Dott.ssa Angela Sarracino - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

Dott.ssa Angela Sarracino - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa Psicologa - Psicoterapeuta - Sessuologa clinica

Trattamenti individuali e familiari
Counseling psic

La violenza sulle donne è un problema che riguarda tutti, dai singoli cittadini e cittadine alle istituzioni. Non è affa...
25/11/2023

La violenza sulle donne è un problema che riguarda tutti, dai singoli cittadini e cittadine alle istituzioni. Non è affatto un problema privato che riguarda le sole vittime, perché ogni singola donna può diventare una vittima, indipendente da età, appartenenza geografica e sociale.
La violenza sulle donne è una violenza di genere perché perpetrata dal genere maschile su quello femminile per continuare a mantenere una superiorità sancita da una cultura maschilista e patriarcale che pone la donna in un piano inferiore rispetto all' uomo.
Il mio invito da donna e da professionista è che chiunque si trovi nella condizione di vittima, chiunque si trovi a dover subire una qualsiasi forma di violenza, deve urgentemente correre ai ripari e uscire dalla situazione che sta vivendo.
È importante chiedere aiuto alle istituzioni, ai centri antiviolenza, alle tante operatrici volontarie che si impegnano per aiutare le vittime. Non bisogna chiudersi nella propria solitudine.
Il silenzio non è la soluzione.

Dedicato a chi ogni giorno combatte contro i disturbi del comportamento alimentare,Dedicato a chi ne è affetto ma non ne...
15/03/2022

Dedicato a chi ogni giorno combatte contro i disturbi del comportamento alimentare,
Dedicato a chi ne è affetto ma non ne è consapevole,
Dedicato a chi trascorre ogni minuto a convincere se stesso e chi gli sta accanto che non è né una moda né un capriccio....
Scegliamo di parlarne con i professionisti giusti, non chiudiamoci nel silenzio, proviamo ad amarci un po' e a prenderci cura di noi stessi/e.




09/03/2022



Non chiamiamola festa della donna, perché da festeggiare non c'è niente. È importante soffermarsi sulle battaglie che le donne hanno portato avanti in questi anni per acquisire i loro diritti fondamentali e per raggiungere quella parità che a mio avviso resta solo un'astrazione, ancora oggi.
Alle giovani generazioni lancio un appello: studiate, formatevi, chiedetevi sempre cosa è più giusto per voi e nel rispetto del prossimo fate di tutto per raggiungere i vostri obiettivi, per diventare uomini e donne liberi e indipendenti.

"Siate farfalle libere di volare...non permettete a nessuno di bloccare le vostre ali né di farvi rinchiudere in gabbie dorate che seppur apparentemente belle sono pur sempre delle gabbie"

Troppo spesso tra giovani, tra amici, si usano termini senza dare loro troppa importanza o ancor di più trasformandone i...
25/02/2022

Troppo spesso tra giovani, tra amici, si usano termini senza dare loro troppa importanza o ancor di più trasformandone i significati, per ridere, scherzare, per ferire. Eppure le parole hanno un loro peso ed un valore importante, molto più di tanti gesti. E allora quando ascoltiamo la frase "sei un demente" rendiamoci conto di che cosa stiamo parlando.
Che cos’è la demenza?
Demenza è un termine "ombrello" perché non delinea una patologia specifica, tant’è vero che un tempo la si associava elusivamente alla senilità, parlando di demenza senile e sottolineando il binomio esclusivo invecchiamento- demenza. I dati oggi ci dicono però che seppur vero che invecchiando si verifica un decadimento delle funzioni vitali, non è esclusivo tale binomio al punto che si può invecchiare senza ammalarsi di demenza ed “il perdere colpi” dell’anziano può rientrare nella normalità del suo ciclo di vita.
Detto ciò, la demenza rientra in un quadro di progressivo declino neurodegenerativo delle principali facoltà mentali e cognitive di un individuo, che varia nel suo livello di gravità e può arrivare ad interferire in modo pesante con l' andamento della normale vita quotidiana.
Sebbene non esista un perfetto “identikit” del malato di demenza, nel ventaglio ampio di sintomi che la contraddistingue, si riscontrano delle ridondanze piuttosto comuni che hanno un andamento piuttosto irreversibile:
• difficoltà di pensiero e di ragionamento;
• perdita della memoria, soprattutto a breve termine che non permette quindi di svolgere le comuni attività quotidiane, dall' andare a fare la spesa, al non ricordare più la propria casa, alle faccende domestiche, alla propria cura personale;
• difficoltà nella comunicazione e nel linguaggio
• riduzione della capacità di concentrazione e deficit attentivi
• alterazione della percezione visiva
Fisiologicamente, alla base dell’eziopatogenesi della demenza non ci sono dati certi; sembra ci sia un danno ai neuroni che muoiono o perdono la loro capacità sinaptica e si riduce la comunicazione intercellulare; essendo il sistema nervoso costituito da tante aree, la sintomatologia è strettamente correlata all’area interessata dal danno, così come la gravità dipende dalla vastità del danno cellulare. Sicuramente una delle aree più colpite è l’ippocampo, centro dell’apprendimento e della memoria.
Inevitabilmente, la demenza, trasformando la vita di un individuo che assiste giorno dopo giorno alla perdita graduale della sua autosufficienza ed al dover diventare dipendente da un caregiver che lo supporta in ogni minima attività, non può non avere anche strascichi di natura psicologica; frequenti infatti sono vissuti di depressione, anedonia, pensieri ricorrenti alla morte, idee di fallimento, nonché comportamenti di abuso di alcool per perdere il contatto con la realtà.
Come fare la diagnosi di demenza? I medici diagnosticano tale patologia attraverso un’attenta anamnesi medica, un esame clinico ed obiettivo, valutando per lo più la sintomatologia riferita dal paziente e dal suo caregiver; nonché opportuni test di laboratorio e valutazioni multidisciplinari e multi specialistiche.
Come si cura la demenza? Ad oggi purtroppo non esiste cura specifica che possa portare alla guarigione. I trattamenti farmacologici in uso sono per lo più incentrati sull’alleviare la sintomatologia esistente e sul cercare di rallentare il decorso della progressione.
Come si può prevenire la demenza? Alcuni fattori di rischio come l’età o la predisposizione genetica non possono essere modificati tuttavia ci sono fattori cardiovascolari che possono essere prevenuti attraverso una idonea alimentazione, regolare attività fisica, evitando abusi come fumo ed alcool.
Tra le forme di demenza più diffuse si annoverano il morbo di Alzheimer, la demenza con corpi di Lewy, la demenza frontotemporale, la Demenza vascolare, solitamente successiva ad un ictus; forme più rare e per lo più reversibili sono invece legate a patologie tiroidee o a carenze vitaminiche.
Infine va posta una importante diagnosi differenziale tra demenza e delirium, che rappresenta invece una condizione patologica reversibile, causata da sintomatologia acuta o da tossicità farmacologiche e non da danni strutturali cerebrali. Per farla è necessario valutare l’attenzione e la memoria in quanto la prima facoltà intellettiva è maggiormente deficitaria nel delirio, la memoria invece è per lo più caratteristica della demenza.

25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Cerchiamo di fare un po' il punto della situazione ...
25/11/2021

25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Cerchiamo di fare un po' il punto della situazione ma soprattutto di sfatare qualche falsa credenza.
La violenza sulle donne non può essere equiparata alle altre forme di violenza perché diversa è la sua matrice e diverse sono le sue manifestazioni. E allora di cosa parliamo? È stato ormai sancito che si tratta di una violenza di genere, ovvero un' atrocità compiuta sulle donne perché donne, in virtù di una considerazione esclusivamente culturale, figlia di una società ancora profondamente maschilista e patriarcale, il cui elemento fondante è la superiorità degli uomini sulle donne. Mogli, compagne, fidanzate sono considerate ancora oggi un oggetto, una proprietà di cui disporre secondo la propria volontà e laddove non si riescono ad “addomesticare” con la voce, si ricorre alla violenza.
Chi sono gli autori della violenza contro le donne? A differenza di quello che possiamo pensare, la violenza più diffusa è proprio quella intrafamiliare; ciò significa che la donna conosce bene il suo abusante. Questo rende più difficile l'acquisizione della consapevolezza di quanto si sta vivendo, del proprio ruolo di vittima e tantomeno la possibilità di poter denunciare il padre dei propri figli e delle proprie figlie.
Che cosa si intende per violenza? Le tipologie della violenza sono diverse, esiste una violenza psicologica che è quella più subdola perché non lascia graffi e lividi ma anche una violenza fisica, una violenza sessuale, una violenza economica, una violenza virtuale. Al di là del nome diverso, non esiste una forma più grave di un'altra, ognuna di queste rappresenta un evento traumatico per la vita di una donna e va assolutamente accolta, ascoltata, affrontata.
Che cosa si può fare contro la violenza sulle donne? L'arma più importante è la prevenzione, quindi ben vengano momenti di sensibilizzazione e di informazione soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che devono essere guidati dalle principali istituzioni verso una trasformazione culturale che miri ad un'adeguata educazione affettiva e relazionale e soprattutto al rispetto dei due generi. Uomini e donne sono sicuramente differenti ma questo non implica concetti di superiorità o inferiorità; al contrario bisogna partire dalle differenze per costruire relazioni paritarie ma arricchenti. Bisogna, inoltre, utilizzare il linguaggio nel modo giusto e nominare tanto il maschile quanto il femminile, nella nostra quotidianità, nei nostri spazi di vita.
Cosa si può fare quando si subisce una violenza? In primis recarsi al Pronto Soccorso per farsi refertare, senza addurre false spiegazioni ai propri danni fisici e psicologici, perché “non si può sempre cadere dalle scale”. Altro passo da compiere è la denuncia che va presentata presso le Forze dell’Ordine. Tutto questo iter non è sicuramente semplice da affrontare ed è per questo che è importante rivolgersi ai centri antiviolenza più vicini, dove operatrici formate all'ascolto, avvocate e psicologhe possono aiutare, guidare, sostenere la donna emotivamente e legalmente.
Infine vorrei porre l'accento sulla questione della violenza assistita perché molto spesso le donne non denunciano utilizzando il benessere della prole come scusanti. Mi pongo allora una domanda: siamo proprio sicuri/e che per un bambino o una bambina sia sano vivere in un clima di terrore e di paura, in una casa dove si verificano frequenti atti di violenza? A mio avviso per ricevere un pasto caldo devono pagare uno scotto troppo altro che rovinerà la loro infanzia ma che segnerà anche la loro vita da adulti/e.
Vale allora la pena di fare una valutazione effettiva rispetto a quello che si vive, a ciò che si intende per amore e su chi abbiamo accanto, perché non basta amare a senso unico per far cambiare qualcuno e soprattutto smettiamo di pensare che quello che ci distrugge e ci ingabbia sia amore.
Ma soprattutto, ognuno di noi, nel suo piccolo può fare tanto per contrastare questo fenomeno. Una donna che subisce una violenza è sempre una vittima e ogni volta che storciamo il naso o puntiamo il dito contro qualcuna che “era poco vestita, era troppo sexy, era da sola in giro, ha fatto intendere che ci stava…”, stiamo facendo mille passi indietro verso il rispetto della dignità delle donne e delle tante lotte fatte per acquisire una parvenza di parità.

15/11/2021

"Se i giorni della settimana avessero i lineamenti del viso, lunedì avrebbe le sopracciglia corrugate,
venerdì un ciglio leggero,
sabato un sorriso aperto,
domenica una guancia morbida e accogliente".

Ogni giorno ha il suo sapore, sta a noi dosare gli ingredienti nel modo giusto. Buon inizio settimana.

“Se l’è cercata, non doveva rifarsi una vita”Riporto in corsivo le parole dell’ex fidanzato di Sonia Di maggio, uccisa b...
11/02/2021

“Se l’è cercata, non doveva rifarsi una vita”

Riporto in corsivo le parole dell’ex fidanzato di Sonia Di maggio, uccisa brutalmente con delle coltellate, senza alcuna pietà.
Sonia, ennesima vittima di femminicidio, che termina la sua esistenza per mano e volontà di colui che qualche tempo prima le “aveva detto” di amarla.
Mi soffermo quindi a riflettere su due concetti: volontarietà del gesto e amore.
Dietro un gesto così crudele non ci sono possono essere giustificazioni; nessun raptus di follia, una malattia depressiva, un’alterazione della coscienza o un abuso da sostanze stupefacenti. Chi compie un gesto del genere, (come ci confermano i dati dei centri antiviolenza) è colpevole di femminicidio: un assassinio di una donna ad opera di un uomo, che affonda le radici in una cultura maschilista e patriarcale; un’azione crudele legata al genere, l’essere donna che in quanto tale è considerata dall’esecutore un soggetto inferiore, di sua proprietà e di cui può disporne a suo piacimento.
“O mia o di nessun altro”, questo il pensiero fisso dell’ex fidanzato, che non accettava di essere stato lasciato.
“Non doveva permettersi di rifarsi una vita con un altro uomo”, questa la colpa di Sonia che le è costata la vita.”
Altro aspetto, l’amore. L’amore è un sentimento che fa bene all’anima e al corpo quando è intriso di rispetto, libertà, fiducia, sostegno reciproco ma che nello stesso tempo può trasformarsi in una gabbia quando vengono meno questi elementi e può distruggere chi ne è vittima. In questo caso possiamo parlare a tutti gli effetti di non-amore, di un amore malato, che toglie ogni forma di libertà e di autonomia, che pone la vittima in una condizione di isolamento affettivo, sociale e relazionale, che lede la sua autostima e disintegra la sua identità, al punto da non comprendere più quello che le sta succedendo; al punto da convincersi di essere lei stessa colpevole di quanto le sta accadendo.
Quasi sempre i segnali di questi amori malati ci sono fin da subito: gelosie ossessive, pedinamenti, controlli, divieti, imposizioni che vengono scambiati per troppo amore. Niente di più falso. Tutto questo è solo un amore malato che renderà infelici tutti.
Il mio appello, allora, è rivolto alle donne, alle donne di tutte le età ma soprattutto alle giovanissime affinchè non si accontentino di questi amori malati e di questi uomini che non sono uomini, perché non ne hanno bisogno.
Non siate spettatrici delle vostre esistenze. Non sprecate momenti di vita preziosi in attesa che questi uomini cambino.
Siamo cresciute convinte di dover fare sempre le crocerossine, nell’illusione che amare un uomo basti per farlo cambiare ma è arrivato il momento di aprire gli occhi e di capire che se non si è motivati a farlo nessuno cambia per volontà di un altro.
Amiamo allora, ma soprattutto amiamoci!

Parliamo di resilienza e di come utilizzarla per fronteggiare le difficoltà...
20/10/2020

Parliamo di resilienza e di come utilizzarla per fronteggiare le difficoltà...

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