31/10/2025
"Perchè il consenso non è un dettaglio, è la misura più profonda del rispetto e dell'amore" Michela Marzano
Anche la Francia ha inserito la nozione di consenso nella definizione di stupro e di aggressione sessuale.
Ormai, è stupro qualsiasi atto sessuale non consensuale.
Sembra una formula ovvia, eppure non lo è. Fino a ieri, la legge francese parlava solo di “violenza, minaccia, coercizione o sorpresa”.
Come se una donna dovesse per forza dimostrare di essersi difesa, di aver gridato o resistito. Come se il silenzio, la paura o il blocco non contassero.
Con la nuova legge, il consenso diventa il cuore di tutto: deve essere libero, informato, specifico, preventivo e revocabile.
E, soprattutto, non può mai essere dedotto dal silenzio.
È una rivoluzione culturale prima ancora che giuridica. Perché dire “sì” o dire “no” non riguarda solo il diritto, ma la libertà, la fiducia, il rispetto.
Riguarda l’idea stessa che abbiamo del corpo, del desiderio, dell’altro.
E anche questo bisogna ricordarlo: cedere non è consentire.
Cedere è arrendersi alla paura, alla pressione, alla forza dell’altro.
Consentire, invece, è scegliere liberamente, nella parità e nel rispetto reciproco.
Sono due esperienze opposte, anche se troppo spesso vengono confuse.
Molti paesi europei – Svezia, Spagna, Norvegia, Islanda, Grecia – hanno già scelto questa strada.
L’Italia invece, ancora una volta, non reagisce, non si muove, non volte. E continua a non includere il consenso nella propria legislazione.
Eppure è proprio qui che tutto comincia: dal riconoscimento che nessun gesto, nessun tocco, nessuna penetrazione può essere legittima senza un sì esplicito e condiviso.
Perché il consenso non è un dettaglio. È la misura più profonda del rispetto e dell’amore.