05/03/2020
IL PROBLEMA
Il problema dell’igiene, inteso come pulizia e sanificazione degli ambienti confinati (quali sale operatorie, reparti di terapia intensiva, centri di isolamento ad alto rischio, ambulatori ecc.) delle strutture ospedaliere, delle case di cura, delle case di riposo, dei laboratori, camere bianche ecc. è un problema di primaria importanza sia per la salute delle persone che per quella degli operatori del settore. Attualmente il problema ha assunto una grande importanza, soprattutto dopo l’entrata in vigore di varie Leggi in materia di sicurezza e di igiene negli ambienti di lavoro (come la legge 81/2008 e varie Direttive Comunitarie). E’ compito del Datore di Lavoro adottare provvedimenti per salvaguardare la salute dei dipendenti nei luoghi di lavoro. In questi ambienti in genere, non è più sufficiente, quindi, la tradizionale pulizia manuale, ma occorre procedere alla sanificazione, ossia all’eliminazione, od almeno ad una significativa riduzione, della presenza di microrganismi (quali batteri, muffe, ecc.). Nasce così l’esigenza di intensificare studi e ricerche per trovare strumenti e metodiche capaci di ridurre al minimo la presenza di microrganismi negli ambienti di lavoro.
LA SOLUZIONE
Solamente abbinando la pulizia manuale alla sanificazione ambientale siamo in grado di garantire livelli ottimali di igienizzazione degli ambienti. Se per quanto riguarda la pulizia manuale esistono numerose metodiche efficaci, per la sanificazione ambientale l’aerosolizzazione di sostanze disinfettanti si è dimostrata essere quella più affidabile scientificamente al fine di ottenere un disinquinamento batteriologico adeguato. Gli aerosolizzatori a secco sono generatori di aerosol secco che immettono nell’aria, sottoforma di microniche micelle, sostanze disinfettanti opportunamente veicolate, dotate di elevata velocità che entrano in contatto con la flora batterica ambientale, riducendola in maniera notevole e annullandone gli effetti. Con gli aerosolizzatori si ottiene il passaggio dallo stato statico di una soluzione liquida (disinfettante) allo stato dinamico di una dispersione colloidale (aerosol), il che significa produrre aerosol secco. Questo risultato è meccanicamente ottenuto sfruttando i fenomeni dell’attrito e dello sfregamento, che costituiscono appunto il metodo fisico di formazione dell’aerosol. Gli aerosolizzatori sono stati studiati in maniera tale da emettere una sospensione mista, aerosolica ed iperaerosolica, con micelle di diametro che variano da 0,3 micron a 1 micron. Infatti, le micelle erogate formano una “dispersione colloidale” che rimane in sospensione per diverse ore, e quindi quasi sfuggono alla legge di gravità, garantendo così l’efficacia nel tempo del disinfettante. In virtù delle loro microniche dimensioni, dovute al sistema di formazione, le micelle acquistano grandissima velocità nell’ambiente e sono dotate di un movimento di agitazione continuo e rapido denominato “moto Browniano”, che permette all’aerosol di espandersi in tutte le direzioni. Ciò spiega la grande stabilità di sospensione e la continua azione nel tempo. Ne deriva una dinamicità propria che permette alle micelle di disperdersi uniformemente su tutto lo spazio ambientale. Le micelle più grandi, si depositano sulle superfici facendo sì che il disinfettante agisca tramite pseudocontatto. E’ inoltre possibile rendere più gradevole la profumazione dell’ambiente aggiungendo alla soluzione disinfettante qualche goccia di essenza profumata. batteriologico A complemento della basilare pulizia manuale, gli aerosolizzatori vengono utilizzati nelle sale operatorie, nei reparti di terapia intensiva, nei reparti infettivi, nei centri di isolamento ad alto rischio, nei reparti di degenza, nei laboratori, studi medici dentistici, palestre, centri benessere, scuole ed asili ed in qualsiasi altro ambiente confinato in cui l’abbattimento della carica batterica costituisca il presupposto indispensabile per un lavoro in un clima di tranquillità e di alta professionalità.