28/11/2025
Ti sei mai chiesto perché *più eviti una situazione che ti mette ansia… più quella situazione ti fa paura*?
Non è debolezza.
Non è “mancanza di coraggio”.
È neurobiologia pura.
Quando eviti qualcosa che ti spaventa — un supermercato, un viaggio, una fila, un luogo affollato — succedono tre cose:
1️⃣ La situazione ti attiva
Il corpo entra in allerta: battito veloce, respiro corto, tensione.
È la risposta di sopravvivenza.
2️⃣ Eviti o scappi
E subito senti sollievo.
L’ansia si abbassa di colpo.
Il corpo ti ringrazia.
La mente dice: “Meno male che siamo fuggiti.”
3️⃣ Il cervello impara una cosa sbagliata
Interpreta il sollievo come prova che:
👉 “Quel posto era davvero pericoloso.”
👉 “Scappare ti ha salvato.”
Così la paura aumenta.
La prossima volta sarà ancora più forte.
Il ciclo si rinforza.
E tu ti sentirai sempre più “fragile”… anche se non lo sei affatto.
🌿 La verità?
Non è il luogo a essere pericoloso.
È l’associazione che il cervello ha costruito.
🧠 La buona notizia: si può disimparare.
Lavorare sull’ansia non significa buttarsi nel panico a forza.
Significa imparare a stare nel corpo senza scappare subito.
Significa osservare, riconoscere, respirare.
Significa interrompere l’automatismo.
Ed è proprio qui che la mindfulness è potentissima:
📌 riduce la reattività del sistema nervoso
📌 calcia i meccanismi di ipercontrollo
📌 scioglie la ruminazione
📌 ti permette di fare esperienza reale, non guidata dalla paura
La libertà torna un passo alla volta.
Una situazione alla volta.
Un respiro alla volta.
Se vuoi altri contenuti pratici per spezzare i cicli dell’ansia e tornare a vivere con più presenza e tranquillità,
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