17/10/2025
In diversi casi mi è capitato di incontrare persone che, dopo una frattura trattata con immobilizzazione tramite gesso o valva gessata, non avevano ricevuto alcuna indicazione per intraprendere un percorso fisioterapico. Fortunatamente, alcune di loro hanno scelto di approfondire autonomamente la questione e hanno deciso di iniziare un percorso di recupero, ottenendo benefici significativi.
Perché è importante comprendere che, al termine di un periodo di immobilizzazione, la fisioterapia rappresenta una fase cruciale del processo di guarigione?
L’immobilizzazione, generalmente della durata di 3-4 settimane, è necessaria per consentire la formazione del callo osseo e l’avvio dei processi di riparazione. Tuttavia, questo periodo di inattività comporta inevitabilmente una perdita di elasticità e tono nei tessuti molli circostanti, come muscoli e tendini, oltre a un rallentamento della circolazione sanguigna e linfatica.
Alla rimozione del presidio gessato, è frequente riscontrare limitazioni nei movimenti, dolore e gonfiore.
In questa fase, l’intervento di un fisioterapista può facilitare la ripresa funzionale, favorendo la riattivazione del sistema vascolare e linfatico, guidando i primi movimenti passivi e progressivamente quelli attivi, e supportando la persona nel recupero delle attività quotidiane.
Oltre agli aspetti fisici, il fisioterapista svolge un ruolo importante anche nella gestione delle paure e delle incertezze che spesso accompagnano il ritorno al movimento dopo un trauma. Attraverso un percorso strutturato e personalizzato, è possibile accompagnare la persona verso il recupero completo, con l’obiettivo di ritrovare autonomia, fiducia e funzionalità.