23/09/2022
C'è che siamo disordinati.
Dentro, dico. Dentro al petto.
Siamo un disastro, nel tenere tutto al proprio posto. Nel fare spazio, nel pulire le mensole, nel ti**re via i cocci e i ferretti arrugginiti. Siamo la soff***a stracolma, lo scantinato buio, siamo l'armadietto delle medicine e la libreria nell'angolo cieco. Accumuliamo tutto, in maniera compulsiva, sperando che prima o poi serva, sperando che prima o poi ci guarisca.
Forse è solo paura,
paura di buttare via.
Paura di dover dimenticare. Sentimenti, ricordi, nomi, gesti, sensazioni. E quindi mettiamo via tutto. Anche il dolore, anche la polvere. Mettiamo da parte anche le cose brutte, come promemoria di passi falsi da non ripetere. Ne viene fuori un cuore stracolmo di cianfrusaglie, come la stanza delle necessità di Harry Potter. Stracolmo e traballante, pronto a crollare al minimo scossone. Eppure tutta quella roba, nonostante sia in buona parte ormai inutile, finisce per essere tutto ciò che siamo.
Finisce quindi che il nostro cuore somigli un po' alla nostra camera da letto: ci rendiamo conto del casino madornale soltanto quando c'è da accogliere qualcuno a cui teniamo davvero.
Marco Cavaliere
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