Dr. Giuseppe Pacelli

Dr. Giuseppe Pacelli Mi chiamo Giuseppe Pacelli e sono un chirurgo ortopedico specializzato in patologie della spalla. Sono “teacher” in Chirurgia Artroscopica della Spalla.

Sono il dr. Giuseppe Pacelli, sono consulente per la F.I.S.I. [Federazione Italiana Sport Invernali].

Il termine "cuffia dei rotatori" indica il complesso muscolo-tendineo della spalla, costituito da quattro muscoli e dai ...
01/12/2025

Il termine "cuffia dei rotatori" indica il complesso muscolo-tendineo della spalla, costituito da quattro muscoli e dai loro tendini:
⟶ sottoscapolare;
⟶ sovraspinato;
⟶ sottospinoso;
⟶ piccolo rotondo.

Si utilizza il termine “cuffia” in quanto i tendini che proteggono l’intera articolazione formano una vera e propria copertura, che ripara la testa omerale.

La cuffia dei rotatori può infiammarsi, lesionarsi o rompersi: impariamo a conoscerla, partendo dall'anatomia, per arrivare a comprendere le sue patologie, i sintomi, la diagnosi e il percorso di cure.

Dall'anatomia al post-operatorio.

La spalla congelata è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.Ma perché, se solitamente un'infiammazione...
27/11/2025

La spalla congelata è una patologia infiammatoria molto dolorosa della spalla.

Ma perché, se solitamente un'infiammazione viene associata al caldo, in questo caso avviene il contrario e addirittura si associa al congelamento?

Presto detto: l'infiammazione causa un ispessimento dei tessuti così doloroso che il nostro organismo mette in atto un meccanismo di autodifesa che di fatto blocca [congela] la spalla, prevenendo l'aggravarsi della lesione.

𝐈𝐥 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐡𝐢𝐫𝐮𝐫𝐠𝐨

Il chirurgo ortopedico - durante la visita specialistica - ha a disposizione due elementi fondamentali per impostare l'iter terapeutico corretto:
1] esami di diagnostica per imaging [radiografia, risonanza magnetica, ecografia];
2] esame clinico del paziente: valutazione del dolore, della limitazione dei movimenti, del peggioramento della qualità della vita e delle esigenze funzionali del paziente.

La spalla congelata, inoltre, può essere correlata ad una causa patologica diversa.

Il movimento può essere recuperato attraverso un buon protocollo rieducativo che include – molto spesso – l’intervento chirurgico in artroscopia di liberazione a 360°della capsula [capsular release] intorno alla glena, facendo di fatto recuperare il movimento articolare.

Se la spalla congelata è associata, appunto, a una lesione tendinea, è possibile comunque risolvere entrambe le patologie in un unico atto operatorio.

𝐈𝐥 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐟𝐢𝐬𝐢𝐨𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐬𝐭𝐚

È nella fase di riabilitazione che diventa fondamentale il ruolo del fisioterapista: deve interpretare correttamente le indicazioni del chirurgo ed essere in grado di educare il paziente a svolgere correttamente gli esercizi.

Subito dopo l’intervento [o subito dopo la diagnosi, se lo specialista non ritiene necessario intervenire chirurgicamente] è importante riposare ed effettuare un trattamento con farmaci antinfiammatori.

In seguito si renderà importantissima la perizia del fisioterapista: dovrà saper dosare gli esercizi di mobilitazione passiva ed introdurre gradualmente lo stretching e gli esercizi di potenziamento, in modo da completare senza intoppi il lavoro di riabilitazione.

𝐈𝐥 𝐫𝐮𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞

Il recupero dalla spalla congelata può essere piuttosto lungo e faticoso.

L’elemento chiave del team è il paziente: la grande differenza la fa una cosa sola, la sua determinazione nel guarire il prima possibile.

𝐋'𝐮𝐧𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐟𝐚 𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚

La collaborazione fra chirurgo, fisioterapista e paziente diventa allora fondamentale per garantire risultati stabili e soddisfacenti.

In buone mani chirurgiche e in buone mani fisioterapiche si può dunque sia eliminare la causa principale che porta al blocco della spalla, sia “sbloccare” la spalla stessa.

«Talvolta non è facile distinguere una lussazione completa da una sublussazione, per via dei sintomi, che possono essere...
24/11/2025

«Talvolta non è facile distinguere una lussazione completa da una sublussazione, per via dei sintomi, che possono essere molto simili.»

Ho scritto questo utile approfondimento per fare chiarezza, innanzitutto sulle differenze tra una lussazione di spalla e una sublussazione, e successivamente per analizzarne le cause, i sintomi, l'iter terapeutico e i tempi di recupero per una buona ripresa funzionale.

Differenze con la lussazione completa e iter terapeutico.

La sindrome da impingement, o conflitto subacromiale, è dovuta all'aumento dell'attrito dei tendini della cuffia dei rot...
20/11/2025

La sindrome da impingement, o conflitto subacromiale, è dovuta all'aumento dell'attrito dei tendini della cuffia dei rotatori - in particolare del sovraspinato - causato dal restringimento dello spazio fra la testa omerale e l’acromion, spazio dove scorrono proprio i tendini.

Gesti atletici o normali mansioni lavorative ripetute, squilibri muscolari o irregolarità del profilo acromiale provocano l’aumento dell’attrito all’interno di questo spazio causando fenomeni infiammatori o vere e proprie lesioni tendinee.

𝐈 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢

La sindrome da conflitto è caratterizzata da questi sintomi principali:
⟶ dolore alla spalla;
⟶ rigidità articolare;
⟶ limitazione dei movimenti dell'arto superiore e impotenza funzionale;
⟶ indebolimento del braccio;
⟶ formicolio e senso di intorpidimento;
⟶ riduzione della forza e del tono muscolare della spalla;
⟶ sensazione di calore alla spalla;
⟶ dolore al collo.

𝐋𝐚 𝐝𝐢𝐚𝐠𝐧𝐨𝐬𝐢

Non sempre è facile stabilire quale sia il problema basandosi solo sui sintomi che il paziente riferisce ed è per questo motivo che esistono una serie di test fisici che possono essere effettuati in sede di visita per aiutare lo specialista, indirizzandolo verso un’ipotesi di diagnosi che andrà poi confermata e studiata in dettaglio attraverso gli esami strumentali.

𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐬𝐭 𝐝𝐢 𝐉𝐨𝐛𝐞

Questo test è utilizzato per capire se il paziente presenta una sindrome da conflitto o una lesione del tendine sovraspinoso.

1] Paziente in piedi con il braccio a 90° di abduzione [sollevamento laterale] e spostato di circa 30° in avanti;
2] Paziente ruota la spalla all’interno, cioè con il pollice rivolto verso il basso.
3] L’esaminatore è in piedi di fianco al paziente e gli afferra il polso;
4] L’esaminatore spinge verso il basso, mentre il paziente resiste alla pressione.

Il test è positivo se il paziente sente dolore o non riesce a resistere.

𝐍𝐎𝐓𝐀 𝐁𝐄𝐍𝐄

L’esistenza di test come quello che abbiamo appena descritto non esclude però in modo assoluto la necessità di confermare e dettagliare la diagnosi, attraverso l’esecuzione di esami strumentali.

Lo specialista - dopo una diagnosi precisa - imposterà l'iter terapeutico corretto: conservativo o chirurgico.

«L'infiammazione alla cuffia dei rotatori e, più in generale, il dolore alla spalla incide chiaramente anche sulla quali...
17/11/2025

«L'infiammazione alla cuffia dei rotatori e, più in generale, il dolore alla spalla incide chiaramente anche sulla qualità del riposo: prendere sonno sarà più difficile e, nel corso della notte, un movimento involontario potrebbe causare un dolore improvviso, destando il paziente. Inoltre, nelle fasi avanzate della patologia, il dolore tende ad aumentare proprio quando i muscoli sono a riposo.»

Ecco quindi che - nel nostro approfondimento settimanale - dedichiamo l'attenzione a una serie di consigli utili per riuscire a dormire meglio e per alleviare il dolore prima di coricarsi.

Consigli per riuscire a dormire meglio.

La tendinite calcifica o, come veniva chiamata in passato, la periartrite, è una patologia riguardante sempre il comples...
13/11/2025

La tendinite calcifica o, come veniva chiamata in passato, la periartrite, è una patologia riguardante sempre il complesso della cuffia dei rotatori che viene però invasa da calcificazioni.

La diagnosi è apparentemente molto semplice e basata su una radiografia o un’ecografia; il solo reperimento di una calcificazione fa subito emettere diagnosi.

La calcificazione non è però il vero problema, non è quindi l’eziopatogenesi [la causa del problema], ma è un effetto che porta il tendine a calcificarsi.

Queste calcificazioni sono - appunto - erroneamente ritenute la causa principale dell’infiammazione; ne sono invece un effetto e come tali andrebbero considerate.

𝐈 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐧𝐝𝐢𝐧𝐢𝐭𝐞 𝐜𝐚𝐥𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚

Di solito, il sintomo principale della tendinite calcifica è un dolore intenso, localizzato nella parte anteriore e laterale della spalla, che talvolta è presente anche quando il braccio è completamente a riposo.

Il dolore diventa più acuto quando il paziente tenta di alzare il braccio sopra la testa; la condizione può aggravarsi gradualmente fino a rendere completamente impossibile sollevare il gomito oltre un certo livello.

𝐋𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐥𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚

La tendinite calcifica non è semplicissima da curare ed alcuni medici consigliano trattamenti come le onde d’urto focali, il lavaggio endoscopico o le infiltrazioni di cortisone.

L’effetto di controllo dei sintomi dato da queste metodiche può spesso trarre in inganno il paziente, in quanto agisce sul dolore, facendo credere che il problema sia in via di risoluzione.

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐯𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢, 𝐦𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐮𝐫𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚?

Possono essere utili nelle primissime fasi dell’infiammazione: tuttavia non vanno portate avanti per molto tempo e, spesso, le infiltrazioni alla spalla non sono la risoluzione della patologia.

Perché? Nella maggioranza dei casi, sciogliere le calcificazioni e liberare l’articolazione risolve la patologia solo temporaneamente, perché esse non hanno a che vedere con l'eziopatogenesi, ovvero con il motivo per il quale si genera la patologia.

I danni provocati dall’infiammazione e poi dalle calcificazioni non si riparano senza ricorrere all’intervento chirurgico, a meno che i tessuti non si rigenerino spontaneamente, cosa che avviene solo se il danno è molto lieve.

Generalmente in queste patologie, che sono molto frequenti, si tende a combattere la calcificazione come fosse la causa, anche se spesso tali calcificazioni sono delle vere e proprie lesioni con disinserzione del tendine dalla testa omerale che confluiscono quindi nel grande capitolo delle lesioni tendinee.

Una delle situazioni che più frequentemente mi capita di vedere in ambulatorio è proprio un paziente che ha avuto più episodi di tendinite calcifica, trattate molto spesso con onde d’urto, o ancora con la vecchia metodica di infiltrazione di cortisone.

Il beneficio momentaneo non risolve il problema che dopo qualche tempo tenderà a ripresentarsi.

In alcune situazioni venivano anche eseguiti dei lavaggi endoscopici sotto guida ecografica proprio perché la calcificazione veniva considerata come elemento principale del problema.

A differenza delle onde d’urto e dei lavaggi sotto guida ecografica, che si preoccupano essenzialmente di eliminare la calcificazione, la chirurgia artroscopia permette di risolvere la causa del problema, in quanto elimina sì la calcificazione e l’eventuale attrito dell’acromion ricurvo, ma soprattutto ripara il tendine lesionato o disinserito dalla testa omerale.

⟶ Il dolore alla spalla・⟶ Dolore al braccio sinistro・⟶ Dolore al braccio destro・・⟶ Dolore alla spalla di notte⟶ Le patol...
10/11/2025

⟶ Il dolore alla spalla
・⟶ Dolore al braccio sinistro
・⟶ Dolore al braccio destro
・・⟶ Dolore alla spalla di notte
⟶ Le patologie della spalla
・⟶ Sindrome da impingement
・⟶ Tendinite Calcifica
・⟶ Lesione della cuffia dei rotatori
・⟶ Lussazione spalla
・⟶ Spalla congelata
⟶ La chirurgia artroscopica: una soluzione al dolore ed alle limitazioni funzionali

Cause e soluzioni al dolore e alle limitazioni funzionali.

La borsa subacromiale è una struttura anatomica situata all’interno della spalla, inserita tra il muscolo sovraspinato, ...
06/11/2025

La borsa subacromiale è una struttura anatomica situata all’interno della spalla, inserita tra il muscolo sovraspinato, il muscolo deltoide e l’acromion, un’escrescenza ossea che si estende a partire dalla scapola.

È composta di tessuto connettivo e serve a diminuire l’attrito che si crea fra la testa dell’omero e la cavità glenoidea, la parte della scapola dove essa si innesta.

In condizioni normali, la borsa subacromiale contiene un liquido, detto liquido sinoviale, che la rende più efficace nell’ammortizzare gli urti e fa in modo che la sua forma si adatti completamente ai movimenti del braccio.

𝐋𝐀 𝐁𝐎𝐑𝐒𝐈𝐓𝐄 𝐀𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐏𝐀𝐋𝐋𝐀

La borsite della spalla è per l’appunto l’infiammazione della borsa subacromiale.

È una patologia molto comune, che colpisce le persone che compiono sforzi intensi e ripetuti con i muscoli della spalla, come gli atleti [per esempio tennisti, ginnasti e lanciatori] o alcuni lavoratori che svolgono lavori fisici usuranti.

𝐈 𝐒𝐈𝐍𝐓𝐎𝐌𝐈

La borsite provoca un dolore intenso, spesso accompagnato da una sensazione di calore.

Il dolore può esordire lentamente; di solito si intensifica quando la spalla è a riposo da più di 20 minuti, per via dell’anormale accumulo di liquido sinoviale nella borsa, che limita la mobilità articolare e può causare gonfiore.

𝐼𝑙 𝑐𝑙𝑎𝑠𝑠𝑖𝑐𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑏𝑜𝑟𝑠𝑖𝑡𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑙𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑔𝑜𝑚𝑖𝑡𝑜 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑎 𝑎𝑛𝑔𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑎𝑙𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑏𝑟𝑎𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑠𝑡𝑎. 𝐷𝑜𝑝𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑧𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒 ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑝𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑜, 𝑖𝑙 𝑑𝑜𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑠𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑛𝑢𝑎 𝑒 𝑝𝑢𝑜̀ 𝑎𝑑𝑑𝑖𝑟𝑖𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑠𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑖𝑟𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑖𝑙 𝑙𝑖𝑞𝑢𝑖𝑑𝑜 𝑠𝑖𝑛𝑜𝑣𝑖𝑎𝑙𝑒 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑎 𝑖𝑛 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑑𝑖 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑜 𝑖𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑢𝑏𝑟𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑎𝑟𝑡𝑖𝑐𝑜𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒.

𝐈𝐋 𝐑𝐔𝐎𝐋𝐎 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐁𝐎𝐑𝐒𝐈𝐓𝐄 𝐍𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐒𝐈𝐍𝐃𝐑𝐎𝐌𝐄 𝐃𝐀 𝐂𝐎𝐍𝐅𝐋𝐈𝐓𝐓𝐎

Spesso queste infiammazioni sono connesse alla cosiddetta “sindrome da conflitto subacromiale”, una condizione nella quale la testa dell’omero sale e va a spingere sulla superficie del tendine del muscolo sovraspinato, comprimendolo contro l’acromion e rendendo doloroso qualsiasi movimento di adduzione.

𝐒𝐂𝐀𝐂𝐂𝐎 𝐌𝐀𝐓𝐓𝐎 𝐀𝐋 𝐃𝐎𝐋𝐎𝐑𝐄 𝐈𝐍 𝟓 𝐌𝐎𝐒𝐒𝐄

1] Fisioterapia: la metto al primo posto perché la considero l’elemento più importante, senza il quale non è possibile risolvere il problema. La costanza e la diligenza del paziente nel seguire le indicazioni per la riabilitazione sono l’elemento più importante del trattamento;

2] Riposo: quasi altrettanto importante è fare attenzione ad evitare di sforzare la spalla, rispettando i periodi di riposo prescritti dal team di riabilitazione, sia a seguito dell’intervento chirurgico, sia nel caso esso non sia necessario;

3] Infiltrazioni [e i loro limiti]: l’assunzione di farmaci antidolorifici, che all’inizio sono somministrati localmente attraverso il metodo dell’infiltrazione, è il terzo caposaldo di un trattamento efficace. Le infiltrazioni hanno però il limite di allontanare il problema solo temporaneamente e – soprattutto – che il loro effetto diminuisce nel tempo;

4] Terapie fisiche: metodi come le onde d’urto, le tecniche di medicina rigenerativa o la Tecarterapia possono avere un effetto antinfiammatorio ed essere un efficace aiuto nel caso non si ritenga di trattare il problema chirurgicamente, ma sono utili anche in caso contrario, sempre nella fase di riabilitazione;

5] Intervento chirurgico: lo metto all’ultimo posto, anche se in modo un poco provocatorio: è chiaro che in alcuni casi, se vi sono danni seri alle strutture dell’articolazione, l’intervento chirurgico è indispensabile. D’altra parte, è pur vero che un intervento chirurgico perfetto non è efficace, se il paziente non segue la strategia di cura nella sua interezza, che spesso si snoda in tutte e cinque le "mosse" che ho elencato.

La lesione di Hill Sachs è una piccola frattura della testa omerale, sempre conseguente a una lussazione della spalla.A ...
03/11/2025

La lesione di Hill Sachs è una piccola frattura della testa omerale, sempre conseguente a una lussazione della spalla.

A causa di questa lesione, la lussazione può diventare un infortunio ricorrente ed avvenire anche in presenza di traumi modesti o a seguito di un normale movimento delle braccia, come per esempio quello che si effettua per sollevare una borsa della spesa o per prendere un libro.

Ecco quindi che questo approfondimento vuole indagarne sintomi e cause, comprenderne le differenze con la lesione di Bankart, e indagare terapie conservative e chirurgiche.

Cause, sintomi e come curarla.

La   è costituita da 4 muscoli [e relativi tendini]:⟶ sovraspinato;⟶ sottoscapolare;⟶ sottospinato;⟶ piccolo rotondo.Tra...
30/10/2025

La è costituita da 4 muscoli [e relativi tendini]:
⟶ sovraspinato;
⟶ sottoscapolare;
⟶ sottospinato;
⟶ piccolo rotondo.

Tra i quattro, il è quello che si lesiona più frequentemente.

𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐞 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞

Nel caso di infiammazione alla cuffia dei rotatori, la prima cosa da fare è sempre mettere il braccio a riposo, cercando di tenere l’infiammazione sotto controllo attraverso l’assunzione di Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei [FANS].

Applicare alla spalla del ghiaccio per 15-20 minuti ogni ora può essere d’aiuto, specialmente se l’infiammazione deriva da una caduta o da un infortunio.

Se dopo qualche giorno di riposo i sintomi non sono scomparsi, sarà inevitabile ricorrere alla consulenza di uno chirurgo specialista in patologie della spalla.

𝐕𝐢𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐒𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚

Lo specialista effettua la diagnosi nel corso della visita medica, attraverso dei test che si effettuano durante l’esame fisico del paziente.

La diagnosi dovrà poi essere confermata ed approfondita attraverso esami di diagnostica per immagini, come l’ecografia o la risonanza magnetica.

Lesioni profonde richiedono sempre l’intervento chirurgico per essere risolte, mentre le lesioni parziali di lieve entità possono spesso essere trattate inizialmente con un approccio conservativo.

𝐋𝐚 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚

La Tecarterapia, nota anche come Tecar [Trasferimento Energetico Capacitivo-Resistivo], è un tipo di trattamento elettromedicale, che trova particolare impiego nella cura di traumi e patologie infiammatorie dell'apparato muscolo-scheletrico.

Diffusa soprattutto in ambito fisioterapico, la Tecarterapia consiste in un massaggio particolare, praticato tramite uno strumento capace di ridurre il dolore e accelerare la naturale riparazione dei tessuti, laddove ovviamente ci sia un danno.

Il tutto si traduce in un accorciamento tangibile dei tempi di guarigione.

𝟓 𝐜𝐨𝐬𝐞 𝐝𝐚 𝐬𝐚𝐩𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫

Il terapista che esegue una TecarTerapia deve conoscere il tessuto che decide di trattare in maniera perfetta.

Anche la diagnosi iniziale influenzerà il trattamento, in quanto il fisioterapista sceglierà in base alle indicazioni del chirurgo quale tessuto trattare con enfasi, e quindi ricercare una risposta biologica.

Risulta chiaro che se la diagnosi iniziale è sbagliata, o la strategia non è corretta, il risultato finale sarà non soddisfacente per il paziente [per questo troviamo molti pazienti in cui la terapia ha fallito, che però si contrappongono agli innumerevoli casi di successi in campo sportivo o nella gestione del dolore].

𝟏] 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 𝐂𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚

Questa modalità prevede l’utilizzo di un manipolo rivestito di un materiale isolante, che permette di usare la Tecar sui tessuti e le strutture biologiche come muscoli, e vasi linfatici e sanguigni.

In questa modalità si potrà quindi aumentare molto l’iperemia locale e dare sollievo in caso di problematiche muscolari, oppure su disfunzioni linfatiche.

Dal punto di vista fisico a livello locale le cariche elettrolitiche si concentreranno in prossimità del manipolo [che è appunto isolato dal rivestimento in teflon o altro materiale] e quindi più in superficie.

𝟐] 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫𝐚𝐩𝐢𝐚 𝐑𝐞𝐬𝐢𝐬𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚

Questa modalità si usa prevalentemente sui tessuti che sono dotati di una grande componente connettiva, per cui avrà maggiore enfasi su tendini, legamenti, capsule articolari, ossa e cartilagini.

Dal punto di vista fisico troveremo che le cariche elettrolitiche riusciranno a oltrepassare il tessuto e si disporranno maggiormente in profondità rispetto alla modalità capacitiva.

𝟑] 𝐄𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐓𝐞𝐫𝐚𝐩𝐞𝐮𝐭𝐢𝐜𝐢

Ogni seduta avrà come scopo l’attivazione di processi complessi che possono essere riassunti in:
⟶ effetti antinfiammatori;
⟶ effetti antidolorifici;
⟶ effetti riparativi.

Questi risultati terapeutici avverranno grazie all’azione della Tecar mediante:
⟶ aumento della temperatura endogena locale;
⟶ vasodilatazione;
⟶ aumento della micro-circolazione.

𝟒] 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐮𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐓𝐞𝐜𝐚𝐫

Prima di iniziare una classica seduta di Tecarterapia, il terapeuta invita il paziente a togliersi eventuali indumenti che coprono la zona da trattare e ad accomodarsi su un apposito lettino reclinabile in modo da facilitare i passaggi successivi.

Una volta che il paziente è pronto, posiziona la cosiddetta piastra fissa sul lato di corpo umano opposto all'area bisognosa di cure e, su quest'ultima, applica una sostanza gelatinosa, che serve a facilitare il massaggio per mezzo della piastra mobile e a migliorarne la qualità degli effetti della Tecar.

Solo dopo il collocamento della piastra fissa e l'applicazione della sostanza gelatinosa, può avere inizio il massaggio terapeutico tramite piastra mobile; poiché tale massaggio comporta un aumento della temperatura endogena, il terapeuta ha l'obbligo di sincerarsi, interrogando direttamente il paziente, che tale aumento non sia tale da risultare doloroso.

Una seduta di Tecarterapia dura generalmente tra i 20 e i 30 minuti; sulla durata di una seduta di Tecarterapia incidono fattori, quali:
⟶ l'area anatomica di trattamento;
⟶ la modalità di utilizzo dello strumento;
⟶ la patologia da curare.

𝟓] 𝐑𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐢

Diversi studi clinici, basati anche sulle testimonianze dirette dei pazienti, hanno dimostrato che la Tecarterapia è efficace; essa, infatti, riesce nell'intento di accorciare i tempi di guarigione di patologie traumatiche, muscolari od osteoarticolari sia acute che croniche.

In linea generale, gli effetti della Tecarterapia sono apprezzabili dopo un ciclo di 5-10 sedute ravvicinate nel tempo [l'ideale sarebbe 3 sedute a settimana].

È doveroso puntualizzare, tuttavia, che esistono condizioni per le quali è necessario un ciclo più lungo o sedute di mantenimento a cadenza periodica.

La sindrome da impingement è la patologia della spalla che vede intervenire più spesso – come “second opinion” –  gli or...
27/10/2025

La sindrome da impingement è la patologia della spalla che vede intervenire più spesso – come “second opinion” – gli ortopedici specializzati in chirurgia della spalla, poiché la causa del dolore è da ricercarsi in una correlata lesione dei tendini della spalla.

Una terapia conservativa intelligente può prevedere l'utilizzo consequenziale di varie tecniche, o escluderne alcune.

Le principali sono:
⟶ riposo e farmaci antinfiammatori;
⟶ esercizio fisico;
⟶ terapie fisiche e fisioterapia;
⟶ medicina rigenerativa.

Oggi vogliamo concentrarci su un esercizio fisico in particolare: il pendolo di Codman.

È un esercizio che ha un obiettivo chiaro: aumentare lo spazio subacromiale tra la testa dell’omero e l’acromion, in modo da permettere ai muscoli e ai tendini – in particolare al sovraspinato – di non essere compressi, scivolare in modo naturale, e alle braccia di compiere movimenti completi senza avvertire dolore.

Ecco come svolgerlo esattamente.

Contro il dolore alla spalla provocato dalla sindrome da impingement.

Il dolore alla spalla è uno dei sintomi più comuni nelle persone che hanno superato i 40 anni di età: per diffusione nel...
23/10/2025

Il dolore alla spalla è uno dei sintomi più comuni nelle persone che hanno superato i 40 anni di età: per diffusione nella popolazione è secondo solo al mal di schiena.

𝐈𝐧𝐭𝐫𝐨

Può essere di intensità differente, manifestandosi come un leggero fastidio quando si muove il braccio, oppure come un dolore intenso presente anche di notte, di solito accompagnato da una limitazione dei movimenti.

𝐂𝐚𝐮𝐬𝐞

La causa più frequente del dolore alla spalla è l’infiammazione di uno [o più] tra i tendini che permettono la maggior parte dei movimenti del braccio.
Questi tendini sono quattro:
1️⃣ il sovraspinato;
2️⃣ il sottoscapolare;
3️⃣ il piccolo rotondo;
4️⃣ il sottospinato.

A questa si aggiungono le 5 principali patologie:
⟶ sindrome da impingement;
⟶ tendinite calcifica;
⟶ lesione alla cuffia dei rotatori;
⟶ spalla congelata;
⟶ lussazione.

𝐒𝐢𝐧𝐭𝐨𝐦𝐢

Spesso il dolore sveglia di notte e nessuna posizione sembra dare sollievo; oppure si manifesta nel compiere movimenti normalissimi, come sollevare il braccio per prendere un barattolo o indossare la giacca.

Il dolore può infatti interessare diverse parti della spalla:
⟶ localizzato sul lato esterno, riguarda spesso la cuffia dei rotatori e può essere causato da borsite o tendinite;
⟶ nella parte posteriore può interessare il muscolo trapezio: talvolta scaturisce da una borsite o da una contrattura muscolare;
⟶ nella parte anteriore può derivare da una tendinite o dalla sindrome da impingement;
⟶ nella parte superiore riguarda solitamente muscoli, cartilagine o legamenti e può essere di natura infiammatoria.

𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨

Per limitare il dolore, consiglio di mettersi immediatamente a riposo per evitare che si verifichino ulteriori danni.

Applicare del ghiaccio sulla spalla è sempre una buona idea, perché rallenta il processo di infiammazione.

Ovviamente, i farmaci antinfiammatori sono importanti alleati di chi ha dolore, ma devono essere prescritti dal medico.

Quando il dolore è davvero forte, è bene osservare le buone norme del protocollo R.I.C.E.

𝐌𝐞𝐭𝐨𝐝𝐨 𝐑.𝐈.𝐂.𝐄

È un protocollo che viene suggerito dalla Medicina dello Sport.

In caso dopo 48 ore non si vedano miglioramenti, è opportuno valutare una visita specialistica per avere una visione chiara del danno subito.

Il nome R.I.C.E. aiuta a ricordare certe buone norme:
⟶ 𝐑 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐑𝐞𝐬𝐭 [𝐫𝐢𝐩𝐨𝐬𝐨]: 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐨𝐬𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐥𝐮𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝟒𝟖 𝐨𝐫𝐞;
⟶ 𝐈 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐈𝐜𝐞 [𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨]: 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐡𝐢𝐚𝐜𝐜𝐢𝐨 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐩𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐧𝐚 𝐛𝐨𝐫𝐬𝐚 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝟐𝟎 𝐦𝐢𝐧𝐮𝐭𝐢, 𝐚𝐝 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐚𝐥𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐮𝐧’𝐨𝐫𝐚, 𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐨 𝟔-𝟖 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐚𝐥 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨;
⟶ 𝐂 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧 [𝐜𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞]: 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐨 𝐞̀ 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐫𝐢𝐧𝐠𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐯𝐚𝐬𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐢𝐠𝐧𝐢 [𝐯𝐚𝐬𝐨𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞], 𝐝𝐢𝐦𝐢𝐧𝐮𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥’𝐚𝐟𝐟𝐥𝐮𝐬𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐠𝐮𝐞 𝐞 𝐫𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧𝐭𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚;
⟶ 𝐄 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐄𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧 [𝐞𝐥𝐞𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞]: 𝐭𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐥'𝐚𝐫𝐭𝐨 𝐥𝐞𝐬𝐨 𝐞𝐥𝐞𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐚 𝐝𝐚 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐝𝐫𝐞𝐧𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨. Mostra meno

Indirizzo

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Busto Arsizio
21052

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