01/11/2025
💥 IL CACTUS DI BELÉN: La Prova Lampante che, in Italia, la Violenza è "Di Genere", Ma Solo Quando Conviene.
(Attenzione, mettete il casco. Stiamo per far arrabbiare i paladini della doppia morale.)
Dunque, siamo qui. Dopo aver digerito l'ultima performance televisiva di Belén Rodriguez, tra lacrime in clinica, manzi e rivelazioni che hanno tenuto incollata l'Italia al divano. Ma c'è un dettaglio, buttato lì con la nonchalance di chi chiede un caffè, che non solo non possiamo ignorare, ma che deve diventare il punto centrale della nostra discussione sull'ipocrisia sociale.
Il momento clou? Quello in cui la showgirl, disarmante nella sua sincerità (o sfrontatezza, scegliete voi), ammette candidamente:
«Quando mi parte "la sudamericana" I miei fidanzati li ho menati tutti. Stefano De Martino è quello che ne ha prese di più. A uno gli ho lanciato un cactus!»
La Teoria del Cactus Comico
Ora, guardatevi attorno. Sentite l'aria. Cosa succede? Assolutamente nulla.
Il silenzio è assordante. È un silenzio di connivenza, di spallucce collettive. La violenza di un uomo su una donna è un reato gravissimo, è una piaga sociale, è l'apertura di ogni telegiornale. Giustissimo, sacrosanto. Ma la violenza di una donna su un uomo? Ah, quella diventa un simpatico aneddoto da bar, una gag divertente da raccontare in prima serata.
Proviamo a fare un giochino. Lo Switch del Genere.
Se De Martino si fosse seduto su quello sgabello, avesse strizzato l'occhio e avesse detto: "Quando mi parte 'il maschio alfa', le mie fidanzate le ho menate tutte. Belén è quella che ne ha prese di più. A una le ho tirato un vaso in testa!"
Voi cosa avreste fatto? Avreste chiesto l'immediata revoca della cittadinanza italiana per direttissima. Avreste organizzato una fiaccolata con le telecamere dietro. Avrebbe perso tutti i contratti, e sarebbe stato condannato mediaticamente a vita come il peggiore dei criminali. E avreste fatto bene!
Ma siccome a colpire è Belén—un'icona di bellezza, fragilità e forza, secondo la narrativa—allora il pugno, la violenza fisica, l'atto di lanciare un oggetto contundente (un cactus, santo cielo, con le spine!) si trasforma magicamente in:
* "Carattere." (Sì, un "carattere" da codice penale, ma vabbè).
* "Passionalità." (Che è come chiamare la mafia "gruppo di imprenditori con spirito d'iniziativa").
* "Una reazione a un amore tossico." (Quindi, lei vittima prima, e aggressore "autorizzato" dopo? Ottima logica circolare).
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Il fatto che questa confessione sia stata accolta con una risatina è la prova più schiacciante della nostra doppia morale tossica. E sapete perché succede?
Perché ammettere che una donna possa essere la violenta, l'abusiva, la manesca (parole sue), fa crollare il comodo castello di carte su cui abbiamo costruito l'intera narrazione della "violenza di genere".
Siamo pronti ad accettare solo lo schema: Uomo = Lupo, Donna = Agnello. Se l'Agnello tira un morso, noi facciamo finta che stia scherzando, perché altrimenti dovremmo ammettere che l'Agnello è un po' più Lupo di quanto ci piaccia credere. E questo, per certi attivisti, è peggio di una bestemmia.
Il risultato? Gli uomini che subiscono in silenzio vengono ridicolizzati due volte: la prima dall'aggressore, la seconda da una società che dice loro: "Stai zitto. Sei un uomo, non puoi essere una 'vittima vera'. Ti ha lanciato un cactus? E beh, che maschio sei che non riesci a disarmare una donna?"
Ecco il vero scandalo: non il cactus, ma il silenzio complice che lo ha coperto. Fino a quando non saremo capaci di condannare la violenza a prescindere da chi la commette e chi la subisce, smettetela di parlare di parità. Siamo solo un circo di ipocriti che applica la legge e la morale con il bilancino del sesso. E questo, amici miei, è tragicamente ridicolo.
E ora, non stupitevi se sotto questo post compariranno i soliti commenti: "Sì, ma lei era in crisi..." o "Avrà esagerato un po'...". Quei commenti sono il vero monumento alla sconfitta del buon senso.
Fatemi sapere: il cactus era concimato bene o era di plastica? (Domanda retorica: è il nostro cervello che è di plastica).