"Ascoltami bene
un milione di anni fa
da qui
è passato qualcuno
o qualcosa
un'energia poderosa
lasciando dietro di sé
una scia di braci roventi
immensi dualismi
meraviglie disgrazie
chiarori foschie
gioie escrementi
desideri"
Amerigo Verardi - Il semplice automatismo dei desideri
Con immensa gratitudine e amore, ho il piacere di presentare il nuovo libro di poesie di "Il semplice automatismi dei desideri".
Vi aspetto oggi alle 18 presso il ❤️
Un grazie di cuore a 🍃
A tra poco!
14/10/2025
Vi aspettiamo 🌸
14/10/2025
Vi aspettiamo 🌸
10/10/2025
L’arte è sempre presente quando è in gioco la soglia, il confine tra interno ed esterno; permette di portare fuori qualcosa che è dentro, confinata nello spazio psichico, o, come accade con Marco Cavallo, nello spazio fisico di un ospedale psichiatrico. Ciò è possibile perchè qualcosa di profondamente connesso a colui che crea, prende forma autonoma e tangibile nel mondo e, al tempo stesso, prendendo forma, diventa altro dal suo creatore, attraverso un meccanismo di separazione.
Riconoscimento e separazione sono elementi fondamentali di ogni atto creativo che generi trasformazione e cambiamento.
Separare non significa abbandonare; bensì, al contrario, separare è condizione necessaria di ogni relazione.
Marco Cavallo, il cavallo blu, in legno e cartapesta, è arte nella misura in cui è oggetto simbolico che attraversa una soglia, portando ciò che è dentro, fuori. Ce lo ricorda Giuliano Scabia nel suo “Marco Cavallo. Una esperienza di animazione in un ospedale psichiatrico” quando afferma che uno degli scopi del lavoro di trasformazione in atto nell’ospedale è proprio quello di far sì che ”il ‘dentro’ (i malati e tutto il mondo del manicomio) si riappropri del ‘fuori’, del mondo esterno da cui è separato: di quel mondo esterno che è chiuso e rifiuta chi sta ‘dentro’".
Oggi, più che mai, le sue parole tornano ad essere necessarie, come necessaria è l'arte nella lotta per tutti gli esclusi.
08/10/2025
🌾SeminaMenti: un percorso gratuito in cui l'arte e la creatività facilitano danno forma, colore e consistenza alle nostre relazioni più intime, grazie alle artiterapie.
✨Un ciclo di laboratorio rivolti a genitori (e figli!) per esplorare insieme come comunichiamo, ci relazioniamo e cresciamo con i nostri affetti.
A chi è rivolto? 👥
- Genitori, mamme, papà (anche futuri!) e/o adulti di riferimento che desiderano mettersi in gioco nella relazione educativa e affettiva con i propri figli.
- Bambini (8-12 anni): se siete genitori di bambine e bambini di questa fascia di età, potete iscrivervi anche insieme a loro.
Cosa faremo insieme?🫂
Percorso per i genitori:
- esploreremo le immagini interiori che abbiamo del nostro ruolo di genitori;
- lavoreremo sul potenziamento dei legame affettivi;
- condivideremo strumenti per una comunicazione più efficace e consapevole;
- daremo spazio alle emozioni, all’ascolto e alla comprensione reciproca;
- rifletteremo sul nostro modo di essere adulti di riferimento.
Percorso per i bambini:
- laboratori creativi ed espressivi per raccontarsi con disegni, giochi e parole;
- attività ludiche per sviluppare l’ascolto, l’empatia e la collaborazione;
- attività laboratoriali per scoprire se stessi in relazioni con gli altri attraverso le emozioni;
- giochi di gruppo per rafforzare la fiducia e il senso di sicurezza relazionale.
*Perché partecipare?*💭
- per prendersi un momento per sé, per riflettere su se stessi e sulla propria idea di genitorialità.
- per essere (e diventare) genitori presenti e costruire relazioni sicure e consapevoli
- per sperimentare modalità nuove per stare con i propri figli. In questo percorso, infatti, genitori e figli potranno ritrovarsi insieme per vivere esperienze condivise e rafforzare il legame affettivo.
📌 Le attività sono gratuite e i posti sono limitati
📅 Iscrizioni aperte fino al 13 ottobre
📩 Per info e iscrizioni: 3517403322
🎯“SeminaMenti” è un progetto vincitore della terza edizione del bando “Futura.
08/10/2025
Trieste, 1973. Nervo, il matto del padiglione D, il Cavallo lo guardava con l'occhio del venditore: "che bei pettorali che gli hai fatto" diceva a Franco Basaglia e a Giuliano. Marco Cavallo era troppo azzurro e troppo grande per uscire dal manicomio. Nervo anche.
13 maggio del 1978: il Parlamento italiano approva la Legge Basaglia. Marco Cavallo era azzurro e alto 4 metri, ed era fuori da un pezzo.
"La libertà: i muri del manicomio frantumati, la teoria infinita di matti che, dietro al cavallo, esce dalla breccia e si perde per le vie della città. Boris accompagna il corteo suonando la fisarmonica. I nemici, la lotta ai nemici, a chi vuole chiudere la breccia, a chi vuole ricacciare nel recinto, nell'ordine fermo e servo, chi finalmente comincia a camminare, a scoprire che ha le gambe. Marco Cavallo in testa, in prima fila. Era una limpida domenica di marzo, pulita dalla bora quando, Marco Cavallo tentò di uscire dal laboratorio. Era troppo grande, appesantito dal carico di bisogni, desideri che si portava dentro. Le porte erano strette, provò la porta del giardino, poi la veranda, pensando di saltare la ringhiera. Cercò di piegarsi, di mettersi di taglio, si abbassò, pancia a terra, si ferì. Niente. Restava chiuso dentro. Tutti erano lì a guardarlo: era quello il suo momento. Cominciò a correre nervoso per il lungo corridoio del vecchio reparto "P" trasformato in laboratorio, avanti e indietro, proprio come avevano fatto per anni i malati che lo avevano abitato. Giuliano cercò di calmarlo, dicendo che bisognava aspettare, che forse non era quello il momento, che bisognava avere pazienza. I malati cominciarono a pensare di avere solo sognato, secoli di grigio tornarono nelle loro teste, urla disumane assordarono le loro orecchie. Dino Tinta piangeva. Marco Cavallo, fremendo, testa bassa, cominciò una corsa furibonda, come impazzito, verso la porta principale e, senza più esitazione, oramai a gran carriera, aggredì quel pezzo di azzurro e di verde oltre la porta. Saltarono gli infissi, i vetri. Caddero calcinacci e mattoni. Marco arrestò la sua corsa nel prato, tra gli alberi, ferito e ansimante, confuso all'azzurro del cielo."
Brindisi 8 ott 2025: lui è qui.
22/09/2025
Domani racconto di un ciclo di laboratori di arteterapia che ho condotto in un centro diurno per l'Alzheimer.
Un racconto che mi emoziona sempre tanto fare, sulla soglia, a metà strada tra la lacrima e il sorriso, tra la parola e il silenzio, tra arte e cura.
Ringrazio che costruisce quotidianamente questi spazi di cura a cui si accede spalancando le porte all' arte e alla creatività.
22/09/2025
Domani un racconto che mi emoziona sempre tanto fare, sulla soglia, a metà strada tra la lacrima e il sorriso, tra la parola e il silenzio, tra arte e cura🤍🍃
Grazie a Alphaztl Compagnia d'Arte Dinamica 🙏
14/09/2025
È difficile dire qualsiasi cosa sulla rassegna teatrale Foriticà che si sta tenendo in questi giorni a Parco Buscicchio.
Potrei dire della partecipazione, intensa, calorosa dei tantissimi che hanno scelto di esserci e con sguardi, gesti e parole hanno lasciato ulteriori segni della loro presenza.
Potrei dire del silenzio inverosimile che tutte le sere ha trasformato un parco pubblico di periferia nella navata centrale di una chiesa laica.
Potrei dire delle preghiere secolari che in poco più di un'ora ci hanno riportato a noi, al nocciolo infreddolito del nostro cuore, nel tepore delle luci e del legno di un piccolo teatro di periferia che si accende.
Potrei dire di chi, dentro quella scatola di luce e di legno, l'ha reso possibile, incarnando il miracolo dell'arte, facendosi nostra voce e nostro corpo, sperimentando al nostro posto le infinite possibilità dell'esistenza per poi restituircele. Quindi potrei dire proprio di loro, di , , divini artisti esseri umani, il cui lavoro è tanto sacro quanto necessario, e della gioia e della gratitudine di lavorare al fianco di altri grandi professionisti e amici come .profico .meo82 .mongelli.75
Potrei dire tanto altro perché io ero lì. Ma "io" è ancora troppo poco per dire. L'ego qui si polverizza, come pulviscolo di luce, come trucioli di legno.
Serve ancora l'altro da me, il suo sguardo, per vedere, riconoscere, continuare a costruire.
Foto di ❤️ 🙏
’
25/08/2025
Immensa professionalità e grande umanità non sempre viaggiano di pari passo.
Non è il caso di Niccolò Cattich. È per me una fortuna e un onore aver incontrato sulla mia strada la sua grande competenza e il suo grande cuore.
Sono orgogliosa di fare parte della grande famiglia di Centro Studi Artile Artiterapie Integrate, Libere, Etiche
❤️
Un'innovazione tutta italiana approda in Francia! 🇮🇹
👉La Musicoterapia Recettiva Analitica, metodo ideato dal nostro responsabile scientifico, Dr Niccolò Cattich, già insegnato alla Scuola di di Torino, vola al degli adleriani di con un dedicato.
📌Un passo importante per portare il Metodo oltre i confini nazionali!
⏱A breve il del Dr Cattich "L'ascolto musicale come terapia" sara' tradotto anche in inglese
S.A.I.G.A. - Società Adleriana Italiana Gruppi e Analisi
Centro Studi Artile Scuola di Artiterapie Sardegna Centro Studi Artile Artiterapie Integrate, Libere, Etiche
18/08/2025
Stasera case gotiche, case infestate, case in festa, case in poesia.
In ogni caso, case ❤️
Con .nel.deserto 🏠
Vi aspettiamo 🌺
31/07/2025
Domani vi racconto la magia dell' incontro tra arte e cura
Grazie Alphaztl Compagnia d'Arte Dinamica per questa nuova preziosa opportunità 🌸
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Questa è la domanda più difficile che si possa fare ad un’arteterapeuta. Ma diventa più semplice se vi suggerisco di chiedermi: che cos’è l’arteterapia per Anastasia?
La mano che vedete nella foto qui sopra è la più antica espressione artistica dell’uomo. Quello che è ritratto nella foto è un graffito, un esempio di pittura rupestre che si trova all’interno de La Cueva de los Manos (La Caverna delle Mani) in Argentina. La parola graffito deriva dal greco graphèin che significa indifferentemente scrivere, disegnare o dipingere. Il fare arte del nostro primo antenato non prevedeva categorie estetiche, ma aveva una forte connotazione simbolica, dal momento che probabilmente rappresentava una forma di comunicazione concettuale precedente all'avvento della scrittura.
A guardarla bene questa mano non è altro che la traccia di una presenza, di un qui e ora, l’espressione del bisogno di lasciare un segno, un’impronta del proprio passaggio, del proprio agire quotidiano.
La parola terapia deriva dal greco therapeía significa “prestare attenzione”. Il terapeuta è colui che cura nella misura in cui, alla richiesta dell’altro di essere visto, risponde con la presenza, e costruisce una relazione, d’aiuto, in cui è possibile fare arte così come l’hanno sempre voluta fare gli esseri umani.
L'arte-terapia è esattamente tutto questo, due parole che convivono. L'arte-terapeuta stabilisce una relazione con la persona o con il gruppo di persone, mediata da tecniche artistico-espressive, all'interno della quale viene quindi offerta la possibilità di mettersi in contatto con le proprie risorse creative per produrre qualcosa di proprio, facilitando così l'auto espressione, il cambiamento e la crescita personale, a partire dall'esplorazione guidata della propria esperienza interiore. Attraverso la mediazione artistica, infatti, sentimenti, emozioni e percezioni prendono forma e passano da una forma spontanea e diretta, ma spesso superficiale, ad una più mediata, intenzionale e condivisibile con l'altro.