Scannella Dr. Fabio

Scannella Dr. Fabio Benvenuti nella pagina Facebook di Scannella Dr. Fabio. fabio.scannella@virgilio.it, , http://www.paginegialle.it/scannellafabio

Psicologo specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale; specialista in analisi del comportamento applicata. La psicologia cognitivo-comportamentale è centrata sul problema. Terapeuta e paziente analizzano le circostanze problematiche cercando, insieme, le cause che mantengono il problema e le sue possibili soluzioni. Gli ambiti di intervento sono: psicoterapia individuale, di coppia e della famiglia. Psicoterapia nell'infanzia e nell'adolescenza. Trattamento dei disturbi d'ansia (ansia generalizzata, fobie, attacchi di panico, disturbo ossessivo compulsivo), dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), della depressione, di disturbi psichiatrici (schizofrenia, psicosi), dei disturbi di personalità. Specialista in valutazione e intervento nelle disabilità intellettive, valutazione e intervento dei disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia, disturbo della comprensione del testo, disgrafia/disortografia, discalculia), disturbo da deficit di attenzione/iperattività, valutazione e gestione di un figlio disabile(disabilità intellettiva, psicologica).

04/11/2025
29/10/2025

Non puoi controllare tutto — e va bene così... perché puoi controllare tanto. Il segreto per una vita appagante? Circondarsi di chi sa trarre il meglio da ciò che puoi controllare. ❤️❤️❤️

Non puoi decidere come gli altri ti trattano, ma puoi scegliere a chi dedicare tempo, energie e cuore. È lì che nasce la vera reciprocità. ❤️

29/10/2025

Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica in cui una persona porta l’altra a mettere in dubbio le proprie percezioni, emozioni o ricordi.
È un processo relazionale graduale, che può manifestarsi in ambito affettivo, familiare, amicale o professionale.

Le principali conseguenze del gaslighting includono:
• confusione e perdita di fiducia in sé
• senso di colpa e vergogna immotivati
• dipendenza emotiva
• isolamento e difficoltà nel chiedere supporto

Comprendere queste dinamiche è fondamentale per riconoscere la portata psicologica del fenomeno e superare la visione riduttiva della manipolazione come semplice conflitto relazionale.
Interventi psicologici mirati, orientati alla consapevolezza e al rafforzamento dell’autonomia personale, sono efficaci per ristabilire fiducia e benessere.

26/10/2025

Andare in terapia non è mai una debolezza, né un campanello d’allarme. È piuttosto un atto di responsabilità verso se stessi e verso gli altri.

La vera “red flag” non è chi sceglie di chiedere aiuto, ma chi non ha sufficiente consapevolezza per accorgersi di averne bisogno. La vera bandiera rossa è rimanere fermi nella convinzione di non aver bisogno di cambiare nulla, di non doversi mai mettere in discussione. Perché chi non si guarda dentro non solo si tradisce, ma rischia di ferire anche chi gli sta accanto.

17/10/2025

Come riconoscere subito una relazione potenzialmente pericolosa in 10 mosse
(E, soprattutto, smettere di credere di poter “salvare” chi ti sta distruggendo)

1. Ti fa sentire “speciale” troppo presto.

Ti idealizza, ti dice che sei “la donna che aspettava da sempre”, che “non ha mai provato nulla di simile”.
Non è amore, è strategia di aggancio.
Serve a legarti velocemente, a farti abbassare le difese.
Il vero amore non brucia i tempi, li costruisce, li scandisce con cura e rispetto.

2. Vuole sapere sempre dove sei e con chi.

Lo chiama “interesse”, ma è controllo.
Non è “gelosia”, è sorveglianza emotiva.
Quando ogni tuo spostamento diventa oggetto di interrogatorio, non sei amata, sei assediata/infestata.

3. Ti isola. Lentamente, ma sistematicamente.

Ti convince che “le tue amiche non ti capiscono”, che “la tua famiglia è invadente”.
Ti vuole sola perché più sei sola, più diventi gestibile.
Ricorda: un uomo che ha bisogno di eliminare il tuo mondo per farsi spazio…
vuole renderti prigioniera, non condividere la tua vita.

4. Alterna attenzioni estreme e freddezza totale.

Ti confonde, ti destabilizza, ti fa sentire colpevole di “aver fatto qualcosa di sbagliato”.
È rinforzo intermittente: la tecnica manipolativa più potente che esista.
Ti abitua a elemosinare affetto, a sopportare tutto pur di ritrovare “quel lato dolce di prima” che non tornerà mai perché era solo un inganno.

5. Ti colpevolizza per ogni suo malessere.

“Mi fai arrabbiare.”
“Mi hai deluso.”
“Mi hai costretto a reagire così.”
Ti fa credere di essere la causa dei suoi scatti, dei suoi silenzi, dei suoi disastri.
In realtà stai solo assumendoti la responsabilità della sua patologia.

6. Usa l’amore come arma di ricatto.

Ti punisce con il silenzio, con la distanza, con la minaccia di andarsene.
L’amore sano non si usa per terrorizzare chi ti sta accanto.
Questo non è amore. È violenza psicologica.

7. Umilia, ironizza, ridicolizza.

Spesso lo fa “scherzando”, ma il messaggio è sempre lo stesso:
tu vali meno, tu sbagli, tu non sei abbastanza.
Le parole lasciano ferite invisibili, ma profonde.
E una donna che comincia a dubitare del proprio valore è una donna già in trappola.

8. Ti fa sentire in debito per ogni gesto.

“Con tutto quello che faccio per te.”
Questa frase è il manifesto della manipolazione affettiva.
Ti dà per potersi riprendere tutto con gli interessi.
E quando smetterai di “essere riconoscente”,
scoprirai quanto può essere violento il suo “amore”.

9. Minimizza, nega, giustifica.

Quando lo affronti, non chiede scusa.
Ti dice che “hai capito male”, che “sei esagerata”, che “sei troppo sensibile”.
Ti induce a dubitare della tua percezione, del tuo giudizio, della tua lucidità.
Questo si chiama gaslighting.
Ed è il preludio alla tua disintegrazione emotiva.

10. Ti convince che senza di lui non sei niente.

Ti prosciuga l’identità, ti fa credere che da sola non ce la farai mai.
E quando inizi a crederci, ha già vinto.
Ma ricordati questo: nessuno ti completa, se prima ti distrugge.

Questo tipo di uomo non cambia.
Non lo puoi curare.
Non lo puoi guarire.
E soprattutto non lo puoi salvare.

Non sei un laboratorio di riparazione per maschi fallati.
Non è il tuo amore che lo trasformerà.
È la tua assenza che lo disinnescherà. Proteggiti. Chiedi aiuto. Allontanati.

Smetti di credere che stare con qualcuno significhi essere qualcuno.
Perché quando costruisci la tua identità sulle macerie emotive di chi ti consuma,
non stai vivendo un amore, stai partecipando alla tua cancellazione.

14/10/2025

Ricevo molto spesso richieste da parte vostra di affrontare temi specifici che riguardano lo sviluppo della personalità narcisistica e mai come in quest’epoca diventa importante avere chiari alcuni passaggi fondamentali.

Ecco perché rispondo qui a tutti coloro che desiderano capire quali sono le tappe che segnano la formazione di una personalità narcisistica e quali indicatori, già nell’infanzia e nell’adolescenza, devono farci drizzare le antenne, prima che sia troppo tardi.

La storia di Ravenna ci insegna che questo tipo di personalità cresce nel silenzio, nella frustrazione e nella parte più oscura dell’egocentrismo.

Non nasce mai dal nulla, si costruisce lentamente, dentro relazioni genitoriali disfunzionali, dove l’amore smette di essere un nutrimento e diventa uno strumento di potere o di controllo.

I principali stili genitoriali che possono favorire lo sviluppo di una personalità narcisistica
1. Il genitore iper-idealizzante (o narcisista riflessivo)
È quello che vede nel figlio un’estensione del proprio ego. Lo carica di aspettative, lo investe di un ruolo che non gli appartiene: “Tu devi essere il migliore, devi realizzare ciò che io non ho potuto.”
In questo contesto, l’amore diventa condizionato alla performance. Il bambino impara che vale solo se brilla, se primeggia, se soddisfa l’immagine perfetta che il genitore proietta su di lui.
Da adulto svilupperà un bisogno costante di ammirazione e una paura devastante del fallimento.
2. Il genitore svalutante o punitivo
È quello che annienta l’autostima del figlio, con critiche continue, ironia tagliente, umiliazioni sottili o aperte.
Il messaggio implicito è: “Non sei mai abbastanza.”
Il bambino cresce oscillando tra vergogna e rabbia, e impara a difendersi costruendo un’immagine di sé grandiosa ma fragile.
Da adulto tenderà a dominare per non sentirsi dominato, e a distruggere prima di rischiare di essere ferito.
3. Il genitore assente o emotivamente anaffettivo
Qui non ci sono né ideali né punizioni, c’è il vuoto.
L’assenza di sguardo, di calore, di conferma identitaria, produce nel bambino una fame d’amore non saziata.
È da quel vuoto che nasce il bisogno patologico di essere notato, visto, ammirato.
L’amore, per queste persone, non è mai vissuto come reciprocità, ma come fame di attenzione e controllo.
4. Il genitore incoerente o manipolativo
È colui che alterna carezze e colpi, che oggi idealizza e domani umilia, che usa il senso di colpa come leva per controllare.
In questo clima emotivo il bambino non impara a fidarsi: vive costantemente in allerta.
Da adulto svilupperà un attaccamento ambivalente, con dinamiche relazionali basate sulla seduzione, la manipolazione e la paura dell’abbandono.

Indicatori precoci da non ignorare
• Bisogno costante di essere al centro dell’attenzione.
• Intolleranza alla frustrazione o al “no”.
• Tendenza a colpevolizzare gli altri per i propri errori.
• Scarsa empatia e difficoltà a riconoscere le emozioni altrui.
• Forte competitività e paura di non essere “il migliore”.
• Reazioni di rabbia sproporzionate di fronte a critiche o limiti.

Una personalità narcisistica non nasce dal nulla, ma da un modello relazionale in cui l’amore diventa transazione, la stima è condizionata e la vulnerabilità è bandita.
Educare un figlio all’empatia, alla frustrazione, alla reciprocità emotiva e al rispetto dei limiti è l’unico antidoto reale contro questa deriva.

Perché se non si insegna a un bambino a gestire la delusione e la frustrazione, un giorno diventerà un adulto che cercherà di distruggere tutto ciò che non riesce a controllare.

02/10/2025

Lunedì 6 ottobre per il sedicesimo anno consecutivo partono all’Oasi […]

23/09/2025

Narcisismo patologico e funzione genitoriale

Il disturbo narcisistico di personalità è caratterizzato da grandiosità, bisogno eccessivo di ammirazione e marcata mancanza di empatia. Questi tratti hanno ricadute dirette sulla capacità genitoriale, intesa come l’insieme delle competenze emotive, cognitive e relazionali necessarie a garantire al minore protezione, accudimento e sviluppo sano.

1. Empatia compromessa
il genitore narcisista tende a non riconoscere i bisogni emotivi del figlio, se non quando coincidono con i propri.
un padre o una madre narcisista può ignorare la tristezza del figlio dopo una delusione scolastica, interpretandola come “debolezza” o, peggio, come un affronto al proprio status (“Mio figlio non può permettersi di fallire”).
In questi casi l’assenza di empatia mina la funzione protettiva e di sintonizzazione, generando nel minore vissuti di inadeguatezza e invisibilità.

2. Strumentalizzazione del figlio
Spesso i figli diventano strumenti per il soddisfacimento dei bisogni del genitore (di immagine, di controllo, di conferma).
Ed. una madre o un padre narcisista può imporre attività extrascolastiche non per valorizzare le inclinazioni del bambino, ma per “esibirlo” come prova del proprio successo (“Mia figlia deve essere la migliore ballerina, così tutti vedranno che madre straordinaria sono”).
Ecco perché i figli rischiano di non essere riconosciuti come soggetti autonomi, ma ridotti a “estensioni” del genitore.

3. Pattern comunicativi disfunzionali
Spesso il genitore narcisista utilizza spesso la comunicazione manipolatoria (gaslighting, svalutazione, colpa indotta).
Esempio: “Sei ingrato, con tutto quello che faccio per te”
Questo messaggio induce senso di colpa e lega il figlio alla dinamica di sudditanza affettiva.
E queste modalità alimentano disturbi d’ansia, difficoltà identitarie, scarsa autostima.

4. Difficoltà nella gestione dei confini
Spesso il genitore narcisista fatica a riconoscere i limiti dell’altro, invadendo spazi fisici ed emotivi.
Esempio: controllare costantemente il cellulare del figlio adolescente, imponendo scelte di amicizie o partner, non per tutela ma per controllo e potere.

In questi casi il rischio di compromissione della costruzione di autonomia e della capacità decisionale del minore aumenta considerevolmente.

5. Rischio maggiore nelle separazioni conflittuali
Soprattutto in contesti di separazione, il genitore narcisista tende a utilizzare i figli come arma contro l’altro genitore.
Esempio: campagne denigratorie, alienazione parentale (“Tuo padre/madre non ti ama davvero, solo io ci tengo a te”).
In questo caso aumenta il rischio di danno psicologico grave sul minore, specie nei contesti giudiziari ad alta conflittualità.

Il DNP non esclude di per sé la capacità genitoriale, ma la compromette in modo significativo quando i tratti patologici diventano pervasivi.
Un genitore con DNP può apparire funzionale in pubblico, ma dietro le quinte mostra modalità relazionali altamente dannose.

L’elemento cruciale è la ripetitività e intensità di tali condotte e il grado di sofferenza generato nel figlio.

In sede forense, è fondamentale distinguere tra tratti narcisistici isolati e disturbo strutturato, valutando l’impatto concreto sui bisogni evolutivi del minore.

18/09/2025

Si può guarire dal funzionamento narcisistico di personalità?

Quando parliamo di funzionamento narcisistico dobbiamo essere estremamente chiari:
una volta che si struttura un vero e proprio nucleo narcisistico di personalità, la possibilità di apportare dei correttivi profondi è molto limitata.

La domanda che spesso mi viene posta è: “Ma si può aiutare un bambino che mostra precocemente tratti narcisistici?”

La risposta, purtroppo, non è tra le più incoraggianti. L’unica reale opportunità risiede in un intervento molto precoce, da parte di professionisti della salute mentale con una preparazione solida e specifica in psicologia dello sviluppo e psicopatologia dell’età evolutiva. Non sono molti i clinici in grado di cogliere per tempo i segnali e di operare in modo realmente incisivo in questa direzione.

Il problema maggiore è che, tanto nei contesti clinici quanto in quelli giudiziari, la diagnosi precoce e accurata dei tratti di personalità narcisistica viene spesso mancata o sottovalutata. Questo determina una perdita di tempo prezioso: quando i segnali vengono minimizzati o confusi con semplici “capricci” o con comportamenti oppositivi transitori, si lascia campo libero alla progressiva cristallizzazione del funzionamento narcisistico.

Alla domanda se si possa “guarire”, la risposta va dunque modulata:
• In età evolutiva, con un lavoro tempestivo e mirato, è possibile ridurre i fattori di rischio, favorire lo sviluppo di empatia, autoregolazione emotiva e capacità relazionali più sane.
• In età adulta, quando il nucleo narcisistico si è stabilizzato, intervenire diventa estremamente complesso. Non impossibile in senso assoluto, ma i margini di manovra si restringono drasticamente, e il lavoro terapeutico ha più spesso l’obiettivo di contenere i danni, ridurre la sofferenza correlata e favorire un minimo di consapevolezza, piuttosto che trasformare radicalmente il funzionamento di base.

In altre parole, la vera partita si gioca nella prevenzione e nell’intercettazione precoce.

Se questo non accade, quello che evolve in una struttura narcisistica consolidata è molto resistente al cambiamento.

17/09/2025
27/07/2025

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Psicologo specialista in psicoterapia cognitivo-comportamentale. La psicologia cognitivo-comportamentale è centrata sul problema. Terapeuta e paziente analizzano le circostanze problematiche cercando, insieme, le cause che mantengono il problema e le sue possibili soluzioni. Gli ambiti di intervento sono: psicoterapia individuale, di coppia e della famiglia. Psicoterapia nell'infanzia e nell'adolescenza. Trattamento dei disturbi d'ansia (ansia generalizzata, fobie, attacchi di panico, disturbo ossessivo compulsivo), dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, obesità), della depressione, di disturbi psichiatrici (schizofrenia, psicosi), dei disturbi di personalità. Specialista in valutazione e intervento nelle disabilità intellettive, deficit di attenzione/iperattività, valutazione e gestione di un figlio disabile(disabilità intellettiva, psicologica).