03/11/2025
🔷 OBESITÀ & INDICE DI MASSA CORPOREA
Uno studio multicentrico di portata globale ha rivelato che oltre un quinto degli adulti che presenta un indice di massa corporea considerato normale manifesta in realtà livelli di obesità addominale tali da esporli a rischi significativamente elevati di sviluppare ipertensione, diabete, ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia. Questa condizione, che potremmo definire come un’epidemia sommersa, mette in discussione l’affidabilità del BMI quale unico parametro di valutazione dello stato nutrizionale e della salute metabolica degli individui.
Le patologie cardiometaboliche rappresentano attualmente una delle principali cause di mortalità e disabilità a livello mondiale. Nel corso degli ultimi tre decenni, l’incidenza delle malattie cardiovascolari ha conosciuto un incremento vertiginoso, passando da 271 milioni di casi a 523 milioni, con un raddoppio degli anni di vita corretti per disabilità.
⚠️ L’obesità addominale, in particolare quella caratterizzata da un accumulo di grasso viscerale, interferisce profondamente con i processi metabolici attraverso meccanismi infiammatori che favoriscono l’insorgenza di insulino-resistenza, dislipidemia, ipertensione arteriosa e alterata regolazione glicemica. Il diabete, che nel 2022 ha interessato circa 828 milioni di adulti nel mondo, costituisce una delle conseguenze più gravi di questa sindrome metabolica.
L’indagine, pubblicata sulla prestigiosa rivista JAMA Network Open con il titolo “Cardiometabolic Outcomes Among Adults With Abdominal Obesity and Normal Body Mass Index”, ha adottato un disegno trasversale per analizzare la prevalenza globale dell’obesità addominale in soggetti normopeso e la sua correlazione con esiti cardiometabolici avversi. I ricercatori hanno utilizzato i dati provenienti dalle indagini WHO STEPS condotte in 91 nazioni tra il 2000 e il 2020, coinvolgendo complessivamente 471.228 partecipanti di età compresa tra i 15 e i 69 anni, distribuiti nelle regioni dell’Africa, delle Americhe, del Mediterraneo Orientale, dell’Europa, del Sud-Est Asiatico e del Pacifico Occidentale.
⚙️ La definizione di obesità addominale è stata stabilita sulla base di una circonferenza vita elevata, pari o superiore a 80 centimetri nelle donne e 94 centimetri negli uomini, mentre l’obesità addominale in soggetti normopeso è stata identificata dalla combinazione di un BMI normale, compreso tra 18,5 e 24,9 , con un’elevata circonferenza vita.
I risultati emersi dall’analisi del campione aggregato hanno rivelato dimensioni sorprendenti del fenomeno. Nel complesso, il 21,7% dei partecipanti con BMI normale presentava obesità addominale, con variazioni geografiche significative che oscillavano dal 15,3% nella regione del Pacifico Occidentale fino al 32,6% nella regione del Mediterraneo Orientale. A livello nazionale, il Libano ha registrato la prevalenza più elevata con il 58,4%, mentre il Mozambico ha mostrato il valore più basso con il 6,9%.
Gli adulti che, pur presentando un BMI normale, manifestavano un’aumentata circonferenza vita, hanno dimostrato probabilità significativamente maggiori di sviluppare condizioni metaboliche avverse rispetto ai coetanei con BMI normale privi di obesità addominale. Le analisi hanno evidenziato incrementi statisticamente significativi a livello globale per ipertensione, diabete, ipercolesterolemia totale e ipertrigliceridemia.
Un aspetto particolarmente intrigante emerso dalla ricerca riguarda la correlazione tra livello di istruzione e probabilità di presentare obesità addominale. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, un livello di istruzione più elevato si associava tendenzialmente a maggiori probabilità di manifestare obesità addominale, con l’istruzione primaria e quella secondaria o superiore che aumentavano rispettivamente il rischio del 53% e del 138% rispetto all’assenza di istruzione formale. L’Africa costituiva l’unica eccezione a questo pattern, con l’istruzione secondaria e superiore associata a probabilità inferiori. Questo dato suggerisce l’esistenza di dinamiche complesse che legano lo sviluppo socioeconomico, le abitudini alimentari e la distribuzione del grasso corporeo, richiedendo ulteriori approfondimenti per comprendere i meccanismi sottostanti.
⭕️ Le implicazioni cliniche e di sanità pubblica di questi risultati sono di portata considerevole. La scoperta che il BMI, parametro universalmente utilizzato per lo screening dell’obesità e la stratificazione del rischio cardiovascolare, fallisce nell’identificare oltre un quinto degli individui a rischio elevato di patologie metaboliche, impone una riflessione profonda sulle strategie di valutazione e intervento attualmente adottate.
La distribuzione del grasso corporeo, in particolare l’accumulo di tessuto adiposo viscerale, emerge come un determinante critico del rischio cardiometabolico, indipendentemente dal peso corporeo totale. Questo fenomeno, che potremmo definire come obesità fenotipicamente normale ma metabolicamente patologica, sfugge alle classificazioni tradizionali e rappresenta una sfida sia diagnostica che terapeutica.
La necessità di integrare misure antropometriche complementari al BMI nella pratica clinica quotidiana appare sempre più urgente. La misurazione della circonferenza vita, del rapporto vita-altezza e del rapporto vita-fianchi dovrebbe essere sistematicamente incorporata nella valutazione dello stato di salute metabolica, permettendo di identificare precocemente gli individui a rischio elevato che altrimenti rimarrebbero misconosciuti. Questa strategia di screening più completa consentirebbe l’implementazione tempestiva di interventi preventivi mirati, incluse modifiche dello stile di vita, programmi di attività fisica e, quando indicato, trattamenti farmacologici appropriati.
La ricerca sottolinea inoltre l’importanza di adottare un approccio personalizzato alla valutazione del rischio cardiometabolico, che tenga conto non soltanto dei parametri antropometrici ma anche del contesto geografico, socioeconomico e culturale degli individui. Le marcate differenze nella prevalenza dell’obesità addominale tra le diverse regioni del mondo suggeriscono l’influenza di fattori ambientali, genetici e comportamentali che meritano ulteriori investigazioni. Solo attraverso una comprensione approfondita di questi determinanti sarà possibile sviluppare strategie di prevenzione e trattamento efficaci, adattate alle specificità delle diverse popolazioni.
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
🖋🗓 INFO E PRENOTAZIONI
☎ 3394130964 (anche WhatsApp 📱)
📧 a.molinari2589@gmail.com
📍CAMPAGNA
Via della Democrazia, 2
📍BATTIPAGLIA
Via Rosa Jemma, 52 (STUDIO DI LUCIA)
📍OLIVETO CITRA
Via Felice Cavallotti, 84 (FisioClem)
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
📌 PER APPROFONDIRE:
📚 Ahmed, K. Y., et al. (2025). “Cardiometabolic Outcomes Among Adults With Abdominal Obesity and Normal Body Mass Index.” *JAMA Network Open*, 8(10), e2537942.