Studio di Nutrizione Clinica Nutrilaber

Studio di Nutrizione Clinica Nutrilaber Studio di nutrizione clinica offre una varietà di servizi in campo dietetico e nutrizionale

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14/04/2025

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DIETE DI ELIMINAZIONE
30/01/2024

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Reazioni avverse al cibo: glutine e nichel
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Dieta e salute mentale
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Studio funzionale
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I PRINCIPI DELLA DIETA MEDITERRANEA: Uno stile di vita salutareLa Dieta Mediterranea rappresenta l’espressione di un mod...
09/11/2022

I PRINCIPI DELLA DIETA MEDITERRANEA: Uno stile di vita salutare

La Dieta Mediterranea rappresenta l’espressione di un modo di vivere millenario che tutt’oggi caratterizza i popoli del bacino del Mediterraneo, diventando parte integrante della loro identità storica e culturale. Nel 2010, infatti, l’UNESCO ha iscritto questo modello alimentare nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Umanità, riconoscendo l’Italia, la Grecia, la Spagna e il Marocco come portatori di tale privilegio. Nel 2013 il riconoscimento è stato esteso a Portogallo, Croazia e Cipro.
Il concetto di “Dieta Mediterranea” risale ai primi anni del dopoguerra, quando si notò che l’incidenza di malattie cardiovascolari in Grecia era notevolmente inferiore a quella degli Stati Uniti. A tal proposito, il fisiologo statunitense Ancel Keys, attraverso il “Seven Countries Study”, evidenziò per la prima volta un reale link tra il consumo di grassi di origine animale, il livello di colesterolo nel sangue e l’incidenza di malattie coronariche: le diverse abitudini alimentari risultavano essere il fattore discriminante nella bassa percentuale di morte per patologie cardiovascolari nelle popolazioni dell’area mediterranea.
In particolare, gli alimenti che contraddistinguono la dieta mediterranea sono quelli caratteristici dell’area geografica in questione, correttamente bilanciati.
Di seguito vengono passati in rassegna i prodotti che rivestono un ruolo fondamentale nella dieta mediterranea.

- Olio d’oliva, il condimento principe della dieta mediterranea; i grassi monoinsaturi e gli antiossidanti naturali lo rendono uno degli alimenti più importanti sotto il profilo preventivo.
- Frutta e verdura: contengono molta acqua, fibre, minerali e vitamine e tendono a generare un notevole senso di sazietà, a fronte di un contenuto calorico ridotto.
- Cereali, pasta e pane: sono fonte di carboidrati complessi, che devono fornire il 55-60% dell’apporto energetico giornaliero.
- Legumi: ottima fonte di fibre, vitamine, carboidrati a lento assorbimento e, soprattutto, di proteine. In particolare, la corretta associazione tra consumo di legumi e cereali è in grado di garantire al nostro organismo tutto l’apporto proteico di cui ha bisogno.
- Pesce: il consumo risulta più frequente rispetto alla carne, sia per la facile reperibilità, data la vicinanza del mare, sia per il suo alto contenuto di proteine e di acidi grassi insaturi essenziali per l’organismo, tra cui gli omega-3.

Alimenti importanti ma da consumare con minore frequenza si ritrovano sotto elencati.

- Carne, preferibilmente bianca: è ricca di proteine, vitamine e sali minerali, mentre il contenuto di grassi varia a seconda dell’animale di provenienza.
- Uova, garantiscono un ottimo apporto di proteine, ma anche di vitamine, sali minerali e grassi.
- Latticini e prodotti caseari, consumati in quantità adeguate, forniscono calcio, proteine di elevata qualità biologica e vitamina D.
- Vino che, consumato in quantità moderata durante i pasti, contiene antiossidanti e risulta protettivo per l’organismo.

Durante il boom economico degli anni Sessanta e Settanta, si è assistito ad un temporaneo abbandono di questo modello nutrizionale, causato dall’influenza di altre culture e dal miglioramento delle condizioni economiche. Negli ultimi anni, tuttavia, le antiche tradizioni e culture culinarie del Mediterraneo hanno ripreso a suscitare la curiosità di quanti vogliono avvicinarsi a questo modello alimentare, associato ad uno stato di buona salute, che difficilmente trova eguali nel mondo.

IL PARADOSSO FRANCESE: Verità e falsi mitiIl termine “paradosso francese” nasce dal confronto, effettuato dallo scienzia...
19/10/2022

IL PARADOSSO FRANCESE: Verità e falsi miti

Il termine “paradosso francese” nasce dal confronto, effettuato dallo scienziato Serge Renaud, tra la popolazione americana e francese. Questa espressione è stata utilizzata per sottolineare il fatto che in Francia, nonostante la dieta ricca di acidi gassi saturi, ci fosse un’incidenza di mortalità per malattie cardiovascolari sensibilmente inferiore.
Nonostante il largo consumo di formaggi, panna e b***o la Francia è il paese europeo con la minor incidenza di malattie cardiovascolari: 253 casi d’infarto ogni 100.000 individui di età superiore ai sessantacinque anni, contro i 396 della Spagna e i 411 dell’Italia (Eurostat 2010).

IL RESVERATROLO
Come prima differenza rispetto alle altre popolazioni europee, si è ipotizzato che il maggior consumo di vino, principalmente quello rosso, potesse apportare un maggior contenuto di antiossidanti, in particolare di resveratrolo, capace di svolgere un ruolo protettivo antiossidante e quindi fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Tuttavia la quantità di resveratrolo necessaria alla manifestazione di tali effetti non può essere raggiunta attraverso un moderato consumo della bevanda alcolica. Il resveratrolo totale contenuto nel vino rosso (1,90-12,60 mg/L) non è affatto sufficiente per svolgere un effetto di protezione cardiovascolare.

VITAMINA K2
La vitamina K1 (fillochinoni), di origine vegetale, contenuta in spinaci, lattuga e broccoli è la forma naturale di vitamina K maggiormente presente nella dieta. Invece i composti della vitamina K2 (menachinoni), sono presenti solo nei cibi fermentati, in quanto di base vengono prodotti dai batteri nell’intestino in quantità minore rispetto al fabbisogno umano. Tra i cibi ricchi di vitamina K2 ci sono diversi formaggi, tra i quali il Brie, l’Edam e il Gouda, importante anche il b***o proveniente da mucche allevate allo stato brado, quindi non nutrite con mangimi.
La vitamina K2 possiede le azioni di seguito descritte.

- Riduce la calcificazione delle pareti arteriose, in quanto attiva una particolare proteina (proteina Gla della matrice), che lega il calcio presente nelle pareti dei vasi. Questa proteina è il più potente inibitore della calcificazione dei tessuti molli attualmente conosciuto, mantiene l’elasticità e la flessibilità della parete arteriosa. Nei tessuti arteriosi sani si è osservata una concentrazione di Vitamina K2 anche 50 volte superiore rispetto ad un tessuto malato.
- È necessaria alla corretta formazione dell’osso, promuove l’attivazione della proteina osteocalcina, che ha un ruolo fondamentale nella mineralizzazione ossea.
- Migliora il trasporto degli elettroni nei mitocondri con il conseguente incremento della produzione di energia cellulare.
- Migliora la sensibilità all’insulina

Queste sono le cause alla base di una buona protezione cardiovascolare. Dopo i 50 anni è documentata una sensibile diminuzione nei livelli di vitamina K2 ed è quindi raccomandabile, soprattutto in questa fascia d’età, un’integrazione con alimenti che la contengono.

IN SALUTE CON L'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: La punta di diamante della dieta mediterraneaL’alimento che gioca il ruolo d...
28/09/2022

IN SALUTE CON L'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA: La punta di diamante della dieta mediterranea

L’alimento che gioca il ruolo di protagonista indiscusso nella dieta mediterranea è l’olio extravergine d’oliva. Diversamente da tutti gli altri oli che si ricavano dai semi, è l’unico che si ottiene dalla spremitura delle olive, frutto della pianta dell’ulivo, appartenente alla famiglia delle Oleacee (specie Olea europeae).
Questo prodotto ha una storia antichissima: le prime piantagioni di ulivi ebbero luogo circa 6.000 anni prima della nascita di Cristo, in Palestina ed in Siria; solo nel 1000 a.C. l’ulivo venne importato in Italia. Da allora la sua coltivazione ha interessato diverse epoche, popoli e culture, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove si è assistito ad un vero e proprio salto di qualità dell’olivicoltura e dei suoi prodotti.
In generale, l’olio d’oliva consta di due componenti: quella saponificabile (98-99%), rappresentata dai trigliceridi, e quella insaponificabile (1-2%), costituita principalmente da antiossidanti e vitamine, importanti da un punto di vista nutraceutico.

BENEFICI DELL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA

Secondo accreditate acquisizioni scientifiche, l’olio extravergine d’oliva possiede numerosi effetti terapeutici, tra i quali si riportano i più importanti.
- Grazie alla presenza di polifenoli, rinforza le pareti cellulari, aumenta l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni e diminuisce la pressione arteriosa, offrendo protezione all’apparato cardiovascolare e riducendo di circa il 30% la possibilità di infarto cardiaco.
- Abbassa i livelli di colesterolo nel sangue mediante l’effetto benefico di fitosteroli e di acidi grassi monoinsaturi come l’acido oleico e l’acido palmitoleico.
- Data la presenta di numerosi antiossidanti, il suo consumo protegge dal rischio di arteriosclerosi ed aiuta a rallentare l’invecchiamento cellulare.
- È ben documentato come una dieta ricca di acidi grassi monoinsaturi come quelli contenuti nell’olio extravergine d’oliva sia in grado di ridurre il rischio di diabete 2 di quasi il 50 %.
- Sembra avere virtù antitumorali: da recenti studi, ancora in fase di verifica, risulta che l’acido oleico potrebbe esercitare un’azione antiproliferativa sulle cellule malate.
- Un’approfondita analisi ha dimostrato come il componente oleocantale dell’olio abbia proprietà utili a ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer ed a migliorare le funzioni cognitive.
- Migliora la funzionalità digestiva e regola la secrezione gastrica, prevenendo problematiche di stitichezza o di ulcere.
- Può contribuire a migliorare l’assorbimento di calcio da parte dell’organismo ed a prevenire l’osteoporosi.

LA DIETA DEGLI ESCHIMESI: ALCUNE PECULIARITA'Con il termine Eschimesi vengono indicati gli appartenenti ad una popolazio...
31/08/2022

LA DIETA DEGLI ESCHIMESI: ALCUNE PECULIARITA'

Con il termine Eschimesi vengono indicati gli appartenenti ad una popolazione indigena che risiede principalmente sulle coste artiche dell’America settentrionale, in Groenlandia ed in Asia presso l’estremità della pen*sola dei Ciukci. L’appellativo Eschimese venne coniato da un’altra popolazione nativa americana, gli Algonchini del Canada orientale, con il significato di “mangiatori di carne cruda”. Tuttavia gli Eschimesi non amano che venga utilizzato tale appellativo poiché posseggono un proprio nome specifico che li identifica e cioè Inuit, che significa “uomo”.

Gli Inuit hanno sempre vissuto in condizioni ambientali estreme quali quelle del clima artico, estranee a qualsiasi altra popolazione. Sono quasi completamente carnivori e gli unici vegetali che introducono sono erbe e bacche; un’attività che caratterizza la loro cultura è infatti la caccia, con conseguente alto consumo di proteine di origine animale, come carne di foca, di balena, di renna e pesce, ricco in particolare di grassi omega 3. Questa alimentazione è sicuramente la più distante dalla nostra dieta mediterranea, nonostante ciò gli Eschimesi hanno una bassissima incidenza di malattie cardiovascolari, di diabete e di patologie neurologiche come la depressione, l’Alzheimer e la schizofrenia.

La causa della bassa incidenza di malattie cardiovascolari è sicuramente da imputare all’elevato consumo di pesce ricco di acidi grassi polinsaturi omega 3. Inoltre, recenti studi hanno analizzato le caratteristiche del genoma degli Eschimesi, evidenziando la presenza di modificazioni in alcuni geni, al fine di garantire un adattamento ad una dieta ricca di omega 3. In particolare, i risultati suggeriscono che gli Inuit non possono convertire gli omega 3 a catena corta in omega 3 a catena lunga, così come avviene per altri popoli. Questo sembrerebbe contrastare le elevate assunzioni di omega 3 a catena lunga presenti nella loro dieta, evitando che anche quelli a catena breve vengano convertiti in catena lunga.

Le modificazioni genetiche di questa popolazione riguardano inoltre i lipidi delle membrane cellulari, infatti la composizione e la tipologia di questi modula anche la regolazione di ormoni correlati alla crescita corporea. Questo fattore sembrerebbe spiegare la bassa statura caratteristica degli Eschimesi.

Per quanto riguarda la bassa incidenza di diabete, pare che questa sia correlata alla localizzazione del grasso corporeo. Infatti è stato visto che per garantire un’adeguata protezione dal freddo, il grasso corporeo degli Eschimesi sia soprattutto sottocutaneo e non viscerale come nelle popolazioni non sottoposte a climi rigidi.

Riguardo alle malattie neurologiche queste non risultano particolarmente diffuse tra gli Eschimesi. Tale fatto è da imputare probabilmente di nuovo all’assunzione di grassi omega 3, in quanto questi favoriscono la vitalità delle cellule del sistema nervoso, prevenendo la loro degenerazione e stabilizzando anche l’umore.

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