Gabriele Ferlisi Psicoterapeuta

Gabriele Ferlisi Psicoterapeuta Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale

👉 Una quota naturale di egoismo nei rapporti📍 Da ogni rapporto si trae qualcosa, ed è naturale che sia così.Posso uscire...
08/11/2025

👉 Una quota naturale di egoismo nei rapporti

📍 Da ogni rapporto si trae qualcosa, ed è naturale che sia così.
Posso uscire con un amico perché mi fa ridere e mi regala momenti leggeri.
Con un altro perché condividiamo attività o luoghi che mi piacciono.
Oppure posso cercare un amico che sa consigliarmi bene nei momenti difficili, o che mi aiuta concretamente quando ne ho bisogno.

💡In tutto questo non c’è nulla di sbagliato: non significa usare l’altro o non volergli bene.
Finché c’è stima, simpatia o semplicemente un piacere autentico nello stare insieme, anche il fatto di trarre qualcosa dal rapporto fa parte della sua naturalezza.

🛑 Il problema nasce quando resta solo la richiesta, quando il legame diventa una strada a senso unico, priva di attenzione e di interesse sincero per l’altro.
Quando non c’è più spazio per la persona, ma solo per ciò che può offrire.

💘 Persino in una relazione d’amore si può trarre qualcosa per sé: la sicurezza di poter contare su qualcuno, il sentirsi capiti, sostenuti o accompagnati.
Questo non riduce l’amore, lo rende reale.
Amare non significa non avere bisogni, ma riuscire a tenere insieme il bisogno e il sentimento, l’interesse e il bene.

✔️ Ogni rapporto contiene una parte egoistica, ed è giusto così. Il punto non è eliminarla, ma riconoscerla e far sì che non sia l’unica cosa presente. Perché anche nei rapporti in cui non c’è un affetto profondo, ma c’è rispetto, attenzione e cura reciproca, esiste comunque qualcosa di sano e umano.

🔥 Non è questione di dare o ricevere, ma di equilibrio: di incontri che fanno bene a entrambi, in modi diversi ma autentici.

👉 Autostima o narcisismo? La differenza che cambia le relazioni📍 Essere fieri di ciò che sappiamo fare, provare piacere ...
04/11/2025

👉 Autostima o narcisismo? La differenza che cambia le relazioni

📍 Essere fieri di ciò che sappiamo fare, provare piacere nel riconoscimento degli altri e sentire soddisfazione per i risultati raggiunti non significa essere narcisisti.
Al contrario, queste esperienze possono esprimere una forma di autostima sana, fondata sulla consapevolezza di sé, sull’impegno e sulla possibilità di condividere con gli altri ciò che si sa e si sa fare.
Provare piacere per un apprezzamento o sentire orgoglio per le proprie capacità è qualcosa di naturale: un modo per dare valore al proprio percorso e alle proprie risorse, rafforzando anche il senso di connessione con gli altri.
Le persone con una buona autostima riescono a sentirsi competenti senza bisogno di esibire, e a godere della stima altrui senza farne una misura del proprio valore.

📍 Il narcisismo, invece, si manifesta quando il riconoscimento diventa un bisogno essenziale e costante, da cui dipende il senso di sé.
La persona narcisista non può tollerare l’assenza di approvazione o la frustrazione, e tende a utilizzare l’altro per mantenere un’immagine grandiosa di sé.
La differenza è cruciale:
l'autostima costruisce le relazioni,
il narcisismo le consuma, perché l’altro smette di essere un interlocutore e diventa uno specchio, uno strumento utile per un fine.

✔️ Una sana autostima ci apre al mondo, il narcisismo induce chiusura: la prima costruisce ponti e connessioni, il secondo innalza muri e specchi.
E prima o poi, quelle barriere diventano visibili, soprattutto nelle relazioni, dove l’immagine non basta più e ciò che conta è la presenza autentica.

01/11/2025
👉 Quando la paura della perdita diventa una minaccia📍 Tutti, nel corso della vita, abbiamo bisogno di sentirci amati e s...
31/10/2025

👉 Quando la paura della perdita diventa una minaccia

📍 Tutti, nel corso della vita, abbiamo bisogno di sentirci amati e sostenuti.
È un bisogno universale: sapere che qualcuno tiene a noi e che possiamo contare su di lui ci fa sentire al sicuro.

La sicurezza, soprattutto nei primi anni di vita, ci permette di esplorare con curiosità, di scoprire chi siamo e di provare emozioni positive.

📍Ma per alcune persone, la possibilità che finisca una relazione importante, spesso quella con il proprio partner, non è solo qualcosa di molto doloroso: è una vera e propria minaccia.
Questo accade quando le relazioni primarie non ci hanno permesso di sentirci autonomamente al sicuro, e/o quando la paura della perdita si intreccia con credenze profonde come:

1️⃣ “Se mi lasciano, significa che non valgo niente.”
La perdita diventa la prova del proprio scarso valore.
L’idea di non valere si collega così all’impossibilità di sentirsi amabili in futuro.
Si consolida la convinzione che nessun altro potrà mai volerci bene, e che ciò che abbiamo avuto è stato già “un miracolo”.

2️⃣ “Senza di lui/lei non ce la faccio.”
La mente si convince che, senza quella persona, non potremo ricevere protezione o sostegno, e che nessun altro potrà farlo.
In questo modo, l’assenza dell’altro viene vissuta come una condizione di vulnerabilità e di pericolo (fisico e psicologico).

🔥 In questi casi, la paura della perdita si trasforma in una minaccia alla sopravvivenza:
non si teme solo l’assenza dell’altro, ma la sensazione di non poter più essere amati né aiutati da nessuno e, quindi, di non poter più stare bene.

Eppure, alla radice, questa paura nasce da qualcosa di profondamente umano:
il desiderio di sentirsi al sicuro nei legami e attraverso i legami.

La differenza sta nel modo in cui la nostra storia personale, e le credenze che ne derivano, possano convincerci che, senza quel legame, vivremo solo paura e sofferenza.

✔️ Riconoscere questo meccanismo è il primo passo per tornare a credere che esistano molti modi per essere amati e sostenuti, non uno solo e che possiamo riscoprire serenità e gioia anche affidandoci a noi stessi.

Vi aspettiamo
26/10/2025

Vi aspettiamo

👉 Ipersensibilità emotiva: potenziale e sfida📍 L’ipersensibilità emotiva può rappresentare, al tempo stesso, una risorsa...
21/10/2025

👉 Ipersensibilità emotiva: potenziale e sfida

📍 L’ipersensibilità emotiva può rappresentare, al tempo stesso, una risorsa preziosa e una fonte di vulnerabilità. Può favorire empatia, intuizione, creatività e una profonda consapevolezza di sé, ma può anche amplificare la sofferenza emotiva.

Il modo in cui questa sensibilità si manifesta dipende dal contesto e dalle capacità personali di regolazione emotiva e mentalizzazione — ossia dalla possibilità di comprendere e dare senso ai propri stati interni e a quelli altrui.

💡La psicoterapia offre diversi approcci per valorizzare questo “sentire intensamente” e orientarlo verso una competenza adattiva:

🧩 CBT (Terapia Cognitivo-Comportamentale)
Aiuta a osservare e modulare pensieri ed emozioni, riducendo l’impatto delle reazioni intense e favorendo un uso più consapevole delle emozioni come guida per scegliere comportamenti più efficaci e adattivi.

🌿 DBT (Terapia Dialettico-Comportamentale)
Insegna strategie per gestire emozioni intense, tollerare il disagio e utilizzare la sensibilità come leva per potenziare empatia, assertività e qualità relazionali — mostrando come l’ipersensibilità possa trasformarsi in una risorsa relazionale.

🪞 TMI (Terapia Metacognitiva Interpersonale)
Promuove la riflessività e la comprensione dei propri stati mentali e di quelli altrui, consentendo di utilizzare l’ipersensibilità per cogliere più a fondo le dinamiche interpersonali e migliorare la qualità delle relazioni.

✔️ Con gli strumenti adeguati, l’ipersensibilità emotiva può diventare un punto di forza: una risorsa che arricchisce le relazioni e permette di vivere in modo più pieno, consapevole e autentico ciò che ci accade.

Felice di condividere con voi un percorso formativo avanzato dedicato a chi lavora nel mondo della cinofilia. Avrò il pi...
22/09/2025

Felice di condividere con voi un percorso formativo avanzato dedicato a chi lavora nel mondo della cinofilia. Avrò il piacere di esserci come relatore… vi aspetto!

👉 Ansia, confusione o vergogna non indicano automaticamente che stai sbagliando strada📍 Può capitare di provare ansia me...
22/09/2025

👉 Ansia, confusione o vergogna non indicano automaticamente che stai sbagliando strada

📍 Può capitare di provare ansia mentre lavoriamo: questo non significa che quel lavoro non sia adatto a noi. Possiamo sentire vergogna in un gruppo, ma non per questo vuol dire che quel contesto non faccia per noi. Possiamo sentirci confusi di fronte a diverse possibilità, ma ciò non implica che nessuna abbia senso.

🌡️Le emozioni non sono una bussola che ci indica la direzione da prendere, ma un termometro che misura come stiamo in un determinato momento.

Un termometro non ci dice dove andare: ci mostra la nostra condizione interna.
Se la “febbre” è molto alta, diventa difficile seguire la bussola.

✔️ In questi casi lavorare sui pensieri – e di conseguenza sulle emozioni – può aiutarci a regolare meglio il nostro stato interno e a orientare con più chiarezza le nostre scelte.

Non aspettare che cambi il mondoprima di cambiare la tua vita.Non aspettare che arrivi la pace nel mondoprima di creare ...
15/09/2025

Non aspettare che cambi il mondo
prima di cambiare la tua vita.

Non aspettare che arrivi la pace nel mondo
prima di creare pace dove ti è possibile.

Non aspettare il mondo...
anche tu sei il mondo

Indirizzo

Via Devitofrancesco N. 2/i/12
Bari
70124

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 17:00
Martedì 09:30 - 20:30
Mercoledì 09:30 - 20:30
Giovedì 09:30 - 20:30
Venerdì 09:30 - 15:00

Telefono

+393402469943

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