30/11/2025
Da
‼️ 🗣️ Nel bagno del Liceo Giulio Cesare di Roma è comparsa una scritta: “Lista degli stupri”, seguita dai nomi di nove studentesse. Non possiamo definirla una semplice bravata come tante altre. È una minaccia esplicita, dentro una delle scuole più note della città.
Lo hanno denunciato le ragazze del collettivo Zero_Alibi: il muro si cancella, “ma la cultura alla base del messaggio no”. Ed è esattamente qui il punto. Perché quella lista nasce dentro un contesto che conosciamo fin troppo bene: una cultura patriarcale ancora fortissima, relazioni affettive insegnate male o per nulla, ruoli di genere tossici, maschilità che si formano senza strumenti emotivi, e scuole lasciate sole di fronte a tutto questo.
Gli ultimi dati ISTAT ci ricordano che una donna su tre in Italia subisce violenza fisica o sessuale. E che le più colpite sono proprio le giovanissime, le studentesse, le ragazze tra i 16 e i 24 anni. Non stupisce quindi che la violenza esploda anche nei corridoi dei licei: è lì che manca prevenzione, ascolto, psicologia ed educazione alle relazioni. È lì che si costruiscono - o si rompono - le basi per relazioni sane.
Le risposte di circostanza non bastano più. Serve quello che da anni si evita: un percorso strutturato e pubblico di educazione alle relazioni, alla consapevolezza emotiva, al rispetto, al consenso. Serve psicologia nelle scuole, non interventi occasionali. Serve una rete che accompagni docenti, studenti e famiglie. Perché le liste non compaiono dal nulla: compaiono dove manca tutto il resto.
È per questo che Diritto a Stare Bene, la raccolta firme di Pubblica, chiede una riforma reale della salute mentale pubblica, una rete di psicologhe e psicologi accessibili, percorsi educativi continui e strumenti per prevenire la violenza prima che si trasformi in un graffito, in una minaccia, o in un fatto di cronaca.
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