08/11/2025
🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di “Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!” 🎉
Oggi parliamo di un muscolo profondo, silenzioso, ma potentissimo. Non lo vediamo mai.. ma se smette di fare il suo lavoro, la nostra schiena lo sa eccome: il multifido!
Dettagli anatomici
Il multifido fa parte della muscolatura profonda paravertebrale e rientra nel gruppo dei muscoli trasversospinali.
Origina dal sacro, dalla cresta iliaca posteriore, dai legamenti sacroiliaci posteriori, dalla capsula articolare delle faccette lombari e dai processi trasversi delle vertebre lombari, toraciche e cervicali (C4–C7).
Si inserisce sui processi spinosi delle vertebre situate da due a quattro livelli sopra l’origine, arrivando fino all’asse (C2).
Innervazione: rami posteriori dei nervi spinali (da cervicale a sacrale).
Funzioni principali
Il multifido ha un compito nobile e costante: stabilizzazione segmentale della colonna vertebrale, controllo fine dei micro-movimenti vertebrali, estensione e rotazione controlaterale del rachide (azione monolaterale), mantenimento della lordosi fisiologica lombare.
È anche un muscolo di attivazione anticipatoria (feedforward): si attiva prima del movimento degli arti per stabilizzare il rachide e prevenire microinstabilità.
In altre parole: lavora prima che ce ne accorgiamo.
Tipi di dolore
Il multifido è spesso “spento” più che dolorante. Quando non funziona correttamente, la schiena perde la sua stabilità segmentale e altri muscoli (come psoas, quadrato dei lombi o erettori spinali) devono compensare, creando rigidità e dolore.
È spesso coinvolto in lombalgia cronica e instabilità funzionale lombare, disfunzioni posturali dovute a debolezza o asimmetria, inibizione riflessa dopo un episodio acuto (es. colpo della strega). Ma anche in atrofia selettiva post-dolore (visibile anche all’ecografia muscolare) e ridotto controllo motorio in pazienti con dolore recidivante.
Spesso non fa male di per sé, ma se non lavora quando serve, crea instabilità e sovraccarichi altrove (come nel quadrato dei lombi, psoas, o erettori spinali).
Funzione quotidiana
Il multifido non spinge e non tira. Stabilizza. Lavora sempre dietro le quinte per mantenere l’equilibrio in piedi o seduto, coordinare ogni piegamento o torsione del busto, sostenere il rachide nei movimenti degli arti (soprattutto in appoggio monopodalico) e proteggere la schiena in ogni gesto quotidiano (dallo spazzare al sollevare una borsa).
È un sorvegliante silenzioso della colonna.
Il multifido è anche un muscolo antigravitazionale, ma non nel senso classico dei grandi estensori che “spingono” il corpo verso l’alto. La sua forza è silenziosa e segmentale: agisce in profondità per mantenere ogni vertebra al suo posto, impedendo alla colonna di collassare sotto il peso del corpo.
Mentre i glutei e i polpacci lavorano per tenerti in piedi, il multifido mantiene l’assetto fine del rachide, assicurando che testa, tronco e bacino restino allineati anche nelle micro-variazioni posturali.
Fa parte della rete tonica antigravitazionale profonda, insieme al trasverso dell’addome, al diaframma e al pavimento pelvico. Quando questa squadra funziona in sinergia, la postura è stabile, dinamica e leggera. Quando il multifido “si spegne”, invece, la stabilità viene delegata ai muscoli superficiali e il risultato è una rigidità compensatoria che spesso sfocia in dolore lombare o fatica posturale.
In poche parole: non solleva il corpo dalla gravità.. ma impedisce alla gravità di schiacciarlo.
Esercizio di attivazione (Contrazione segmentale in quadrupedia)
1. Mettiti in quadrupedia (mani sotto le spalle, ginocchia sotto le anche)
2. Mantieni la schiena neutra, senza muoverla
3. Solleva lentamente un braccio o una gamba, mantenendo l’asse stabile
4. Ripeti per 10-12 volte, alternando lato e arto
Allena il multifido senza carico e in controllo, riattivandolo dopo inibizione da dolore. Il movimento deve essere minimo, più percepito che visibile. Puoi anche appoggiare due dita vicino ai processi spinosi per sentire il muscolo che “si accende”.
Esercizio di rinforzo (Bird-dog dinamico)
1. In quadrupedia, estendi simultaneamente un braccio e la gamba opposta
2. Mantieni per 5 secondi cercando di non muovere la colonna
3. Torna lentamente e cambia lato
4. Esegui 3 serie da 8 ripetizioni per lato
Rinforza il multifido in sinergia con altri stabilizzatori del core (trasverso, obliqui, pavimento pelvico).
🔬 Curiosità scientifica
Il multifido è uno dei pochi muscoli visibili all’ecografia dinamica, utile per valutare simmetria e reale attivazione. Oggi viene anche usato in biofeedback attivo: il paziente osserva in tempo reale la contrazione sullo schermo, imparando a reclutarlo consapevolmente.
Studi di imaging mostrano che, nei pazienti con lombalgia cronica, il multifido si atrofizza rapidamente e selettivamente, inibito da una strategia protettiva del sistema nervoso.
Solo esercizi di attivazione mirata e progressiva permettono di recuperare la funzione stabilizzatrice originaria.
Conclusione
Il multifido non fa scena.. ma fa la differenza.
È il guardiano della colonna, il freno a mano segmentale, la base invisibile del nostro equilibrio. Ignorarlo significa sottovalutare l’origine di molte lombalgie.
Allenarlo significa stabilità, controllo e prevenzione.
Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di “Muscolandia”.. dove anche i muscoli più piccoli, fanno cose giganti! 😁