17/12/2024
🔹MISOFONIA🔹ovvero “odio per il suono”, il disturbo consistente in una ridotta tolleranza a determinati suoni specifici provenienti dall’esterno, perlopiù da altre persone.
Nei misofonici l’ascolto di alcuni rumori , come il sentire masticare o respirare pesantemente, determina una reazione fisica avversiva immediata, caratterizzata da rabbia, disgusto, aggressività impulsiva e tentativi di fuga.
È estremamente frustrante provare emozioni negative a contatto con rumori comuni, riconosciuti scientificamente come “innocui”, e sentirsi costretti a condizionare le proprie attività, la propria socialità e , dunque, la propria vita per sfuggirne e poter mantenere uno stato di benessere.
L’intensità dell’ emozioni negative provate a contatto con il rumore, favorisce il successivo innesco di pensieri ossessivi riguardo le strategie per sfuggirne e il livello di gravità.
Il comportamento del misofonico si struttura su condizionamenti cognitivi, ovvero su connessioni tra suono e avversione: il rumore determina fastidio, il fastidio determina la rabbia, il desiderio di essere violenti, la fuga o l’evitamento come risposte comportamentali. La reazione fisica è di tipo “fight-or-flight” (combatti o fuggi), ovvero un innesco rapido di reazione ad un pericolo. Il soggetto con misofonia, dunque, reagisce come fosse in pericolo, producendo più ormoni come l’adrenalina e il cortisolo e manifestando tachicardia, ipertensione, rigidità muscolare, dispnea, sudorazione, ipertermia a contatto con lo stimolo fastidioso.
🔹Circa l’80% dei rumori riconosciuti come fastidiosi sono legati alla bocca (masticazione, sbadiglio, rumore di saliva e deglutizione) e prevalentemente coinvolgono suoni ripetitivi.
I misofonici sono consapevoli di soffrire di questa condizione e di quanto essa possa diventare estremamente invalidante: le difficoltà associate al condividere uno spazio con altre persone, determinano l’evitamento di situazioni sociali specifiche e ,in virtù di un buon livello di consapevolezza del disturbo e della percezione dell’impossibilità di cambiamento, un’intensa sofferenza psico-sociale.
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