30/10/2025
𝐎𝐛𝐞𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝟐𝟎𝟐𝟓: 𝐪𝐮𝐚𝐝𝐫𝐨 𝐠𝐥𝐨𝐛𝐚𝐥𝐞 𝐞 𝐟𝐨𝐜𝐮𝐬 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚
- Entro il 2030 circa la metà degli adulti nel mondo avrà un BMI elevato (≥25 kg/m²); la quota con obesità severa continua a crescere, con impatti rilevanti su mortalità e anni vissuti con malattia. Queste stime provengono dal World Obesity Atlas 2025 (WOA) della World Obesity Federation
- Le mappe di inattività fisica 2022 mostrano differenze di genere: le donne sono sistematicamente più inattive degli uomini; i valori più alti si concentrano in Europa meridionale/Mediterraneo e Medio Oriente. Dati WHO-GHO riportati nel WOA 2025 (Figure 3.3–3.4).
𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚: 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨
Dalla scheda-Paese del WOA 2025:
- 50% degli adulti italiani con BMI elevato nel 2025 (sovrappeso+obesità).
- 18% con obesità nel 2025.
- 24,5 milioni di adulti con BMI elevato stimati per il 2030.
- 7.101 morti prematuri da NCD attribuibili ad alto BMI (2021).
- 563.248 “adult person-years” di cattiva salute NCD attribuibili ad alto BMI (2021).
- Inattività fisica: 40–50% degli adulti (stima WHO), con il consueto gradiente sfavorevole alle donne. (Il pattern è coerente con le mappe globali 3.3–3.4).
𝐏𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐢: 𝐬𝐞𝐦𝐚𝐟𝐨𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐀𝐭𝐥𝐚𝐬 (𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚)
- 𝐋𝐢𝐧𝐞𝐞 𝐠𝐮𝐢𝐝𝐚: gestione BMI elevato = Sì; inattività fisica = Sì.
- 𝐍𝐂𝐃 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐞 = No (manca una cornice operativa robusta).
- 𝐒𝐨𝐫𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐥𝐭𝐢𝐦𝐢 𝟓 𝐚𝐧𝐧𝐢: obesità = No; diete non salutari = Sì; inattività fisica = Sì.
- 𝐓𝐚𝐬𝐬𝐚 𝐬𝐮 𝐛𝐞𝐯𝐚𝐧𝐝𝐞 𝐳𝐮𝐜𝐜𝐡𝐞𝐫𝐚𝐭𝐞 = No; consumo SSB ~250–500 ml/persona/settimana.
𝐓𝐫𝐚𝐝𝐨𝐭𝐭𝐨: metà del Paese è già nella fascia a rischio, l’inerzia sui determinanti ambientali (marketing, SSB, mobilità attiva) è ancora troppo ampia e la medicina territoriale non ha un mandato chiaro per l’obesità (la legge è fatta ma mancano i LEA e i professionisti attivi sul campo: dietisti, biologi nutrizionisti). Non è questione di “volontà individuale”: è un 𝒇𝒂𝒍𝒍𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒎𝒂—come sottolinea lo stesso Atlas—che poi scarichiamo su ospedali e pazienti.
𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐦𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐚
1) 𝐈𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐨𝐛𝐞𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐞 con PDTA nazionali vincolanti (diagnosi, follow-up, invii, rimborsabilità), allineati alle raccomandazioni OMS su pacchetti tecnici “Stop Obesity” e promozione dell’attività fisica. KPI: % assistiti con BMI misurato/anno; % presi in carico.
2) 𝐏𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐢𝐬𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐮𝐢 𝐒𝐒𝐁: introdurre una sugar tax con reinvestimento in scuole/ciclabilità. Evidenza: i SSB sono driver diretti di diabete 2 e CVD su scala globale. KPI: vendite SSB pro capite; introiti destinati a interventi attivi.
3) 𝐌𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 “𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐟𝐚𝐮𝐥𝐭”: standard nazionali per piste, percorsi sicuri casa-scuola/lavoro, spazi verdi fruibili; programmi per donne e anziani (il gap di genere non si chiude da solo). KPI: % spostamenti attivi; minuti settimanali di PA auto-riferita.
4) 𝐒𝐨𝐫𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚: ripristinare/rafforzare moduli annuali su peso, dieta, attività (non ogni 5–10 anni). KPI: copertura campionaria; tempo di pubblicazione dei report.
5) 𝐀𝐦𝐛𝐢𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐚𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚𝐫𝐢 𝐬𝐚𝐧𝐢: restrizioni efficaci al marketing verso minori, riformulazione e front-of-pack chiaro; acquisti pubblici “smart” (scuole/ospedali). KPI: quota prodotti riformulati; audit su pubblicità e capitolati.
6) 𝐈𝐧𝐬𝐞𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐥’𝐨𝐛𝐞𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐢 𝐋𝐄𝐀 𝐜𝐨𝐧 𝐏𝐃𝐓𝐀 𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐞 (presa in carico, educazione/counseling nutrizionale, follow-up), attuate da 𝐞́𝐪𝐮𝐢𝐩𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐜𝐨𝐧 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐛𝐢𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢 𝐧𝐮𝐭𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢 nell’alveo dei MMG/PLS e dei Servizi di Dietetica, con tariffazione dedicata.
𝐂𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐬𝐞: 𝐝𝐚 𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢?
- 𝐒𝐭𝐢𝐦𝐚: ≥ 2 € / abitante / anno (capex+opex).
- 𝐅𝐨𝐧𝐭𝐢: gettito sugar tax e si*****te (vincolato), fondi europei, co‑finanziamenti regionali.
- 𝐑𝐎𝐈 𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐨: 3–5 € di costi NCD evitati per ogni € investito (5–10 anni).
𝐋’𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 non è “protetta” dalla retorica mediterranea: 𝐮𝐧 𝐚𝐝𝐮𝐥𝐭𝐨 𝐬𝐮 𝐝𝐮𝐞 è in eccesso ponderale e quasi uno su cinque ha obesità; 𝐥’𝐢𝐧𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐭𝐨𝐜𝐜𝐚 𝐢𝐥 𝟒𝟎–𝟓𝟎%, soprattutto tra le donne. Continuare a puntare solo su consigli individuali è come svuotare il mare con un cucchiaino. 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐨𝐧𝐨 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐞, 𝐭𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐥𝐥𝐢𝐠𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐟𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐦𝐮𝐨𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐞 𝐏𝐃𝐓𝐀 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚𝐫𝐢𝐞. Il resto è folklore.
𝐿𝑒 𝑡𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑢 𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑒 𝑧𝑢𝑐𝑐ℎ𝑒𝑟𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑢𝑛𝑖𝑠𝑐𝑜𝑛𝑜: 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑛𝑜 𝑝𝑎𝑙𝑒𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖, 𝑚𝑜𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑡𝑢𝑖𝑡𝑖 𝑒 𝑚𝑒𝑛𝑠𝑒 𝑠𝑐𝑜𝑙𝑎𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑎𝑛𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑐ℎ𝑖 ℎ𝑎 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑚𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑠𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒.
"𝑷𝒂𝒈𝒉𝒊 𝒊𝒍 𝒗𝒊𝒛𝒊𝒐, 𝒇𝒊𝒏𝒂𝒏𝒛𝒊 𝒍𝒂 𝒔𝒂𝒍𝒖𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒊".
𝐅𝐨𝐧𝐭𝐢
- World Obesity Federation. World Obesity Atlas 2025 (paese: Italia; sez. scorecards; Figure 3.3–3.4 sulle mappe di inattività).
- WHO. Global Status Report on Physical Activity e profili-Paese (metodologia e target per l’attività fisica