Riconosciuta dal Miur con D.M. 23/02/200 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 10 marzo 2007. Lo sviluppo della Psicoterapia Cognitiva è legata alla necessità di fornire fondamento scientifico al trattamento psicologico dei disturbi mentali ed emotivi. Il termine "cognitivo" fa riferimento in modo particolare al rilievo dato alle modalità di pensiero, di conoscenza di sé e di sé con gli altri. La Psicoterapia Cognitiva si prefigge due obiettivi principali. Il primo è quello di definire il tipo di pensiero che accompagna le emozioni negative (ex. Il secondo consiste nel cercare delle modalità alternative, più funzionali, di affrontare le situazioni problematiche. L'adozione di modalità di pensiero più costruttive conduce a una modificazione dell'esperienza emozionale dolorosa. Attualmente la Psicoterapia Cognitiva copre il campo del trattamento di tutti i disturbi mentali: disturbi dell'area nevrotica- disturbi d'ansia, fobie, ossessioni, compulsioni, depressione, disturbi del comportamento alimentare, disturbi di personalità o d'abuso di sostanze, schizofrenia, come pure quelli nell'età evolutiva o nell'anziano. Utilizza, all'interno della cornice relazionale supportata dalla progressiva condivisione di senso, molte tecniche di derivazione comportamentale, cognitiva e relazionale, in incontri individuali, di famiglia o gruppo, nonché in situazioni d'intervento istituzionale. La Psicoterapia Cognitiva si presta a essere scientificamente indagata in modo più agevole che non altre forme di psicoterapia, ed è quindi possibile la valutazione dell'efficacia dell'intervento. Anche per queste ragioni, si presta a sinergie con il trattamento psicofarmacologico e a rappresentare un aspetto strategico fondamentale nei programmi complessi di riabilitazione psicosociale
L’ATC è nata dall’esigenza di approfondire fattivamente, anche nel mondo cognitivista, le prospettive ed i risvolti in campo psicologico e psicoterapeutico generate dall’irrompere nel panorama scientifico del costruttivismo e della teoria della complessità. Il pensiero costruttivista sta provocando quello che ci appare come un mutamento paradigmatico che si ripercuote sullo studio della psicologia ridisegnandola come scienza della cognizione. Al centro dell’indagine non è più posto il mondo da conoscere ma l’organismo biologico inteso come costruttore di mondi possibili (il “multiverso” di Maturana e Varela) da cui derivano altrettanti vissuti esperienziali in un’ottica che mette definitivamente da parte qualsiasi dualismo mente-corpo o natura-cultura.Per fare questo la psicologia necessita dell’apporto di altri campi della conoscenza quali: l’antropologia, la linguistica, le neuroscienze, la filosofia…Lo scopo di questo confronto è delineare un modello il più possibile integrato mantenendo il rispetto dei diversi domini di conoscenza. Il tentativo è quello di costruire un modello epistemologico (nel solco dell’epistemologia evolutiva e dell’epistemologia genetica di Jean Piaget) che funga da base per la psicopatologia esplicativa e gli interventi clinici. In questo modello lo sviluppo individuale è preso come trait d’union per integrare dati provenienti dalla ricerca sull’intersoggettività e sulla regolazione emotiva, alla teoria dell’attaccamento, dall’infant research, dalla teoria della mente e dagli studi sull’identità narrativa. L’attenzione alla ricerca clinica si rivolge inoltre verso i potenziali sviluppi del costruttivismo che si configura come una metateoria che può contribuire ad ulteriori sviluppi in campo psicoterapico, in primis l’orientamento sistemico con la sua applicazione alla famiglia, alle coppie ed ai gruppi, ma anche a settori più specifici come la psicosomatica, la sessuologia, la psicologia dell’educazione.