05/11/2025
Scegliere consapevolmente: il processo psicologico del cambiamento e della costruzione di nuove abitudini
In psicoterapia, uno dei principi fondamentali è che ogni individuo conserva sempre una possibilità di scelta, anche quando le circostanze sembrano determinarlo. Tuttavia, come sottolineava Viktor E. Frankl (1946) nella Logoterapia, la libertà umana non consiste nell’assenza di condizionamenti, ma nella capacità di scegliere l’atteggiamento con cui rispondere ad essi. Il problema non è tanto “non poter scegliere”, quanto non sapere come scegliere: restiamo intrappolati nei nostri automatismi, nelle narrazioni che ci raccontiamo, nelle abitudini mentali che plasmano la nostra percezione della realtà.
Le abitudini psichiche e comportamentali si radicano, come suggerisce la psicologia cognitivo-comportamentale, attraverso processi di apprendimento e rinforzo (Bandura, 1977; Beck, 1976). Le nostre idee, convinzioni e schemi di pensiero si consolidano con la ripetizione, diventando filtri automatici attraverso cui interpretiamo gli eventi. Per questo motivo, il cambiamento non è un atto istantaneo di volontà, ma un processo di ristrutturazione cognitiva e percettiva che richiede tempo, consapevolezza e costanza.
La Mindfulness, così come teorizzata da Jon Kabat-Zinn (1990), invita a sviluppare una “duplice attenzione”: osservare ciò che accade dentro di sé (pensieri, emozioni, sensazioni) e ciò che accade fuori, nella scena della propria vita, mantenendo tuttavia una posizione di testimone non identificato. In termini psicodinamici, potremmo dire che si tratta di costruire un osservatore interno, una parte del sé capace di mentalizzare l’esperienza (Fonagy et al., 2002) senza esserne travolta.
Questo atteggiamento permette di disidentificarsi dalla “realtà immediata” — dal fotogramma attuale — e orientare l’attenzione verso l’intenzione, cioè verso la direzione desiderata del cambiamento. Come nella terapia metacognitiva (Wells, 2009), il focus non è più sul contenuto dei pensieri (“cosa mi sta accadendo”), ma sul processo del pensare (“come mi rapporto a ciò che accade”).
In pratica, significa imparare a riconoscere la propria narrativa interna, interrompere la tendenza alla rimuginazione o alla lamentela, e spostare l’attenzione dal problema alla possibilità. Ogni nuova abitudine mentale nasce da un atto di consapevolezza ripetuto nel tempo: è la costanza dell’osservazione che, come un muscolo, rafforza la capacità di scelta e di autoregolazione.
Come ricorda Donald Winnicott, il cambiamento autentico non è imposto dall’esterno ma emerge da un vero sé che, progressivamente, trova spazio di espressione. Così, attraverso la pratica della presenza e la ripetizione consapevole di nuove modalità di pensiero, l’individuo può smettere di reagire automaticamente alla realtà e iniziare a partecipare attivamente alla sua costruzione.
Che possiate trovare la Volontà per creare il cambiamento che desiderate nella vostra vita.