Lo spazio dell'ascolto Dott.ssa Francesca Tamai

Lo spazio dell'ascolto Dott.ssa Francesca Tamai Dottoressa in psicologia clinica e Counselor

28/10/2025

Sabato 25 ottobre 2025 ho avuto il piacere e l’onore di portare il mio contributo alla giornata organizzata per la salute della donna presso il poliambulatorio con il quale collaboro come psicologa clinica, Us Abroad Health Care, a Vicenza.

Il tema era la prevenzione del tumore al seno.

La parte invisibile della guarigione è quella che riguarda il mio lavoro: sia con i pazienti oncologici che con i loro familiari.

Il momento della diagnosi può essere un trauma e il range di emozioni che possono scatenarsi in quel momento (umane e normali) ha bisogno di spazio, respiro, ascolto.
Se le persone che seguono la persona amata che attraversa direttamente la malattia, non ricevono sostegno psicologico ed emotivo, quello che può accadere è che rabbia, paura, tristezza non elaborate, ad un livello inconscio, vengano trasmesse al paziente. E questo, va da sé, non alleggerisce il cammino.

La Guarigione, non è una meta fissa, ma un processo. È del processo che abbiamo bisogno di imparare a fidarci, vivendo momento dopo momento quello che il viaggio porta.

Il Dottor Simonton (uno dei primi pionieri della psico oncologia ad inizio anni ’70) ha iniziato a lavorare attraverso tecniche di mindfulness e tecniche di immaginazione attiva con pazienti che avevano una prognosi negativa e ha visto che la loro aspettativa di vita raddoppiava. Così, dopo un tempo ritenuto opportuno, ha iniziato a praticare le stesse tecniche (parallelamente ai protocolli medici tradizionali) con pazienti con prognosi migliori: i suoi studi hanno portato un grandissimo contributo alla cura del tumore, perché molti di questi pazienti risultavano sperimentare un profondo cambiamento a livello delle connessioni neuronali e molti di loro guarivano.

Vivere il processo, accettando la malattia e camminando con la stessa, ha portato molti di questi pazienti ad un cambiamento che è stato la porta verso la guarigione. Non tutti ottengono i risultati sperati. E non abbiamo risposte in merito, quello che possiamo portare come contributo è la nostra presenza perché il processo porta a tutti i messaggi che hanno bisogno di ricevere, nessuno escluso.

Entrare nell’esperienza del processo ci permette di interagire con lo stesso. È l’elevazione del livello della coscienza che contribuisce alla guarigione, ad ogni livello, fisico e psichico. Nel momento in cui la coscienza si espande, nuove reti neuronali vengono attivate e con loro nuove soluzioni creative verso lo squilibrio che ha originato la malattia.

"La malattia smette di essere entità e diviene processo. Da uno stato di allarme, passiamo ad uno stato di ricerca, ascolto, osservazione, evoluzione. "
Erica Francesca Poli – Anatomia della Coscienza Quantica

Uno degli allenamenti più importanti nel lavoro con i sogni (e quando parlo di sogni parlo di immagini che arrivano dura...
22/10/2025

Uno degli allenamenti più importanti nel lavoro con i sogni (e quando parlo di sogni parlo di immagini che arrivano durante il sonno ma anche “ad occhi aperti”, perché le immagini oniriche arrivano anche durante lo stato di veglia) è quello dell’attenzione fluttuante.

Per spiegare ciò di cui parlo, faccio un passo indietro. C’è una differenza sostanziale tra ciò che è considerato “segno” e ciò che è considerato “simbolo”. Parlo della differenza nel lavoro con le immagini che hanno delineato i grandi S.Freud (segno) e C.G.Jung (simbolo).

Dare un’interpretazione “fissa” ad un’immagine significa un po’ “ucciderla” cioè metterle un’etichetta. Un faro, in termini di segno, è una torretta in mezzo al mare che emana un segnale per i marinai.

Vedere invece un’immagine come simbolo significa darle respiro: il faro può essere un’indicazione di direzione da seguire e/o pericolo da evitare, una guida (spirituale?) nella così detta “notte buia dell’anima”, e così via. Il simbolo è vivo, si muove e trasforma. E per coglierne il messaggio è necessario mantenere l’attenzione fluttuante.

Contemplare l’immagine, lasciare che si muova, che parli. Uscire da ciò che l’immagine
rappresenta a livello razionale (emisfero sinistro del cervello) ed entrare nella parte creativa (emisfero destro del cervello).

Cosa sta cercando di dirmi quest’immagine?

Questo semplice esercizio porta ad una forma di coscienza rispetto a ciò che abita in noi che è estremamente trasformativo. L’inconscio comunica solo ed esclusivamente tramite immagini, ogni immagine è unica e porta un messaggio preciso a ciò che stai vivendo. Lasciarle andare senza avere dato loro spazio è lasciare andare una risorsa preziosissima.

Di recente una giovane donna, che seguo da tempo, mi ha detto “è incredibile come il lavoro con le immagini e con i sogni sembri così astratto e sia in verità così concreto nell’aiutarmi a vivere la vita.”

Iniziare è sempre possibile.

☎️ 338 2984190
✉️ francescatamaipsy@gmail.com
🌐 www.francescatamai.it

Una posizione scomoda, innaturale, faticosa.Nello yoga è chiamata Shirshasana. Non starò qui ad elencare tutti i benefic...
16/10/2025

Una posizione scomoda, innaturale, faticosa.
Nello yoga è chiamata Shirshasana. Non starò qui ad elencare tutti i benefici di questa posizione perché non sono un’esperta di yoga e perché ci sono insegnanti notevoli e libri altrettanto notevoli che ne parlano ampliamente.

Quello che desidero evidenziare qui è altro. Riguarda un’attitudine. La capacità di guardare le cose da un punto di vista rovesciato. Scombussolarle, sconvolgerle. Ritrovarsi in una posizione che mostri il mondo da una prospettiva completamente capovolta. A che pro?

Beh…allo scopo di sentire quello che si sente quando ci rimette in asse: la schiena è dritta, i piedi ben piantati a terra, la testa svuotata e ciò che prima mi sembrava impossibile e inaffrontabile, improvvisamente diventa chiaro e lineare.

In altre parole: il sistema nervoso, una delle funzioni più importanti per la nostra auto-regolazione, in questa “scomodità” ritrova equilibrio. Armonia, calma. Rallenta.

Cosa accade dentro? Incontrare la scomodità, una scomodità moderata, che chiami in causa il corpo, fuori da dinamiche masochistiche (specifico per dovere di professione), permette di uscire da schemi che nemmeno ci rendiamo conto di avere rispetto alla capacità di vivere la vita e soprattutto rispetto alla capacità di co-creare soluzioni creative, non solo rispetto a problemi ma anche e soprattutto rispetto al nostro quotidiano.

Non è (solo) una posizione del corpo, ma una posizione mentale. Un’apertura nell’ osservare la vita da una prospettiva diversa per lasciarsi guidare da nuove forze interne che muovono nuove possibilità.

☎️ 338 2984190
✉️ francescatamaipsy@gmail.com
🌐 www.francescatamai.it

  Ogni tanto fa proprio tanto bene mollare tutto, togliersi ogni tipo di maschera, credenza, idea, ossessione etc etc et...
09/10/2025



Ogni tanto fa proprio tanto bene mollare tutto, togliersi ogni tipo di maschera, credenza, idea, ossessione etc etc etc e uscire dalla propria zona.

Nemmeno di comfort perché a me la vita selvaggia piace, ma dalla propria zona quotidiana. Dalle proprie abitudini. Uscire, fare un giro, dopodiché rientrare.

Incontrare quelle parti con le quali nel quotidiano frenetico si parla meno, quelle qualità che appartengono ai bambini. Giocare con la vita, sorriderle, arrabbiarsi con la Vita, tornare a sorriderle...respirare aria pulita.

Tornare a sentire il senso profondo delle abitudini, della quotidianità, delle azioni che non sono frutto di automatismo ma di scelte che seguono una spinta che viene da dentro.

Ogni tanto fa bene uscire...senza una meta particolare...per tornare a sentire il senso del Viaggio.

Ultimamente non la sento più come una possibilità ma come un dovere. Avere la fortuna di vivere una vita che mi permette di avere tanto ha come sola ed unica conseguenza, a mio avviso, che la forma più elevata di gratitudine sia il mio impegno nell' Esserci.

“What you do makes a difference, and you have to decide what kind of difference you want to make.”
Jane Goddall

06/10/2025

La Relazione di coppia respira un' Essenza tutta sua, formata dalla somma dei singoli individui che la vivono che è molto più della somma stessa. Le personalità si mescolano, le diversità si incontrano e scontrano e questa Essenza prende la sua forma, il suo Spazio.

Si crea, si trasforma, respira e vive.

Nella vicinanza e nella lontananza. Nell'espansione e nella contrazione. Momenti preziosi entrambi che vanno lasciati emergere e seguiti nel loro ritmo fluido.

Spesso è la relazione che mostra la strada, non le singole individualità. Quando si impara a lasciarsi guidare da questa Essenza, si impara a crescere con l'altro e nella Relazione.

Quando tutto questo è possibile, la Relazione emana Gioia.

Per una via all’Armonia…Mi sono approcciata alla lettura di un libro che mi è stato regalato qualche tempo fa:“WA La via...
02/10/2025

Per una via all’Armonia…

Mi sono approcciata alla lettura di un libro che mi è stato regalato qualche tempo fa:
“WA La via giapponese all’armonia” di Laura Messina, da cui riporto un passaggio:

“L’occidentale cresce convinto che la libertà sia il principio basilare dell’uomo, che è
inseguendo la personale felicità che ci si realizza. Eppure in Giappone è possibile scoprire che la gioia, quella duratura, la fa soprattutto l’ambiente in cui si vive, la comunità sconosciuta ma complice che ci accoglie.”

È una visione del mondo, una visione della società molto diversa dalla nostra.
Nelle mie riflessioni è arrivata questa consapevolezza: la bellezza, intesa come
armonia, come imperfezione, come qualcosa di incompiuto che continua a muoversi e
ad evolversi, vede al centro il benessere individuale e quello comune come lo
stesso bene. Le due cose si fondono insieme in una danza armoniosa: la mia
crescita, la capacità di ascoltarmi profondamente diventa parte del benessere che
desidero condividere con la comunità per sentirmi parte integrante della stessa. La bellezza vede la scelta che alle volte va anche a discapito dell’individualismo per un
bene più grande, che tocchi più vite, che includa più respiri, più occhi, più anime.

Può la bellezza aiutarci a costruire una società più proiettata al “noi” che all’ “io”? Può
aiutarci a basarci sulla forza del potere personale di ognuno più che sull’insicurezza
dell’importanza personale di molti? La Bellezza, può in qualche modo aiutare a sentirci più uniti? Insieme? Forti del sostegno reciproco che possiamo ricevere e dare a nostra volta?

Credo che valga la pena farci questa domanda…

Se vuoi saperne di più, iscriviti alla mia newsletter dell’ascolto:
https://www.francescatamai.it/newsletter-2/

☎️ 338 2984190
✉️ francescatamaipsy@gmail.com
🌐 www.francescatamai.it

Che cos’è il Daimon? È la nostra ‘guida’, un’energia, una spinta erotica che portiamo dentro dal momento della nascita e...
24/09/2025

Che cos’è il Daimon?
È la nostra ‘guida’, un’energia, una spinta erotica che portiamo dentro dal momento della nascita e che si manifesta fin da subito attraverso azioni che ci portano un senso di Gioia e Pienezza. Nasciamo privi di “memoria” cognitiva ma con una chiarezza interiore legata a sensazioni e percezioni che se lasciate libere di esprimersi manifestano il nostro Daimon, chiamato anche progetto di Vita.

Cosa facevi con facilità quando eri bambin@? Cosa amavi fare più di ogni altra cosa al
mondo?
Cantare?
Danzare?
Scrivere?
Aiutare i bambini in difficoltà a fare i compiti?
Prenderti cura degli animali?
Parlare con le piante del tuo giardino?
Disegnare?

Quello che è molto importante recuperare non è il “fare” ma la vibrazione/sensazione
che si creava dentro di te tutte le volte che facevi quella determinata cosa. È il sentire che indica la strada.
Potrebbe essere un processo che dura tutta una vita. Il Daimon è e sarà sempre con
te. E farà di tutto, per sostenerti ad intraprendere la strada della tua piena realizzazione. Lì e solo lì, potrai iniziare a condividere il tuo dono con chi ti cammina accanto.

Se vuoi saperne di più, iscriviti alla mia newsletter dell’ascolto:
https://www.francescatamai.it/newsletter-2/

Non è un gruppo di terapia, ma un gruppo in cui ci troviamo per esplorare i nostri sogni: un sogno condiviso in un grupp...
20/09/2025

Non è un gruppo di terapia, ma un gruppo in cui ci troviamo per esplorare i nostri sogni: un sogno condiviso in un gruppo non appartiene più solo alla persona che l’ha sognato ma diventa un messaggero per tutto il gruppo.
Questo gruppo è adatto a tutte le persone che sentono il desiderio di portare equilibrio alla propria vita, lasciando che ragione e intuito si incontrino, iniziando a dialogare tra loro.
Lavorare con i sogni è un modo per guardarsi dentro, conoscersi, portare alla luce ciò che ancora è nell’ombra (=sconosciuto); è così che possiamo diventare Sovrani di noi stessi.

Indirizzo

Via Velo 72
Bassano Del Grappa
36061

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Lo spazio dell'ascolto Dott.ssa Francesca Tamai pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Lo spazio dell'ascolto Dott.ssa Francesca Tamai:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare