Dott.ssa Chiara Agrosi

Dott.ssa Chiara Agrosi Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Dott.ssa Chiara Agrosi, Psicoterapeuta, Via veneto 5 Borgoricco (Pd), Borgoricco.

Nei post precedenti abbiamo parlato dell’importanza del contatto tra genitore e bambino, e della capacità del bambino di...
30/09/2025

Nei post precedenti abbiamo parlato dell’importanza del contatto tra genitore e bambino, e della capacità del bambino di autoregolarsi in base allo scambio con l’adulto.
A tal proposito, le esperienze positive di contatto corporeo durante l’infanzia sono correlate ad una migliore percezione del proprio corpo. Inoltre, chi ha sperimentato forme di contatto fisico positivo in famiglia, tenderà a sua volta ad utilizzare un tocco affettivo con i propri figli, favorendo uno stile di attaccamento sicuro.
Similmente, i genitori che possiedono una maggiore consapevolezza dei propri stati interni e dei segnali provenienti dal proprio corpo, saranno maggiormente in grado di interpretare i segnali corporei del bambino. Questo tenderà a far sì che i figli sviluppino migliori competenze sociali, emotive, e cognitive, mostrando ad esempio maggiori capacità di regolazione delle proprie emozioni, di autocontrollo, di cooperazione e di iniziativa sociale (MacCormack, 2020).

Chiara Agrosi è Psicoterapeuta e Ipnologa regolarmente abilitata all'esercizio della professione. Il tuo percorso verso il miglioramento comincia qui 💜

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I bambini possiedono delle rudimentali competenze sociali sin dalla nascita, ad esempio sono in grado di riconoscere qua...
26/09/2025

I bambini possiedono delle rudimentali competenze sociali sin dalla nascita, ad esempio sono in grado di riconoscere quando il genitore è distratto, e di lanciare di conseguenza dei segnali comunicativi che richiamino la sua attenzione.
Già a partire dai primi giorni di vita, i neonati sanno discriminare quando una persona li sta guardando direttamente, e all’incirca tra i 5 e gli 8 mesi i bambini imparano a riconoscere espressioni emozionali sul volto altrui. Questa abilità, che si affina ulteriormente tra i 12 e i 18 mesi, è fondamentale per un corretto sviluppo, e permette ai bambini preverbali di interpretare il comportamento degli adulti, fornendo una guida per agire di conseguenza. Ad esempio, il bambino tenderà ad esplorare l’ambiente se l’espressione del genitore è serena, mentre se il genitore assume un’espressione spaventata e che indica la presenza di un pericolo, il bambino tenderà a fermarsi.

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Il bambino ha una predisposizione innata alla connessione con l’altro, e nel caso dei neonati e dei bambini molto piccol...
23/09/2025

Il bambino ha una predisposizione innata alla connessione con l’altro, e nel caso dei neonati e dei bambini molto piccoli, questa connessione si svilupperà principalmente attraverso il contatto fisico con il genitore, che diventa fondamentale per un corretto sviluppo.
Questo processo avviene su due piani, che coesistono e interagiscono tra loro. Da una parte il genitore rappresenta per il neonato un mezzo che fornisce la cura, il nutrimento e la protezione necessari alla sopravvivenza. Dall’altra parte, nonostante il bambino sia molto piccolo, può comunque sperimentare il piacere dell’incontro con il genitore, il quale viene visto non come un mezzo, bensì come un compagno. In tal senso, la relazione genitore-bambino è fine a sé stessa, e non ha nessun altro scopo se non il piacere della condivisione.
Questa relazione precoce permette al bambino di sviluppare progressivamente un senso di sé e del proprio corpo, mentre in caso di neglect o maltrattament0 può avvenire uno sbilanciamento che è potenziale causa di danni anche a livello cerebrale, i quali andranno ad influenzare negativamente lo sviluppo.

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Nel post precedente abbiamo iniziato a parlare della lista stilata dal WWF che, partendo dai risultati di numerose ricer...
19/09/2025

Nel post precedente abbiamo iniziato a parlare della lista stilata dal WWF che, partendo dai risultati di numerose ricerche scientifiche, illustra alcuni importanti benefici del contatto con la natura in età evolutiva.
Abbiamo già visto 5 di questi benefici. Scorri le slide per conoscere gli altri! 🌳

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A causa del progressivo sviluppo degli ambienti urbani e della tecnologia, la quale pervade ormai gli ambiti lavorativi ...
16/09/2025

A causa del progressivo sviluppo degli ambienti urbani e della tecnologia, la quale pervade ormai gli ambiti lavorativi e di intrattenimento, non c’è più tempo e spazio per immergersi nell’ambiente naturale.
Il contatto con la natura infatti è qualcosa che si sta perdendo sempre di più, e ciò non vale solo per gli adulti, ma anche per i bambini. Tuttavia, i benefici del contatto con la natura in età evolutiva sarebbero numerosi, e a tal proposito il WWF ha recentemente raccolto le evidenze scientifiche provenienti da numerosi studi, stilando un elenco di benefici derivanti dal contatto con la natura in età evolutiva.
Scorri le slide per scoprire quali sono! 🌳

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Tutti abbiamo paura di qualcosa. Naturalmente, ognuno avrà paure diverse in base all’età e a una serie di diversi fattor...
12/09/2025

Tutti abbiamo paura di qualcosa. Naturalmente, ognuno avrà paure diverse in base all’età e a una serie di diversi fattori personali, ma in ogni caso è importante insegnare ai propri bambini che la paura è un’emozione normale.
Il compito del genitore è quello di rassicurare il proprio figlio e fornirgli le strategie per gestire al meglio la paura, mentre nel caso delle paure ancestrali, come quella della m0rte, il genitore dovrà semplicemente validare questa emozione e stare accanto al bambino.
Il ruolo del genitore è anche quello di aiutare i figli ad essere coscienti dei pericoli e ad attuare le strategie necessarie per proteggersi, ma senza instillare ulteriori paure nel contempo.
Al contrario, la paura può essere sdrammatizzata, come succede ad esempio nei romanzi e nei film di Harry Potter con l’incantesimo “Riddikulus”, che ha il potere di trasformare ciò che ci spaventa in qualcosa di buffo.
I bambini tendono ad essere molto immaginativi, e per questo, se il genitore propone un’attività come scrivere le proprie paure su un foglio per poi cestinarle, il bambino molto probabilmente si convincerà che la paura sia stata veramente gettata via, e questo farà sì che essa passi più facilmente.
A tal proposito, i libri per l’infanzia possono essere strumenti utili per far capire ai bambini che tutti, compresi gli adulti, hanno paura, ma che allo stesso tempo la paura si può superare. Inoltre, i libri possono fornire degli spunti per attività divertenti che aiutino i bambini a sdrammatizzare le paure, similmente all’esempio appena visto.

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In genere, qualsiasi tipo di manifestazione emotiva intensa da parte dei bambini piccoli viene etichettata come “capricc...
08/09/2025

In genere, qualsiasi tipo di manifestazione emotiva intensa da parte dei bambini piccoli viene etichettata come “capriccio”. In realtà non è proprio così: infatti, quando il cervello è in via di sviluppo, il bambino fatica a contenere le emozioni forti, e questo può dare origine a urla e pianti.
Tuttavia, appurato che non si tratta di capricci, ciò non significa che i genitori possano lasciare il bambino in balia delle sue emozioni. Il ruolo del genitore in questi casi è infatti quello di aiutare e contenere il bambino, standogli accanto in modo che possa superare questa fase.
Cos’altro si può fare per contenere il bambino e per far sì che ci ascolti? Innanzitutto sono da evitare le domande inutili, come ad esempio: “Ti va se facciamo l’aerosol?” Dal momento che l’aerosol andrà fatto in ogni caso, queste domande, che danno al bambino l’illusione di avere una possibilità di scelta quando invece non è così, avranno come unico effetto quello di farlo sentire ingannato e preso in giro, generando frustrazione. Invece, è meglio usare un’affermazione decisa: “Ora è il momento di fare l’aerosol.”
Inoltre, con i bambini più piccoli è inutile fornire troppe spiegazioni che non possono comprendere. Ad esempio, se il bambino sta lanciando dei sassi, non servirebbe a nulla dirgli di non lanciare i sassi perché non si fa, perché è pericoloso, o perché qualcuno potrebbe farsi male. Anche in questo caso, un “no” deciso, se serve allontanando il bambino dai sassi, è la soluzione più efficace.
Infine, dire troppi “no” ai propri figli non solo non è utile, ma alla lunga porterà addirittura all’effetto contrario, poiché il bambino comprenderà che si tratta di uno schema tipico del genitore, e per questo smetterà di ascoltare.

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Il nostro corpo è qualcosa di intimo e di prezioso, che merita cura e rispetto. Questo ovviamente vale anche per i bambi...
04/09/2025

Il nostro corpo è qualcosa di intimo e di prezioso, che merita cura e rispetto. Questo ovviamente vale anche per i bambini, a cui è fondamentale insegnare sin da piccolissimi il rispetto per il proprio corpo e per quello altrui.
I bambini devono imparare che solo loro possono decidere i confini che riguardano il proprio corpo, e solo loro possono decidere chi, quando, e in che modo si può avvicinare.
A volte, ad esempio, può capitare che alcuni membri della famiglia vogliano baciare o abbracciare il bambino. Ma se in alcuni casi il contatto fisico può essere apprezzato, in altri casi questi gesti affettuosi potrebbero essere invece percepiti come un’invasione.
Anche se il gesto viene fatto in buona fede, non si può dare per scontato che al bambino faccia piacere. È necessario infatti chiedere prima il suo consenso, e successivamente rispettare i confini che pone.
Nel caso in cui il bambino non si senta a proprio agio, i genitori possono fornire delle alternative, ad esempio salutare con la mano, oppure mandare un bacio volante.

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La gentilezza è fondamentale per poterci relazionare correttamente con gli altri, e insegnare ai bambini ad essere genti...
01/09/2025

La gentilezza è fondamentale per poterci relazionare correttamente con gli altri, e insegnare ai bambini ad essere gentili è senz’altro un aspetto cardine della loro educazione emotiva.
Ma come possiamo fare, e in particolare con i bambini piú piccoli?
Facciamo un esempio, e immaginiamo che il nostro bambino abbia appena ricevuto un regalo da parte di un familiare. Innanzitutto, la gentilezza non si insegna obbligando il bambino a ringraziare. Il modo più efficace per far sì che un bambino impari qualcosa è che il genitore sia il primo ad essere d’esempio, dal momento che i bambini apprendono per imitazione. In questi casi allora dovremmo essere noi i primi a dire grazie.
Un altro modo per insegnare la gentilezza ai bambini è elogiarli quando notiamo che compiono un’azione gentile, rinforzando dunque quel comportamento.
Infine, i libri per l’infanzia possono costituire un importante supporto educativo per poter affrontare temi di maggiore astrattezza e complessità, proprio come la gentilezza, in modo semplice e adatto all’età del bambino.

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L’educazione passa attraverso l’identità di genere? Ancora oggi continuano a persistere stereotipi e pregiudizi riferiti...
28/08/2025

L’educazione passa attraverso l’identità di genere?
Ancora oggi continuano a persistere stereotipi e pregiudizi riferiti al genere, che si traducono in frasi che vengono rivolte anche ai bambini piú piccoli, come ad esempio: “Sei un maschietto, non puoi giocare con le bambole” oppure “Sei una fe*******ia, non puoi giocare a calcio”. Affermazioni del genere si protraggono poi per tutta la vita, ponendo di fatto dei vincoli all’espressione dei propri talenti e potenzialità. Se ci riflettiamo, ci accorgiamo peró che queste frasi non corrispondono alla veritá, e che questi limiti sono imposti dalla società.
In tutto ciò, il ruolo del genitore è quello di promuovere e incoraggiare la libertà di pensiero, di autonomia e di espressione dei propri figli. Non esistono attività intrinsecamente “da maschio” o “da femmina”, e per poter diventare adulti davvero liberi, tutti dovrebbero essere capaci di svolgere qualsiasi tipo di mansione. Esistono invece le potenzialità individuali del bambino, e il genitore ha il compito di far sì che esse trovino espressione, supportando i talenti del proprio figlio e aiutandolo a sviluppare gli ambiti in cui invece riscontra piú difficoltà.

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Il corpo della donna è soggetto a cambiamenti lungo tutto l’arco della vita. A partire dalla pubertà, con lo sviluppo de...
25/08/2025

Il corpo della donna è soggetto a cambiamenti lungo tutto l’arco della vita.
A partire dalla pubertà, con lo sviluppo dei caratteri s3ssuali secondari e la comparsa del primo ciclo mestruale, il corpo femminile inizia a cambiare, per poi trasformarsi ulteriormente più tardi, nel caso di un’eventuale gravidanza, e poi ancora durante il post-partum e l’allattamento. Occuparsi dei figli comporta inoltre un carico che si riflette anche sul corpo della donna. In seguito si giunge alla menopausa, un altro periodo di profondi cambiamenti sia fisici che psicologici, che a volte può comportare anche disturbi di vario tipo, per poi, con gli anni, arrivare nella fase dell’anzianità.
Vediamo dunque come, al contrario degli uomini, il cui corpo rimane pressoché uguale dall’adolescenza, le donne cambino continuamente. A ciò poi si aggiungono anche i cambiamenti che avvengono nell’arco di ogni singolo ciclo mestruale.
Questi aspetti connessi al corpo femminile compaiono spesso anche nella mitologia greca, come nella storia di Demetra, dea dell’agricoltura e della fertilità, e della figlia Core.
Nel mito, Core viene rapita da Ade, dio dell’oltretomba, e dopo essere diventata sua moglie assume il nome di Persefone. Demetra decide che la terra non darà più frutti fino a che Core non verrà ritrovata, e comincia un lungo viaggio in cerca della figlia. Per un periodo di tempo Demetra assume anche le sembianze di un’anziana donna, finché Zeus non ordina ad Ade di restituire Persefone alla madre. Quando madre e figlia si incontrano, la terra ritorna fertile, ma si scopre che Ade ha fatto mangiare a Persefone un seme di melograno che la costringe a ritornare ogni anno nel regno dei m0rti, e proprio da qui ha origine l’alternarsi delle stagioni. Infatti, Demetra decide che nel periodo dell’anno in cui Persefone si trova nell’oltretomba, la natura si debba addormentare, per poi rifiorire quando la figlia fa nuovamente ritorno.
In questo mito dunque incontriamo donne appartenenti a tutte le fasi della vita, dalla ragazza, alla donna sposata, alla madre, fino all’anziana, e assistiamo ad una stagionalità che si riconduce a un infinito ciclo di incontri e separazioni tra madre e figlia

Come capire quando il proprio bambino è pronto a smettere di usare il pannolino? Questo dipende da caso a caso, ma in ge...
21/08/2025

Come capire quando il proprio bambino è pronto a smettere di usare il pannolino? Questo dipende da caso a caso, ma in generale può essere utile prestare attenzione ad alcuni segnali, il primo su tutti il linguaggio non verbale del bambino. Osserviamo poi se il bambino inizia a mostrare un interesse verso il bagno e se ci imita recandosi lì, oppure se associa la parola allo stimolo e ci avvisa di conseguenza.
In linea generale, si smette di usare il pannolino tra i 18 e i 36 mesi, ma in ogni caso è fondamentale rispettare i tempi del proprio figlio e non forzarlo. La fase dello spannolinamento deve essere vissuta in modo sereno, come se fosse un gioco, e il bambino non va assolutamente mortificato. Al contrario, è d’aiuto rinforzare positivamente il comportamento desiderato, celebrando i piccoli progressi.
Inoltre, può essere utile scegliere insieme un vasino, e magari decorarlo in un modo che piaccia al bambino: questo lo farà sentire maggiormente a proprio agio e lo stimolerà ad andarci.

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Indirizzo

Via Veneto 5 Borgoricco (Pd)
Borgoricco

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 15:00

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