08/12/2025
Mi sento dire spesso:
“Lo tratti come se fosse tuo figlio.”
E sapete una cosa?
No. Non è mio figlio.
È il mio cane.
E lo amo con ogni parte del mio cuore.
Non crescerà per diventare indipendente.
Non farà le valigie per andare via di casa.
Non discuterà con me da adolescente,
non sbatterà porte, non mi dirà che non capisco nulla.
Ma non mi dirà nemmeno mai “ti amo”.
Non mi chiamerà “mamma”.
Non mi ringrazierà con parole.
Eppure, io sento tutto.
Nei suoi occhi.
Nel modo in cui si stringe a me.
Nelle sue zampette che cercano la mia presenza anche nel sonno.
Lui non mi somiglia.
Non ha il mio sangue.
Ma ha la mia fiducia.
Ha il mio tempo.
Ha il mio amore, quello vero, quello che non chiede nulla in cambio.
Non mi giudicherà mai.
Non riderà delle mie fragilità.
Non volterà mai le spalle.
E forse è per questo che lo amo così tanto.
So che lo vedrò invecchiare.
So che, un giorno, dovrò lasciarlo andare.
E che quel giorno mi spezzerà il cuore.
Perché amare un cane è così:
sapere fin dall’inizio che farà male,
ma scegliere di amare lo stesso.
Lui non è mio figlio.
Ma io sono tutto per lui.
Sono la sua casa.
La sua sicurezza.
La sua voce.
La sua protezione.
E, che vi piaccia o no,
questo… è essere una madre.
Chi non capisce, si perde una delle relazioni più pure e più vere che esistano.
Quella con un essere che non mente, non finge, non ferisce.
Un essere che ama. E basta.
Io non sono solo la sua padrona.
Io sono la sua famiglia.
E lui è la mia gioia.
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