19/10/2025
❗️❗️Continuiamo con la presentazione degli incredibili relatori che parteciperanno al congresso dei 30 anni di Eurocclusion🎉il 19-20-21 marzo 2026❗️❗️
➡ https://t.ly/eurocclusion30
✅ Il Dott. Davide Di Gregorio ci parlerà di un argomento importantissimo:
➡ "L'inquadramento generale del paziente disfunzionale"
Ti aspettiamo🥰
➡ https://t.ly/eurocclusion30
✅ABSTRACT:
Nello studio della disfunzione posturale e dei sintomi aspecifici correlati come la stanchezza cronica, i dolori migranti, le pseudo-vertigini e le altre manifestazioni di difficile inquadramento, etichettate spesso come “disfunzionali” sic et simpliciter, è cruciale porre una diagnosi differenziale prima di intraprendere la terapia su un apparato specifico. Questa regola aurea naturalmente vale ancora di più per il sistema stomatognatico (SSG), grandemente coinvolto in funzioni multiple, che comprendono anche i sistemi di regolazione dell’assetto corporeo.
È fondamentale quindi non cadere nella trappola di inseguire il sintomo o una determinata manifestazione clinica ma al contrario avere ben chiaro un inquadramento generale del paziente e non perdere mai di vista la ricerca dell’innesco della disfunzione. In questo contesto è necessario ricordare che il controllo del sistema posturale fine e dei suoi effettori può essere alterato sia da un problema organico specifico sia da un’alterazione recettoriale sia da un disturbo viscero-emozionale; inoltre anche la cascata di reazioni fisiche, metaboliche ed endocrine tipiche dello stress cronico può manifestarsi sotto forma di anomalie comportamentali, percettive, somatosensoriali o somatoviscerali apparentemente simili a quelle di altri disturbi.
Come orientarsi quindi in un contesto così insidioso? Nella letteratura scientifica i rapporti tra i diversi apparati, in disfunzione o meno, sono spesso controversi e non disponiamo ancora di studi incontrovertibili, perché il grosso della produzione ha un’evidenza scientifica debole e molto spesso sembra ripetersi sempre la stessa conclusione: “le connessioni appaiono innegabili… ma solo pochi studi hanno dimostrato una correlazione”. La ricerca analitica è incentrata per intrinseci limiti statistici su poche variabili, che purtroppo mal si adattano alla descrizione della complessità del “sistema posturale fine” cioè di quell'insieme di regolazioni istantanee e multifattoriali, che concorrono alla postura e all’azione. Quante incognite può avere un’equazione risolvibile? E quante ne dobbiamo considerare nel nostro lavoro? Il professionista della salute, interessato ai pazienti “disfunzionali” o che decide di non ignorare il malessere del proprio paziente, sa di trovarsi in una terra di mezzo compresa tra acquisizioni certe ma anche tra dubbi e contraddizioni. Da un lato ogni professione sanitaria vive un progresso straordinario fatto di innovazioni, pubblicazioni e linee guida istituzionali. Dall’altro sembra invece perdere il bandolo della matassa sui temi complessi. La nostra crescente specializzazione da un lato ci porta ad eccellere e dall'altro a perdere di vista il contesto generale. Konrad Lorenz, il grande etologo, affermò che “… ogni uomo ha un campo di conoscenza sempre più ristretto, nel quale egli deve essere esperto per poter competere con le altre persone. Lo specialista conosce sempre più cose su sempre meno argomenti e alla fine conosce tutto di niente". Queste parole, volutamente provocatorie ed estreme, sono in realtà sempre più attuali, e, se la nostra professione vuole elevarsi sopra la mera prestazione di un servizio, non le può ignorare.
L’analisi della complessità dovrebbe avere come caposaldo la valutazione clinica prima ancora di un’indagine specialistica di settore. Un buon approccio utilizzabile nella valutazione routinaria del paziente gnatologico plurisintomatico è stato realizzato dal Dott. Luca Sangiovanni attraverso una sintesi originale e un'indagine diagnostica, che scompone le singole afferenze sensoriali e le analizza in modo sistematico con una batteria di test incrociati utilizzabili nella quotidianità della professione. Partendo dallo studio di numerosi Autori di diversa estrazione e accumulando oltre venti anni di esperienza clinica, ha organizzato una procedura clinica di approccio alla complessità da diversi punti di osservazione per arrivare a una diagnosi differenziale affidabile, evitando in partenza quegli errori, che a tutt’oggi rischiano di farci procedere per tentativi. Una corretta diagnosi nei casi complessi è il primo passo per una razionalizzazione delle terapie e la relazione presenterà dunque una serie di indicatori utili a individuare e inquadrare i pazienti, che, pur manifestando sintomi e segni di pertinenza gnatologica, soffrono di una alterazione basale che non solo sottende l’intero quadro disfunzionale ma inficia il successo di un approccio puramente odontoiatrico.