12/11/2025
💔 SE SOFFRI PER AMORE (NON) DEVI ANDARE A LAVORARE?
La notizia risale all’anno scorso ma è tornata virale: nelle Filippine esiste la possibilità di ottenere un congedo dal lavoro per “cuore spezzato”.
Un datore di lavoro, forte della propria esperienza personale, ha deciso di concedere cinque giorni di riposo retribuito ai dipendenti che stanno affrontando la fine di una relazione.
Un gesto di grande umanità e consapevolezza: un modo per riconoscere che la sofferenza amorosa non è “solo una questione privata”, ma una vera e propria forma di stress psicologico e fisico.
Come riportato da La Stampa:
“Un datore di lavoro ha mostrato una sensibilità mai vista prima. Cinque giorni di congedo per chi ha il cuore spezzato, per affrontare la separazione e non soccombere al dolore.”
Ma cinque giorni possono davvero bastare per riprendersi da un dolore del genere?
💭 “Tiziano, quanto tempo ci vuole per dimenticare?”
💭 “Quando smetterò di soffrire?”
Sono domande che sento spesso.
Quando una relazione finisce, sogni, aspettative e progettualità si infrangono, lasciando spazio a emozioni intense: rabbia, tristezza, disperazione, vuoto.
Quasi tutti abbiamo vissuto il “trauma” di un legame che si spezza improvvisamente.
E ognuno attraversa un percorso che non ha tempi prestabiliti, ma che in genere passa attraverso diverse fasi.
⚡ La fase di shock
È quel momento in cui sentiamo che qualcosa si è rotto. Come un palazzo che crolla.
La prima reazione è spesso la negazione: “Non è vero, non può essere successo.”
Segue un profondo senso di vuoto, la perdita di motivazione, la paura, la solitudine.
Le emozioni oscillano, si alternano, e possono durare a lungo. Con il tempo, la loro intensità diminuisce se non ostacoliamo il processo naturale della separazione.
🧠 Il cervello in “astinenza”
Non siamo in astinenza dalla persona, ma dalla relazione stessa.
Dal punto di vista biologico, il cervello smette di produrre dopamina e ossitocina, i neurotrasmettitori dell’attaccamento.
A livello psicologico, invece, la mente continua a richiamare ricordi, immagini, pensieri dell’ex come un modo per costringerci a elaborare quel dolore.
Ricordo ancora quando finì la mia prima relazione, più di vent’anni fa: durante il lavoro cercavo di distrarmi, ma bastava che alla radio partisse “Sere Nere” di Tiziano Ferro per costringermi a correre in bagno a piangere. Era un dolore fisico, viscerale.
🌧️ Dare spazio alla sofferenza
Siamo fatti per creare legami affettivi. Quando uno si spezza, è naturale soffrire.
Serve tempo per piangere, urlare, stare male. Ma anche per imparare a gestire il dolore, affrontare la tempesta e non bloccare del tutto la propria vita.
E allora sì, ben vengano alcuni giorni di riposo. Giorni in cui non facciamo nulla, non lavoriamo, non cerchiamo soluzioni immediate.
Giorni in cui ci permettiamo di stare male, di ascoltarci, di ricominciare a respirare.
⏳ Il tempo della guarigione
L’elaborazione di una perdita è profondamente soggettiva.
C’è chi ha bisogno di sei mesi, e chi di sei anni. Per me, ad esempio, dovettero passare molti anni e diversi percorsi di terapia.
L’anima deve attraversare i suoi inferi prima di tornare alla luce, e nessuno può dire quanto durerà quel viaggio.
E tu?
💬 Di quanto tempo hai bisogno per riprenderti da un cuore spezzato?