Dott. Roberto Rauso - Psicologo

Dott. Roberto Rauso - Psicologo Consulenza e sostegno psicologico individuale e familiare

Oggi termina per me il breve percorso nell' unità di Cure Palliative, si continuerà nella struttura "degli ultimi passi"...
25/09/2025

Oggi termina per me il breve percorso nell' unità di Cure Palliative, si continuerà nella struttura "degli ultimi passi" mettiamola così.

Breve ma intenso, dicono alcuni.
È importante riconoscere e ricordare.

E così, come ultimo giorno in quell'unità è bene ricordare.

Un signore a cui piacciono i fucili, un cacciatore da generazioni, trovava ancora la forza di sorridere fino a qualche giorno fa.

Oggi non ha più la forza, ne la parola, solo gli occhi e la sua coscienza ancora vigile.

Trova la forza di salutare con la mano e poi si gira verso di me, e mi allunga la mano.
Io gliela stringo serenamente, sapendo probabilmente che è l'ultima volta che lo vedo.

Perché la vita è proprio un darsi la mano, tra chi sta per andare e chi resta.
Una stretta di mano e poi lasciare andare, per dove non si sa.

E poi una ragazza lucente e piena di vita dentro.
È stata lasciata nel buio, ha chiuso il dolore in una valigia e spinto questa in fondo al mare.

La capisco, la paura di un dolore per chi s'è ne andato che sei ancora giovane, e forse impreparato.
Quando rischi di annegare, allora è meglio non sentire più nulla.

Quanto arcobaleno, quanti colori sopiti devono attraversare un gran buio per riemergere, per brillare, per colorare ancora la sua esistenza.

Saprò accompagnarla attraverso luoghi oscuri?
Saprò accendere la lampada ad olio davanti, quando gli occhi sono accecati di buio del sordo ricordo?

Non so quanto dolore si può reggere al mondo,
Ma so quanto ne posso vedere io adesso.

E che i morti se ne vanno veramente solo se li lasciamo andare nell' oblio, se facciamo "finta di"...
E ci dimentichiamo così, di vivere.

E che se camminiamo su un enorme cimitero, come diceva Terzani, i nostri passi vengono retti ancora dai nostri cari.

Si fanno terra perché noi possiamo camminare ancora...ancora adesso.
Perché nel buio del dolore c'è la luce che ci guida.
Il faro che non si spegne.

La luce delle stelle morte, come dice Recalcati.

Non so se sarò la persona giusta, ma vedo che ancora tanta luce c'è, in fondo al buio, in attesa di risplendere.

Teneteli per mano, vi guideranno ancora🫂

Alessandra Amoroso · Tutto accade · Song · 2021

Al Dolore ed alla Gioia come le facce della stessa medaglia, o della stessa moneta.Come esprime poeticamente K. Gibran n...
01/08/2025

Al Dolore ed alla Gioia come le facce della stessa medaglia, o della stessa moneta.

Come esprime poeticamente K. Gibran nel Profeta, pensate ad un vaso che ha il concavo ed il convesso, l'interno e l'esterno e così via.
Così come non ci può essere pieno senza vuoto, convesso senza concavo etc.
Così non ci può essere Gioia senza Dolore.

Molto semplice in parole.

Nell' esperienza clinica le cose cambiano: il dolore spesso è denso, diventa metallo pesante e può diventare come i pesi per i sub,
quando sono troppi la persona tende ad andare a fondo.

D'altro canto la Gioia, quella amorosa ad esempio ha connotazioni di leggerezza:

Fuochi d'artificio, farfalle nello stomaco, etc.
Sensazioni di aria e di leggerezza, di svolazzamento.

Da giostre, da montagne russe ed occhi trasognati per intenderci.

Una bella sfida esistenziale è quella di bilanciare quelle facce:
Il denso dolore,
La leggere Gioia

Creando quella giusta ricetta personale, quel sapore unico di dolore e gioia, che può creare amore, un amore solido ma non pesante, leggero ma non svolazzante,

Un amore con i piedi a terra e la testa rivolta su, verso quel cielo appunto nuvoloso ma:
"Chissà cosa ci sarà oltre?"

In ogni processo clinico questa è una bella traccia esistenziale che mi è capitato di iniziare a percorrere.

Vi lascio con una immagine:

81 anni, e poca voglia di vivere.
Dolori su dolori su dolori e morte pesano come macigni, quasi difficile alzarsi dal letto.

E poi c'è l'amore, l'amore dei 18/19, che chissà ora dov'è, chissà cosa fa, ancora oggi...
81/18

63 anni in mezzo, e qualcosa che ancora si muove per andare a compensare, a reggere quel dolore, quelle mancanze

Qualcosa di nascosto, di soffocato, di seppellito e di antico...
Che ancora c'è.

Perché nel dolore come nell' amore gli anni sono minuti, appena passati.

E dove c'è una perdita
Lì, spesso, c'è stato un Amore.

Con questa immagine vi auguro una buona pausa estiva.

Riprenderò l'attività in settembre, per chi avesse bisogno di essere accompagnato per un pezzo di strada.
Ad equilibrare la bilancia.
A guardare tutti i colori.
A trovare la propria, unica nuance cromatica.

Tante nuvole sì, ma il cielo sopra di esse.

Cari Saluti,
Roberto Rauso

Oggi è stato il mio primo giorno "più operativo" nel reparto di Cure Palliative come tirocinante in Psicoterapia all' ul...
29/05/2025

Oggi è stato il mio primo giorno "più operativo" nel reparto di Cure Palliative come tirocinante in Psicoterapia all' ultimo anno di specializzazione.

Solitamente scelgo storie ed aneddoti per raccontare le cose, solitamente appunto.

Questa volta scelgo il silenzio.
Custodisco gelosamente, come si fa con un tesoro prezioso, il dolore a volte inesprimibile a parole delle persone incontrate.

Dolore immenso, dolore che ti sradica da sotto i piedi, dolore che non ha appoggio, ne equilibrio.

Lo custodisco gelosamente dentro di me, ringraziando, come ho fatto, per il dono ricevuto.

Spesso ci sono parole.

A volte solo il silenzio e l' Esserci, ringraziando
nel profondo,
Perché chi ti dona un dolore, ti fa il regalo più Vero che esista, uno dei più grandi.

Condividere il dolore, e quasi come condividere l'amore.

Forse, in fondo, sono la stessa cosa.

E questa sera silenziosa, fa un po' più paura ed è più vera.

Grato a Chi oggi, mi ha fatto quel Dono.

Lo conservo gelosamente nel profondo, come si fa con un tesoro appunto,
un tesoro prezioso 🙏❤️

Oggi sono 15 anni esatti dal mio primo giorno di lavoro in Emilia-Romagna. Quel primo giorno che, ricordando con affetto...
08/02/2025

Oggi sono 15 anni esatti dal mio primo giorno di lavoro in Emilia-Romagna.

Quel primo giorno che, ricordando con affetto, il mio primo coordinatore dell'epoca mi affidò un ragazzo bello grande, che non parlava e che durante una passeggiatina tranquilla si avviò tranquillamente verso un bar, nel tentativo di "assaltarlo", senza conseguenze fortunatamente, per il bar e per noi.

Sono passati 15 anni, ed io ero un giovane già un po' troppo grande con molti studi e poca esperienza, di lavoro e di vita potrei dire.

Però avevo abbastanza entusiasmo, avevo abbastanza voglia di imparare.

L'importante a volte è averne non tanta, ma "abbastanza", e mantenerla soprattutto.

Gli anni sono passati e sono cresciuto, da tutti i punti di vista (ahimè anche quello anagrafico).

Oggi sono consulente, formatore e supervisore da poco.
E le cose cambiano ancora, costantemente,
il futuro chissà cosa ci riserva.

Ma dopo 15 anni ora la domanda è una: Cosa inizio a lasciare agli altri?
Cosa posso continuare a dare agli altri?

Non ho una risposta precisa a questo, ma alcune cose mi sento di dire ai giovani che intraprendono la professione d'aiuto al servizio degli altri.

1-Curiosità, siate curiosi di ciò che vi si pone davanti.
Immaginate il vostro assistito come Istanbul, come San Francisco, come l' Indonesia.

Un luogo da andare a visitare, da scoprire, un luogo che non conoscete, a volte ostico e misterioso, ma dove "chissà cosa ci sarà lì dietro?"

2-Creatività
Non significa siate creativi in senso stretto, come i circensi o i maghi,
Significa "siate diversi", se la soluzione non la trovate, provate altre strade che vi paiono anche assurde, o seguite chi le prova e vedete che succede.

Si perde quando non si provano strade diverse, non quando si prova e si sbaglia.

3-Studiate. Studiate parecchio, ma ricordate che l'essere umano non si riduce a ciò che avete studiato, per fortuna nostra e vostra.

Ciò non vuole dire che è inutile studiare, anzi
Conoscere chi ha avuto intuizioni ed esperito cose è fondamentale per accrescere la propria professionalità ed il proprio bagaglio, SERVE.

4-Sbagliate. E poi riconoscete dove avete sbagliato.
Se riuscite ad ammettere di aver sbagliato con tutto ciò che ne comporta la strada sarà in ascesa, nel senso del successo, della soddisfazione.

5-Coraggio. Buttatevi nelle relazioni, nelle cose, nell' esperienza di aiuto in maniera attiva.
Coraggio di fare ciò che ritenete sia buono e ancora più coraggio a lodare e riconoscere chi lo fa!
Ovviamente il coraggio è connesso alla paura, di solito di sbagliare.

6-Seguite - Seguite gli anziani e poi fate da voi quando è ora. Ma prima seguite chi c'era prima di voi, poi valutate in libertà.

E poi l'ultima, per non annoiare:
-Usate la mente, ma usate anche il cuore.
Giocate a ping-pong tra i due, che si scambino la palla, una battuta uno, una battuta l'altro.
"Cosa dice la mia testa?
E cosa mi dice il cuore?"

L'importante è lo scambio, 1 e 1, nessuno deve vincere,
L'obiettivo è continuare lo scambio, più lo scambio è lungo più bravi e capaci diventerete.

E con queste poche righe che voglio "festeggiare" si fa per dire, i miei 15 anni di lavoro nel campo dell' educazione e della relazione d'aiuto.

E ringraziare naturalmente chi mi ha dato fiducia, chi ha mostrato disponibilità ed ha creduto in me.

E ringrazio me stesso perché ho creduto in me, almeno quell' "abbastanza"

Proviamo, con fatica e dedizione, a metterci avanti per i prossimi 15.
Coltivando ed augurandomi le cose di cui vi ho accennato prima.

Perché più si va avanti, più ci si rende conto che i luoghi inesplorati sono tanti, che tante possibilità ancora ci sono.

Che oggi, più che mai oggi, c'è bisogno di professionisti della relazione d'aiuto che sappiano coltivare, che sappiano coltivarsi.

Così festeggio i miei 15 anni esatti da quel primo giorno, in cui c'era l'ignoto davanti a me.

Ancora oggi l' ignoto c'è, ma qualche lucina piccola l'ho accesa.

Vi saluto con una frase di uno dei miei poeti preferiti, Franco Arminio, che più o meno parafrasando fa così:

"Ho visto un' altra persona e non ci ho trovato niente di bello, vuol dire che dovevo guardare meglio"

Grato per questo🙏.
Andiamo avanti, assieme.

Al dolore.In una società occidentale e moderna soprattutto che si è data totalmente al culto del piacere e della riduzio...
10/11/2024

Al dolore.

In una società occidentale e moderna soprattutto che si è data totalmente al culto del piacere e della riduzione della sofferenza in quanto tale, che ha idolatrato la giostra, il divertimento, il nascondere i peccati mortali, se di peccati si può parlare.

Il dolore è un personaggio scomodo, è un brutto ceffo che ti toglie tutto e ti fa del male, ma cosa ci toglie veramente?

Si rifugge il dolore semplicemente per un motivo: fa male, fa molto male.

"Ma il dolore fa parte della vita..."
Frasi fatte finché il dolore non si vive sulla propria pelle, per i propri cari ad esempio: lutti e malattie, conflitti e tutto l'armamentario di ciò che chiamiamo vita.

Ma anche per ciò che si è, il dolore ineliminabile dell' esistenza umana.

Ed è proprio da quello che parte una rinascita, una crescita della persona.

"Scegli il tuo dolore, scegli la tua sofferenza" dice Mark Manson, nel libro
"La sottile arte di fare quel che ca...o ti pare".

Il piacere è come una giostra, come le montagne russe, come una droga assunta in mille modi.

Chi vi rinuncerebbe?
Ma il solo piacere è euforia.
Il dolore invece è la strada impervia della crescita.

Come una pianta che per sbocciare deve spezzarsi, tendere il suo fusto e soffrire per innalzarsi, per crescere.

C'è il dolore, e la Paura del dolore.
E quella è davvero una Paura nera.

Michela Marzano una volta disse:" Il vuoto non si riempie, si attraversa".

Ed anche il dolore è così.
Si attraversa a piccole dosi,
Per quello che si può in quel momento.
Lentamente e costantemente.

Ma dapprima bisogna riconoscerlo,
Bisogna andarlo a scovare
Lì dove è sepolto,
Lì dove lo abbiamo sepolto

Per non vedere,
Per non sentire
Perché faceva troppo male.

E lì, un terapeuta può aiutarvi,
In un percorso di presa di consapevolezza del proprio dolore ed un accompagnamento a guardare in che modi l'evitamento di questo boicotta i propri bisogni, i propri progetti ed anche i propri sogni.

Ad ognuno il proprio dolore, e se non riuscite, farsi aiutare è il primo passo.
Con consapevolezza e da un professionista naturalmente.

Detto ciò,
Vi auguro di prendervi cura del vostro dolore.
Così per guardare, così per rinascere, così anche per volare.

Come un uc***lo che per volare ha bisogno di spezzare le proprie ossa ed allungare le sue ali, solo così potrà librarsi nel cielo della vita.
A piccoli passi.

Dott. Roberto Rauso - Psicologo

Indirizzo

Via Gusmea N. 6
Carpi
41012

Orario di apertura

Martedì 10:00 - 13:00
Giovedì 10:00 - 15:00
Venerdì 10:00 - 13:00

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