Ho sempre cercato l'essenza più profonda in ogni cosa non fermandomi mai all'apparenza, ho sempre avuto la certezza che scavando avrei trovato qualcos'altro. Durante i miei studi in medicina ho sempre sentito un bisogno che non veniva mai colmato, nemmeno quando ho iniziato a frequentare i reparti e gli studi medici, un bisogno di qualcosa che nemmeno io sapevo spiegare ma allo stesso tempo non mi dava pace. Iniziando ad avere i primi approcci con i pazienti il mio modo di "lavorare" era completamente diverso rispetto a quello dei miei colleghi che criticavano puntualmente. Metto tra virgolette lavorare perchè per me non lo è mai stato, il mio incontro con una persona è ogni volta un qualcosa di magico, si crea tutte le volte un'atmosfera di armonia e serenità che porta ad una reciproca complicità. Non è raro per me che una persona entri in studio per un problema e dopo poco mi dica di stare meglio solo dopo aver parlato. Ecco quello che mi era sempre mancato, l'ASCOLTO EMPATICO e non giudicante, che purtroppo nel mondo medico di oggi scarseggia molto e in una visita medica è un aspetto imprescindibile per poter aiutare davvero una persona. L'approccio terapeutico tradizionale non mi soddisfaceva affatto in quanto per me molto limitativo, avevo bisogno di ampliare la mia visione in ambito medico e cercare su più fronti per combinare la cura del corpo fisico, che io avevo studiato, con la cura del lato più umano di una persona, la psiche e l'anima. Come si può scindere un essere umano in parti? Davvero si può credere che siamo simili ad una macchina da aggiustare quando si guasta? Com'è possibile pensare che un corpo sia la parte più importante da curare? Sicuri che non ci sia nient'altro? Ecco io non ci credevo, e avevo ragione! L'incontro con la Medicina cinese e il suo modo di considerare la persona nel suo insieme mi ha affascinata, e conoscere l'approccio olistico al malato mi ha aperto un orizzonte in cui ritrovo un equilibrio globale tra salute fisica e mentale, che pone la persona al centro e non la malattia, che non si limita a trattare i sintomi ma a cercare di carpirne le cause che creano il disequilibrio. "Salute non vuol dire assenza di malattia" in questa visione a 360° della medicina ma questo è molto difficile da capire in una società in cui si va dal medico quando si sta male e sicuramente non quando non si hanno sintomi. Quando ci ammaliamo il nostro corpo ci sta già inviando dei forti segnali per dirci che il nostro delicato equilibrio si è spezzato; in realtà nelle antiche medicine, come in quella cinese, si può intervenire prima della comparsa dei sintomi, semplicemente imparando ad ascoltare il nostro corpo. Viviamo in una società che non ci insegna più a seguire i nostri ritmi naturali, presi sempre dal correre dietro alla nostra vita frenetica che, mera illusione di progresso, è invece causa della deleteria perdita del nostro autentico essere. Quanti hanno la pazienza di ascoltare il proprio corpo? Di chiedersi come mai in quel momento stanno presentando quel sintomo? Abbiamo imparato che bisogna tornare a stare bene il prima possibile, tornare a lavoro, a scuola, spegnere subito il sintomo che ci da fastidio. Ormai sembra che il mondo funzioni al contrario, conviviamo con alti livelli di stress come se fosse inevitabile, usiamo i farmaci come se fossero caramelle, siamo contenti che la vita media si sia allungata senza vedere che in realtà "si tira avanti", come dicono tante persone, allungando spesso solo anagraficamente la vita e non qualitativamente. Tumori, malattie croniche, degenerative, psicologiche ormai sono all'ordine del giorno. Siamo sicuri che si possa definire veramente un traguardo questo? Il nostro corpo ha dentro di sé la capacità di guarirsi, nella natura troviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, se solo riuscissimo a riconnettere le varie parti del nostro essere, se tornassimo a stare in pace e in armonia tra esseri umani trovando ognuno il proprio posto nel mondo e vivendo in sintonia con la natura. Mi definisco Medico di MEDICINA INTEGRATA e NATURALE in quanto cerco, il più possibile, di trovare l'approccio adatto ad ogni persona poiché ciò che può andare bene ad uno non è detto funzioni anche per un altro. Quello che cerco di fare sempre è accompagnare la persona ad auto-conoscersi, a cercare di far ritrovare se stessi e prendere coscienza delle proprie potenzialità per arrivare allo scopo ultimo della medicina che dovrebbe sempre essere l'AUTO-GUARIGIONE.