestinal Effects of A1 Compared with A2 β-Casein. Advances in nutrition (Bethesda, Md.), 8(5), 739–748. https://doi.org/10.3945/an.116.013953

[6] Bordoni A, Danesi F, Dardevet D, et al. Dairy products and inflammation: A review of the clinical evidence. Crit Rev Food Sci Nutr. 2017;57(12):2497-2525. doi:10.1080/10408398.2014.967385

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Ciao a Tutti e benvenuti nella mia pagina! Sono Silvia Petruzzelli e sono Laureata in Scienze dell’Alimentazione e Gastronomia, proseguendo i miei studi in nutrizione umana.

Dopo una pluriennale esperienza in aziende multinazionali, decido di cambiare vita per ritrovare me stessa. Lascio la carriera per tornare alla natura, ad una vita semplice. Intraprendo quindi gli studi di Naturopatia.

Affascinata dalla Medicina Tradizionale Cinese, proseguo con il percorso di Shiatsu, approfondendo successivamente i principi energetici del cibo attraverso lo studio e la pratica dell’Alimentazione Naturale Macrobiotica, in Italia e all'estero.

Per migliorare le tecniche di cucina, seguo i corsi di Alta Cucina Naturale presso il Joia Academy, fondata dal maestro Pietro Leemann.