Tiziano Cerulli -Psicologo e Counsellor Immaginale

Tiziano Cerulli -Psicologo e Counsellor Immaginale "Ogni psicologia che sceglie come sua meta l'anima deve parlare in termini immaginativi" James Hillman
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Psicologo e Counsellor Immaginale
Istruttore Mindfulness Educators®
Trainer in Compassion Focused Therapy

Guido le persone ad affrontare difficoltà emotive e darsi maggiore valore migliorando le proprie relazioni affettive e sentimentali.

14/11/2025

🖊 "Perché la psiche resti umana deve restare vulnerabile, come lo è Psiche, (nel mito greco) cui la ricettività permette di concepire e restare gravida. È questa continua capacità di essere feriti che ci mantiene mortali, fertili e umani." James Hillman in "La Giustizia di Afrodite (pag. 71)

14/11/2025

💔 L’AMORE È UN'ILLUSIONE?

Giorgio Nardone afferma che «l’amore è il più sublime degli autoinganni: ci innamoriamo di ciò che crediamo di vedere nell’altro».

Ma cosa significa davvero “vedere”?

E come accade che, quando una relazione finisce, possiamo arrivare a odiare qualcuno che giuravamo di amare?

Dal punto di vista della psicologia junghiana, la risposta sta nelle proiezioni: nel partner non vediamo la persona in sé, ma l’immagine della nostra Anima (per gli uomini) o del nostro Animus (per le donne), cioè le parti interiori contro-sessuali che portiamo dentro di noi.

Questi archetipi ci guidano verso persone che incarnano qualcosa della nostra immagine inconscia dell’altro sesso, un modello che abbiamo costruito nel tempo, spesso senza saperlo. Ecco perché “l’amore è cieco”: inizialmente non vediamo l’altro per ciò che è, ma per ciò che noi desideriamo che sia.

Innamorarsi, in fondo, è proiettare: attribuire all’altro quella scintilla dell’Anima o dell’Animus che ci attrae e che segretamente cerchiamo.

Quando l’innamoramento svanisce, quella proiezione si ritira. Come direbbe Hillman "smettiamo di immaginare l'altro".

Ed è lì che si vede la differenza tra coppie che, una volta finita la storia, riescono a restare in un rapporto pacifico e le altre rimangono incatenate all’odio.

E l’odio, per quanto doloroso, è pur sempre un sentimento che ci lega all'altro.

La difficoltà di riconoscere e integrare Anima o Animus ci porta a scegliere sempre lo stesso tipo di partner, a ripetere le stesse relazioni, ostacolando non solo l’amore ma il nostro percorso di individuazione.

Un terapeuta, una volta, rispose così alla mia domanda: «Perché continuo a sognare le mie ex dopo tanti anni?»

«Non stai sognando loro. Stai sognando parti di te che non hai ancora accolto e integrato nella coscienza.»

Le immagini del sogno sono messaggi che l’inconscio ci invia e che chiedono di essere riconosciuti.

Forse quindi Nardone ha ragione ma confonde innamoramento e amore: il primo è destinato a finire, prima o poi, mentre l’amore richiede impegno, disillusione e la volontà di costruire qualcosa di solido e duraturo.

E tu?

Pensi davvero che l’amore sia, come dice Nardone, un autoinganno?

13/11/2025

QUANDO LE PAROLE DIVENTANO ETICHETTE: il linguaggio della psicologia da supermercato 🛒

🛑 Negli ultimi anni parole come “tossico”, “narcisista”, “manipolatore” o “gaslighter” sono entrate nel linguaggio quotidiano. Le leggiamo ovunque: sui social, nei titoli dei video, nei commenti alle relazioni. Ma dietro questa popolarità si nasconde un rischio: l’abuso di concetti nati in contesti clinici finiscono per perdere significato ridurre la complessità della mente umana a slogan semplificati.

🛑 Quando definiamo qualcuno “tossico”, spesso intendiamo semplicemente che ci ha feriti, delusi o non si è comportato come ci aspettavamo. Eppure non tutte le relazioni difficili sono tossiche, e non ogni persona centrata su di sé è un narcisista patologico. La psicologia clinica si basa su criteri diagnostici precisi, che tengono conto di contesto, storia personale, tratti di personalità e dinamiche relazionali. Ridurre tutto a un’etichetta rischia di svuotare la complessità del comportamento umano e, paradossalmente, di disumanizzare proprio ciò che cerchiamo di comprendere.

🛑 Usare certe parole con leggerezza ci dà l’illusione di capire e di proteggerci. Ma capire davvero significa accettare le sfumature, le contraddizioni, le zone grigie che appartengono a tutti gli esseri umani. La psicologia non parla di “buoni” o “cattivi”: parla di persone che cercano, spesso in modo imperfetto e disfunzionale, di sopravvivere, di amare, di trovare un equilibrio.

🎯 Forse allora, prima di definire qualcuno “tossico” o “narcisista”, possiamo fermarci e chiederci: "cosa mi sta insegnando questa esperienza su di me, sui miei confini, sul mio modo di entrare e restare in relazione?"

🗣 Le parole hanno un peso. Ripeterle solo perché vengono usate dagli influencer significa svuotare la psicologia del suo senso più profondo: quello di comprendere e non di giudicare.

Perché è proprio l'autoreferenzialita', lo snobismo, la fissazione per il denaro e la celebrità della "psicologia da supermercato" che le sta togliendo l'anima.

Come scrive Selene Calloni Williams "Le parole che usiamo ogni giorno possono essere catene che stringono"

LA GENTILEZZA FA BENE ALLA PSICHE E ALLE RELAZIONI 🧠🌿 13 Novembre – Giornata Mondiale della Gentilezza 🌿La gentilezza no...
13/11/2025

LA GENTILEZZA FA BENE ALLA PSICHE E ALLE RELAZIONI 🧠

🌿 13 Novembre – Giornata Mondiale della Gentilezza 🌿

La gentilezza non è solo un gesto di cortesia, ma una vera e propria risorsa psicologica. Piccoli atti di gentilezza come un sorriso, un ascolto attento, una parola di supporto hanno un impatto concreto sul nostro benessere mentale e relazionale.

Numerose ricerche in psicologia positiva mostrano che essere gentili ha i seguenti effetti:

🧠 Riduce i livelli di stress e favorisce una maggiore calma emotiva;

💛 Stimola la produzione di serotonina e ossitocina, ormoni legati al benessere e alla connessione sociale;

🤝 Rafforza i legami interpersonali e il senso di appartenenza;

🌱 Promuove l’autostima e la fiducia negli altri.

La gentilezza è una forma di cura verso gli altri, ma anche verso sé stessi. Praticarla ogni giorno significa costruire relazioni più autentiche e un equilibrio interiore più stabile.

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale della Gentilezza, proviamo a ricordare che anche i gesti più semplici possono avere un grande valore psicologico.

E poco importa se gli altri non sono gentili noi impariamo a dare l'esempio perché, sembra banale, ma spesso siamo i primi a non essere gentili con noi stessi e con gli altri.

💔 SE SOFFRI PER AMORE (NON) DEVI ANDARE A LAVORARE?La notizia risale all’anno scorso ma è tornata virale: nelle Filippin...
12/11/2025

💔 SE SOFFRI PER AMORE (NON) DEVI ANDARE A LAVORARE?

La notizia risale all’anno scorso ma è tornata virale: nelle Filippine esiste la possibilità di ottenere un congedo dal lavoro per “cuore spezzato”.

Un datore di lavoro, forte della propria esperienza personale, ha deciso di concedere cinque giorni di riposo retribuito ai dipendenti che stanno affrontando la fine di una relazione.

Un gesto di grande umanità e consapevolezza: un modo per riconoscere che la sofferenza amorosa non è “solo una questione privata”, ma una vera e propria forma di stress psicologico e fisico.

Come riportato da La Stampa:

“Un datore di lavoro ha mostrato una sensibilità mai vista prima. Cinque giorni di congedo per chi ha il cuore spezzato, per affrontare la separazione e non soccombere al dolore.”

Ma cinque giorni possono davvero bastare per riprendersi da un dolore del genere?

💭 “Tiziano, quanto tempo ci vuole per dimenticare?”

💭 “Quando smetterò di soffrire?”

Sono domande che sento spesso.

Quando una relazione finisce, sogni, aspettative e progettualità si infrangono, lasciando spazio a emozioni intense: rabbia, tristezza, disperazione, vuoto.

Quasi tutti abbiamo vissuto il “trauma” di un legame che si spezza improvvisamente.

E ognuno attraversa un percorso che non ha tempi prestabiliti, ma che in genere passa attraverso diverse fasi.

⚡ La fase di shock

È quel momento in cui sentiamo che qualcosa si è rotto. Come un palazzo che crolla.

La prima reazione è spesso la negazione: “Non è vero, non può essere successo.”

Segue un profondo senso di vuoto, la perdita di motivazione, la paura, la solitudine.

Le emozioni oscillano, si alternano, e possono durare a lungo. Con il tempo, la loro intensità diminuisce se non ostacoliamo il processo naturale della separazione.

🧠 Il cervello in “astinenza”

Non siamo in astinenza dalla persona, ma dalla relazione stessa.
Dal punto di vista biologico, il cervello smette di produrre dopamina e ossitocina, i neurotrasmettitori dell’attaccamento.

A livello psicologico, invece, la mente continua a richiamare ricordi, immagini, pensieri dell’ex come un modo per costringerci a elaborare quel dolore.

Ricordo ancora quando finì la mia prima relazione, più di vent’anni fa: durante il lavoro cercavo di distrarmi, ma bastava che alla radio partisse “Sere Nere” di Tiziano Ferro per costringermi a correre in bagno a piangere. Era un dolore fisico, viscerale.

🌧️ Dare spazio alla sofferenza

Siamo fatti per creare legami affettivi. Quando uno si spezza, è naturale soffrire.

Serve tempo per piangere, urlare, stare male. Ma anche per imparare a gestire il dolore, affrontare la tempesta e non bloccare del tutto la propria vita.

E allora sì, ben vengano alcuni giorni di riposo. Giorni in cui non facciamo nulla, non lavoriamo, non cerchiamo soluzioni immediate.
Giorni in cui ci permettiamo di stare male, di ascoltarci, di ricominciare a respirare.

⏳ Il tempo della guarigione

L’elaborazione di una perdita è profondamente soggettiva.

C’è chi ha bisogno di sei mesi, e chi di sei anni. Per me, ad esempio, dovettero passare molti anni e diversi percorsi di terapia.

L’anima deve attraversare i suoi inferi prima di tornare alla luce, e nessuno può dire quanto durerà quel viaggio.

E tu?

💬 Di quanto tempo hai bisogno per riprenderti da un cuore spezzato?

11/11/2025

MIA MADRE E' UNA NARCISISTA?

Spesso quando si ha a che fare con genitori controllanti e manipolativi si fa confusione tra immaturità affettiva ed emotiva e disturbo narcisistico di personalità.

Non sempre è facile distinguere tra una madre o un padre narcisista e una madre o un padre emotivamente immaturi.

Entrambi possono lasciare ferite profonde, ma le radici del dolore e le possibilità di guarigione sono diverse.

Nei racconti che ascolto nelle consulenze osservo più spesso questo copione nel rapporto tra figli, a prescindere dal genere sessuale, e le madri.

Le madri sono spesso percepite come controllanti o manipolative per una combinazione di fattori culturali, relazionali e psicologici come il ruolo primario nella cura, aspettative sociali e idealizzazione della figura materna, differenze cognitive ed emotive.

Non tutte le madri sono manipolative ma quando accade il legame profondo e primario rende quell’influenza ancora più forte e difficile da vedere o disinnescare.

Le differenze ci sono e vanno riconosciute:

🔹 La madre narcisista è centrata su se stessa. Pretende che il figlio esista per validare la sua immagine, i suoi bisogni, il suo controllo. È manipolativa, alterna amore e svalutazione, non tollera l'autonomia. Il figlio diventa uno specchio vivente del suo ego.

🔹 La madre emotivamente immatura invece ha una fragilità affettiva. Sovraccarica il figlio delle sue emozioni, spesso lo “usa” inconsapevolmente per sentirsi amata o rassicurata. È instabile, confusa, non sa regolare sé stessa né contenere il mondo emotivo del figlio.

👩‍🌾 Un esempio di questo può essere l'Archetipo di Demetra in ombra: iper-fusionale, apparentemente amorevole ma bisognosa di sentirsi indispensabile a tutti i costi per essere amata.

Non lascia spazio all’individuazione del figlio perché il suo valore si regge sull’essere necessaria. Dice “lo faccio per te” ma in realtà lo fa per sé stessa e non riesce a stare senza di te.

💬 In entrambi i casi il figlio o la figlia crescono nel ruolo di accudente, adattato o invisibile.

🌱 Riconoscere non significa colpevolizzare, ma liberarsi da ciò che non ti appartiene, dai sensi di colpa, dal bisogno di “salvare” o di “essere abbastanza” per essere amato.

Puoi diventare oggi il genitore che non hai avuto.

Puoi stabilire confini sani.

Puoi scegliere chi essere con amore… per te.

11/11/2025

❤️ IL MITO DELL’ANIMA GEMELLA ❤️

Qualche giorno fa, una persona che ha letto il mio libro mi ha detto: “Parli molto delle relazioni che non hanno funzionato, ma non racconti quella che invece è andata bene!”

È vero. Anche se quel libro è dedicato alla mia compagna — che da dieci anni mi supporta e mi sopporta — sui social sembra che l’attenzione vada sempre e solo a ciò che non funziona: le relazioni tossiche, il narcisismo, il ghosting e le red flags.

Questo ci spinge a fissarci ancora di più sulla diffidenza e sulla patologia, invece che sulla crescita e sulla consapevolezza.

Quando chiedo ai miei clienti di pensare a una coppia di amici che “funziona”, spesso mi rispondono: “Non ne conosco.”

Questo mi sorprende perché, anche se molti dei miei amici sono single da tantissimi anni, io conosco tante coppie che sembrano funzionare.

Forse siamo così intrappolati in un’idea idealizzata dell’amore che non riusciamo più a vedere la realtà.

La nostra mente seleziona solo ciò che conferma la delusione, dimenticando tutto il resto.

Nel mio libro scrivo:

“Mi spiace dirtelo così brutalmente, ma l’anima gemella non esiste. È tutta colpa di Platone!”

Nel Simposio, Platone racconta che, un tempo, gli esseri umani erano completi: metà maschili e metà femminili. Diventarono però così arroganti da sfidare gli dèi, e Zeus li divise a metà. Da allora, vaghiamo alla ricerca della nostra “altra metà”.

E da lì nasce il mito dell’anima gemella, dell’altra metà della mela, della persona “giusta” per noi.

Oggi lo ritroviamo anche in versione New Age: fiamme gemelle, anime affini e così via.

Ma la verità è che…

👉 Non esiste nessuna anima gemella.
👉 Non esiste una metà mancante.
👉 Non esiste una persona perfetta per noi.

Perché tu sei già completə così come sei.

Io stesso ho impiegato anni per liberarmi da questo condizionamento culturale, che genera dipendenza affettiva, ansia, frustrazione e un’infinita ricerca di qualcuno che “ci completi”.

E se invece esistessero più anime gemelle?

E se fossimo noi a scegliere, di volta in volta, quale mito vivere?

Forse siamo proprio noi, inconsciamente, a scrivere la stessa sceneggiatura ogni volta che ci innamoriamo.

Cambia il volto dell’altro, ma le dinamiche interiori restano le stesse.

Sono i nostri bisogni a proiettarsi fuori, a chiedere di essere visti…
finché non ci svegliamo.

È sempre una parte di noi che ci conduce verso quel dramma, come a dirci: “Guarda, anche questo sei tu.”

Non possiamo trovare nulla “là fuori” che prima non sia dentro di noi. Jung chiamava Anima la controparte femminile nella psiche dell’uomo e Animus quella maschile nella psiche della donna.

E forse è proprio perché non sappiamo ancora amarci che la vita ci fa incontrare le persone “sbagliate” per insegnarci a vedere con gli occhi dell’anima, non con quelli della mente logica.

Le persone “sbagliate” sono spesso quelle giuste, perché ci costringono a guardarci dentro, a riconoscere e integrare ciò che rifiutiamo di noi stessi: lo “stronzo”, la “stronza”, il “bugiardo”, il “manipolatore” sono prima dentro di noi.

Amarsi significa proprio vedere quegli aspetti inconsci di tutte le nostre parti interiori, accettarli e trasformarli. In ogni incontro ritroviamo una parte di noi.

Quando Narciso si specchia nell’acqua è attratto dall'immagine di se stesso che vede ma che non ri-conosce.

Come scrive Paulo Coelho:

“Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la riconosceremo, sapremo essere grati per quel dono.”

Per acquistare il mio libro clicca qui: https://www.ebay.it/itm/176221342784

10/11/2025

IL FALLIMENTO DI UNA RELAZIONE È IL FALLIMENTO DELLA COMUNICAZIONE 🗣

🎯 Perché la comunicazione assertiva è fondamentale nelle relazioni?

La comunicazione assertiva può aiutare chi ha uno stile di attaccamento ansioso sia chi ha uno stile di attaccamento evitante in modi diversi ma complementari:

👉Per l’attaccamento ansioso:

- Riduce l’iperadattamento: aiuta a esprimere bisogni e limiti senza paura di perdere l’altro.

- Diminuisce l’ansia da rifiuto: parlare chiaramente riduce l’ambiguità, che l’ansioso spesso interpreta come minaccia.

- Rafforza l’autostima: sentire di potersi esprimere senza giudizio rafforza il senso di valore personale.

👉Per l’attaccamento evitante:

- Favorisce l’apertura emotiva: permette di comunicare in modo sicuro, senza sentirsi invasi.

- Riduce la fuga e il silenzio: l’assertività offre strumenti per dire “ho bisogno di tempo” senza chiudersi del tutto.

- Costruisce relazioni più sicure: migliora la qualità dello scambio, facilitando connessioni sane.

L’ansioso impara a non sacrificarsi, l’evitante impara a non isolarsi.

L’assertività è un ponte tra sé e l’altro, senza perdersi né fuggire.

Le persone con attaccamento ansioso spesso temono di essere rifiutate, fraintese o giudicate. Per questo, imparare a comunicare in modo assertivo può essere un vero atto di cura verso sé stessi.

✨ Ecco cosa può cambiare soprattutto per chi è ansioso:

1️⃣ Riduce l’ansia sociale: dire ciò che si pensa con rispetto diminuisce la paura del giudizio e dell’ambiguità.

2️⃣ Aiuta a dire “no” e a porre limiti, senza sensi di colpa né aggressività.

3️⃣ Rompe il ciclo della passività e dei “non detti”, prevenendo scoppi emotivi o malessere.

4️⃣ Rinforza l’autostima: sentirsi capaci di esprimersi aumenta il senso di autoefficacia.

5️⃣ Migliora le relazioni rendendole più autentiche, sicure e rispettose.

Essere assertivi è un'alternativa alla comunicazione passiva o aggressiva. Non significa essere perfetti ma onesti con gentilezza verso gli altri e soprattutto verso se stessi.

Questo fa la differenza 🔥

💬 LE RELAZIONI SONO FATICOSEPiù di tre anni fa, quando sentivo dire: “Se non sei genitore non puoi capire…”, quella fras...
10/11/2025

💬 LE RELAZIONI SONO FATICOSE

Più di tre anni fa, quando sentivo dire: “Se non sei genitore non puoi capire…”, quella frase mi faceva arrabbiare.

Oggi, che sono padre da quasi tre anni, posso dire che è vera e falsa allo stesso tempo.

🧠 È falsa, perché si può capire razionalmente: si può immaginare, empatizzare, mettersi nei panni dell’altro.

💓 Ma è anche vera, perché comprendere davvero qualcosa significa viverla sulla propria pelle, farne esperienza.

Come diceva James Hillman: “Possiamo comprendere solo ciò che attraversa l’anima.”

Capire è un processo mentale.

Comprendere è un atto dell’anima: coinvolge emozioni, corpo e riflessione insieme.

Eppure, spesso questa frase “non puoi capire se non hai figli” diventa anche una scusa per non mettersi in discussione, per giustificare atteggiamenti o chiudersi agli altri, come se i figli fossero “proprietà privata”.

Prima di diventare genitore non puoi sapere cosa significa: non dormire per mesi, non avere energie per andare a lavoro, mettere qualcun altro sempre al primo posto e scoprire che non hai più tempo per te.

E frasi come “volevi la bicicletta, ora pedala” non aiutano.

Perché tu immaginavi una bicicletta… ma la vita spesso ti mette davanti una moto o una macchina che non sai guidare. E devi imparare a farlo, un po’ alla volta.

🧩 Recentemente uno studio tedesco ha mostrato che per i padri alle prime armi la soddisfazione di coppia e la qualità della vita impiegano circa due anni per tornare ai livelli di prima della nascita del figlio.

Posso dirlo: è vero.

Eppure, leggendo i commenti sotto la notizia, ho trovato solo sarcasmo e rabbia. Come se oggi avere figli fosse quasi un crimine.

Viviamo in un Paese in cui:

chi non ha figli viene “punito” con meno benefici;

chi li ha, fa fatica a mantenerli, economicamente e psicologicamente.

Si parla, giustamente, del benessere delle mamme, ma anche i papà vivono un impatto profondo: cambiano ritmi, equilibri, identità.

🎯 La verità è che dovremmo guardare alla salute mentale del singolo individuo a prescindere dal suo genere sessuale.

Ogni genitore — madre o padre — porta con sé paure, insicurezze, ma anche risorse uniche.

Basta usare parole come “mammo” o con la gara tra maschi e femmine: serve sostegno reale alla genitorialità e prevenzione psicologica.

💭 Le relazioni, con i figli, con il partner, con gli amici, sono faticose. E spesso non siamo preparati alle loro prove.

Le relazioni si scelgono e non possiamo aspettarci che funzionino se non le nutriamo con tempo, presenza e qualità reciprocamente.

È facile lamentarsi degli altri o di non ricevere abbastanza attenzione.

Ma la vera domanda è:

👉 quanto siamo disposti noi, per primi, a rimboccarci le maniche per farle funzionare?

07/11/2025

🌿 LA SPIRITUALITÀ COME SCUSA PER NON LAVORARE SU SE STESSI

Ci sono persone che, quando vivono una relazione disfunzionale, cercano di giustificare la sofferenza colorandola di spiritualità: si parla di fiamme gemelle, relazioni karmiche o anime affini.

Non sto dicendo che non possano esistere dimensioni spirituali o più profonde ma finché non abbiamo prove oggettive restano interpretazioni mentali che servono, spesso inconsciamente, a mettere, come diceva James Hillman, la sofferenza sotto un tappeto.

Il problema è che molti “operatori del settore” mescolano psicologia e spiritualità in modo confuso, facendo sentire in colpa le persone:

👉 “Se vivi questa relazione, è perché l’hai attratta tu.”

👉 “Devi imparare la lezione dell’anima.”

A volte però fa paura riconoscere di essere in una dipendenza affettiva, perché significherebbe uscire dalla visione romantica o spirituale dell’amore e accettare che abbiamo bisogno di aiuto e che, forse, in quella relazione amore non c’è.

💫 La vera spiritualità non fugge la sofferenza

Una spiritualità autentica non serve a scappare dal dolore, ma ad attraversarlo.

Non si tratta di usare concetti “alti” per evitare di guardare le nostre paure, fragilità e ferite, ma di imparare a stare con esse, a dar loro voce e senso.

I sintomi, come insegna la psicologia archetipica, sono un richiamo dell’anima: se l’anima non vuole più restare in quella relazione, ci farà ammalare finché non vedremo e accetteremo la verità.

🜂 Psicologia e spiritualità sono due linguaggi diversi

La psicologia lavora per favorire l’adattamento e il benessere psicofisico.

La spiritualità, invece, cerca di dare un senso più profondo alla vita, trasformando il modo in cui guardiamo gli eventi: dalla mente al cuore.

James Hillman distingue bene i due piani:

L’anima è legata all’immaginazione, alle immagini e all’esperienza personale. È la poesia della nostra vita interiore.

Lo spirito, invece, è una forza più universale, un soffio vitale che ci connette al Tutto, alla coscienza pura.

💔 Quando il nostro Ego non riesce ad arrendersi di fronte a un rapporto che non funziona, si identifica con il bambino interiore ferito che cerca nell’altro il genitore che non ha saputo amarlo.

Ma quel riconoscimento, quell’amore, non potrà mai arrivare dall’esterno.

Solo imparando a riconoscere, accogliere e guarire quella parte di noi possiamo davvero evolvere.

✨ La spiritualità non è un rifugio per evitare la sofferenza o la patologia. È un ponte per dare senso al nostro percorso interiore, dopo aver guardato in faccia la nostra verità.

07/11/2025

LA DONNA AFRODITE TRA LUCI E OMBRE

Alice si lamentava continuamente delle sue relazioni:

"Perché attiro sempre uomini che finiscono per tradirmi, umiliarmi o odiarmi?"

"...Quando passa la prima fase dell'innamoramento perdo interesse per la relazione e ho bisogno di sentire nuovamente le farfalle nello stomaco. E' così sbagliato?"

La realtà è che, senza rendersene conto, manipolava le persone mettendole prima su un piedistallo e facendole sentire "speciali" quando la facevano sentire al centro dell'universo o le davano feedback positivi sulla sua bellezza o la sua bontà...

Ma quando quelle persone le facevano notare un difetto, una sua mancanza o come si sentivano rispetto un suo comportamento si ritraeva difendendo il suo nucleo narcisistico, prendendo le distanze e chiudendo i rapporti per volgersi verso nuove relazioni che, dopo il periodo iniziale di entusiasmo, la riportavano alla nota situazione iniziale in cui si sentiva vittima senza rendersi conto che era anche carnefice dei sentimenti altrui.

Questo tipo di donna è rappresentata da un archetipo molto ricco e complesso, legato alla figura di Afrodite/Venere, dea dell’amore, della bellezza, della sensualità e della creatività.

Quando si parla di lavorare con l’archetipo di Afrodite, significa esplorare dentro di sé le sue luci (qualità evolute) e ombre (distorsioni o blocchi), per integrare le parti del femminile che rappresenta.

🌞 Le Luci di Afrodite

Sono i lati evoluti e integrati nella coscienza di questo archetipo:

Amore e sensualità consapevole: capacità di provare piacere e connettersi con il corpo e la sessualità senza colpa.

Creatività fluida: ispirazione, arte, danza, espressione estetica.

Magnetismo e fascino naturale: questa donna ha la capacità di attrarre con autenticità e senza manipolazione donne e uomini.

Presenza nel momento: Afrodite vive pienamente l’adesso, godendo della vita come esperienza sensuale e divina.

Empatia e apertura al contatto umano: capacità di connessione emotiva e di celebrare la bellezza negli altri.

🌑 Le Ombre di Afrodite

Sono i lati distorti o non integrati dell’archetipo, che emergono quando l’energia è repressa o squilibrata:

Dipendenza affettiva: bisogno costante di essere desiderata o amata. E' una donna innamorata dell'amore e se non sente il desiderio o la passione dell'inizio si disimpegna.

Seduzione manipolatoria: sa usare il fascino per ottenere potere o approvazione ma guai a non darle attenzioni...

Superficialità e vanità: riesce a identificarsi solo con l’aspetto esteriore o con la conquista senza rispettare i sentimenti dell'altro.

Instabilità emotiva: vivere solo per l’intensità del momento senza radicamento o responsabilità. Spesso ha tratti borderline di cui non è consapevole.

Invidia o gelosia: può avere la percezione della bellezza o della sensualità altrui come una minaccia.

🌺 Come lavorare con l’archetipo di Afrodite

1. Riconoscimento e consapevolezza

Rifletti su dove Afrodite vive in te: sei più connessa alle sue luci o alle sue ombre?

Scrivi un diario su come vivi il piacere, la bellezza, la sensualità, la creatività e le relazioni.

Chiediti: “Quando mi sento viva e magnetica? Quando invece mi perdo o mi svuoto?”

2. Lavoro corporeo e sensoriale

Pratiche come danza, yoga sensuale, bagni rituali, o semplicemente camminare sentendo il corpo.

Risveglia i sensi: profumi, colori, sapori, musica: Afrodite si manifesta attraverso il piacere sensoriale.

3. Rituali simbolici

Crea un piccolo altare con elementi che evocano la dea: conchiglie, specchi, rose, rame, acqua profumata.

Medita sull’immagine di Afrodite: immagina la luce dorata che scioglie la vergogna e riporta armonia tra corpo e anima.

4. Integrazione delle ombre

Lavora su ferite legate all’autostima o al corpo.

Guarisci il rapporto con la sensualità e l’amore, soprattutto se condizionato da sensi di colpa o dipendenza.

Coltiva relazioni basate sull’autenticità e non sul bisogno di conferme.

5. Espressione creativa

Dipingi, danza, scrivi poesie o crea bellezza nel quotidiano.

Lascia che l’energia di Afrodite si manifesti nella tua arte, nella cura del corpo e dell’ambiente.

Indirizzo

Via San Lucifero 65
Cagliari
090100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00
Sabato 09:00 - 20:00

Telefono

+393516077042

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