27/01/2017
L’iperplasia prostatica benigna consiste in un ingrossamento della prostata e generalmente si manifesta con la sensazione di una difficoltà a svuotare la vescica, un getto ridotto ed un suo non completo svuotamento ma anche con un aumento della frequenza della minzione che spesso porta a dover urinare più volte in una notte.
L’ipertrofia prostatica benigna è una malattia determinata dall’invecchiamento fisiologico della ghiandola prostatica. Il processo, che inizia già a circa 40 anni (in qualche caso anche dopo i 30), diviene clinicamente evidente intorno alla sessantina, quando i pazienti cominciano ad accorgersi che il loro modo di urinare non è più normale.Tra i 60 e gli 80 anni, un uomo su quattro necessita di una cura, medica o chirurgica, per la prostata.L’iperplasia prostatica benigna è di per sè un processo appunto benigno, e come tale pertanto, non produrrebbe danni alla salute. Il problema è che l’aumento di volume della prostata si trasforma in malattia quando impedisce all’urina di uscire “normalmente” dalla vescica. Dal punto di vista anatomico, la prostata è un po’ come un “manicotto” che circonda il canale dell’uretra, che nasce dalla vescica e, percorrendo il pene, porta l’urina (e lo sperma) all’esterno.Quando un soggetto urina, la muscolatura della vescica si contrae, dà pressione all’urina in essa contenuta, “apre” il foro di comunicazione con il canale uretrale (collo vescicale) e spinge l’urina in quella prima porzione del canale uretrale che e’ circondato dalla prostata. In questa fase di espulsione la pressione prodotta dalla vescica è più forte di quella esercitata dal collo vescicale e dalla prostata, e ciò permette il passaggio all’esterno dell’urina. Allo stesso modo, sia che si tratti di ipertrofia o iperplasia prostatica benigna, quando la prostata aumenta di volume tende a comprimere e a chiudere il canale uretrale e la vescica deve fare uno sforzo maggiore del normale per spingere l’urina all’esterno.
Questi sono i primi sintomi del cosiddetto “prostatismo”: il flusso urinario si riduce, il getto diviene meno forte e si nota un gocciolamento finale .
L’aiuto dell’urologo è, quindi, indispensabile per scoprire tempestivamente questi cambiamenti.