Dott.ssa Jessica Caramia

Dott.ssa Jessica Caramia Psicologa psicoterapeuta SPP specializzata nel trattamento degli adolescenti e degli adulti. Mi occupo di depressione, ansia, problemi emotivo-relazionali

Frank Westerman ha un passato da giornalista, solo ultimamente si è dedicato alla letteratura. Di formazione è un ingegn...
02/12/2025

Frank Westerman ha un passato da giornalista, solo ultimamente si è dedicato alla letteratura. Di formazione è un ingegnere agrario e ha scritto molto del rapporto molto artificioso che gli olandesi intrattengono con il proprio paesaggio. Ha scritto anche molto di politica, in particolare del rapporto tra parole e politica.

Ci sono due aspetti che Westerman tocca in tutta la sua opera: il primo riguarda la sua biografia provenendo da una famiglia calvinista molto religiosa. Oltre all’aspetto biografico c’è quello lavorativo dal momento che Westerman lavorava per un giornale progressista come inviato di guerra, per cui per esempio ha parlato della guerra nei Balcani mentre era effettivamente presente sul territorio. Westerman porta molto questa esperienza nella sua letteratura, seguendo il principio del riportare le interpretazioni ai fatti.

L’opera di Westerman in Italia è tutta pubblicata da Iperborea. In “Soldati delle parole” parla del terrorismo di matrice un po’ religiosa e un po’ di estrema sinistra in Olanda; “Noi umani” è ambientato in Indonesia e parla del rapporto tra il passato coloniale, gli strascichi della colonizzazione e l’ossessione di trovare l’anello che ci congiunge ai nostri antenati; “Ingegneri di anime” tratta il tema della censura e dell’ingerenza del potere sull’arte nello scenario dell’Unione Sovietica.

Westerman si concentra quindi su quel momento storico in cu il potere politico cercava di modificare l’arte a proprio vantaggio. All’epoca dei fatti narrati l’egemonia culturale era questa: il potere diceva ai suoi intellettuali cosa dovevano scrivere, su quali temi, che i finali dovevano essere positivi, che la borghesia doveva essere sconfitta dal proletariato.

Westerman ha la capacità di prendere per mano il lettore, soprattutto il lettore che non conosce bene il contesto storico-politico di cui si parla, conducendolo in quei luoghi e in quei tempi attraverso la letteratura e il cinema. Per cui è un libro che consiglio, come se fosse un saggio, a chiunque voglia approfondire poiché alla fine, grazie all’accompagnamento di Westerman, si arriva a capire la storia.

Vi auguro una buona lettura!

12/11/2025

La Legge Basaglia, dal nome di Franco Basaglia, psichiatra e promotore della riforma psichiatrica in Italia, è ufficialmente la Legge 180 del 13 maggio 1978 che sancisce la chiusura dei manicomi e l'istituzione di servizi di salute mentale pubblici territoriali in Italia.
Questo ha portato a un cambio radicale nell'assistenza alle persone con disturbi mentali, passando da un modello di segregazione a uno di inclusione e integrazione nella comunità.
La legge voleva anche essere un modo per modernizzare l'impostazione clinica dell'assistenza psichiatrica, riconoscendo appieno i diritti e la necessità di una vita di qualità dei pazienti, seguiti e curati anche da strutture territoriali.

La legge Basaglia fu un momento di altissima civiltà e fu un fatto epocale, che, rispetto agli orrori precedenti, sanciva il trionfo di un’idea radicalmente nuova della sofferenza mentale, della sua cura e della sua collocazione nella società.
La legge doveva consentire la restituzione della dignità della persona attraverso luoghi dedicati alla cura con personale non solo qualificato, ma anche sensibile e rispettoso dell’altro.

Di tutte quelle parole d’ordine rivoluzionarie oggi rimane ben poco. La situazione attuale della salute mentale è in grave crisi in quanto i servizi si occupano esclusivamente della cura farmacologica del malato rendendo impossibile la presa in carico della persona.

Alcune conquiste sono rimaste, importantissime: la dignità del paziente psichiatrico;
l’abolizione, con i manicomi, delle mura tra sofferenza mentale e il resto della sofferenza umana.
Altre conquiste si sono rivelate illusioni.
Bisognerebbe ripartire dall’importanza di una cultura complessiva della cura:
L’attenzione alla libertà e alla creatività dell’espressione soggettiva, ai bisogni materiali, ma anche ai desideri e agli affetti, all’esigenza di un inserimento sociale vero e non formale all’interno della propria comunità, ma anche alla richiesta di lenimento del dolore e, soprattutto, di una sua elaborazione attraverso la psicoterapia.

Vi auguro un buon approfondimento del tema!




"A Welsh ben si attaglia qualcosa che Milan Kundera ha detto a proposito di Kafka: “Per noi cechi Kafka è imo scrittore ...
01/11/2025

"A Welsh ben si attaglia qualcosa che Milan Kundera ha detto a proposito di Kafka: “Per noi cechi Kafka è imo scrittore realistico perché la sua è una visione lucida della realtà (…). La specificità dello humor di Kafka è che una certa comicità accompagna l’uomo in tutte le sue azioni”.

Se siete in cerca della guida di viaggio perfetta per Edimburgo che non sia l’ennesima guida alla capitale scozzese, qua...
31/10/2025

Se siete in cerca della guida di viaggio perfetta per Edimburgo che non sia l’ennesima guida alla capitale scozzese, quanto piuttosto un’indagine semiseria rivolta agli aspetti meno mainstream, ecco il testo giusto.
La maggior parte delle guide tradizionali infatti si concentra troppo sulla zona del centro, dove i panorami sono tutti “suggestivi”, gli alloggi “caratteristici”, i vicoli “impregnati di storia” e dove le aree verdi nascondono “tesori naturali”. Queste guide parlano solo di cornamuse, kilt, whisky, pub e serate di musica celtica, quando invece in questa città c’è molto di più.
Ci sono luoghi meravigliosi che aspettano solo di essere scoperti, se magari si sapesse dove cercarli. E Giulio Perrone Editore ha fatto di nuovo centro con la sua collana “passaggi di dogana”, che ormai è un must have per i miei viaggi.
Qui Andrea Pomella, di cui innanzitutto va detto che scrive da dio (con uno stile che dribbla con scioltezza tra il poetico e il sarcastico), ci racconta Edimburgo seguendo le tracce del suo rappresentante più iconico.
Per lui, tutto ciò che può interessare di Edimburgo è contenuto in Trainspotting, dove si può leggere un impietoso, lucido, scassato ritratto della vita degli skagboys di Leith.

Se dovete andare ad Edimburgo, portatevi questo bel libro!







29/10/2025

🧠 QUAL ERA LA FUNZIONE DEI MANICOMI?

L’ex manicomio di Mombello è rimasto attivo fino all'approvazione della legge Basaglia del 1978.

Dobbiamo fare uno sforzo di fantasia per immaginarci cosa potesse essere questo posto prima della sua chiusura.
Ma se ce la facciamo, quello che vediamo non ci può lasciare indifferenti.
Immaginiamo le facce dei pazienti abbruttite dai disturbi mentali non curati, dalla segregazione e dall’incuria.

Immaginiamo gli ambienti sporchi, le strutture fatiscenti con letti di contenzione arrugginiti, lesivi della dignità umana, dove i malati sono prigionieri di un’istituzione che non cura la malattia ma la rafforza.

Sono volti segnati da una graduale e inesorabile perdita del sé, determinata dall’abbandono dei legami con l’esterno, dalla perdita di ogni progettualità futura e dal distacco dalla propria vita passata.

La frattura tra la società civile e l’istituzione manicomiale è l’espressione di una paura profonda che, attraverso processi di scissione e proiezione, nasconde ciò che sentiamo perturbante e con cui non vogliamo entrare in contatto.

Come scrive Franco Basaglia: “Il manicomio è nato storicamente a difesa dei sani. Le mura servivano ad escludere, isolare la follia perché non invadesse il nostro spazio”, come sosteneva anche Michel Foucault nella sua celebre tesi di dottorato “Storia della follia nell’età classica”.

Vi consiglio di visitare questo luogo, anche se ormai anni di abbandono lo hanno lasciato preda di un insensato vandalismo.

21/10/2025

La trama qui conta poco per cui non ne voglio neanche parlare. Ciò che conta è lo stile di scrittura, il linguaggio sgra...
20/10/2025

La trama qui conta poco per cui non ne voglio neanche parlare. Ciò che conta è lo stile di scrittura, il linguaggio sgrammaticato e poetico, la filosofia, l’immaginario onirico, le metafore sottese, la critica sociale e il meraviglioso berbero che ne è l’autore. Durante il mio viaggio a Praga ho seguito le tracce di Hrabal nelle sue birrerie preferite per cercare di catturarlo, prima fra tutte U Zlateho Tigra. Lì troneggia il suo mezzo busto sulla parete all’ingresso e le pivo sono eccellenti. Questo era uno dei pub in cui il tenero berbero era solito prendersi le sue sonore sbronze ad uno dei tavoli comuni in cui intratteneva tutti, anche gli sconosciuti. L’eterno bambino, anticonformista, osteggiato dal regime ceco per gran parte della sua vita creativa.

Sebbene sia un libro cupo che tratta dell’alienazione dell’uomo nel lavoro e della sua claustrofobica solitudine, è anche un libro pieno di bellezza. Perché Hrabal sa cosa ci può salvare dal grigiore dell’esistenza: è la letteratura, l’arte, i libri. Per sempre. Ma è una lezione che non impartisce freddamente con il tono cattedratico dell’accademico, lo fa da un angolino umile, con un libricino da niente e tenerissimo dal quale si leva una voce potente, calda e sovversiva. Una voce anche con una certa dose di angoscia e di follia che stravolge il lettore.

Leggetelo, vorrete anche voi bene al buon Hrabal!

15/10/2025

🧠 TECNICHE DI MANIPOLAZIONE: IL MANSPLAINING.

📘 In questo romanzo, “l’amore dopo i vent’anni” un gruppo di amici dell’università ormai adulti si incontrano per scambiarsi le proprie visioni del mondo nella cornice di un meraviglioso paesaggio nordico. Parlano di un sacco di cose: di famiglia tradizionale e di amore non convenzionale, di nuove forme di relazionalità, di genitorialità, di amicizia, di letteratura, di slt shaming e anche di mansplaining.

Ma che cos’è il mansplaining?
📚 Oggi ho scelto questo saggio, “Mantieni il bacio” di per parlarne.

Mansplaining è quell'atteggiamento paternalistico di alcuni uomini che tendono a spiegare a una donna, in un modo troppo semplificato o troppo sicuro di sé qualcosa di ovvio, oppure qualcosa di cui lei è esperta, perché pensano di saperne sempre e comunque più di lei oppure che lei non capisca davvero.

Il fenomeno si fa ancora più rilevante quando questa violenza si unisce alla vocazione pedagogica dell’uomo di voler spiegare a una donna cosa significhi essere donna. Recalcati ce ne parla con grande chiarezza: siccome non esiste una norma sull’essere donna valida per tutte le donne, allora ciascuna donna dovrà affrontare il difficile compito di essere donna a suo modo. Di fatto, nessuna donna sa veramente cosa significhi essere donna e su questo non-sapere può intervenire l’uomo, dando l’illusione di fornire una bussola che le sappia guidare verso l’essere donna.

Questa dipendenza può allora comportare un’inclinazione masochistica verso l’uomo nell’illusione che, sottomettendosi, si possa avere in cambio la risposta alla domanda: “Cosa significa essere una donna?”. Ma se una donna non sa rispondere a questa domanda, figuriamoci un uomo!

Vi auguro una buona lettura e un buon approfondimento del tema!

《Ma chi l’ha detto che non puoi essere donna con un cesto appeso a un braccio e un libro sotto l’altro?》
13/10/2025

《Ma chi l’ha detto che non puoi essere donna con un cesto appeso a un braccio e un libro sotto l’altro?》

Questo romanzo è l’opera prima di una giovane autrice danese. In una cornice nordica bellissima, un gruppo di amici dell...
10/10/2025

Questo romanzo è l’opera prima di una giovane autrice danese. In una cornice nordica bellissima, un gruppo di amici dell’università si ritrovano dopo anni scambiandosi le proprie visioni del mondo. In questo libro la descrizione dei luoghi è scenografica ed è l’aspetto che mi è rimasto di più a distanza di tempo. Da lettrice mi sono sentita spettatrice dietro gli alberi e dietro i cespugli di sambuco di questi personaggi. Ci sono molti conflitti ideologici in questo gruppo di 30enni, pensavano di condividere tutto e invece si scopre che ognuno ha una propria visione. Tuttavia l’autrice rende il conflitto al lettore facendo lo spiegone e così facendo toglie tensione narrativa al romanzo che diventa a volte un po’ didascalico non lasciando al lettore la possibilità di farsi una propria idea. Tuttavia i temi che tratta sono molto umani, i personaggi si pongono dilemmi molto comuni che hanno a che fare soprattutto con le relazioni e nuove forme di relazione. Sono le grandi domande, i grandi sogni e le grandi delusioni di una generazione. Emerge un chiaro senso di tradimento nel romanzo: questi 30enni volevano essere diversi dai loro genitori e invece si ritrovano sposati con figli. E alcuni non capiscono le scelte dei propri amici che rispondono ad alcuni dictat sociali. L’autrice vuole dirci che la coppia può essere migliorata come dispositivo. Che la coppia non è l’unica possibilità. Che la paura della solitudine ci può far fare scelte sbagliate. E che la libertà è ascoltare cosa vuoi davvero.

Vi auguro una buona lettura!

“E' preferibile una calma, anzi la più calma riflessione, a decisioni disperate.”
08/10/2025

“E' preferibile una calma, anzi la più calma riflessione, a decisioni disperate.”

Ho riletto questo breve romanzo mentre mi trovavo in viaggio a Praga. Perché Kafka è Praga, vi è un rapporto indissolubi...
06/10/2025

Ho riletto questo breve romanzo mentre mi trovavo in viaggio a Praga. Perché Kafka è Praga, vi è un rapporto indissolubile che lega Kafka a Praga.
Ovunque in città sono disseminate le case in cui ha vissuto, solo o con la famiglia, a seguito dei numerosi traslochi, le statue a lui dedicate, il museo Kafka nel quartiere Mala Strana.
La cosa migliore da fare se si ha in programma un viaggio a Praga è rispolverare questo autore.

Sarebbe però ridondante proporre l’ennesima e sicuramente limitata recensione a questo classico della letteratura.
Piuttosto vi invito a leggere lo spassosissimo articolo che Mark Haber ha pubblicato nel mese di aprile per Internazionale, “Leggere Kafka in modo corretto”, perché “C’è solo un modo corretto di leggere Kafka”, e lui lo sa.

https://intern.az/1MtR

Vi auguro una buona lettura!

Indirizzo

Via Toti 7 Bresso
Bresso
20091

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