20/07/2025
🟥Questa è una lettera di "raccomandazioni" inviata nel 2022 alle Istituzioni Pubbliche sarde a conclusione di un Seminario Formativo importante (tra i tanti che l'Associazione non si stanca di promuovere). Chiedeteci quante di queste indicazioni sono state prese minimamente in considerazione
E se e quanto nella vita reale delle migliaia di persone che vivono la condizione della sofferenza mentale e della disabilità, e nelle nostre famiglie, ci sia stato un miglioramento.
All’Assessore Regionale alla Sanità della Sardegna
Dott. Mario Nieddu
Al Presidente della Commissione Sanità Consiglio Regionale della Sardegna
Alla Direttore Generale di ARES Sardegna
Dott.ssa Annamaria Tomasella
Al Sindaco della Città di Cagliari
Dott. Paolo Truzzu
Alla Direttore del DSMD Area sud Sardegna Dott.ssa Graziella Boi
Al Direttore del DSMD Area nord e centro Sardegna
Dottor Vito La Spina
LORO SEDI
e p.c. Agli Organi di Stampa
Oggetto: Raccomandazioni finali del Seminario Formativo organizzato dalla Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica dal titolo “Per una Salute Mentale di Comunità abbiamo tutti e tutte bisogno di guarire”
A conclusione dei lavori del Seminario Regionale tenutosi a Cagliari il 18 ottobre scorso, in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale “Rendere la Salute Mentale e il Benessere di tutti una priorità globale”, i partecipanti al Seminario (che ha messo insieme operatori dei servizi pubblici, familiari, utenti dei servizi, operatori delle comunità, cittadini e i redattori della Radio Onde Corte) ribadiscono i principi e le priorità su cui è necessario continuare ad impegnarsi come cittadini attivi, e l’importanza che i servizi di salute mentale di comunità della Sardegna siano culturalmente orientati al rispetto dei Diritti Umani, ai principi della Legge di Riforma n.180 e alle Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La salute mentale di comunità non può essere delegata esclusivamente ai servizi. Studi ritenuti validi ci dicono che i servizi sono importanti ma incidono solo per il 15% nei processi di guarigione, mentre intervenire sui determinanti sociali e sul coinvolgimento dei diversi attori (operatori, familiari, utenti, cittadini e il mondo del terzo settore) incide su una percentuale decisamente più alta di guarigione.
Il dibattito che si è avviato dopo ciascuna relazione, ha fatto emergere una preoccupante sofferenza negli operatori e operatrici impegnati nei servizi sempre più impoveriti sia dal punto di vista culturale e della partecipazione attiva della comunità, sia dal punto di vista delle risorse umane (gravemente carenti di tante professionalità) e finanziarie.
E’ emersa inoltre la solitudine e la sofferenza delle famiglie che non trovano risposte tempestive e adeguate sul territorio in cui vivono.
Nonostante ciò, è emersa con forza la volontà di non abbandonarsi alla rassegnazione, continuare a battersi ed essere partecipi e protagonisti nel necessario processo di trasformazione per un sistema sociale, sanitario, culturale e politico centrato sui bisogni reali delle persone.
Dai gruppi di lavoro sono emersi, con altrettanta forza, richieste precise per un cambio di azione e di passo da parte della politica, delle istituzioni e della dirigenza a capo dei servizi sanitari e sociali:
✅L’accesso al diritto al lavoro e alla formazione per chi vive la condizione della sofferenza mentale
✅L’accesso alla casa e all’abitare supportato nei luoghi della normalità di vita, quando necessario e nella misura in cui è necessario, e la fine dell’internamento nelle strutture varie.
✅Il definitivo superamento dei Centri Diurni infantilizzanti e non emancipativi
✅il superamento dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura.
✅il superamento di qualunque pratica coercitiva e lesiva dei diritti umani
✅l’organizzazione di servizi di salute mentale di comunità sulle 24 ore e sette giorni su sette
✅la partecipazione alla vita reale delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale, nei luoghi di vita delle persone, con e tra le persone (teatro, cinema, svago, vacanze, formazione, sport) e smettere di medicalizzare definendo in termini sanitari ogni attività, eliminando le definizioni stigmatizzanti e paternalistiche quali “danzaterapia” – “ippoterapia” – montagnaterapia” ecc… Vivere la vita normale senza discriminazione alcuna è di per sè terapeutico per tutti e tutte!
✅il riconoscimento del diritto delle persone con sofferenza mentale alla partecipazione attiva del loro percorso di cura e di ripresa, già dagli esordi della malattia. Garantendo anche il sostegno psicologico nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza e nel rispetto della libera scelta, evitando interventi invalidanti e peggiorativi della condizione di malattia.
✅il riconoscimento delle famiglie alla partecipazione del processo di cura e di ripresa dei loro cari.
✅Il riconoscimento del diritto delle associazioni di rappresentanza delle famiglie e delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale a partecipare alla programmazione degli interventi sociali e sanitari e alla verifica degli esiti.
L’ A.S.A.R.P. ringrazia tutti I partecipanti e le participanti per i loro prezioni contributi. Un ringraziamento speciale ai formatori Dottor Alessandro Montisci Sardegna, Dottor Roberto Pezzano Sicilia, Dottor Alessandro Sirolli Abruzzo. Un ringraziamento particolare ai redattori e alle redattrici della Radio Onde Corte.
🟥 Tutte Raccomandazioni ancora oggi più che mai valide e per le quali è necessario e urgente agire!