25/02/2022
Troppo spesso tra giovani, tra amici, si usano termini senza dare loro troppa importanza o ancor di più trasformandone i significati, per ridere, scherzare, per ferire. Eppure le parole hanno un loro peso ed un valore importante, molto più di tanti gesti. E allora quando ascoltiamo la frase "sei un demente" rendiamoci conto di che cosa stiamo parlando.
Che cos’è la demenza?
Demenza è un termine "ombrello" perché non delinea una patologia specifica, tant’è vero che un tempo la si associava elusivamente alla senilità, parlando di demenza senile e sottolineando il binomio esclusivo invecchiamento- demenza. I dati oggi ci dicono però che seppur vero che invecchiando si verifica un decadimento delle funzioni vitali, non è esclusivo tale binomio al punto che si può invecchiare senza ammalarsi di demenza ed “il perdere colpi” dell’anziano può rientrare nella normalità del suo ciclo di vita.
Detto ciò, la demenza rientra in un quadro di progressivo declino neurodegenerativo delle principali facoltà mentali e cognitive di un individuo, che varia nel suo livello di gravità e può arrivare ad interferire in modo pesante con l' andamento della normale vita quotidiana.
Sebbene non esista un perfetto “identikit” del malato di demenza, nel ventaglio ampio di sintomi che la contraddistingue, si riscontrano delle ridondanze piuttosto comuni che hanno un andamento piuttosto irreversibile:
• difficoltà di pensiero e di ragionamento;
• perdita della memoria, soprattutto a breve termine che non permette quindi di svolgere le comuni attività quotidiane, dall' andare a fare la spesa, al non ricordare più la propria casa, alle faccende domestiche, alla propria cura personale;
• difficoltà nella comunicazione e nel linguaggio
• riduzione della capacità di concentrazione e deficit attentivi
• alterazione della percezione visiva
Fisiologicamente, alla base dell’eziopatogenesi della demenza non ci sono dati certi; sembra ci sia un danno ai neuroni che muoiono o perdono la loro capacità sinaptica e si riduce la comunicazione intercellulare; essendo il sistema nervoso costituito da tante aree, la sintomatologia è strettamente correlata all’area interessata dal danno, così come la gravità dipende dalla vastità del danno cellulare. Sicuramente una delle aree più colpite è l’ippocampo, centro dell’apprendimento e della memoria.
Inevitabilmente, la demenza, trasformando la vita di un individuo che assiste giorno dopo giorno alla perdita graduale della sua autosufficienza ed al dover diventare dipendente da un caregiver che lo supporta in ogni minima attività, non può non avere anche strascichi di natura psicologica; frequenti infatti sono vissuti di depressione, anedonia, pensieri ricorrenti alla morte, idee di fallimento, nonché comportamenti di abuso di alcool per perdere il contatto con la realtà.
Come fare la diagnosi di demenza? I medici diagnosticano tale patologia attraverso un’attenta anamnesi medica, un esame clinico ed obiettivo, valutando per lo più la sintomatologia riferita dal paziente e dal suo caregiver; nonché opportuni test di laboratorio e valutazioni multidisciplinari e multi specialistiche.
Come si cura la demenza? Ad oggi purtroppo non esiste cura specifica che possa portare alla guarigione. I trattamenti farmacologici in uso sono per lo più incentrati sull’alleviare la sintomatologia esistente e sul cercare di rallentare il decorso della progressione.
Come si può prevenire la demenza? Alcuni fattori di rischio come l’età o la predisposizione genetica non possono essere modificati tuttavia ci sono fattori cardiovascolari che possono essere prevenuti attraverso una idonea alimentazione, regolare attività fisica, evitando abusi come fumo ed alcool.
Tra le forme di demenza più diffuse si annoverano il morbo di Alzheimer, la demenza con corpi di Lewy, la demenza frontotemporale, la Demenza vascolare, solitamente successiva ad un ictus; forme più rare e per lo più reversibili sono invece legate a patologie tiroidee o a carenze vitaminiche.
Infine va posta una importante diagnosi differenziale tra demenza e delirium, che rappresenta invece una condizione patologica reversibile, causata da sintomatologia acuta o da tossicità farmacologiche e non da danni strutturali cerebrali. Per farla è necessario valutare l’attenzione e la memoria in quanto la prima facoltà intellettiva è maggiormente deficitaria nel delirio, la memoria invece è per lo più caratteristica della demenza.