27/09/2024
Ti ho scritto una lettera per dirti addio.
Per raccontare che ci si può attaccare alle cose materiali per avidità e avarizia, oppure per amore e gratitudine.
Prendersi cura degli oggetti, dar loro un nome, trattarli con dolcezza non significa “essere esagerati… sono solo cose”.
Significa saper andare oltre la materia.
Significa saper apprezzare tutto ciò che quelle cose rappresentano, ricordare i momenti che le hanno rese speciali, le gioie, i sacrifici, le preoccupazioni.
Significa saper attribuire valore alle cose della vita.
Se trattiamo tutto con superficialità, se non creiamo connessioni emotive, viviamo al di sotto del 50%.
Ci sentiremo sempre insoddisfatti, vuoti, privi di prospettive, incapaci di comprendere il significato della nostra esistenza.
Non saremo in grado di apprezzare le gioie che possediamo e quelle che ci raggiungono ogni giorno. Anzi, non ci accorgeremo proprio della loro presenza e ci sembrerà strano quando qualcuno ci dirà “tu sei fortunatə”.
Ce ne accorgeremo solo quando le perderemo e sarà tardi.
Non si tratta quindi di attaccarsi e soffrire per le cose, ma di amarle e lasciarle andare celebrando la loro importanza.
Perciò, cara Isa, ti parlo come il membro della famiglia che ti ho sempre considerato, come una creatura di cui mi sono potuta prendere cura fino alla fine. Per me hai significato sacrifici, esplosioni di gioia, responsabilità, indipendenza, quotidianità, prospettive, convivialità, avventure, vicinanza, preoccupazioni, problemi ma anche soluzioni.
Penso a te e so che sei l’insieme di tutti quei momenti che altrimenti non avrei vissuto.
Sei stata la mia prima macchina e una svolta importante nella mia vita.
Quindi ti ringrazio di tutto e ti dedico una lettera, come la pagina sparsa di un diario personale, da condividere con chi vorrà leggerla.
https://www.pedagogistachiara.it/pagine-sparse-di-una-vita-addio-isa/
(Link del sito in bio)