Maria Grazia Rubanu - Psicologa Psicoterapeuta

Maria Grazia Rubanu - Psicologa Psicoterapeuta Studio di psicologia
della dott.ssa Maria Grazia Rubanu
Via Volturno 23 - 09122 Cagliari

Lo studio di psicologia Psynerghia nasce in provincia di Cagliari dall’esperienza e dalla collaborazione di psicologhe-psicoterapeute esperte in tematiche relazionali. Dalla sinergia di diverse professionalità nasce una collaborazione che consente di operare in diversi settori e di accogliere e rispondere alle richieste di persone, famiglie, organizzazioni. Lo studio Psynerghia opera per la valorizzazione e la promozione del benessere personale e sociale. La finalità dello psicologo è quella di creare momenti di confronto e crescita dei soggetti cui si rivolge, azione che può essere culturale, sociale e personale. Lo studio di psicologia Psynerghia si propone di:

Sostenere lo sviluppo e la crescita individuale, familiare e sociale, per migliorare la qualità della vita e il benessere
Aumentare la possibilità della persona di effettuare scelte consapevoli e autonome, promuovendo l’autorealizzazione, la crescita personale e la creatività
Promuovere la consapevolezza in ogni persona dei propri reali bisogni e delle proprie risorse

Oltre all’attività clinica, presso il nostro studio proponiamo progetti di promozione del benessere e attività di informazione e formazione su diversi temi, rivolti a piccoli gruppi di persone e agli enti e alle istituzioni che ne facciano richiesta.

"Perchè il consenso non è un dettaglio, è la misura più profonda del rispetto e dell'amore" Michela Marzano
31/10/2025

"Perchè il consenso non è un dettaglio, è la misura più profonda del rispetto e dell'amore" Michela Marzano

Anche la Francia ha inserito la nozione di consenso nella definizione di stupro e di aggressione sessuale.
Ormai, è stupro qualsiasi atto sessuale non consensuale.

Sembra una formula ovvia, eppure non lo è. Fino a ieri, la legge francese parlava solo di “violenza, minaccia, coercizione o sorpresa”.
Come se una donna dovesse per forza dimostrare di essersi difesa, di aver gridato o resistito. Come se il silenzio, la paura o il blocco non contassero.

Con la nuova legge, il consenso diventa il cuore di tutto: deve essere libero, informato, specifico, preventivo e revocabile.
E, soprattutto, non può mai essere dedotto dal silenzio.

È una rivoluzione culturale prima ancora che giuridica. Perché dire “sì” o dire “no” non riguarda solo il diritto, ma la libertà, la fiducia, il rispetto.
Riguarda l’idea stessa che abbiamo del corpo, del desiderio, dell’altro.

E anche questo bisogna ricordarlo: cedere non è consentire.
Cedere è arrendersi alla paura, alla pressione, alla forza dell’altro.
Consentire, invece, è scegliere liberamente, nella parità e nel rispetto reciproco.
Sono due esperienze opposte, anche se troppo spesso vengono confuse.

Molti paesi europei – Svezia, Spagna, Norvegia, Islanda, Grecia – hanno già scelto questa strada.
L’Italia invece, ancora una volta, non reagisce, non si muove, non volte. E continua a non includere il consenso nella propria legislazione.
Eppure è proprio qui che tutto comincia: dal riconoscimento che nessun gesto, nessun tocco, nessuna penetrazione può essere legittima senza un sì esplicito e condiviso.

Perché il consenso non è un dettaglio. È la misura più profonda del rispetto e dell’amore.

"Come ho già scritto, tutt3 noi facciamo percorsi di affermazione di genere, comprese le persone cis. Tutt3 noi ci doman...
19/10/2025

"Come ho già scritto, tutt3 noi facciamo percorsi di affermazione di genere, comprese le persone cis. Tutt3 noi ci domandiamo chi siamo, come vogliamo essere, come ci vogliamo presentare al mondo. Tutt3 noi siamo dentro a un percorso in cui si afferma e performa il proprio genere. Ma solo alcuni percorsi affermativi sono ostacolati e messi ai marginj. Perché per accedere ai nostri percorsi dobbiamo ottenere una diagnosi di disforia di genere?
Qual è la differenza? Mi chiedo: se vivessimo in una società degenderizzata - se non dovessimo mai scegliere tra due bagni, se non subissimo aggressioni nei camerini di prova e in vari altri contesti, repressione all'accesso ai farmaci e alle terapie, oppressione nel discorso politico pubblico - saremmo davvero così disforic3 come ci capita di essere oggi?"

Isa Borrelli - Gender is over - Feltrinelli - 2024

[Nella foto la copertina del libro e Margot, gatta nera per niente pucciosa]

Oggi allo sciopero generale c'era una marea di gente.Tante persone differenti per età, provenienza geografica e cultural...
03/10/2025

Oggi allo sciopero generale c'era una marea di gente.
Tante persone differenti per età, provenienza geografica e culturale, tutte unite dal desiderio di fare qualcosa, di fare sentire la propria voce e la propria presenza a sostegno del popolo palestinese e contro questo genocidio che sembra non avere fine.
No, non sono persone che non hanno voglia di lavorare, che vogliono fare il week end lungo, che non hanno nulla da fare e che non si preoccupano delle questioni del proprio paese.
Basta con questo benaltrismo che nutre l'odio e offende l'intelligenza!
Tante persone oggi hanno rinunciato al proprio stipendio e hanno destinato il proprio tempo ad una causa importante. Sono le stesse che scendono in piazza per tutti i diritti umani e per i diritti civili, per i diritti delle minoranze e delle comunità minorizzate e marginalizzate, per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Sono le persone che vanno a votare per tutte le elezioni e anche per i referendum, perché si posizionano e sanno mettere il proprio privilegio a disposizione di chi ha bisogno.
Sono le persone che possono guardarsi davvero allo specchio e camminare a testa alta, lontane dalla bassezza morale e dell'ipocrisia di chi blatera altro.

Tra dignità e victim blaming"Cinzia perdonami per non averti salvata, mio figlio merita l'inferno..."La madre di Emanuel...
02/10/2025

Tra dignità e victim blaming

"Cinzia perdonami per non averti salvata, mio figlio merita l'inferno..."

La madre di Emanuele Ragnedda è il ritratto della dignità di fronte ad una vicenda tremenda. Tiene bene a mente la vittima: Cinzia Pinna la giovane donna uccisa da suo figlio e chiede perdono alla sua famiglia.
Non fa sconti a questo figlio, la cui vita "più che sopra le righe" non era un mistero e non deve diventare un'attenuante.
È una donna fortemente provata che, nonostante il dolore, vede con lucidità ciò che è accaduto e non lo nasconde nè a sè stessa, nè agli altri.

Non capita spesso di sentire questo tipo di posizione in queste vicende, ci hanno abituato a sentire genitori che difendono i figli, che li aiutano a ripulire la scena del crimine, che minimizzano i loro delitti.

E infatti a fare da contraltare alla madre c'è un padre che risponde pienamente alla narrazione più nota.

"Emanuele era un generoso e ha portato questa ragazza in casa...poi quello che è successo non si sa...mio figlio si sente un sopravvissuto. [...] mio figlio non è un mostro, non è un abituale assassino è uno che ha avuto questa sfortuna di sparare a questa ragazza."

Eccola qui la narrazione che conosciamo, quella in cui il colpevole viene "umanizzato", la colpa viene minimizzata e la vittima colpevolizzata.
Lui, l'assassino non è un mostro, è un ragazzo generoso che ha portato a casa una ragazza in difficoltà, lei è diventata aggressiva e lo ha minacciato con un coltello e lui, cosa avrebbe potuto fare se non difendersi sparandole?

Fa ancora più male sentir dire a quest'uomo che questa ragazza per lui è "come una figlia" e che ora si ritrova "con una figlia morta e un figlio vivo, ma sarebbero potuti morire entrambi."

La violenza di questa narrazione è davvero sconcertante.

Mario Ragnedda ha anche cercato di minimizzare l'importanza della comunicazione della moglie, definendola una donna troppo provata e non pronta per rilasciare dichiarazioni, la classica narrazione della donna troppo emotiva per dire cose attendibili, insomma.

Sento i giornalisti dire che è una posizione comprensibile visto il dolore di un padre, ma non sono d'accordo. Il dolore della signora Nicolina Giagheddu è altrettanto forte, ma questo non le ha impedito di mettere al primo posto la morte di Cinzia Pinna e l'autentica vicinanza alla sua famiglia alla quale chiede perdono.

E così in questo ennesimo femminicidio la dignità di una madre, una donna si oppone alla colpevolozzazione della vittima portata avanti da un padre, un uomo.

A Sassari si fanno cose belle 🏳️‍⚧️È stato un onore per me prendere parte a questo progetto formativo che vede coinvolte...
27/09/2025

A Sassari si fanno cose belle 🏳️‍⚧️

È stato un onore per me prendere parte a questo progetto formativo che vede coinvolte diverse figure professionali della ASL di Sassari: psichiatr3, neuropsichiatr3, ginecolog3, infermier3, OSS e assistenti sociali, che insieme si formano sulle tematiche relative all'identità di genere.

Un presente migliore è possibile 🏳️‍⚧️

Grazie Movimento Omosessuale Sardo

È stato emozionante oggi prendere parte allo sciopero generale, con l'obiettivo di difendere Gaza, dire no al riarmo, a ...
22/09/2025

È stato emozionante oggi prendere parte allo sciopero generale, con l'obiettivo di difendere Gaza, dire no al riarmo, a fianco della Flotilla e con il popolo Palestinese nel cuore 🇦🇪.
Tantissima la gente, già in piazza Carmine alla partenza, e tantissime le persone che si sono unite al corteo.
Persone di tutte le età che hanno cantato e battuto le mani e sono stat3 in tant3 anche ad affacciarsi ai balconi con pentole e mestoli.
Tutt3 simbolicamente unit3 a rompere questo silenzio assordante, a scegliere da che parte stare: contro la violenza, contro il gen*ci*io, per il diritto alla vita di adult3 e bambin3.



Ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama, la finestra diventa uno specchio; qualunque sia la cosa che am...
19/09/2025

Ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama, la finestra diventa uno specchio; qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo.
(David Leavitt)

Ho finito la scuola secondaria di primo grado (le ex scuole medie) nel 1989.Sono passati 36 anni ma molti miei ricordi s...
16/09/2025

Ho finito la scuola secondaria di primo grado (le ex scuole medie) nel 1989.

Sono passati 36 anni ma molti miei ricordi sono ancora vividi.

Ho dimenticato tanti dei contenuti didattici imparati ma ho chiare in memoria le diverse forme di discriminazione osservate (alcune anche vissute in prima persona).

È per questo che, anche se attualmente non lavoro con le scuole, sono corsa a preordinare questo libro, prima ancora che uscisse in libreria.

L'ho fatto colpita dal titolo e dalla credibilità e attendibilità delle autrici.

In "Leggere gli stereotipi. Antologia per la scuola secondaria di primo grado" Alice Bigli, Luisa Montagnaro e Esperance Hakuzwimana hanno fatto un lavoro magistrale nel quale, attraverso Testi antologici, Percorsi tematici, Book club e Laboratori di lettura si affrontano gli stereotipi in modo intersezionale.

Si parla di razzismo, di stereotipi di genere, di disabilità, di povertà e di neurodivergenza.

Mi ha fatto emozionare vedere realizzarsi la possibilità di lavorare con ragazz3 dagli 11 ai 13 anni sul concetto di privilegio e di oppressione.

È un libro che dà speranza nella costruzione di un mondo migliore anche grazie al lavoro nella scuola, agenzia di socializzazione importante quanto la famiglia.

Se siete insegnanti adottate questo libro, fatelo vostro e condividetelo con le giovani menti e i giovani cuori con i quali avrete il privilegio di lavorare.

Durante la vendemmia si raccoglie l'uva e si colgono momenti di meraviglia: insetti tra le viti, felini tra i filari, am...
08/09/2025

Durante la vendemmia si raccoglie l'uva e si colgono momenti di meraviglia: insetti tra le viti, felini tra i filari, amici e amiche con cui ridere nonostante la fatica e trattori vintage da imparare a guidare.

Oliena 21 agosto 2025, festeggiamenti in onore di San Lussorio.La foto con la bandiera palestinese non è venuta molto be...
25/08/2025

Oliena 21 agosto 2025, festeggiamenti in onore di San Lussorio.

La foto con la bandiera palestinese non è venuta molto bene ma ci tenevamo a farla perché è importante prendere posizione ogni volta che è possibile, anche con l'abito tradizionale del nostro paese d'origine.

Sono piccoli gesti con valore simbolico, il valore della libertà.

Grazie al Comune di Oliena per aver esposto la bandiera nella sua sede, "Sa domo comunale", la casa di tutti i cittadini e le cittadine.

Con la speranza e l'augurio che l'anno prossimo non ci sarà più bisogno di esporre la bandiera.

Palestina libera 🇦🇪💪



Il gruppo Fb "Mia moglie" è stato chiuso!Per chi non lo sapesse si trattava un gruppo con più di 30mila iscritti, nato c...
20/08/2025

Il gruppo Fb "Mia moglie" è stato chiuso!

Per chi non lo sapesse si trattava un gruppo con più di 30mila iscritti, nato come occasione di incontro per coppie scambiste, in modo virtuale e/o reale che ha fatto clamore perché al suo interno i mariti condividevano foto delle "proprie" mogli in situazioni di intimità, condivisioni che spesso non erano consensuali (il virgolettato per l'aggettivo possessivo non è casuale).

Nonostante la descrizione del gruppo come attività consensuale, quello che succedeva fino a stamattina era qualcosa di molto differente.

I post con foto "rubate", scattate di nascosto alle "proprie" compagne di vita erano numerosi, con tanto di inviti a sessualizzare le donne, spesso ignare, oggettivando i loro corpi e compiendo, non di rado, violenze e st*pri virtuali.

Alcuni erano partecipanti anonimi, molti ci hanno messo nome e volto, esponendo quindi anche compagne e consorti al rischio di essere localizzate e subire violenze oltre il virtuale.

Quando qualcuno ha iniziato a commentare sottolineando l'illegalità, oltre che l'immoralità di tali condotte è stato tacciato di essere "sfigato e zerbino" se uomo e "nazifemmonista" se donna.

Il linguaggio era violento e inquietante, ho trovato persino un post in cui si normalizzava l'incesto, invitando a condividere esperienze su questo tema.

Il pensiero non può non correre alla recente vicenda di Giséle Pelicot, la donna che è stata "concessa" dal marito a 50 uomini dopo essere stata narcotizzata. Una violenza durata 9 anni che ci ha messo in modo netto di fronte alla banalità del male.

Così come nel caso Pelicot, in questo gruppo, uomini di varie età, professionalità ed estrazione sociale non hanno esitato ad oggettificare dal punto di vista sessuale le donne con le quali vivono ed esporle alla violenza della rete, spacciando la cosa per un divertimento e guai a chi osava contraddirli.

Il gruppo è stato chiuso ma non è vera una vittoria, ce ne sono tantissimi altri e altri ancora ne nasceranno. Possiamo monitorare e continuare a segnalare, certo, ma non basta.

È necessario che si faccia un lavoro culturale importante, a partire anche da ciò che il caso di Gisèle Pelicot ci ha insegnato: "la vergogna deve cambiare lato", dobbiamo ribaltare questa emozione che spesso colpisce le vittime e restituirla agli uomini che la attuano, ridare loro la vergogna e la colpa figlie della responsabilità delle azioni commesse.

Per farlo serve il posizionamento di tutte le persone: donne e uomini che assieme si impegnano per costruire una relazionalità basata sul consenso e sul rispetto.

Bisogna essere uniti andando oltre il "not all men" per la messa in discussione di una realtà ancora figlia della visione patriarcale del mondo, perché il consenso non è un problema giuridico ma sociale, come scrive Manon Garcia "Il problema non è dunque che i giudici o la legge non tengono conto del consenso, ma piuttosto che gli uomini interrogati in queste sedi non hanno chiaro cosa sia, e ritengono comunque di potersi esimere dal chiederlo se non corrono il rischio di essere scoperti. Si tratta pertanto di un problema sociale, che non verrà risolto con un colpo di bacchetta magica da una nuova legge."

[Manon Garcia, Vivere con gli uomini. Che cosa ci insegna il caso Pelicot, Einaudi, 2025]

Il gruppo Fb "Mia moglie" è stato chiuso!Per chi non lo sapesse si trattava un gruppo con più di 30mila iscritti, nato c...
20/08/2025

Il gruppo Fb "Mia moglie" è stato chiuso!

Per chi non lo sapesse si trattava un gruppo con più di 30mila iscritti, nato come occasione di incontro per coppie scambiste, in modo virtuale e/o reale che ha fatto clamore perché al suo interno i mariti condividevano foto delle "proprie" mogli in situazioni di intimità, condivisioni che spesso non erano consensuali (il virgolettato per l'aggettivo possessivo non è casuale).

Nonostante la descrizione del gruppo come attività consensuale, quello che succedeva fino a stamattina era qualcosa di molto differente.

I post con foto "rubate", scattate di nascosto alle "proprie" compagne di vita erano numerosi, con tanto di inviti a sessualizzare le donne, spesso ignare, oggettivando i loro corpi e compiendo, non di rado, violenze e st*pri virtuali.

Alcuni erano partecipanti anonimi, molti ci hanno messo nome e volto, esponendo quindi anche compagne e consorti al rischio di essere localizzate e subire violenze oltre il virtuale.

Quando qualcuno ha iniziato a commentare sottolineando l'illegalità, oltre che l'immoralità di tali condotte è stato tacciato di essere "sfigato e zerbino" se uomo e "nazifemmonista" se donna.

Il linguaggio era violento e inquietante, ho trovato persino un post in cui si normalizzava l'incesto, invitando a condividere esperienze su questo tema.

Il pensiero non può non correre alla recente vicenda di Giséle Pelicot, la donna che è stata "concessa" dal marito a 50 uomini dopo essere stata narcotizzata. Una violenza durata 9 anni che ci ha messo in modo netto di fronte alla banalità del male.

Così come nel caso Pelicot, in questo gruppo, uomini di varie età, professionalità ed estrazione sociale non hanno esitato ad oggettificare dal punto di vista sessuale le donne con le quali vivono ed esporle alla violenza della rete, spacciando la cosa per un divertimento e guai a chi osava contraddirli.

Il gruppo è stato chiuso ma non è vera una vittoria, ce ne sono tantissimi altri e altri ancora ne nasceranno. Possiamo monitorare e continuare a segnalare, certo, ma non basta.

[Continua nel primo commento]

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