03/12/2025
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Tanti camici bianchi, ma non sempre una porta a cui bussare.
L’immagine dell’Italia come paese pieno di medici nasce da un numero preciso: 423,4 medici ogni 100.000 abitanti, il valore più alto d’Europa.
In termini assoluti significa circa 423.400 professionisti iscritti agli Ordini.
Dietro questa cifra, però, si nasconde un dettaglio decisivo.
Circa 100.000 di questi medici hanno più di 73 anni e non esercitano più, oppure lo fanno solo in modo marginale.
Se si sottrae questo blocco di professionisti ormai defilati, il quadro della disponibilità reale cambia in modo netto.
Il paradosso si fa evidente quando si guarda alla medicina generale.
Nella medicina di base l’Italia conta 68,1 medici ogni 100.000 abitanti, contro i 96,6 della Francia e i 94,4 della Spagna.
Numeri che mostrano come il nostro sistema abbia investito molto negli ospedali e nelle specialità, ma meno nella presenza capillare sul territorio.
Anche il confronto nel tempo racconta una lenta erosione.
Nel 2013 i medici di medicina generale erano oltre 45.000, mentre nel 2023 sono scesi a 38.000.
La perdita netta è di 7.220 professionisti in dieci anni.
Nello stesso periodo sono scomparsi circa 1.000 pediatri di base.
Questi dati preparano il terreno alle analisi più recenti.
Secondo la Fondazione Gimbe, oggi mancano almeno 5.575 medici di famiglia distribuiti in 17 regioni.
Le carenze maggiori si concentrano in alcune grandi aree: Lombardia (-1.525), Veneto (-785), Campania (-652), Emilia Romagna (-536), Piemonte (-431) e Toscana (-345).
Il 2025 rappresenta un ulteriore punto critico in questa traiettoria.
Nel solo 2025 si stima una carenza di 3.632 medici di medicina generale, con il Lazio che da solo registra un deficit di 584 professionisti.
E i prossimi anni sono segnati da un’onda lunga di pensionamenti.
Entro il 2027 lasceranno il servizio 7.300 medici di famiglia, in un contesto in cui sempre meno giovani scelgono questa strada.
Lo sguardo va però ancora oltre questa data.
Considerando che il 39,5% dei medici di famiglia ha più di 55 anni, entro il 2035 usciranno dal sistema circa 20.500 professionisti, pari a oltre 1.700 all’anno.
Nel frattempo il carico sui medici rimasti è diventato un indicatore chiave della situazione.
Il 51,7% dei medici di medicina generale è oggi sovraccarico, con più di 1.500 assistiti a testa.
La media nazionale è di 1.374 pazienti per medico, ma con forti differenze tra i territori.
Si va dagli 1.100 assistiti del Molise ai 1.548 della Provincia autonoma di Bolzano.
In Veneto i medici di base seguono in media 1.546 persone, in Lombardia 1.529, in Friuli-Venezia Giulia 1.460.
Questi valori vanno confrontati con il rapporto ritenuto ottimale.
Per garantire un’assistenza dignitosa si indica come riferimento un massimo di circa 1.200 assistiti per medico di famiglia.
Oggi in molte regioni questo limite è stabilmente superato.
La prospettiva che emerge è quella di un sistema sotto pressione strutturale.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, sottolinea che “l’allarme sulla carenza dei medici di famiglia riguarda ormai tutte le Regioni e affonda le radici in una programmazione inadeguata che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi”.
Questa lettura collega i singoli numeri a una causa di fondo.
Per anni la medicina territoriale è stata meno considerata rispetto ad altre componenti del sistema, mentre si riduceva l’attrattività della professione e mancava una pianificazione coerente con l’invecchiamento del personale.
Le conseguenze si vedono oggi nella vita quotidiana delle persone.
Milioni di italiani incontrano difficoltà a trovare un medico di famiglia, soprattutto nelle aree più colpite dalle carenze.
Il rischio concreto è di lasciare senza assistenza di base proprio chi è più fragile.
In un paese che invecchia rapidamente, questo significa esporre anziani e persone con patologie croniche a percorsi di cura più incerti.
Così il primato europeo nel numero totale di medici convive con uno dei deficit più evidenti nella medicina di base.
Le statistiche ufficiali raccontano abbondanza, ma l’esperienza di molti cittadini parla di attese, rinunce e ricerca faticosa di un medico disponibile.
Dentro questa contraddizione si gioca una parte importante del futuro della sanità italiana.
💁♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 L’Italia ha il più alto numero di medici in Europa, ma circa 100.000 over 73 non sono più realmente attivi.
👉 Nella medicina di base i numeri crollano: 68,1 medici di famiglia per 100.000 abitanti, molto meno di Francia e Spagna.
👉 In dieci anni sono stati persi oltre 7.200 medici di famiglia e circa 1.000 pediatri di base, con carenze oggi stimate in almeno 5.575 medici.
👉 Il carico di lavoro supera spesso il rapporto ottimale di 1 medico ogni 1.200 assistiti, con oltre metà dei medici oltre i 1.500 pazienti.
👉 Pensionamenti massicci fino al 2035 e programmazione inadeguata rischiano di lasciare milioni di italiani, soprattutto anziani e fragili, senza adeguata assistenza di base.