04/10/2025
I nonni la medicina dei nipoti e viceversa 💊
OGGI....FESTA DEI NONNI!!!
C’erano una volta…
I capelli bianchi delle nonne! C’erano una volta… Le loro favole, i loro giochi, la loro tenerezza!
Aiuto!
Oggi le nonne sono tutte bionde e i nonni, gli amici di ogni bambino, sembrano in via di estinzione!
Sempre di meno, sempre più soli, sempre più disorientati!
Ci si sposa tardi e sempre più tardi si hanno dei figli (uno?). Chi riesce a diventare nonno… è fortunato!
L’età avanzata sembra uno spettro da allontanare e la vecchiaia, negata e classificata come “malattia”, è affidata a specialisti geriatri o a strutture dedicate.
Gli anziani, che servono sempre meno, da risorsa e ricchezza sono diventati “problema”.
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Un tempo i nonni erano la memoria storica e l’esperienza: le società li rispettavano e li ponevano al centro della loro struttura.
Oggi i computer ricordano tutto meglio di loro, il sapere viaggia troppo veloce e il valore della persona sembra legato tutto alla sua capacità di guadagno!
Gli anziani?
Tutti con un tesserino H, magari servono per far parcheggiare la macchina nei posti per disabili, ma poi… problemi da risolvere!
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Ma… la Natura aveva pensato così? Ci “fa bene” tutto questo?
Riflettiamo…
I cuccioli di uomo, sono totalmente dipendenti. Più di qualsiasi altro animale.
Lo sviluppo dei bambini è lentissimo e l’autonomia è un traguardo lontano che richiede tanto, tanto lavoro!
Mamma e bambino per lunghissimo tempo sono un nucleo prezioso ma delicatissimo che richiede la protezione di un “sistema”.
La nonna esiste solo nel genere umano.
Tra gli animali le femmine terminano il loro ruolo biologico al termine della loro capacità riproduttiva.
Le donne invece vivono più a lungo degli uomini e gran parte della loro vita, spesso il tempo più lungo e importante, trascorre in menopausa.
Questa peculiarità è probabilmente il frutto di una selezione naturale vincente, originata in tempi remotissimi, per la migliore sopravvivenza dei nipoti.
Da sempre le nonne hanno rappresentato un supporto fortissimo per le mamme e anche una difesa forte per i nipotini!
Nel passato remoto e remotissimo la loro presenza significava spesso la sopravvivenza dei bambini.
Ancora oggi i pediatri lo sanno molto bene: se la nonna non si convince, la terapia è complicata!
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I nonni sono una presenza importante per i bambini e la loro compagnia è molto più che un parcheggio “per fare almeno qualche servizio”!
Loro non hanno l’onere di educare e pertanto possono essere anche un po’ complici con i nipotini.
(Ma attenzione! Mi rivolgo ai colleghi nonni: complici, va bene, ma siamo nonni e quindi anche noi dobbiamo essere sottomessi alla autorità di mamma e papà. Quindi mai contraddire mamme o papà davanti ai bambini!).
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I nonni viziano un pochino è vero, ma rappresentano spesso quella “zona franca” dove le tensioni si stemperano in giochi condivisi.
Sono dei “grandi” speciali: affidabili, disponibili, sempre presenti e prevedibili, non vanno via, non hanno fretta, non “hanno da fare”…
Spesso rappresentano il rifugio rassicurante dove sciogliere ogni ansia.
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Il loro linguaggio e i loro comportamenti permettono una comunicazione speciale con i nipotini.
Perché?
Rispetto a quello degli adulti il cervello dei bambini è prevalentemente emotivo, piuttosto che critico-cognitivo: la corteccia prefrontale, la zona logica, matura infatti a 21 anni, mentre la zona limbica, quella emotiva è già ben organizzata alla nascita.
Negli anziani il processo di invecchiamento cerebrale interessa per primo proprio le zone che nei bambini maturano più tardi, quelle corticali.
La memoria a breve termine viene meno, ma resta ben radicata quella a lungo termine, che alberga nelle zone profonde, limbiche.
Per questo processo, progressivamente, anche negli anziani le emozioni diventano prevalenti.
Aumenta la sensibilità alle carezze, al sorriso, alla tenerezza…
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E allora…
Anche gli anziani, come i bambini, finiscono per avere un cervello emotivo che prevale su quello cognitivo!
Il “nonnese” confluisce nel “bambinese” e viceversa!
La sensibilità degli anziani trova una risonanza naturale in quella dei bambini ed è per questo che i nonni sono “grandi” speciali!
I nonni giocano come i bambini, cercano i dolci come i bambini, si emozionano come i bambini…
Ma sono grandi! Affidabili, sicuri.
Il nonno che gioca, che sta con me, che si lascia fare, che qualche volta è complice e mi permette anche cose che forse non si dovrebbero fare…
E’ una presenza emotiva, uno che riempie il vuoto di ogni solitudine, una sicurezza.
Uno che può aiutare a trovare una via di uscita in situazioni particolari.
Spesso nelle situazioni conflittuali coniugali la casa dei nonni, quella che c’è sempre, dove nessuno va via e dove ognuno ha un ruolo bene definito e stabile, rappresenta un rifugio importante.
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I nonni raccontano storie, favole, leggono libri.
Anche i genitori dovrebbero farlo, ma i nonni sono avvantaggiati: hanno più tempo e i ricordi della loro vita, che danno continuità alla vita, fluiscono facilmente come storie fantastiche.
I loro racconti hanno un impatto emotivo fortissimo nei bambini che spesso vogliono sentire e risentire sempre le stesse storie in un rituale rassicurante.
Momenti intimi, durante i quali i piccoli, abbandonati nell’abbraccio dei nonni, entrano in un mondo fantastico.
In uno spazio virtuale dove scaricare tensioni e sperimentare piacere.
Per tutto questo i nonni sono importanti per i bambini!
E saranno anche quelli che, prima o poi, dovranno insegnar loro il distacco definitivo. Quelli che li aiuteranno a scoprire il dolore che le mamme e i papà sapranno accompagnare.
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Ma quanto sono importanti i bambini per i nonni?
Sappiamo tutti che per ridurre il decadimento mentale è importante “tenere il cervello allenato”.
Ogni giorno, infatti, perdiamo neuroni poco utilizzati e ne perdiamo sempre di più con la progressione dell’età.
Sappiamo anche che lo stesso vale per il fisico: le masse muscolari non utilizzate tendono ad atrofizzarsi.
La pensione e il riposo, insomma, non sembrano elementi che allungano la vita!
Ma…
“L’ansia degli anni che passano”, vissuti come una malattia progressiva, però spesso mettono le scarpe da ginnastica e i jeans a molti anziani.
Molti affollano le palestre per “mantenersi tonici”, altri rischiano infarti correndo in improbabili “footing tonificanti” sotto al sole.
Qualcuno osa avventure sentimentali modello “adolescent-forever” e c’è anche chi che resta aggrappato al suo lavoro “full time” o agli “affari” che diventano la ragione di vita.
Fanno bene tutte queste cose? Forse. Ma molti di questi atteggiamenti sono ansiogeni.
Alla fine la progressione inesorabile del tempo si traduce nella difficoltà a vivere serenamente la propria dimensione e logora più della vecchiaia stessa.
Alla fine, in modo sempre più minaccioso, si materializza la più pericolosa delle malattie: la solitudine!
Evidenze sperimentali dimostrano che per la salute la solitudine è più temibile del colesterolo del fumo di sigaretta e della pressione alta messe insieme!
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E allora combattiamo la solitudine degli anziani!
Non è indispensabile la presenza fisica per vincerla: è sufficiente anche quella emotiva.
Il “cervello allenato” che mantiene meglio le funzioni di tutto il corpo è infatti quello emotivo!
Molto più di quello cognitivo (che anche è importante).
E allora il sentire che c’è un qualcuno che ci ama e che amiamo, un qualcosa da fare per un qualcuno che ci attende… Allena e allunga la vita!
E i muscoli?
Spesso i nipotini sono un impegno faticoso per un nonno, ma quella fatica per correr loro dietro, prenderli in braccio, chinarsi cento volte per raccogliere giocattoli, fare il cavalluccio (per chi ce la fa!)…
Altro che palestra o footing!
E poi…
I bambini sono allegri e giocano, interagire con loro è un potente antidoto alla depressione.
Meglio della pilloletta che prescrive il geriatra!
E allora concludo con consiglio per i colleghi geriatri: piuttosto che farmaci per la pressione o per il colesterolo prescrivessero nelle loro ricette… nipotini, nipotini e poi nipotini!
P.S. Si è capito che sono un nonno?