Dr. Giuseppe Pacelli

Dr. Giuseppe Pacelli Mi chiamo Giuseppe Pacelli e sono un chirurgo ortopedico specializzato in patologie della spalla. Sono “teacher” in Chirurgia Artroscopica della Spalla.

Sono il dr. Giuseppe Pacelli, sono consulente per la F.I.S.I. [Federazione Italiana Sport Invernali].

La tendinite calcifica o, come veniva chiamata in passato, la periartrite, è una patologia riguardante sempre il comples...
13/11/2025

La tendinite calcifica o, come veniva chiamata in passato, la periartrite, è una patologia riguardante sempre il complesso della cuffia dei rotatori che viene però invasa da calcificazioni.

La diagnosi è apparentemente molto semplice e basata su una radiografia o un’ecografia; il solo reperimento di una calcificazione fa subito emettere diagnosi.

La calcificazione non è però il vero problema, non è quindi l’eziopatogenesi [la causa del problema], ma è un effetto che porta il tendine a calcificarsi.

Queste calcificazioni sono - appunto - erroneamente ritenute la causa principale dell’infiammazione; ne sono invece un effetto e come tali andrebbero considerate.

𝐈 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐧𝐝𝐢𝐧𝐢𝐭𝐞 𝐜𝐚𝐥𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚

Di solito, il sintomo principale della tendinite calcifica è un dolore intenso, localizzato nella parte anteriore e laterale della spalla, che talvolta è presente anche quando il braccio è completamente a riposo.

Il dolore diventa più acuto quando il paziente tenta di alzare il braccio sopra la testa; la condizione può aggravarsi gradualmente fino a rendere completamente impossibile sollevare il gomito oltre un certo livello.

𝐋𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐥𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚

La tendinite calcifica non è semplicissima da curare ed alcuni medici consigliano trattamenti come le onde d’urto focali, il lavaggio endoscopico o le infiltrazioni di cortisone.

L’effetto di controllo dei sintomi dato da queste metodiche può spesso trarre in inganno il paziente, in quanto agisce sul dolore, facendo credere che il problema sia in via di risoluzione.

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐯𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐮𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚?

Possono essere utili nelle primissime fasi dell’infiammazione: tuttavia non vanno portate avanti per molto tempo e, spesso, le infiltrazioni alla spalla non sono la risoluzione della patologia.

Perché? Nella maggioranza dei casi, sciogliere le calcificazioni e liberare l’articolazione risolve la patologia solo temporaneamente, perché esse non hanno a che vedere con l'eziopatogenesi, ovvero con il motivo per il quale si genera la patologia.

I danni provocati dall’infiammazione e poi dalle calcificazioni non si riparano senza ricorrere all’intervento chirurgico, a meno che i tessuti non si rigenerino spontaneamente, cosa che avviene solo se il danno è molto lieve.

Generalmente in queste patologie, che sono molto frequenti, si tende a combattere la calcificazione come fosse la causa, anche se spesso tali calcificazioni sono delle vere e proprie lesioni con disinserzione del tendine dalla testa omerale che confluiscono quindi nel grande capitolo delle lesioni tendinee.

Una delle situazioni che più frequentemente mi capita di vedere in ambulatorio è proprio un paziente che ha avuto più episodi di tendinite calcifica, trattate molto spesso con onde d’urto, o ancora con la vecchia metodica di infiltrazione di cortisone.

Il beneficio momentaneo non risolve il problema che dopo qualche tempo tenderà a ripresentarsi.

In alcune situazioni venivano anche eseguiti dei lavaggi endoscopici sotto guida ecografica proprio perché la calcificazione veniva considerata come elemento principale del problema.

A differenza delle onde d’urto e dei lavaggi sotto guida ecografica, che si preoccupano essenzialmente di eliminare la calcificazione, la chirurgia artroscopia permette di risolvere la causa del problema, in quanto elimina sì la calcificazione e l’eventuale attrito dell’acromion ricurvo, ma soprattutto ripara il tendine lesionato o disinserito dalla testa omerale.

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10/11/2025

⟶ Il dolore alla spalla
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・・⟶ Dolore alla spalla di notte
⟶ Le patologie della spalla
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⟶ La chirurgia artroscopica: una soluzione al dolore ed alle limitazioni funzionali

Cause e soluzioni al dolore e alle limitazioni funzionali.

La borsa subacromiale è una struttura anatomica situata all’interno della spalla, inserita tra il muscolo sovraspinato, ...
06/11/2025

La borsa subacromiale è una struttura anatomica situata all’interno della spalla, inserita tra il muscolo sovraspinato, il muscolo deltoide e l’acromion, un’escrescenza ossea che si estende a partire dalla scapola.

È composta di tessuto connettivo e serve a diminuire l’attrito che si crea fra la testa dell’omero e la cavità glenoidea, la parte della scapola dove essa si innesta.

In condizioni normali, la borsa subacromiale contiene un liquido, detto liquido sinoviale, che la rende più efficace nell’ammortizzare gli urti e fa in modo che la sua forma si adatti completamente ai movimenti del braccio.

𝐋𝐀 𝐁𝐎𝐑𝐒𝐈𝐓𝐄 𝐀𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐏𝐀𝐋𝐋𝐀

La borsite della spalla è per l’appunto l’infiammazione della borsa subacromiale.

È una patologia molto comune, che colpisce le persone che compiono sforzi intensi e ripetuti con i muscoli della spalla, come gli atleti [per esempio tennisti, ginnasti e lanciatori] o alcuni lavoratori che svolgono lavori fisici usuranti.

𝐈 𝐒𝐈𝐍𝐓𝐎𝐌𝐈

La borsite provoca un dolore intenso, spesso accompagnato da una sensazione di calore.

Il dolore può esordire lentamente; di solito si intensifica quando la spalla è a riposo da più di 20 minuti, per via dell’anormale accumulo di liquido sinoviale nella borsa, che limita la mobilità articolare e può causare gonfiore.

𝐼𝑙 𝑐𝑙𝑎𝑠𝑠𝑖𝑐𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑏𝑜𝑟𝑠𝑖𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑔𝑜𝑚𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑎𝑙𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑎. 𝐷𝑜𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑜, 𝑖𝑙 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑢𝑎 𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑎𝑑𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑠𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑖𝑟𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑖𝑙 𝑙𝑖𝑞𝑢𝑖𝑑𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑜𝑣𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑖𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑢𝑏𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.

𝐈𝐋 𝐑𝐔𝐎𝐋𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐁𝐎𝐑𝐒𝐈𝐓𝐄 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐈𝐍𝐃𝐑𝐎𝐌𝐄 𝐃𝐀 𝐂𝐎𝐍𝐅𝐋𝐈𝐓𝐓𝐎

Spesso queste infiammazioni sono connesse alla cosiddetta “sindrome da conflitto subacromiale”, una condizione nella quale la testa dell’omero sale e va a spingere sulla superficie del tendine del muscolo sovraspinato, comprimendolo contro l’acromion e rendendo doloroso qualsiasi movimento di adduzione.

𝐒𝐂𝐀𝐂𝐂𝐎 𝐌𝐀𝐓𝐓𝐎 𝐀𝐋 𝐃𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄 𝐈𝐍 𝟓 𝐌𝐎𝐒𝐒𝐄

1] Fisioterapia: la metto al primo posto perché la considero l’elemento più importante, senza il quale non è possibile risolvere il problema. La costanza e la diligenza del paziente nel seguire le indicazioni per la riabilitazione sono l’elemento più importante del trattamento;

2] Riposo: quasi altrettanto importante è fare attenzione ad evitare di sforzare la spalla, rispettando i periodi di riposo prescritti dal team di riabilitazione, sia a seguito dell’intervento chirurgico, sia nel caso esso non sia necessario;

3] Infiltrazioni [e i loro limiti]: l’assunzione di farmaci antidolorifici, che all’inizio sono somministrati localmente attraverso il metodo dell’infiltrazione, è il terzo caposaldo di un trattamento efficace. Le infiltrazioni hanno però il limite di allontanare il problema solo temporaneamente e – soprattutto – che il loro effetto diminuisce nel tempo;

4] Terapie fisiche: metodi come le onde d’urto, le tecniche di medicina rigenerativa o la Tecarterapia possono avere un effetto antinfiammatorio ed essere un efficace aiuto nel caso non si ritenga di trattare il problema chirurgicamente, ma sono utili anche in caso contrario, sempre nella fase di riabilitazione;

5] Intervento chirurgico: lo metto all’ultimo posto, anche se in modo un poco provocatorio: è chiaro che in alcuni casi, se vi sono danni seri alle strutture dell’articolazione, l’intervento chirurgico è indispensabile. D’altra parte, è pur vero che un intervento chirurgico perfetto non è efficace, se il paziente non segue la strategia di cura nella sua interezza, che spesso si snoda in tutte e cinque le "mosse" che ho elencato.

La lesione di Hill Sachs è una piccola frattura della testa omerale, sempre conseguente a una lussazione della spalla.A ...
03/11/2025

La lesione di Hill Sachs è una piccola frattura della testa omerale, sempre conseguente a una lussazione della spalla.

A causa di questa lesione, la lussazione può diventare un infortunio ricorrente ed avvenire anche in presenza di traumi modesti o a seguito di un normale movimento delle braccia, come per esempio quello che si effettua per sollevare una borsa della spesa o per prendere un libro.

Ecco quindi che questo approfondimento vuole indagarne sintomi e cause, comprenderne le differenze con la lesione di Bankart, e indagare terapie conservative e chirurgiche.

Cause, sintomi e come curarla.

La   è costituita da 4 muscoli [e relativi tendini]:⟶ sovraspinato;⟶ sottoscapolare;⟶ sottospinato;⟶ piccolo rotondo.Tra...
30/10/2025

La è costituita da 4 muscoli [e relativi tendini]:
⟶ sovraspinato;
⟶ sottoscapolare;
⟶ sottospinato;
⟶ piccolo rotondo.

Tra i quattro, il è quello che si lesiona più frequentemente.

𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐞 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞

Nel caso di infiammazione alla cuffia dei rotatori, la prima cosa da fare è sempre mettere il braccio a riposo, cercando di tenere l’infiammazione sotto controllo attraverso l’assunzione di Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei [FANS].

Applicare alla spalla del ghiaccio per 15-20 minuti ogni ora può essere d’aiuto, specialmente se l’infiammazione deriva da una caduta o da un infortunio.

Se dopo qualche giorno di riposo i sintomi non sono scomparsi, sarà inevitabile ricorrere alla consulenza di uno chirurgo specialista in patologie della spalla.

𝐕𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐒𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚

Lo specialista effettua la diagnosi nel corso della visita medica, attraverso dei test che si effettuano durante l’esame fisico del paziente.

La diagnosi dovrà poi essere confermata ed approfondita attraverso esami di diagnostica per immagini, come l’ecografia o la risonanza magnetica.

Lesioni profonde richiedono sempre l’intervento chirurgico per essere risolte, mentre le lesioni parziali di lieve entità possono spesso essere trattate inizialmente con un approccio conservativo.

𝐋𝐚 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚

La Tecarterapia, nota anche come Tecar [Trasferimento Energetico Capacitivo-Resistivo], è un tipo di trattamento elettromedicale, che trova particolare impiego nella cura di traumi e patologie infiammatorie dell'apparato muscolo-scheletrico.

Diffusa soprattutto in ambito fisioterapico, la Tecarterapia consiste in un massaggio particolare, praticato tramite uno strumento capace di ridurre il dolore e accelerare la naturale riparazione dei tessuti, laddove ovviamente ci sia un danno.

Il tutto si traduce in un accorciamento tangibile dei tempi di guarigione.

𝟓 𝐜𝐨𝐬𝐞 𝐝𝐚 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫

Il terapista che esegue una TecarTerapia deve conoscere il tessuto che decide di trattare in maniera perfetta.

Anche la diagnosi iniziale influenzerà il trattamento, in quanto il fisioterapista sceglierà in base alle indicazioni del chirurgo quale tessuto trattare con enfasi, e quindi ricercare una risposta biologica.

Risulta chiaro che se la diagnosi iniziale è sbagliata, o la strategia non è corretta, il risultato finale sarà non soddisfacente per il paziente [per questo troviamo molti pazienti in cui la terapia ha fallito, che però si contrappongono agli innumerevoli casi di successi in campo sportivo o nella gestione del dolore].

𝟏] 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 𝐂𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚

Questa modalità prevede l’utilizzo di un manipolo rivestito di un materiale isolante, che permette di usare la Tecar sui tessuti e le strutture biologiche come muscoli, e vasi linfatici e sanguigni.

In questa modalità si potrà quindi aumentare molto l’iperemia locale e dare sollievo in caso di problematiche muscolari, oppure su disfunzioni linfatiche.

Dal punto di vista fisico a livello locale le cariche elettrolitiche si concentreranno in prossimità del manipolo [che è appunto isolato dal rivestimento in teflon o altro materiale] e quindi più in superficie.

𝟐] 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 𝐑𝐞𝐬𝐢𝐬𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚

Questa modalità si usa prevalentemente sui tessuti che sono dotati di una grande componente connettiva, per cui avrà maggiore enfasi su tendini, legamenti, capsule articolari, ossa e cartilagini.

Dal punto di vista fisico troveremo che le cariche elettrolitiche riusciranno a oltrepassare il tessuto e si disporranno maggiormente in profondità rispetto alla modalità capacitiva.

𝟑] 𝐄𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐞𝐮𝐭𝐢𝐜𝐢

Ogni seduta avrà come scopo l’attivazione di processi complessi che possono essere riassunti in:
⟶ effetti antinfiammatori;
⟶ effetti antidolorifici;
⟶ effetti riparativi.

Questi risultati terapeutici avverranno grazie all’azione della Tecar mediante:
⟶ aumento della temperatura endogena locale;
⟶ vasodilatazione;
⟶ aumento della micro-circolazione.

𝟒] 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐮𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫

Prima di iniziare una classica seduta di Tecarterapia, il terapeuta invita il paziente a togliersi eventuali indumenti che coprono la zona da trattare e ad accomodarsi su un apposito lettino reclinabile in modo da facilitare i passaggi successivi.

Una volta che il paziente è pronto, posiziona la cosiddetta piastra fissa sul lato di corpo umano opposto all'area bisognosa di cure e, su quest'ultima, applica una sostanza gelatinosa, che serve a facilitare il massaggio per mezzo della piastra mobile e a migliorarne la qualità degli effetti della Tecar.

Solo dopo il collocamento della piastra fissa e l'applicazione della sostanza gelatinosa, può avere inizio il massaggio terapeutico tramite piastra mobile; poiché tale massaggio comporta un aumento della temperatura endogena, il terapeuta ha l'obbligo di sincerarsi, interrogando direttamente il paziente, che tale aumento non sia tale da risultare doloroso.

Una seduta di Tecarterapia dura generalmente tra i 20 e i 30 minuti; sulla durata di una seduta di Tecarterapia incidono fattori, quali:
⟶ l'area anatomica di trattamento;
⟶ la modalità di utilizzo dello strumento;
⟶ la patologia da curare.

𝟓] 𝐑𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐢

Diversi studi clinici, basati anche sulle testimonianze dirette dei pazienti, hanno dimostrato che la Tecarterapia è efficace; essa, infatti, riesce nell'intento di accorciare i tempi di guarigione di patologie traumatiche, muscolari od osteoarticolari sia acute che croniche.

In linea generale, gli effetti della Tecarterapia sono apprezzabili dopo un ciclo di 5-10 sedute ravvicinate nel tempo [l'ideale sarebbe 3 sedute a settimana].

È doveroso puntualizzare, tuttavia, che esistono condizioni per le quali è necessario un ciclo più lungo o sedute di mantenimento a cadenza periodica.

La sindrome da impingement è la patologia della spalla che vede intervenire più spesso – come “second opinion” –  gli or...
27/10/2025

La sindrome da impingement è la patologia della spalla che vede intervenire più spesso – come “second opinion” – gli ortopedici specializzati in chirurgia della spalla, poiché la causa del dolore è da ricercarsi in una correlata lesione dei tendini della spalla.

Una terapia conservativa intelligente può prevedere l'utilizzo consequenziale di varie tecniche, o escluderne alcune.

Le principali sono:
⟶ riposo e farmaci antinfiammatori;
⟶ esercizio fisico;
⟶ terapie fisiche e fisioterapia;
⟶ medicina rigenerativa.

Oggi vogliamo concentrarci su un esercizio fisico in particolare: il pendolo di Codman.

È un esercizio che ha un obiettivo chiaro: aumentare lo spazio subacromiale tra la testa dell’omero e l’acromion, in modo da permettere ai muscoli e ai tendini – in particolare al sovraspinato – di non essere compressi, scivolare in modo naturale, e alle braccia di compiere movimenti completi senza avvertire dolore.

Ecco come svolgerlo esattamente.

Contro il dolore alla spalla provocato dalla sindrome da impingement.

Il dolore alla spalla è uno dei sintomi più comuni nelle persone che hanno superato i 40 anni di età: per diffusione nel...
23/10/2025

Il dolore alla spalla è uno dei sintomi più comuni nelle persone che hanno superato i 40 anni di età: per diffusione nella popolazione è secondo solo al mal di schiena.

𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨

Può essere di intensità differente, manifestandosi come un leggero fastidio quando si muove il braccio, oppure come un dolore intenso presente anche di notte, di solito accompagnato da una limitazione dei movimenti.

𝐂𝐚𝐮𝐬𝐞

La causa più frequente del dolore alla spalla è l’infiammazione di uno [o più] tra i tendini che permettono la maggior parte dei movimenti del braccio.
Questi tendini sono quattro:
1️⃣ il sovraspinato;
2️⃣ il sottoscapolare;
3️⃣ il piccolo rotondo;
4️⃣ il sottospinato.

A questa si aggiungono le 5 principali patologie:
⟶ sindrome da impingement;
⟶ tendinite calcifica;
⟶ lesione alla cuffia dei rotatori;
⟶ spalla congelata;
⟶ lussazione.

𝐒𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢

Spesso il dolore sveglia di notte e nessuna posizione sembra dare sollievo; oppure si manifesta nel compiere movimenti normalissimi, come sollevare il braccio per prendere un barattolo o indossare la giacca.

Il dolore può infatti interessare diverse parti della spalla:
⟶ localizzato sul lato esterno, riguarda spesso la cuffia dei rotatori e può essere causato da borsite o tendinite;
⟶ nella parte posteriore può interessare il muscolo trapezio: talvolta scaturisce da una borsite o da una contrattura muscolare;
⟶ nella parte anteriore può derivare da una tendinite o dalla sindrome da impingement;
⟶ nella parte superiore riguarda solitamente muscoli, cartilagine o legamenti e può essere di natura infiammatoria.

𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨

Per limitare il dolore, consiglio di mettersi immediatamente a riposo per evitare che si verifichino ulteriori danni.

Applicare del ghiaccio sulla spalla è sempre una buona idea, perché rallenta il processo di infiammazione.

Ovviamente, i farmaci antinfiammatori sono importanti alleati di chi ha dolore, ma devono essere prescritti dal medico.

Quando il dolore è davvero forte, è bene osservare le buone norme del protocollo R.I.C.E.

𝐌𝐞𝐭𝐨𝐝𝐨 𝐑.𝐈.𝐂.𝐄

È un protocollo che viene suggerito dalla Medicina dello Sport.

In caso dopo 48 ore non si vedano miglioramenti, è opportuno valutare una visita specialistica per avere una visione chiara del danno subito.

Il nome R.I.C.E. aiuta a ricordare certe buone norme:
⟶ 𝐑 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐑𝐞𝐬𝐭 [𝐫𝐢𝐩𝐨𝐬𝐨]: 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐨𝐬𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐥𝐮𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝟒𝟖 𝐨𝐫𝐞;
⟶ 𝐈 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐈𝐜𝐞 [𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨]: 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐨𝐫𝐬𝐚 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝟐𝟎 𝐦𝐢𝐧𝐮𝐭𝐢, 𝐚𝐝 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐚𝐥𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧’𝐨𝐫𝐚, 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨 𝟔-𝟖 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐚𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨;
⟶ 𝐂 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞]: 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐨 𝐞̀ 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐫𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐯𝐚𝐬𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐢𝐠𝐧𝐢 [𝐯𝐚𝐬𝐨𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞], 𝐝𝐢𝐦𝐢𝐧𝐮𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥’𝐚𝐟𝐟𝐥𝐮𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐞 𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚;
⟶ 𝐄 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐄𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 [𝐞𝐥𝐞𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞]: 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐥'𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐥𝐞𝐬𝐨 𝐞𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐚 𝐝𝐚 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐫𝐞𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨. Mostra meno

«La prima volta che me ne sono accorta, era solo un leggero fastidio che si faceva sentire quando sollevavo il braccio s...
20/10/2025

«La prima volta che me ne sono accorta, era solo un leggero fastidio che si faceva sentire quando sollevavo il braccio sopra la testa. Sinceramente non ho pensato potesse diventare un problema, per lo meno fino a quando non ho iniziato ad avere difficoltà nello svolgere attività quotidiane come vestirmi, o lavarmi la schiena.»

Questa frase, esclamata da una mia paziente pochi giorni fa, mi ha fatto molto riflettere sull'importanza di una diagnosi precoce in caso di infiammazione alla cuffia dei rotatori e - più in generale - di dolore alla spalla.

Ed è proprio questa frase che mi ha dato l'intuizione per l'articolo di questa settimana, nel quale descrivo 7 semplici test per la spalla, da effettuare a casa, che suggeriscono al paziente quando sia il caso di non sforzare più l’articolazione e, se il dolore persiste nonostante il riposo, di rivolgersi il prima possibile ad un chirurgo ortopedico specializzato nella spalla.

L'autodiagnosi di infiammazione alla cuffia dei rotatori.

Le lesioni   [dall’inglese:«Superior Labral tear from Anterior to Posterior»] sono una lacerazione che interessa il labb...
16/10/2025

Le lesioni [dall’inglese:«Superior Labral tear from Anterior to Posterior»] sono una lacerazione che interessa il labbro glenoideo, un anello di cartilagine che - come una guarnizione - circonda l'articolazione della spalla poggiandosi nella sua porzione scapolare [glena], la cui parte superiore, appunto, si strappa.

𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨

Il labbro [o cercine] glenoideo è un “anello” di cartilagine che serve a stabilizzare l’articolazione fra omero e scapola e ridurre l’attrito fra le due superfici ossee, evitando che vengano a contatto tra di loro.
È situato attorno alla cavità glenoidea, la fossa semicircolare posta all’estremità della scapola, dov’è normalmente è alloggiata la testa dell’omero.

𝐂𝐚𝐮𝐬𝐞

Le lesioni al cercine glenoideo superiore [SLAP] possono essere causate da traumi acuti o da movimenti ripetitivi della spalla.
Una lesione SLAP acuta può derivare da:
⟶ un incidente automobilistico;
⟶ una caduta su un braccio teso;
⟶ una trazione forte sul braccio, come quando si cerca di prendere un oggetto pesante;
⟶ un rapido movimento del braccio quando è superiore al livello della spalla;
⟶ una lussazione della spalla.

Le persone che praticano sport come baseball, tennis, pallavolo, golf, o il sollevamento pesi, possono procurarsi una lesione del cercine glenoideo a causa del movimento ripetuto della spalla.

𝐒𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢

I sintomi più comuni di una lesione SLAP sono:
⟶ la sensazione di blocco durante l’esecuzione di alcuni movimenti, specialmente quelli che coinvolgono il sollevamento del braccio interessato;
⟶ una perdita di forza nell’articolazione, che può interessare in particolare, per l’appunto, i movimenti di sollevamento del braccio;
⟶ dolore alla spalla di intensità variabile, che si manifesta in modo pulsante dopo aver effettuato movimenti o piccoli sforzi e si intensifica quando la spalla è sottoposta a pressione o trazione;
⟶ la sensazione di imminente lussazione della spalla ogni volta che viene utilizzata o vi si applica una forza.

𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐞 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞

Il trattamento di questo tipo di lesione prevede inizialmente il ricorso ad antinfiammatori, applicazioni di ghiaccio e riposo.

Di solito questa fase iniziale ha lo scopo di alleviare il dolore e tenere sotto controllo l’infiammazione, mentre si decide la migliore strategia di trattamento. Sono pochi, tuttavia, i pazienti per i quali è possibile la guarigione senza ricorrere alla riparazione chirurgica della lesione.

𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐂𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐨

L’artroscopia è in assoluto la tecnica più utilizzata per la riparazione del cercine glenoideo.
Attraverso piccoli fori effettuati dal chirurgo nella pelle del paziente, si inseriscono una telecamera collegata ad un potente microscopio e gli strumenti chirurgici necessari alla procedura.

Rispetto alla tecnica classica, che prevede l’apertura di una ferita operatoria che interessa gran parte della spalla, la tecnica artroscopica ha il grande vantaggio di praticare solamente dei piccoli fori [10-12 millimetri circa].

Questo permette di risparmiare i tessuti muscolari e di recuperare funzionalità e mobilità dell’arto in tempi molto più rapidi, semplificando la riabilitazione ed ottenendo risultati decisamente migliori dal punto di vista estetico.

𝐓𝐞𝐦𝐩𝐢 𝐝𝐢 𝐑𝐞𝐜𝐮𝐩𝐞𝐫𝐨

Dopo l’intervento, la spalla deve essere immobilizzata per 3-4 settimane per proteggere la parte riparata dai piccoli traumi che certamente subirebbe durante l’utilizzo, che potrebbero rovinare il risultato finale del trattamento.

Le procedure di riabilitazione devono essere considerate come parte integrante del trattamento ed essere seguite con impegno per ottenere il miglior risultato possibile dalla chirurgia; di solito, proseguono almeno per 6-8 settimane dopo l’intervento.

Sarà lo specialista, durante le visite di controllo, ad indicare i tempi opportuni per ricominciare l’attività sportiva, che dipendono dall’impatto dell’attività stessa su spalla e braccio.

Di solito questi sono comunque compresi fra i 3 ed i 6 mesi dall’operazione.

La spalla del nuotatore è un termine generico che indica però una patologia ben specifica: la sindrome da impingement.Il...
13/10/2025

La spalla del nuotatore è un termine generico che indica però una patologia ben specifica: la sindrome da impingement.

Il nostro appuntamento di questa settimana è dedicato proprio a definirne le principali caratteristiche, le cause e i sintomi in cui riconoscersi, per poi concentrarci sull'iter terapeutico più corretto e qualche esercizio di prevenzione.

Nome generico, patologia specifica: la sindrome da impingement.

«[...La  ] si paragona al congelamento per il graduale blocco dell’articolazione della spalla, è abbastanza frequente, e...
06/10/2025

«[...La ] si paragona al congelamento per il graduale blocco dell’articolazione della spalla, è abbastanza frequente, e può verificarsi in correlazione ad una patologia primaria, come il diabete, o in relazione alla somatizzazione di alcune patologie psicologiche.»

Può però anche essere correlata a una patologia secondaria come una lesione tendinea, della cuffia dei rotatori.

Diventa quindi un meccanismo di autodifesa messo in atto dall’organismo che previene l’aggravarsi della lesione, di fatto bloccando la spalla.

Il benefico fisioterapico è molto spesso limitato perché la rigidità della spalla è sempre correlata ad una causa patologica diversa.

In questo approfondimento analizzo proprio le cause e i sintomi più comuni della spalla congelata [o capsulite adesiva] e approfondisco l'importanza della diagnosi precoce e degli esercizi fisici di prevenzione.

La diagnosi precoce permette una terapia conservativa con esercizi di prevenzione.

Indirizzo

Via L. Da Vinci, 1/A
Busto Arsizio
21052

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