02/12/2025
SE NE VA UN MAESTRO, Paolo Henry. Una persona a cui come rivista abbiamo voluto bene.
Torinese, classe 1939, guida alpina dagli anni ’50, psicologo, protagonista di tante lotte antistituzionali in psichiatria (fu responsabile del programma di superamento del manicomio di Grugliasco), sanguigno maestro di generazioni di operatori sociali, nel solco di quel movimento di idee e pratiche che ha reso l'Italia, nelle politiche della salute mentale, il posto più avanzato al mondo.
Ci piace ricordarlo con una sua frase, che ben lo rappresenta, letta oggi durante il rito di commiato:
“Debbo confessare di aver trovato sempre più affascinante la salute della malattia.
Così, considerato che la maggior parte degli psicologi impiegano buona parte del loro tempo e della loro intelligenza professionale nell'individuare le valenze patologiche anche nelle persone considerate normali, ho cominciato a sentirmi maggiormente autorizzato a fare esattamente il contrario.
Ho continuato a prestare maggiore attenzione agli aspetti sani dei malati, anche di quelli molto gravi.
Ho continuato così a cercare di aumentare la loro salute mentale piuttosto che accanirmi a scoprire, interpretare e approfondire il vero perché della loro sofferenza”.
Grazie Paolo, non ti dimenticheremo.
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📖 Per chi volesse approfondire il pensiero di Paolo Henry rimandiamo ad alcuni suoi testi apparsi su Animazione Sociale:
☑️ DECLINICIZZARE L'EDUCATORE
Il ruolo degli educatori nella salute mentale
in Animazione Sociale, nr. 89, 1995
☑️ UN MATTO IN FAMIGLIA
L’affidamento eterofamiliare delle persone con problemi psichici
In Animazione Sociale, nr. 131, 1999
☑️ LA MIA GENERAZIONE PARANOICA
Noi che volevamo cambiare il mondo
In Animazione Sociale, nr. 150, 2001
☑️ IL MERCOLEDI’ POMERIGGIO A FARE LA PLASTILINA
Ma che mestiere fa l'operatore sociale?
In Animazione Sociale, nr. 173, 2003