“Deliziarsi della bellezza della farfalla, significa accogliere il bruco che essa è stata” (Teresa)
Eccoci, bentrovato/a nella mia pagina FB. Una pagina nata qualche tempo fa con l’intento di trasmettere contenuti validi e utili al benessere delle persone, ma anche stimoli di riflessione su temi che caratterizzano la nostra quotidianità.
Sono una Psicologa e Psicoterapeuta (CTA- Analista Transazionale Certificata e terapeuta EMDR) la mia professione si rivolge agli adulti e all’età evolutiva, sia nella psicoterapia individuale che nella valutazione neuropsicologica (Valutazione e diagnosi nel neurosviluppo ad esclusione dei Disturbi Pervasivi).
Credo nel potenziale dell’essere umano e nelle sue risorse, nelle possibilità di cambiamento e di ridecisione per la propria vita. Risorse a volte nascoste, soffocate o scolorite dalle più svariate esperienze, talvolta molto dolorose e destabilizzanti. Ho esperienza di questo nella mia quotidianità e sento il mio lavoro proprio come una vocazione nell’aiutare le persone a riscoprire il bello che hanno dentro e soprattutto a metterlo a frutto. Il dolore a volte è una chiave per aprire alcune porte chiuse da tempo o murate, ma solo aprendole ed entrandoci pian piano si può ritrovare la propria luce.
Penso alla psicoterapia come un percorso attraverso il quale le persone hanno modo di conoscersi in modo più approfondito, nella scoperta di punti di forza e di debolezza, prender confidenza con le proprie vulnerabilità, attribuire a queste un significato che è unico e personale, che si rifà alle proprie esperienze e alla propria storia. E’ un prendersi cura che è anche una messa in discussione di un copione di vita scelto e deciso in un tempo lontano ma che con l’andare del tempo risulta essere limitante e disfunzionale.
Desidero che chi lavora con me possa fare realmente esperienza di relazione di cura, che diventa poi un imparare a “prendersi cura” di se stessi e anche degli altri, del contesto in cui si vive in un modo protettivo e buono.
Penso che siamo tutti dei semi sparsi in un terreno, ognuno ha bisogno di acqua, sole e del giusto concime per poter crescere. Il mio lavoro è molto pratico e pragmatico, per me è un agire della scienza psicologica che tiene conto dei propri limiti e soprattuto mi dà modo ogni volta di scoprire e accettare i miei. Io cresco, insieme alle persone che a me si rivolgono. E credo che questo sia meraviglioso.
Il lavoro con i bambini è prezioso, a questi devo tanto in questi anni, nella loro semplicità e sincerità e nell’affetto delle relazioni che si sono create. Ho a cuore i loro vissuti e credo fermamente che la relazione terapeutica con il bambino, così come con l’adulto, debba sempre muoversi attraverso la costruzione di buone memorie esperenziali e costruzioni di significati che servono poi come un bagaglio da portar dietro nel percorso della vita. Il sostegno ai genitori è focalizzato al riconoscimento dei bisogni del bambino e nell’imparare o costruire modalità relazionali sane che garantiscano il benessere del piccolo e del nucleo familiare.
Il mio fare “clinica” mette al centro la persona così com’è, la diagnosi della sua personalità e del suo funzionamento mi serve per tracciare una strada di lavoro e una direzione specifica, ma non va a sottolineare un’etichetta. Il sintomo molto spesso è un campanello che ci dice qualcosa di noi e che richiede di essere visto, approfondito e scoperto per poi esserne liberati. Qui inserisco un mio approccio che definisco “integrato” perché ho premura di prendere in considerazione il funzionamento della persona a più livelli per poi lavorare integrando tecniche e discipline. Credo sia fondamentale avere una buona bussola di lavoro.
Nel lavorare con i traumi accolgo il vissuto e sto con tutto ciò che la persona o il bambino mi porta, costruendo una relazione attraverso la quale è possibile sperimentare un senso di sicurezza che permetterà piano piano di elaborare. Personalmente credo molto importante in queste situazioni l’attenzione del terapeuta a non “ricalcare” la posizione di vittima nella persona, ma aiutarla/o a riconoscere e sentire il dolore per poi attivare resilienza e parti di sè funzionali. Le ferite, non hanno mai l’ultima parola.
Grazie per aver dedicato un pò del tuo tempo a questa presentazione. Mi farà piacere ricevere dei feedback anche tramite Messenger o anche stimoli su temi o argomenti sui quali ti piacerebbe confrontarti con me in questa pagina.
Buona Vita!
Teresa Bonu